GERMANIA
Prospettiva Libertà
10 prigionieri della RAF sono ancora in carcere
In Germania dieci prigionieri provenienti dalla RAF sono ancora in carcere, in parte dal 1978. Per la maggior parte di loro non esistono prospettive di liberazione. Con lultimo grande sciopero della fame nel 1989 non è stata ottenuta la detenzione comune di un gruppo consistente. I prigionieri si trovano in diverse galere, di cui sei in detenzione normale con condizioni speciali, rispettivamente in due insieme a Koln-Ossendorf e Schwalstadt.Le condizioni di detenzione variano a seconda delle regioni, in particolar modo rispetto ai permessi di colloquio ed ai contatti per posta. Per coloro che sono ancora prigionieri non sono permesse interviste.La maggior parte dei prigionieri ha grandi problemi di salute a causa della lunga detenzione.
Intervista della "Suddeutsche Zeitung" (SZ) con Christian Klar
Pubblicata sul Magazzino della Suddeutsche Zeitung in Aprile 1997
SZ: Che ripercussioni hanno avuto su di Lei questi 15 anni di carcere?
Christian Klar:
Oramai sono arrivato ad un punto che mi mancano le parole adatte per descriverlo. L'isolamento in carcere letteralmente distrugge il prigioniero, lo divide in pezzi. Il calcolo dello stato è che il prigioniero, che per anni sta senza appoggio, nella sua sofferenza si rivolga finalmente al potere per essere rimesso e curato. Prigionieri politici stanno nel carcere in un doppio senso: Primo il carcere si rivolge direttamente contro di loro, in più c'6 un aspetto dimostrativo, - che lo stato rivolge contro la società.SZ: Che cosa La tiene in vita?
Christian Klar: lo mi oriento più verso l'esterno. Questo fatto
viene usato dalla direzione del carcere come motivazione per ulteriori misure di punizione, dicendo che non sono disposto aSZ: Lei ha il permesso di scrivere lettere, di telefonare?
Christian Klar: Divieti diretti di scrivere adesso non esistono più. Però io ho dovuto fare uno sciopero di fame di 5 settimane nell'autunno del 1995 per far abolire diversi divieti di visita e per ottenere un permesso di telefonare con alcuni parenti e avvocati.
SZ: Lei sta in contatto con la sua amante incarcerata Adelheiz Schulz?
Christian Klar: Finché le circostanze lo permettono, certo. La mia sorella vecchia e selvaggia. Libertà per Heidi Schulz e tutti gli altri compagni.
SZ: Lei che cosa fa dentro il carcere, a Bruchsal? Sta lavorando? Sta leggendo? Sta studiando? Noi abbiamo sentito, che Lei vuole iniziare uno studio alla Fernuniversitat Hagen? (una università dove si può studiare tramite materiali e esami per posta).
Christian Klar: Si, si trattava di alcuni temi nel settore della informatica. Questo istituto ha alcuni posti per studenti non regolari. Io pensavo, che il carcere potesse appoggiare una cosa del genere. Però hanno subito impedito il primo corso - perché dicevano che non era controllabile.
SZ: Suo padre diceva nel 1992 - poco prima che Lei fosse arrestato - ad un giornalista: "Sarebbe meglio che Christian sia ucciso piuttosto che stare nel carcere per tutta la vita che cosa ne pensava Lei allora?
Christian Klar: Mio padre morì nel 1992. Negli anni prima della sua morte abbiamo parlato alcune volte in una stanza sorvegliata. Quello che ha detto, è comprensibile, Se uno ha una concezione individualista sulla cosa. Familiari di prigionieri politici e militanti sono confrontati per forza con queste condizioni: in primo luogo con la caccia alluomo della polizia Anche se la vita loro è molto lontana dalla cosa, lo stato concepisce la famiglia come una propria istituzione. Molti familiari si sono uniti negli anni settanta, in un primo momento per non stare soli con i loro problemi, pIù tardi hanno costituito un appoggio molto importante per prigionieri, nel settore politico.
Io sono cresciuto con quattro sorelle e fratelli, la nostra madre ci ha sempre mostrato la libertà in una luce bella. Questo era una base buona per non far rompere il nostro legame.
SZ: Lei che cosa farebbe, se fosse liberato domani?
Christian Klar: I prigionieri che sono ancora in carcere lottano perché la libertà diventi realtà per tutti loro. Io sento un bisogno di essere lontano dalla realtà tedesca.
SZ: Che cosa è la RAF oggi? Ci sono dei messaggi non chiari, come la rinuncia alla violenza, come una decisione di scioglimento, poi - come recentemente - una nuova lettera.
Christian Klar: lo non so. Ciò che sto leggendo nei giornali da alcuni anni mi è estraneo. La RAF appartiene ad un certo periodo, agli anni 70 e 80. Oramai la RAF è storia. Solamente bisogna essere nello stesso momento consapevole della contraddizione, che una delle condizioni di nascita della RAF - il sistema politico dominante - non è affatto storia. A ciò si riferisce la nuova dichiarazione del Novembre 1996. Ma gli autori mettono in gioco tre lettere di una autorità passata. Ciò crea una falsificazione.
SZ: Considerando la Storia della RAF degli ultimi 20 anni - quali erano secondo Lei i tagli decisivi?
Klar: Già nel 1989 i prigionieri avevano pubblicamente messo in discussione la continuazione della RAF, perché allora non avevano ricevuto l'appoggio necessario dall'esterno, che avrebbe potuto modificare il quadro vecchio. Poco dopo i cambiamenti politici in tutto il mondo hanno sotterrato tutto il vecchio. Adesso una montagna di ruderi impedisce lo sguardo chiaro sul passato.
SZ: E' realmente vero, che la RAF e stata responsabile per gli attentati contro Beckurts e Herrhausen?
Klar: Si, la RAF si è dichiarata tale.
SZ: Noi sentiamo sempre parlare di una prima e seconda generazione della RAF - addirittura di una terza. A quale appartiene Lei?
Klar: Noi non abbiamo mai parlato di "generazioni". Questo termine è stato propagandato dal persecutori per necessità di dover spiegare la continuazione della RAF dopo che era stata dichiarata distrutta pubblicamente, per esempio dopo il 72 e dopo il 77.
Si dovrebbe invece più che altro parlare di tappe e modificazioni della situazione politica, che sarebbe poi la storia della nuova sinistra, della RAF e della Germania Federale.
SZ: Nel 1993 Lei scrisse: "Non si riesce a vedere un movimento rivoluzionario, che possa intervenire in un modo curativo. Che cosa voleva dire con questo?
Klar: In quel momento significava, che la chiarificazione del conflitto nellambito RAF e prigionieri avrebbe dovuto venire dal di fuori. Tramite una prospettiva che andasse al di là della RAF. Solo che non veniva niente, evidentemente per nessuno questo conflitto aveva tanto significato. Da parte nostra avevamo reso pubblico il conflitto proprio per questo motivo.
In questo senso avevo inteso "curativo" un eventuale intervento dal di fuori.
SZ: Lei può capire che ci sono tante persone, che lo vedono cinico se la parola "curativo" viene usato in collegamento con la RAF?
Klar: Nessuno dovrebbe accettare il versamento di sangue come una cosa normale.
SZ: La RAF non ha mai pubblicamente espresso dei dubbi sulla strategia o l'obbiettivo della sua politica. Alcune persone non riescono a capire ciò. Lei veramente non ha mai avuto dubbi?
Klar: Beh, io veramente in questo parlare generale sugli dubbi sento sempre un suono di lusso. Le maggioranze nel sistema dominante non hanno altra scelta che combattere per la loro vita. Sempre di nuovo c'è critica sulla via che abbiamo scelto. Ma quali erano le risorse della visione politica? Io nella RAF ho avuto un pezzo dellesperienza concreta , che limmagine capitalistica delluomo - l'individualismo, l'idealizzazione della separazione, del singolo, l'uomo come costruttore ed abitante di case, il rapporto commerciale - non è il limite della storia. La liberazione da queste strutture vecchie libera anche un sacco di forze ed entusiasmi.
SZ: Lei ha detto di essere la testa della RAF. E vero?
Klar: Non affatto. "Capi" o altre responsabilità pesanti non esistevano mai nella RAF: il principio collettivo funzionava.
SZ: Nella stampa si dice a volte, che è stato lei a fare i primi contatti con i responsabili della DDR, per trovare una sistemazione sicura per quelli che avevano lasciato la RAF.
Klar: Io ho fatto i contatti insieme a Wolfgang Beer ed Inge Viett.
SZ: Lei stesso ha mai pensato di andare anche nella DDR?
Klar: No
SZ:. Che cosa direbbe Lei ad un pentito come Werner Lotze, se Lei potesse parlarci?
Klar. Non mi viene in mente niente.
SZ: Lei potrebbe immaginarsi nella situazione di un pentito?
Klar: Perché dovrei volerlo?
SZ: Lei conosceva Christoph Seidler? Lui era con la RAF?
Kiar: Io non conosco Seidler. Certamente Hans Benz responsabile della Sicurezza di Stato per il programma di pentiti della RAF, nota della redazione) ci ha provato anche con i miei familiari.
SZ: Le autorità e la stampa parlano di Lei come un Hardliner, un duro della RAF.
Klar: Questo è il linguaggio, col quale i cervelli di polizia parlano di cose politiche. Io non sto pensando su un rinascimento della strategia della lotta armata.
SZ: Nel carcere Lei è in grado di farsi un immagine del mondo al di fuori? Lei può leggere giornali e libri?
Klar: I giornali sono solamente parole stampate, che possono avere significati diversi. Senza il contesto sensoriale, senza la mimica o la melodia di una voce si perde la relazione. Tramite i mezzi di comunicazione si vendono un sacco di scatole, sulle quali è scritto politica, perché dentro non c'è niente. Soprattutto il cambiamento delle condizioni soggettive è molto difficile da concepire. Alcuni degli ex prigionieri ci hanno parlato del clima della sopravvivenza individuale: la rabbia resta dentro le persone perché le condizioni sociali sembrano non poter essere trasformabili.
Da un lato un sacco di rumore e la velocità dei medi - perché tutto il rumore è solamente un silenzio grosso.
SZ: Quale è per Lei la differenza più significativa tra la situazione politica prima del suo arresto ed oggi?
Klar: La fine della bipolarità ha un ruolo significante. L'epoca dal 1914 fino al 1990 era caratterizzata da una serie di codici politici determinati, nei quali ci si comprendeva nel mondo. A quelli apparteneva una coscienza su Auschwitz come rottura della missione civilizzante della borghesia come classe storica L'Unione Sovietica, il potere più importante per la vittoria sulla Germania nazista, aveva preso l'eredità di imporre la priorità del politico anche sullOccidente, anche per esempio nella questione delle armi atomiche durante la Guerra Fredda. Adesso queste condizioni vecchie sono scomparse, pure le condizioni per la nascita del fascismo in un sistema di massima produttività sono stati salvati e presenti ancora nella situazione nuova. Il sociale ed il politico, non hanno più linguaggio, a differenza dei capitalisti e tecnocrati. Ma per le cifre non fa differenza se indicano produzione od annientamento.
SZ: Cosa pensa Lei sulla sinistra di oggi? Come vede Joschka Fischer o Gregor Gysi?
Klar: I capitalisti hanno occupato il terreno dell'internazionalismo, e la Sinistra non ha risposto. La sinistra cerca di rinnovare una politica moralistica, senza considerare che le precondizioni per quella, cioè l'esistenza di classi medie stabili, non esistono più. Adesso c'è un nuovo ritorno al missionario.
La cosa più reale degli ultimi anni sono state le attività per l'appoggio pratico dei rifugiati.
SZ: Come ha visto Lei la caduta del muro nel 1989?
Klar: Con curiosità e distanza. Io mi sono identificato con alcune voci del terzo mondo, che non consideravano il muro di Berlino tanto importante, paragonato ai muri che dividono i poveri del mondo dalle loro possibilità di vita. Adesso alcune decine di chilometri più allEst, ci sono degli immigrati che affogano davanti a frontiere tecnologiche, perseguitati dalla polizia. Rispetto alla politica interna da quel tempo molte cose sono cambiate: la denazificazione è stata sostituita da una perfomance gigantesca, il resoconto con la storia della DDR
SZ: Lei a quellepoca aveva già pensato, che qualcuno potesse essere scoperto nella DDR?
Klar: Naturalmente pensavo agli ex militanti della RAF, che stavano là. Però dal momento, in cui la polizia federale ha avuto influenza nella DDR fino alla loro scoperta è passato del tempo. Quindi cera una possibilità. Io mi aspettavo la loro scomparsa e la ricerca di qualcosa di nuovo.
SZ: Che commento avrebbe la RAF oggi rispetto alla situazione politica attuale?
Klar: Lei vuole dire: gli ex-militanti della RAF. A quello non ci sto più pensando.
Se ci fosse una necessità della Sinistra di sapere le nostre esperienze specifiche, ne avrebbe sfruttato loccasione della iniziativa di dialogo dei prigionieri nel 1989, o avrebbe potuto esprimere questa necessità e il suo coinvolgimento nel 1993, quando il nostro contesto si è rotto. Io mi posso benissimo immaginare, che un giorno esco da qua e mi trovo completamente di fuori e sul posto sbagliato nel contesto della sinistra attuale.
SZ: Anche i membri della RAF, che sono nel frattempo usciti dal carcere, non parlano e non partecipano alla discussione politica.
Klar: Forse sono così scioccati per ciò che hanno trovato di fuori.
SZ: Lei rimprovera a se stesso certi sbagli? Quali conseguenze Lei personalmente vede dal passato?
Klair: In un modo ampio penserò di quello solo quando sarò un uomo libero. Ed insieme ad altri di quellepoca. Per di più le lezioni/conseguenze hanno senso solamente in riferimento alla prospettiva. Ma in primo luogo io vedo la debolezza principale, che Helmut Pohl ha anche nominato in Giugno nella KONKREF (una rivista tedesca, red.): una struttura vera politica non è mai stata sviluppata si parla di strategia, non di un nuovo tentativo.
SZ: Come è il suo sogno di vita?
Klar: Non è tanto diverso da alcune esperienze felici già vissute. Certamente sognando si vedono in una luce più bella.
SZ: Se Lei sarà fortunato, uscirà da qua non prima che tra 20 o 30 anni. Che cosa ha da perdere?
Klar: Fino a che ho degli interessi per delle cose al di là del mio proprio naso, sì che ho certamente cose da perdere, non è vero?
Ma questa domanda è sempre coperta dalla fame.
SZ: Se Lei potesse parlare per i Tedeschi, che cosa gli direbbe?
Klar: Per i "Tedeschi", nel senso nazionale, per me significherebbe parlare ad una allucinazione. Questo non posso, ma forse quelli che leggono questo articolo, saranno capaci, di farsi unimmagine sulla mia esperienza e sulla nostra situazione oggi al di 1à della propaganda dello stato.
NOTA:
Christian KIar, 46 anni, uno dei membri responsabili della RAF fino al suo arresto nel Novembre 1982, è stato condannato a 5 ergastoli e 15 anni di carcere per quasi tutti gli attentati della RAF fra il 1977 e il 1981. Ultimamente alcuni ex militanti della RAF, che avevano vissuto nella DDR, hanno ulteriormente testimoniato contro di lui. Nel Novembre 1997 il giudice deve decidere definitivamente, fin quando Klar deve rimanere nel carcere. Klar non ha il permesso di dare interviste, perché, secondo il ministero della Giustizia di Baden-Wuttemberg, "non ha preso le distanze della ideologia di essere pronto alla violenza. Klar comunque ha dato delle risposte alle domande della SZ, però in maniera scritta. Questo, ed anche il periodo lungo di isolamento, spiegano che alcune delle sue risposte sono in parte difficili da capire.
Immediata operazione per Helmut Pohl in condizioni che garantiscano la dignità umana
Egregio Sig. Schmidt-Jortzig,
Le condizioni di salute di Helmut Pohl, prigioniero dal 1984 appartenente alla RAF, sono drammaticamente peggiorate. A causa di una calcificazione che si estende su diverse vertebre cervicali e che schiaccia il midollo spinale, è minacciato da una paralisi permanente.Dal 1989 la JVA Schwalmstadt e la BAW sono conoscenza delle cattive condizioni di salute di Helmut Pohl. Sappiamo che il peggioramento della sua condizione attuale è dovuto al sistematico rifiuto di una sufficiente assistenza medica.Lei come ministro della giustizia ha il dovere di provvedere a che Helmut Pohl abbia la possibilità di essere operato in condizioni che rispondono ai requisiti di dignità umana, cioè di essere operato senza piantonamento e sorveglianza speciale in un ospedale di sua scelta. Si debbono inoltre creare le condizioni affinché dopo loperazione sia possibile una riabilitazione.La invito, nellesercizio della sua funzione politica di potere decisionale, a rendere possibile unoperazione immediata!
luogo, data firma