Un bilancio della restaurazione capitalista
in Russia.
Come è avvenuta la trasformazione
in senso capitalista della società russa. Di
Yury G. Bobrov, da Social Equality. Maggio 1998.
I dibattiti parlamentari
sulla salute di Yeltsin nel gennaio 1997 eclissarono il quinto anniversario
delle riforme di Yeltsin/Gaidar. Furono proclamate al Quinto Congresso dei Deputati
del Popolo nell'ottobre 1991, ed il primo passo della loro realizzazione, "la
liberalizzazione dei prezzi ed i criteri di riscossione delle entrate,"
fu fatto il 2 gennaio 1992.
Si decise di:
* Deregolamentare immediatamente i prezzi per arrivare ad un equilibrio sul
mercato dei consumi;
* Privatizzare le imprese di proprietà statale convertendole in compagnie
private allo scopo di creare "un'economia sana mista con un poderoso settore
privato";
* Ridurre la spesa pubblica (in particolare, fermando gli aiuti ed i crediti
per i paesi stranieri);
* Riorganizzare il sistema delle imposte ("le tasse non strangoleranno,
ma incentiveranno i fabbricanti, gli imprenditori e, prima di tutto, chi produrrà
i beni di consumo");
* Limitare decisamente la circolazione della moneta;
* Abolire "tutte le restrizioni alla crescita di redditi personali e le
prospettive per guadagnare soldi onestamente."
Avendo adottato il programma di riforme, il Quinto Congresso sanzionò la fine delle riforme economiche di matrice socialista e la transizione alla "costruzione del capitalismo." I "70 anni dell'esperimento comunista" era esorcizzato. I liberal democratici salutarono il ritorno del paese sulla via dello "sviluppo normale."
Politicamente,
a questa democratica e radicale riforma borghese seguì:
* La repressione del tentativo della parte tradizionalista della burocrazia
di ripristinare lo "status quo" nell'agosto 1991, che ha condotto
al crollo del "autocrazia del partito;"[ 1]
*La destituzione della parte liberale della burocrazia, guidata da Gorbachev,
nel dicembre 1991 (l'accordo Belovezhsky), e la successiva disintegrazione dell'Unione;
* La perdita di fiducia della maggioranza decisiva dei lavoratori nelle capacità
del precedente leader "comunista" di sconfiggere la crisi;
* Una campagna anticomunista su larga scala, mirata a screditare il socialismo
per asserire che il regime stalinista ha rappresentato la sua reale essenza.
I lavoratori sono
stati incitati ad abbandonare la loro fiducia nel comunismo e riporre la loro
fede nel futuro mondo capitalista di "libertà e prosperità."
Di seguito indichiamo come le prospettive riformatrici sono state stimate dal
principale "riformatore":
"Il passaggio immediato all'economia dei prezzi di mercato è una
misura, dura e forzata, ma necessaria. La vita diverrà peggiore per tutti
per circa metà anno. Ma quando i prezzi diminuiranno i beni di consumo
saranno abbondanti e, dall'autunno del 1992, l'economia stabilizzerà
e la vita di gente migliorerà gradualmente." (dal discorso di Boris
Eltsin al Quinto Congresso dei Deputati, del Popolo il 28 ottobre 1991)
Non si disse che
le ovvie difficoltà furono ignorate in quel periodo: "Un alto livello
monopolistico è la caratteristica dell'economia russa. Una porzione considerevole
di prodotti è fabbricata da imprese gigantesche, imprese che non hanno
concorrenti." Questo problema era trattato da un "pacchetto di misure
mirate a ridurre il monopolio ed accrescere la competizione."
La principale condizione per lo sviluppo economico fu ritenuta essere la conversione
civile delle imprese della difesa, riguardanti la riduzione delle forze armate
con "benefici sociali per i membri delle Forze Armate ed ufficiali pensionati."
Queste erano le intenzioni.
Diciamo che nel gennaio 1997 cinque anni dopo l'inizio della riforma, si poterono
già comparare i risultati con le intenzioni stabilite all'inizio.
Stabilizzazione
finanziaria
Invece della prevista diminuzione dei prezzi, dopo circa sei mesi, da aprile
1992 l'indice dei prezzi al consumo era aumentato del 740 %, secondo la Commisione
Statistica Statale. A partire dal 1995 i prezzi fissati, erano aumentati, in
media, di 10,000 volte.
I nuovi accaparratori, senza nessuno controllo, avevano ammassato profitti non
dall'aumento della produzione, ma dall'incremento dei prezzi. Questo processo
andò avanti fino alla fine del 1995, quando il governo Chernomyrdin inventò
una via semplice ed originale di contenimento dell'inflazione. Fermò
la puntualità del pagamento dei salari (che sono cresciuti solo 1,500
volte dal 1995).
L'inadempienza del governo sui pagamenti causò un'epidemia di non-pagamenti
dei contratti. Durante 1995-96 il totale dei non-pagamenti crebbe da 30 a 40
bilioni di rubli, e raggiunse il record 50 bilioni di rubli all'inizio del 1997.
Naturalmente, l'artificiale limitazione della domanda sul mercato dei consumi
limitò l'aumento dei prezzi. Ma una simile situazione, è molto
lontana da una autentica stabilizzazione finanziaria. Il Fondo Monetario Internazionale
capì questo e periodicamente dilazionò i suoi pagamenti in dollari.
Scioperi improvvisi, scioperi della fame ed azioni di protesta di massa contro
il non-pagamento dei salari diventò parte integrante della vita politica
del paese nel 1997. Lo stile di Chernomyrdin della stabilizzazione finanziaria
ha portato all'impoverimento della popolazione.
Privatizzazioni
Le privatizzazioni delle imprese statali erano impossibili senza gente ricca
abbastanza per pagarle. Tali persone non esistevano quando la riforma fu lanciata.
Iniziarono ad esistere come risultato della politica di "liberalizzazione
dell'incremento dei redditi."
C'erano diversi metodi. In un'intervista pubblicata sul periodico Playboy (edizione
russa), un pilastro di capitalismo russo, B. Berezovsky, disse che divenne un
uomo d'affari "nel momento che quello che era chiamato precedentemente
'speculazione' divenne 'affari'."
Era speculazione (in beni e valuta) quello ha generato la borghesia post-sovietica
. Un ruolo molto importante in questo processo è stato giocato dai buoni
(inventati da Chubais) che sono stati distribuiti a tutti cittadini russi. L'acquisto
su larga scala di tali buoni permise all'acquirente di acquisire le azioni delle
imprese dello stato. I soldi sporchi furono ottenuti attraverso traffici illegali:
smercio di droga , prostituzione e vari traffici contribuirono alla creazione
di una classe di padroni post-sovietici.
Nondimeno era la "nomenclatura" (ad esempio., la rete dei passati funzionari sovietici) che erano nella migliore posizione per acquisire le proprietà. Per gli interessi finanziari in gioco i funzionari ministeriali corsero a diventare banche commerciali "autorizzate". I passati amministratori sovietici ottennero le licenze necessarie per l'esportazione di materie prime importanti e strategiche. Questi sono solo due delle varie forme assunte dal processo di privatizzazioni fatto dalla nomenclatura.
Questo processo non era aperto, ma pienamente adattato al disegno delle riforme: usare tutti i mezzi possibili portare le "inefficienti" proprietà dello stato alla rovina. Presieduto da Chubais, il Comitato delle Proprietà Statali ha liquidato le proprietà dello stato alla nomenclatura e ai criminali in ascesa a prezzi stracciati. Alla fine, il processo ebbe come risultato la creazione da sette a undici forti gruppi finanziari ed industriali, che controllavavo i settori chiave dell'economia russa. Un monopolio privato ha sostituito il monopolio dello stato, ma c'era né un "mercato libero" nè "concorrenza"[ 2].
All'inizio, nell'autunno 1995 furono tenute delle aste per la vendita delle quote di imprese privatizzate Questo mirò ad effettuare una concentrazione di proprietà ex pubbliche nelle mani dei maggiori gruppi finanziari ed industriali. Le vendite all'asta sono state tenute senza nessuna competizione reale. La proprietà fu data alle banche che sostennero nel 1996 l'elezione di Yeltsin, partecipando alla sua campagna. Al presidente di Oneximbank, Potanin, fu donato un posto ministeriale, in aggiunta allo stabilimento di nichel Severonickel . Il gruppo più importante ricevette un canale TV. Il sig. Berezovsky divenne vice presidente del Consiglio della Sicurezza, senza interrompere la sua attività commerciale. Così le privatizzazioni delle proprietà guidarono la privatizzazione del potere.
La distruzione
dell'economia
Una domanda naturalmente sorge spontanea: cosa ne è stato dell'effetto
economico della "stabilizzazione finanziaria" e delle "privatizzazioni?"
La politica del governo ha condotto alla crescita economica, come promise?
La risposta è: esattamente l'opposto. La politica del governo ha condotto
al crollo economico e alla distruzione delle industrie più avanzate.
Completamente, dappertutto, la produzione cadde dal 40 al 50 % del livello sovietico
(dal 20 al 30% nel caso delle industrie elettriche ed alimentari). Gli impianti
industriali non furono sostituiti. Le spese nella ricerca scientifica sono state
ridotte a un'insignificante 0.37 % del totale delle spese budgettate (meno che
in Finlandia).
Il commercio delle
risorse naturali ha raggiunto il 70 % delle entrate del bilancio. Ma non è
proficuo espandere la produzione quando i monopoli sovrastimano i prezzi delle
materie prime, dell'energia elettrica e dei prodotti semi-finiti, e la domanda
è bassa a causa di un impoverimento di massa. Il settore agrario ha sofferto
più di altri (per esempio, nella regione di Leningrad la produzione di
carne di maiale e di manzo diminuì rispettivamente di 7 e 5 volte).
I prodotti nazionali sono stati sostituiti da importazioni. Le aziende straniere
dominano non solo il mercato dei computers e degli elettrodomestici, ma anche
il mercato alimentare. Questo è tipico di un'economia coloniale.
L'esportazione di metalli, benzina e petrolio portano profitti estremamente alti, ma perfino queste industrie mancano di investimenti per la modernizzazione delle attrezzature. I nuovi proprietari dei mezzi di produzione preferiscono esportare i loro profitti piuttosto che investirli nell'ammodernamento tecnologico dell'industria nazionale (circa 22 miliardi di dollari sono stati esportati nel 1996, secondo alla stima di G. Yavlinsky). Come i suoi antenati alla fine del secolo scorso, la borghesia russa post-sovietica si sottrae al compito storico di modernizzare il paese. In quel periodo i bolscevici dovettero adempiere a questa missione.
Il fallimento
dello stato
Il governo si aspettava che la privatizzazione delle proprietà statali
portasse alte entrate: in primo luogo, per i proventi dalla loro vendita, e,
in secondo luogo, per le tasse sui profitti dei nuovi proprietari . Comunque,
i proprietari semi-criminali hanno fatto ogni sforzo per "minimizzare"
questi redditi. Essi corruppero i funzionari in modo tale da svalutare le proprietà
messe in vendita. Fra i nuovi uomini d'affari l'evasione delle tasse fu considerata
una "buona abitudine." (Nei primi mesi del 1997, solo 53% delle tasse
previste fu raccolto.)
Questo provocò il fallimento virtuale dello stato. Era incapace di onorare gli impegni presi con gli impiegati del settore pubblico. Come solo proprietario, lo stato precedente sviluppò la scienza, l'istruzione e la difesa. Mantenne un esercito forte quanto quello degli Stati Uniti, fornì ai suoi cittadini in sostanza cure mediche gratuite, e aiutò molti altri paesi.
Avendo liquidato le "inefficienti" proprietà statali, i "riformatori" non riuscirono a creare qualcosa di meglio. Le entrate multi-miliardarie, in dollari, dei nuovi proprietari non sono state investite nell'industria, nella scienza, l'istruzione, la cultura. Durante gli anni delle "riforme" la ricchezza totale del paese era inequamente ridistribuita fra i vari strati di società. Avendo consegnato la ricchezza nazionale ad imbroglioni assortiti, lo stato perse i mezzi per finanziare industria, l'esercito, i servizi sociali. Fino ad ora la speranza di grandi investimenti stranieri è andata delusa.
Riassumendo:
* Invece di milioni di proprietari, si è avuto un impoverimento di massa
e la perdita dei risparmi di milioni di cittadini ;
* Invece della "competizione equa tra fabbricanti liberi," si è
avuto un dominio dei monopoli, e un'economia corrotta;
* Invece di "un governo di diritto, si è avuto" il potere incontrollato
di una burocrazia e di una criminalità rampante;
* Invece dei privilegi dei capi dei partiti, si sono avute le ville private
dei funzionari del governo in Svizzera ed alle Canarie;
* Invece dell'aumento della produzione, si è avuto un sistema un sistema
di tassazione che provoca l'uscita illegale dei capitali;
* Invece della stabilizzazione finanziaria, si è avuto una rinascita
dei baratti, circolazione su larga scala di valuta straniera come valuta surrogata,
e la sparizione di trilioni di rubli;
* Invece della riforma delle forze armate, il degrado morale e materiale dell'esercito,
come ha rivelato la guerra in Cecenia.
La diagnosi è
chiara: il collasso totale della riforma "liberale". Sotto le condizioni
di un'economia monopolistica, i prezzi liberi non hanno aiutato la ristrutturazione
dell'industria; la riduzione artificiale dell'inflazione non ha condotto al
boom degli investimenti. I nuovi proprietari delle imprese ex statali hanno
dimostrato la loro incapacità a sviluppare una politica industriale sensata.
Le prospettive: dall'inizio del 1997, i risultati disastrosi della riforma economica
erano diventati evidenti. In suo discorso del 17 aprile, 1997 al Consiglio della
Federazione, Chubais ha riconosciuto la "mostruosa crisi budgetaria."
In osservanza con
le tradizioni del totalitarismo che ha assimilato durante i suoi 30 anni di
appartenenza al Partito Comunista, il Presidente Eltsin, di nuovo, ha cambiato
il suo Consiglio di Gabinetto (per la sesta volta dal 1992) senza cambiare la
"riforma" politica. Ha formato un nuovo governo "ibrido"
nel quale i maggiori rappresentanti dei vecchi funzionari di partito (guidato
da Chernomyrdin) hanno lavorato insieme con i giovani ultra liberali alla maniera
di Gaidar (Chubais, Nemtsov, Koch). Il suo obiettivo era portare il bilancio
in nero senza toccare i profitti dei monopolisti.
Questo fa intendere che dovrebbero pagare i poveri. Riforma dell'edilizia: il
povero diviene senza casa. Riforma della pensione: il governo abbandona la sua
responsabilità per il pagamento delle pensioni. Riforma della tassazione:
il carico fiscale opprime con aumenti i cittadini comuni. Chiusura e privatizzazioni
delle imprese "che non danno profitti": ulteriori tagli a ricerca
scientifica, istruzione e sanità. Lo stesso pacco, le riforme "liberali"
producono lo stesso risultato: un aumento in povertà, ignoranza e criminalità.
Nel frattempo, la situazione si sviluppa secondo lo scenario del 1917. Come in quell'anno, l'attuale "democratica" élite mantiene il suo potere coi gli slogans pubblicitari di "libertà" e "diritti umani." Più di cinque anni sulla strada della depressione, è chiaro che questi slogans pubblicitari erano piccoli e non coprivano le aspirazioni di chi vorrebbe derubare i loro concittadini della loro ricchezza, e la chiama "privatizzazioni del popolo." Le politiche dei presenti "riformatori" sono perfino più anti-sociali di quelli del liberali russi nei primi anni del secolo XX.
Il regime attuale
spera di raggiungere la stabilità perchè: lo strato superiore
della società ha un alto standard di vita, grazie all'esportazione delle
materie prime e ai prestiti stranieri; come risultato di decenni di totalitarismo
i lavoratori hanno poca esperienza nella difesa dei propri interessi; i mass
media "liberi" sono continuamente al lavoro per provare a fare il
lavaggio del cervello alla popolazione; in contrasto con l'esercito regolare,
la polizia speciale e le forze antisommossa sono bene equipaggiate e consolidate.
Tali fattori, comunque, non possono bastare a lungo. Lo stato, che ha permesso
ai nuovi capitalisti di derubare le gente, ed ora difende il loro sporco capitale
non può mantenere la fiducia della gente. Sarebbe ingenuo aspettarsi
che la volontà dei 'nuovi russi' possa mai creare condizioni più
umane per i loro schiavi economici. La proprietà deve ritornare al popolo.
Il capitale creato da molti anni di lavoro della gente deve essere impiegato
per la gente, non per la cricca dei capi ex-sovietici.
Un diverso potere
è necessario per eseguire un tale cambiamento --un potere che dice sempre
che "nessun quattrino" deve essere dato ai funzionari corrotti, ladri
e imbroglioni che vivono nel lusso, mentre gli anziani devono aspettare dei
mesi per le loro pensioni da fame, certamente il potere del popolo.
"..non è la classe di capitalisti che dovrebbero controllare i lavoratori,
ma viceversa --quello è il punto. Non avere fiducia nello 'stato' ma
richiedere che sia guidato da proletari e semi-proletari--questo è come
la rovina economica deve essere trattata. Ogni altra soluzione sono solo parole
e falsità" (V.I. Lenin, Pravda, no.73,del 17 giugno, 1917).
Nulla soddisfa la situazione attuale in Russia meglio di questa citazione di
Lenin.
Note (le
note non sono della redazione di REDS):
1. L'autore non è affatto corretto nella sua valutazione degli eventi
dell'agosto 1991. Il GKChP (Comitato Statale di Emergenza) non cercò
di "ripristinare lo status quo" della condizione sociale." Nei
documenti emessi nel nome dei puschisti non c'era nessuna dichiarazione di ristabilire
la società sovietica o ripristinare i suoi fondamenti sociali. Il GKChP
ha cercato solo tenere il processo di restaurazione capitalista nelle mani degli
strati più conservatori della burocrazia sovietica.
2. E' necessario tenere a mente che il monopolio non esclude la competizione.
Al contrario la intensifica. Le ragioni che alcuni traggono delle regole della
competizione, appartengono interamente alla maniera di pensare liberal-borghese.
In tutti periodi del suo sviluppo, il capitalismo è stato fermato dopo
amare competizioni. I nuovi uomini d'affari russi lo conoscono molto bene per
loro esperienza personale.