La sinistra britannica e Ken Livingstone.
La situazione della sinistra britannica alla vigilia della elezione di Ken Livingstone a sindaco di Londra.
Il rilancio della London Socialist Alliance. Di Alan Thornett, redattore di Socialist Outlook, da Inprecor n.446. Aprile 2000.


Il fattore determinante che ha creato in Gran Bretagna una situazione politica unica in Europa é costituito dagli effetti di lunga durata delle sconfitte inflitte al movimento sindacale negli anni '80. Quella dei minatori nel '84-'85 che ha favorito la sconfitta nei bastioni del sindacalismo militante in Gran Btretagna é la più conosciuta. Sulla stessa scia il governo ha adottato le leggi antisindacali più draconiane in Europa e fortemente limitato il diritto di sciopero.
Il riflesso politico di questa situazione disastrosa é stato la nascita del "blairismo", che è un fenomeno che va nettamente al di là della svolta a destra della socialdemocrazia europea. Il fine di Blair é di trasformare il Partito Laburista in un partito apertamente borghese che occupi il centro della scena politica. Mira a ricomporre la rottura con il liberalismo dell'inizio del secolo XX, che egli considera un errore storico. Non ha ancora raggiunto l'obiettivo, ma è un bel pezzo avanti.
Ciò ha spinto ad una riorganizzazione della politica tanto della borghesia quanto della classe operaia. Il partito conservatore (Tory) é per metà distrutto, il terreno scoperto é stato occupato dal New Labour. Il partito Tory é stato spinto verso la xenofobia e si é spaccato sulla questione europea. I liberaldemocratici (il partito di riferimento del grande capitale) si situano chiaramente a sinistra del Labour anche se poi dipendono da Blair perché introduca una riforma elettorale basata su un minimo di rappresentanza proporzionale. La sinistra e l'estrema sinistra si confrontano a loro volta a queste nuove condizioni politiche e hanno cominciato pure a riorganizzarsi.

L'apogeo della sinistra del Labour é stata la rivolta diretta da Tony Benn all'inizio degli anni '80 ed il suo tentativo di prendere la direzione del partito. La sua sconfitta non ha solo permesso l'attacco frontale contro i minatori (da parte della Thatcher) ma anche l'abolizione del Greater London Council, con Livingstone alla sua testa, così come un attacco dei conservatori contro l'autonomia dei consigli comunali, largamente dominati all'epoca dalla sinistra del Labour. Dopo di ciò la sinistra ha cominciato a declinare soprattutto nelle sezioni locali del partito e nei sindacati.
L'apogeo della sinistra sindacale ha avuto luogo tra la fine degli anni '60 fino alla fine allo sciopero del 1984-'85. Da quel momento i rapporti di forza sono andati a favore dei padroni con la quasi sparizione del movimento (spontaneo) dei delegati di impresa (shop stewards). Molti militanti furono licenziati.
La forza sindacale fu intaccata, in misura ben maggiore di quanto é accaduto nel resto dell'Europa Occidentale. Le stesse cifre (la perdita di 7 milioni di membri su un totale di 14 milioni) dà appena un'idea dell'ampiezza della disfatta. La regressione alla base (vedi il movimento degli shop stewards) fu ancora più grave. Le statistiche degli scioperi sono ancora più indicative: a metà degli anni '90 si trovavano al livello più basso degli ultimi cento anni. Da allora non c'é più stato un vero rilancio sociale.
Il riflusso ha spaccato anche il Partito Comunista Britannico (la cui storica debolezza é nota). La sua base operaia si è erosa rapidamente a seguito della chiusura di imprese nell'industria e nelle miniere. Ma questa crisi s'é accresciuta a seguito della caduta del Muro di Berlino ed è sfociata in una serie di scissioni ed un rapido declino. Certi suoi frammenti si sono situati alla destra del blairismo.
L'estrema sinistra ha retto meglio. Ma la maggior parte dei gruppi sono stagnanti o declinanti. E' stata la Tendenza Militant che ha conoscituo la caduta più spettacolare. Essa controllava il consiglio municipale di Liverpool ed aveva giocato un grosso ruolo nella direzione del movimento contro la Poll Tax (la Poll Tax era una nuova imposta locale da pagare per ogni abitante indipendentemente dal reddito inventata da Margaret Thatcher. Nel 1990 migliaia di persone si erano mobilitate contro questa imposta) alla fine degli anni '80: é stata la sola vittoria importante per la classe operaia dopo lo sciopero dei minatori. L'uscita della Thatcher é stata causata da questa vittoria dei lavoratori oltre che per le divergenze in seno alla borghesia sulla sua politica europea. E' stata rimpiazzata da John Major, ma il Partito Conservatore non si é più risollevato da allora.
La Tendenza Militant che aveva praticato per decenni un "entrismo profondo" in seno al Labour, ha massicciamente reclutato durante la campagna contro la Poll Tax. Ed aveva deciso che era giunto il momento di uscire e di divenire Militant Labour, un partito d'estrema sinistra indipendente. Questa uscita ha provocato una scissione minoritaria nei suoi ranghi, e il numero di aderenti è passato da 8000 a circa 2000.
Il SWP (Socialist Workers Party) mantiene diverse migliaia di membri; dentro l'estrema sinistra é stato un'eccezione. Dispone di un quadro dirigente forte e che ha tratto profitto paradossalmente dall'affondamento dell'URSS attribuendola alla sua teoria del capitalismo di stato (secondo la teoria del capitalismo di stato formulata da Tony Cliff nel 1948, "una società nella quale una minoranza controlla la produzione dei ricchi non ha nulla di socialista e non é altro che un morceau dei un suiistema mondiale: il capitalismo"). È falso sul piano dell'analisi teorica ma l'SWP ha grande fiducia in se stesso, cosa che manca agli altri settori della sinistra rivoluzionaria.

Scargill e l'SLP

Qualche mese dopo la sua presa del potere in seno al Labour (nel giugno 1994) Blair aveva proposto l'abolizione della clausola 4 (dagli statuti del partito) sulla lotta a favore della proprietà pubblica dei mezzi di produzione.
La sinistra lanciò una grossa battaglia di resistenza ma Blair riuscì a vincere alla conferenza nell'ottobre 1995. E' stato un avvenimento altamente simbolico per il Labour e per tutta la sinistra. Su quella scia Blair ha lanciato un attacco in piena regola contro i principi democratici all'interno del Labour, limitando al massimo il margine di manovra della sinistra. Così è nato il New Labour, ormai pronto a inchinarsi davanti alle leggi di mercato e ad adottare il progetto neoliberale.
Un po' di tempo dopo Arthur Scargill, il dirigente dello sciopero dei minatori e presidente del sindacato NUM (Unione Nazionale dei Minatori), lasciava il Labour e proponeva di fondare un nuovo partito di sinistra: il Socialist Labour Party (SLP). Quest'ultimo é stato lanciato in occasione del primo maggio 1996.
La sconfitta subita dopo la battaglia per la Clausola 4 e l'evoluzione a destra del LP, ormai senza resistenza, avevano in effetti generato una crisi di rappresentanza del mondo del lavoro ma anche le condizioni oggettive per un nuovo partito di sinitra. Ma tutto cio' era appena agli inizi. Il SLP era prematuro. I problemi del SLP furono di ordine politico: non arrivo' mai ad attrarre forze significative della sinistra del Labour. E non c'erano che gli uomini di Scargill a partecipare alle discussioni di lancio del SLP, sulla sua organizzazione e sulla sua natura politica. La costituzione del SLP che metteva in campo una direzione onnipotente, é meno democratica degli statuti dello stesso Labour! Il principio di base, secondo Scargill, era la guerra "contro il federalismo" in seno al SLP, come amava ripetere. Così le prime riunioni pubbliche del SLP furono consacrate a spiegare chi non poteva aderire alla organizzazione. Tutti quelli che erano membri di una organizzazione di sinistra esistente erano tra questi. Fu allo stesso tempo un errore e un'azione disonesta dato che i gruppi politici che sostengono Scargill furono ammessi. Ad esempio la "Stalin Society" che s'era fatta notare per le sue t-shirt con la foto del Grande Stalin era della partita. Certe organizzazioni di estrema sinistra hanno provato ad aderire, come Militant Labour. C'é stato un rifiuto. All'inizio l'SLP ha attirato parecchie migliaia di membri. Era diventato un piccolo partito di massa di carattere socialdemocratico di sinistra con alla testa una dirigenza stalinista autoritaria e basata su uno statuto burocratico. Dopo tre anni di battaglie interne ed una sequela di espulsioni, l'SLP é diventato un gruppuscolo screditato per il suo ultrasettarismo. Ha consumato le sue forze ed é percepito come tale dall'insieme della sinistra. Ha rifiutato di partecipare alla LSA. E' la Stalin Society che lo dirige con il sostegno di Scargill. L'anno passato uno dei suoi editoriali ha preso le difese dell'intervento in Piazza Tien Am Men caratterizzando la manifestazione come una provocazione contro il socialismo. L'SLP é diventato l'esempio di come non si deve creare un partito della classe operaia.

Militant Labour diventa il "Partito Socialista"

Di fronte al rifiuto settario di Scargill, il Militant Labour ha replicato lanciando lui stesso l'iniziativa per un partito più largo, cercando di essere ciò che il Socialist Labour Party (SLP) s'è rifiutato di diventare. La via scelta per arrivarci è un cambiamento del nome. La ragione manifestata è difficile da comprendere e poco credibile. Secondo questa ipotesi la natura del Labour Party è cambiata; al posto di un "partito operaio borghese", quest'ultimo sarebbe diventato un "partito totalmente borghese". Sicuramente il Labour Party va in questa direzione, ma dire che c'è già arrivato è un'altra storia. Il nuovo Socialist Party non ha apportato nulla di nuovo. Ha implicato solo da parte sua un'attitudine più aperta verso l'esterno. Così, avviato il processo di avvicinamento tra i vari pezzi dell'estrema sinistra, il Socialist Party si è adattato, ed oggi prende attivamente parte alla London Socialist Alliance (LSA).

Decentramento e proporzionale

L'introduzione da parte del New Labour di un certo decentramento ("Devolution": un Parlamento per la Scozia, un'Assemblea per il Galles e l'Assemblea della Grande Londra) ha prodotto conseguenze importanti. In primo luogo, avendo decentrato le istituzioni il blairismo é entrato in crisi perché non vuole abbandonare il controllo sulle stesse. In secondo luogo, l'introduzione di una quota proporzionale rischia di permettere a partiti minoritari di avere degli eletti. Questi due fattori sono entrati in sintonia con la necessità di occupare uno spazio che si è liberato alla sinistra del New Labour in seguito alla crisi della rappresentanza politica del mondo del lavoro. Da allora una nuova riflessione più generale ha avuto luogo all'interno delle organizzazioni dell'estrema sinistra a proposito della partecipazione alle elezioni. La maggior parte di esse, compreso il Socialist Workers Party (SWP), non vi partecipa da decenni. Questo già in sé ha modificato la maniera in cui questa sinistra dovrà organizzarsi e battersi politicamente.

Le "Socialist Alliances" (SA)

Un risultato indiretto ma importante della trasformazione del Militant in Socialist Party è stato il ruolo giocato nella creazione delle Socialist Alliances in diverse regioni in Inghilterra, in Scozia e in Galles. In Inghilterra, a Coventry, è stato attivato un comitato direttivo basato sulla Socialist Alliance, guidato da Dave Nellist, ex-deputato quando Militant era ancora membro del Labour Party. La moltiplicazione di queste Alliances è particolarmente indicativa dell'aria che tira in questi tempi. Esse traducono un tentativo di unione tra la sinistra e la sinistra rivoluzionaria. Nella maggior parte dei casi il risultato è ancora allo stato embrionale, tranne in Scozia, dove la Scottish Socialist Alliance (SSA) è diventata una vera forza intorno a Militant (l'organizzazione sorella del Socialist Party inglese).
La maggior parte delle Socialist Alliances sono una combinazione tra un'organizzazione di lotta e un'alleanza elettorale. Molte di esse hanno presentato liste in occasione delle elezioni europee del giugno '99. A Londra questo tentativo é stato soffocato dal Socialist Labour Party di Scargill, che ha rifiutato ogni unità ed ha presentato una propria lista. La London Socialist Alliance ha deciso di ritirarsi. A posteriori, si può pensare senza dubbio che sia stato un errore e che vi sia stata una sovrastima della capacità di nuocere del SLP.
La Scottish Socialist Alliance era qualitativamente differente da quelle d'Inghilterra e del Galles. Il clima era molto più radicale in Scozia. Ciò dipendeva anche dal ruolo giocato dai militanti della lotta contro la Poll Tax. Grazie ad essa c'era stato Tommy Sheridan che all'epoca fu eletto al Consiglio municipale di Glasgow, allorché si trovava in carcere a causa della sua difesa delle vittime della Poll Tax.
I progressi della Scottish Socialist Alliance hanno introdotto un rapido cambiamento nella linea dello Scottish Militant Labour in favore dell'indipendenza della Scozia. Militant Labour s'era sempre opposto, ma questa rivendicazione è diventato un elemento politico cruciale nell'emergere di una alternativa di sinistra in Scozia. Così lo Scottish Militant Labour si è pronunciato in favore di una Scozia socialista e indipendente (per quanto concerne l'Irlanda, all'opposto, non v'è alcun cambiamento: continua a pronunciarsi per una "soluzione operaia di fronte a due nazionalismi reazionari").

Lo Scottish Socialist Party (SSP)

L'anno scorso, lo Scottish Socialist Party (SSP) fu lanciato in occasione delle elezioni per il nuovo Parlamento di Scozia. Una grandissima consultazione pubblica fu organizzata in seno a tutta la sinistra scozzese. La Scottish Socialist Alliance (SSA) fu la sua componente principale, avendo ancora lo Scottish Militant Labour (SML) come forza motrice. La proposta del SML di sciogliere le organizzazioni indipendenti e integrare i membri individualmente dentro il nuovo Scottish Socialist Party (SSP) provocò uno scontro con la direzione del Socialist Party a Londra. Il Socialst Workers Party, che fu invitato a unirsi e col quale si intavolò una discussione, rifiutò.
Le elezioni furono un successo per lo Scottish Socialist Party: esso fece veramente breccia e Tommy Sheridan fu eletto deputato.
Il partito ha registrato progressi significativi. Si è consolidato come piccolo partito della sinistra radicale, coi suoi 2000 membri e le 53 sezioni locali disseminate in tutta la Scozia (che ha una popolazione di 5 milioni di abitanti). Riceve una grande attenzione da parte dei media: gli ultimi sondaggi lo danno al 6% nel Paese. In caso di elezioni questo gli darebbe diritto a tre deputati.
Ma il significato dello Scottish Socialist Party va aldilà della Scozia. Esso è recepito come un modello per sviluppi simili in Inghilterra e Galles. Certo, la situazione politica è più avanzata in Scozia, ma è il nuovo quadro politico generale in Gran Bretagna che permette una tale comparazione.

Il rilancio della London Socialist Alliance (LSA)

In questa atmosfera è stata rilanciata la London Socialist Alliance, nell'agosto 1999, nella prospettiva delle elezioni londinesi di sindaco e consiglio del 4 maggio 2000. Il sindaco è scelto direttamente (5 milioni di votanti). L'elezione dell'Assemblea ha luogo con un sistema combinato: 14 eletti (1 per distretto) secondo il sistema uninominale a turno unico; 11 eletti secondo il sistema proporzionale puro. L'Alliance aveva in principio l'intenzione di partecipare a entrambe le elezioni. L'obiettivo era quello di riunire dei candidati indipendenti provenienti dalle organizzazioni costituenti l'alleanza. Essa si preparava così a presentare un candidato-sindaco nel caso in cui Livingstone non si fosse presentato. Le condizioni del rilancio della London Socialist Alliance erano profondamente differenti dalle condizioni politiche che prevalevano ancora all'inizio del 1999. Il New Labour ha incassato risultati disastrosi alle elezioni europee, alle municipali e a quelle per il Parlamento di Scozia e l'assemblea del Galles.
Il messaggio è molto chiaro. Siccome il New Labour piega sempre più a destra, milioni di elettori tradizionali disertano il partito. Essi votano sia per i partiti nazionalisti in Scozia e Galles, sia per i Verdi o ancora per i liberal-democratici: tutte queste formazioni si collocano alla sinistra del New Labour. Quest'ultimo ha perduto seggi in Galles, regione che ha sempre votato in massa per il Labour. Il partito nazionalista gallese, Plaid Cymru, ha ottenuto un risultato di rilievo conquistando la maggioranza a Rhondda e Islwyn (le regioni minerarie) che sono sempre state bastioni del Labour. C'è stato anche un astensionismo massiccio. Il Labour ha ottenuto il suo risultato più basso dopo 60 anni, tallonato da Plaid Cymru a meno del 5%. Molti socialisti hanno lasciato il partito. S'è aperto uno spazio a sinistra.
In Inghilterra e in Galles, là dove sono state presentate liste di sinistra, esse hanno ottenuto risultati deludenti a causa delle divisioni, anche se singoli candidati e liste a tema sono andate nettamente meglio ed hanno rivelato l'esistenza di un elettorato potenziale. Questo è anzitutto costituito da coloro che si sentono socialisti e aspirano a una alternativa socialista.
Le difficoltà della sinistra socialista pur in presenza di uno sbandamento del Labour si spiega per molteplici ragioni. Una di queste è l'assenza tradizionale della sinistra sul terreno elettorale. Ma la causa principale risiede certamente nella divisione cronica in seno a questa sinistra. Molti sono alla ricerca di risposte, e quelle che trovano sono scissioni e divisioni. Da ciò risulta che l'unità è la chiave, in quanto è un dato certo che la somma di una sinistra unita è superiore che quella delle sue parti costitutive. La sinistra rivoluzionaria ha un ruolo da giocare, e per questo deve essere e restare organizzata. Questo è l'imperativo politico che ha presieduto il rilancio della London Socialist Alliance. In passato, molti si sono ritirati dall'attività politica a causa delle divisioni in seno alla sinistra britannica; tutte le organizzazioni di estrema sinistra hanno la loro parte di responsabilità. Ma ora, una nuova unità e collaborazione è necessaria.

Il ruolo del Socialist Workers Party (SWP)

La componente più sorprendente di questa nuova unità è il Socialist Workers Party, date le sue caratteristiche e la sua storia. In principio, il SWP si limitava ad un livello di impegno molto basso. Il ruolo del SWP nella London Socialist Alliance era manifestamente oggetto di una discussione interna. All'inizio di quest'anno, uno sviluppo ha avuto luogo: il SWP ha inviato delegazioni più consistenti al comitato direttivo e ha mobilitato i suoi militanti. Prima, il tratto dominante del SWP era quello di condurre campagne sia sotto la propria sigla sia sotto quella di altre organizzazioni che controllava direttamente. Ora collabora con il resto della sinistra. Questa svolta non si limita al rilancio della London Socialist Alliance; si è manifestata già in occasione delle battaglie contro l'organizzazione mondiale del commercio (WTO) e contro la guerra russa in Cecenia, benché in maniera più limitata. Tutto ciò è positivo.
Il Socialist Party, che fu la forza motrice nella "prima" London Socialist Alliance, questa volta si è messo in secondo piano. E ciò è molto più evidente da quando il Socialist Workers Party ha rafforzato il suo coinvolgimento. In febbraio il Socialist Party ha annunciato la sua decisione di sostenere una lista concentrata unicamente sui candidati direttamente eletti col proporzionale al Consiglio della Grande Londra. Questa lista si limitava a fare una campagna su un solo tema: "No alla privatizzazione del Metro di Londra". In seguito il SP ha cambiato di nuovo.
Il rischio della divisione non è scomparso del tutto, anche se ciò non cancella il grado di unità oggi raggiunto. Infatti, tutta una serie di organizzazioni che hanno un passato tristemente settario oggi cooperano. La London Socialist Alliance è fortemente percepita come lo sviluppo più promettente dagli ultimi decenni a Londra: se qualcuno la farà ucciderà ne pagherà un prezzo salatissimo.
C'è un buon numero di altre organizzazioni nella London Socialist Alliance, oltre al SWP. Anzitutto c'è il Socialist Party. È la seconda organizzazione per numero di aderenti a Londra, dove ne conta diverse centinaia. Poi c'è una serie di organizzazioni nettamente più piccole come l'International Socialist Group (ISG), sezione britannica della IV Internazionale, Alliance for Workers' Liberty (AWL), Workers Power e il Partito Comunista della Gran Bretagna (CPGB), da non confondere con il Partito Comunista che è esistito per 50 anni; infine c'è l'Indipendent Labour Network: è una rete di tipo socialdemocratico di sinistra, animata da Ken Coates e Hugh Kerr, europarlamentari all'epoca in cui Blair li espulse dal Labour due anni fa. Coates e Kerr non vivono a Londra, quindi non sono direttamente coinvolti.
La London Socialist Alliance non è che una lista di estrema sinistra. Essa cerca di guadagnare alla sua causa delle forze di sinistra all'interno del Labour. Essa è sostenuta da un numero crescente di personalità quali Ken Loach, John Pilger, Tariq Ali, e dalla direzione del National Civil Rights Movement, che assicura un legame molto importante con diverse organizzazioni antirazziste e nere.
Il programma d'azione della LSA adottato dopo lunghe discussioni prevede una serie di rivendicazioni quali: arresto della privatizzazione del Metro; rinazionalizzazione delle ferrovie, finanziamento del Servizio Nazionale di Sanità, cessazione dei tagli al bilancio per i servizi sociali, opposizione alla vendita di alloggi comunali, alloggi per i senza tetto, lotta per un minimo salariale decente, diritti sindacali per tutti, stretti controlli sulla qualità dell'aria e dell'acqua, lotta contro il razzismo e la corruzione nella polizia; abolizione dei limiti di iscrizione all'università, una scuola di qualità per tutti, ecc.
La LSA si è costituita come alleanza di lotta, non si limita a un'azione puramente elettorale. Essa si è mobilitata per difendere dei sindacalisti nel servizio sanitario, nelle ferrovie, nel metro. Essa è stata la forza motrice dell'ultima manifestazione alla stazione di Waterloo per far riassumere un militante sindacale della RMT licenziato. Essa ha organizzato picchetti davanti ai centri di collocamento e davanti ai consigli locali che si occupano della privatizzazione degli alloggi o della concessione dei servizi pubblici. Essa è molto attiva sul terreno della lotta al razzismo.
Pertanto la LSA non è la sola lista di sinistra per l'elezione del Consiglio della Grande Londra. Il Socialist Party è presente per l'elezione dei membri con la quota proporzionale. C'è anche il caso della Communist League (La Communist League è l'esito di una scissione della sezione britannica della IV Internazionale, formata da militanti che si sono allineati alle posizioni del SWP americano, allorché questo partito decise di voltare le spalle all'Internazionale e di escludere tutti gli oppositori dai suoi ranghi. È un piccolo gruppo propagandista). Non è escluso che il PC della Gran Bretagna, principale frammento del PC "storico", ci sia anch'esso. Ma si può dire che la London Socialist Alliance ingloba oggi l'essenziale dell'estrema sinistra ed è fermamente attaccata all'unità socialista.

Livingstone, candidato fuori dal Labour!

Il 5 marzo Ken Livingstone aveva ufficialmente dichiarato la sua candidatura a sindaco di Londra come indipendente. Si è trattato di un avvenimento politico considerevole, che ha spostato in un sol colpo la dinamica politica a sinistra.
Egli ha una grande responsabilità personale: se decide di organizzare il sostegno di cui gode avrà una risposta di massa, quale che sia la forma che scelga: alleanza, partito o altra cosa. Decine di migliaia si uniranno.
Sfortunatamente, per il momento, egli ha escluso questa eventualità. Ha annunciato che non formerà un nuovo partito politico. Anche se è stato egli stesso espulso dal Labour, egli invita i suoi sostenitori a restarvi. Ha spiegato che continuerà a combattere per la sua riammissione. Questa decisione volta le spalle a una straordinaria possibilità per la riorganizzazione della vita politica britannica. La conseguenza è che nell'immediato non ci sarà alcuna scissione in seno al Labour. Si produrrà piuttosto una erosione in un periodo più lungo.
Livingstone non ha presentato una sua lista per l'Assemblea di Londra; cosa che lascia spalancata la via a una lista di Blair.
Da quando Livingstone aveva annunciato la propria candidatura la LSA gli aveva dato il suo appoggio. Essa gli aveva domandato di presentare una lista propria e di procedere a un'ampia consultazione nel movimento operaio, compresa la LSA, per determinare la sua composizione. In mancanza di ciò, la LSA si è orientata a votare Livingstone ed ha presentato una sua lista all'Assemblea. Contemporaneamente, la LSA si è appellata a Livingstone perché adottasse una piattaforma socialista, dato che la sola indicazione di contenuto politico della sua campagna è stata l'opposizione alla privatizzazione della metropolitana di Londra.
Potrà la LSA guadagnare un seggio all'Assemblea superando la soglia del 5%? Senza dubbio no, malgrado l'impegno e lo sforzo nella campagna elettorale.

Dopo le elezioni?

Ci sono molte discussioni in proposito. Diverse organizzazioni partecipanti convengono che quello in atto è l'inizio di un processo che conduce alla costruzione di un nuovo partito alla sinistra del Labour. Il Socialist Workers Party non ha ancora espresso la sua opinione. Stante il rifiuto di Livingstone di formare un tal partito, questa non è certo una prospettiva a breve termine. Ma il problema potrà porsi nella misura in cui ci saranno espulsioni o defezioni importanti nel Labour. Il fattore cruciale per un partito simile è il suo carattere largo: una federazione che inglobi tutte le organizzazioni esistenti con le loro linee politiche e le loro pubblicazioni. Bisognerà superare l'eredità del Socialist Labour Party. Un nuovo partito di sinistra dovrà riflettere la diversità delle componenti. Non può ridursi a una coalizione di estrema sinistra. Dovrà andare nettamente aldilà, altrimenti non varrà niente. Bisognerà mettere fine alle strutture autoritarie con un guru che ammannisce la buona parola ai militanti. Un simile partito dovrà essere il partito della rifondazione. E dato che la sinistra antistaliniana è la corrente dominante nella sinistra, il suo impegno sarà decisivo. Questo partito dovrà essere aperto a regole di base: il diritto di tendenza e l'obbligo delle responsabilità. Senza dissolversi la LSA dovrà continuare come alleanza di lotta con nuove iniziative.
E il New Labour dove andrà? La sfida di Livingstone genera la più grande crisi che il New Labour affronta da quando è arrivato al governo. La lunghissima luna di miele è arrivata alla fine. Il progetto del New Labour va a brandelli, non sul piano politico, poiché continua nella sua direzione destrorsa, ma a livello di sostegno popolare. La perdita nella sua base tradizionale è considerevole. Era in un certo senso l'obiettivo stesso di Blair. Egli punta alla conquista delle regioni chiave del centro dell'Inghilterra, là dove il partito conservatore domina da sempre. E per riuscire in ciò è pronto a pagarne il prezzo. La questione per lui è di sapere quale parte della sua base tradizionale può lasciarsi sfuggire senza perdere le elezioni parlamentari previste per l'anno prossimo!
Per il momento Blair resta in testa ai sondaggi sulle elezioni politiche, ed è poco probabile che le perda. Molti di coloro che votano Livingstone voteranno ancora per il Labour quando si tratterà di impedire ai Conservatori di tornare al potere.
Ma non è così semplice. Blair è totalmente costretto a svolgere la politica per la quale è stato eletto. Egli continuerà la sua agenda neoliberale e trasformerà il Labour in un partito del grande capitale. Il problema dell'abbandono della base tradizionale resterà sul tappeto. Resta da sapere se la sinistra riuscirà a utilizzare gli sviluppi positivi attuali per costruire un'alternativa efficace...