ECCO COSA VUOL DIRE
"REDS"
LA
RIPOSTA DELLA REDAZIONE AD UNA DELLE LETTERE CHE CI SONO PERVENUTE
A SEGUITO DELLA PUBBLICAZIONE DELL'INCHIESTA SUL FASCISTA DRAGOS
KALAJIC.
Abbiamo pubblicato su REDS molto volentieri, condividendone la responsabilità, l'articolo di Andrea Ferrario, un compagno che si occupa attivamente di Balcani da anni, sul fascista serbo Dragos Kalajic. Non solo siamo molto contenti di averlo fatto, ma continueremo la nostra campagna tesa a recidere il tentativo dell'estrema destra serba di infiltrarsi nel movimento antimperialista italiano. Questa preoccupazione fa parte di una più generale campagna contro l'estrema destra che la nostra rivista sta da tempo attuando con positivi contatti con tutti i gruppi che in Italia portano avanti una politica di opposizione attiva all'estremismo di destra (vedi la pagina continuamente aggiornata: Combatti l'estrema destra!).
Non siamo affatto interessati ad attaccare "personalmente" Fulvio Grimaldi, né ad attaccare "personalmente" chiunque. Siamo invece molto interessati a polemizzare contro una posizione presente nella sinistra antagonista di sostanziale appoggio alle rivendicazioni nazionaliste granserbe. E per una ragione molto semplice: queste posizioni indeboliscono il fronte di chi si oppone ad ogni imperialismo. E' stato un fattore di debolezza che vi fossero frange nel movimento antiguerra, al quale abbiamo tutti partecipato attivamente, che sostenevano più o meno apertamente il regime di Milosevic: l'insensibilità verso il dramma della pulizia etnica operata dalle milizie serbe contro la popolazione albanese ha alienato le potenziali simpatie ad esempio delle masse giovanili e di settori pacifisti, che erano contro la guerra, ma non per questo a favore dei macellai. Sappiamo che quella posizione, più nazionalista degli stessi nazionalisti serbi, è fatta propria solo da una minoranza interna al PRC e da alcuni piccoli gruppi esterni al partito, ma riteniamo comunque utile una aperta polemica con questi settori perché è bene che sia pubblicamente chiaro che vi sono comunisti che, mentre combattono imperialisti americani e di casa nostra, non per questo non evitano di chiudere gli occhi di fronte ai massacri, solo perché realizzati da qualcuno che s'è dato una qualche ascendenza di sinistra.
La convergenza oggettiva di questi settori con l'estrema destra serba non è casuale. Questi compagni sono sinceri oppositori dell'imperialismo americano. E su questo fronte svolgono senz'altro una utile funzione. Sono certamente, soggettivamente, antifascisti. Ma l'impostazione che loro danno a questa lotta è completamente sbagliata: immaginano che per combattere l'imperialismo americano si debbano ridimensionare le responsabilità di quello di casa nostra (che è accusato di essere "servile", e dunque di non avere interessi propri in campo, eppure la vicenda Telekom dovrebbe pur dimostrare qualcosa!). La giusta opposizione all'isolamento della Serbia e alle interferenze delle grandi potenze, diviene sostegno del regime serbo, la giusta opposizione alla guerra della NATO si tramuta in una identificazione con le argomentazioni del nazionalismo serbo. E dato che il nazionalismo serbo spazia dall'estrema destra all'estrema sinistra, ecco che ci ritroviamo con manifestazioni in cui hanno libera cittadinanza i fascisti serbi che sventolano simboli cetnici (i fascisti serbi che combattevano Tito) e si civetta con estremisti di destra, perché anche loro "contro gli americani". Compagni: è una vita che l'estremismo di destra, anche in Italia, cerca una qualche convergenza con l'estrema sinistra, possibile che ci siano compagni così fessacchiotti da cadere ancora in questi tranelli?
Pensiamo che esista una bella differenza tra intervistare estremisti di destra e fare iniziative pubbliche insieme ad estremisti di destra. Noi, come rivista, possiamo immaginare (anche se non lo abbiamo mai fatto) di intervistare o proporre i documenti di un gruppo di estrema destra per far conoscere meglio i nostri avversari. Ma di certo non faremmo mai insieme a loro un'assemblea pubblica. E' accaduto invece che i settori di cui sopra abbiano proprio promosso simili iniziative. Inoltre: non siamo i difensori ufficiali di Ferrario (che, purtroppo, non fa parte della redazione di REDS), ma crediamo basti andarsi a rivedere il bollettino Notizie Est numero 398, dell'8 Febbraio, per verificare che l'intervista all'esponente kosovaro di destra intervistato per Notizie Est è preceduto dalla scritta "a fini esclusivamente documentativi". Notizie Est, pur difendendo un punto di vista rigorosamente a favore dei soggetti sociali oppressi (operai, donne, "minoranze nazionali"), pubblica notizie di ogni fonte, e pare che il servizio sia altamente apprezzato visto che anche i suoi più testardi detrattori non se ne perdono un numero. Notizie Est aveva tra l'altro pubblicato anche interviste a truci destri serbi (Oliver Ivanovic, tra gli altri), ma pare che queste non abbiano troppo scomposto i nostri.
In buona sostanza invitare un estremista di destra ad iniziative pubbliche da parte di compagni antimperialisti, ci pare una azione assai discutibile, specie se non si dice al pubblico chi è il personaggio in questione. Ma forse i compagni non conoscevano i suoi trascorsi. Bene, in questo caso, senza tanti schiamazzi, dovrebbero ringraziare Ferrario di averli messi sull'avviso. Ora che è venuto fuori il curriculum di Kalajic crediamo che la cosa migliore, perché questi compagni si tolgano dai guai in cui si sono cacciati da sé, sia una tranquilla autocritica ed un impegno in futuro ad una maggiore attenzione. Poi continueremo lo stesso a polemizzare, ma senza fascisti di mezzo.Da ultimo. Non ci è saltato mai in mente di considerare Fulvio Grimaldi un fascista, ci mancherebbe. Contestiamo però il fatto che intrattenga rapporti amichevoli e politici con uno di loro. Il grado di intimità con Kalajic lo si può dedurre chiaramente dall'articolo da lui stesso firmato su Liberazione e citato da Ferrario, ma se vi sono dubbi al riguardo siamo certo pronti a riproporlo per intero. Conosciamo molto bene il curriculum di Grimaldi ed apprezziamo le sue battaglie contro l'embargo all'Iraq, a favore dei palestinesi, ecc. Solo che non capiamo perché da ciò se ne dovrebbe dedurre una sorta di immunità per tutto ciò che dice o fa. Noi diciamo che su quel punto, lui, i compagni del Tribunale Ramsey Clark, ecc. hanno sbagliato. Coi fascisti non si civetta, mai.