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Rete Nazionale Sprigionare

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GRECIA

Movimenti per lo squatting ed i centri sociali autonomi in Grecia

 Ciao,

Questa è una lezione dal centro di attività Sucker/Punch di Patissia.

Dietro al movimento dello squatting non c’è una grossa storia. Appare per la prima volta come pratica sociale nel 1985. Negli anni successivi iniziano 3 - 4 squatts ad Atene e Salonicco (Xar, Trikoupi, Pandora, e altri), durano per uno - due anni e vengono chiusi. Generalmente gestiti da gente del movimento "punk", gli squatts greci iniziano a smascherare la nostra civilizzazione; comunità organizzate secondo lo spirito e l’etica diy, vivono la loro vita quotidiana in modo autogestito, fuori dalle esigenze della società capitalista.

VILLA AMALIAS Nel 1989, una grande casa nel centro di Atene diventa uno squatt. Dopo alcuni mesi i porci riescono in uno sgombero violento, ma non molto dopo, le stesse persone fanno uno squatt in un altro edificio e avviano lì lo squatt Villa Amalias. 10 - 15 persone vivono li, c’è un posto per concerti (capienza: 400 - 500 persone), sono attivi una caffetteria, un negozio di libri e dischi e dei gruppi di lavoro. Villa Amalias dura fino ad oggi ed ha un ruolo importante nella battaglia sociale.Più o meno nello stesso periodo, diventa uno squatt un altro edificio a Pastissia, ad Atene. Lo Squatt Lelas Karayiannis inizia come normale "squatt per concerti", informazione e libreria, ma dopo un po’ la gente preferisce definirsi anarchica invece che squatters, sostenendo che il movimento dello squatting è in competizione con quello anarchico. Abitano ancora li, ma non si definiscono squatters.Nel 1992 nasce lo squatt Alkamenous ad Atene. Ci si trovavano circa 20 persone, ma non aveva un carattere "aperto" (non c’è libreria o spazio concerti), lo squatt Alkamenous ha funzionato più volte come gruppo organizzato per attività sociali, organizzazione di incontri informativi, ecc. Ha chiuso nel 1994 a causa di problemi "interni".

VILLA VARVARA  Nel 1994 si fa un nuovo squatt a Salonicco. Villa Varvara è ancora aperto e per tutti questi anni ha lavorato molto per la liberazione sociale. C’è un negozio di dischi e libri ben organizzato, posto per sedersi, bere ed incontrarsi, camere per 10 - 15 persone e diverse attività (come un ristorante vegetariano gratuito) che non esistono più. Da più di un anno è sotto minaccia di sgombero.Nel dicembre 1996 nasce uno squatt in un posto enorme nel centro di Atene su iniziativa di un gruppo di organizzatori di raves, tipo artisti underground. Anche se questa gente non sembrano intenzionati a portare avanti alcun tipo di attività sociale/politica, hanno dei progetti per iniziative, una libreria e posti per dormire. Qualcosa di simile al Rainbow di Londra immagino. Si trova nella via Peiraios, quindi se passate da quelle parti ...

CENTRO DI ATTIVITA’ DI PATISSIA In settembre, nel 1996 abbiamo fatto degli squatt in alcuni edifici di Patissia, ad Atene, dando vita ad un centro sociale. Non ci abita nessuno perché vorremo che il posto mantenesse un carattere "aperto". C’è posto per incontrarsi e discutere, un negozio di libri e dischi, uno spazio per piccoli concerti, proiezioni di films o spettacoli teatrali, alcuni gruppi di lavoro (liberazione degli animali, diritti delle donne, anti-mass-media) a presto ci sarà un ristorante vegano gratuito. Siamo sempre alla ricerca di comunicazioni e materiale da distribuire nella nostra libreria.Negli ultimi due anni, in varie città della Grecia fiorisce un nuovo movimento: quello dei centri sociali autogestiti. Seguendo l’esempio di alcuni centri più vecchi (come quello di Patras), centri sociali sono stati aperti a Kozani, Alexandroupoli, Serres, Iraklio, Arginio, Kavalla e Chania. Ci sono librerie, biblioteche, e posti per sedersi nella maggior parte di questi centri ed hanno tutti un carattere sociale aperto ed agiscono nel territorio della loro città. Nonostante il fatto che nessuno sia uno squatt (generalmente pagano un affitto basso) hanno un ruolo importante nella lotta per l’autogestione delle nostre vite.

(Lo squatting è un movimento spontaneo di occupazione di case, legato ad una cultura underground, diffuso in particolar modo in Olanda ed Inghilterra.)

" ... il 7 novembre la corte d’appello di Atene ha deciso di prolungare la nostra detenzione di altri 18 mesi i per ulteriori rapine, nonostante le disposizioni chiare della nuova legge. Ad esempio siamo rinviati in carcere per 23 mesi. Cosa si aspettano da me? Di pregarli e di rispettare la loro legittimità? Di chiedere loro di non comportarsi secondo la vera essenza della loro esistenza? Di limitarsi? Quello che voglio iniziare è ciò che la fine delle illusioni, la mia dignità di anarchico mi impone. Il 9 novembre inizio uno sciopero della fame per chiedere il mio rilascio ..."

Spyros, membro del giornale anarchico Alfa, è stato arrestato assieme a Marios Chrysostomou il 21 giugno 1995 dopo un tentativo fallito di rapina in una banca di Atene. Dopo aver superato i -necessari- pestaggi della polizia, la solita pressione per fargli fare nomi di complici inesistenti ed essersi rapportato con humor con le sanguisughe dei mass media, Spyros ha dovuto affrontare un’ininmmaginabile Odissea.

Una rapina non bastava. Con la "prova" di un tizio miserabile, di nome Aggelides -le necessari ricompense- Spyros viene accusato di una seconda rapina con Marios e Kostas Kalaremas. Il rinvio in carcere dell’anarchico K. Kalaremas ed il successivo sciopero della fame - poi anche della sete - che ha portato al suo rilascio, ha seguito la testimonianza di Aggelides.In questa occasione l’intrigo è fallito.

Il 10 novembre, nuovi mandati di cattura sono stati emessi per Spyros e Marios - ad esempio più di un anno di rinvio in carcere. Questi ordini sono stati rinnovati nel novembre scorso per ulteriori sei mesi. Ed hanno portato un nuovo sciopero della fame. In base alla legge greca, la carcerazione può essere prolungata fino a 6 ulteriori mesi. Se dopo 18 mesi non ha luogo il processo il prigioniero deve essere rilasciato.

Due anni fa, un altro anarchico, Georgios Balafas, inizia uno sciopero della fame dopo 19 mesi di carcerazione e riesce ad uscire.

Nel caso della (prima) rapina di cui sono accusati Spyros e Marios, una donna è stata ferita, mentre Marios era latitante. Tutto indica che la donna è stata ferita da un poliziotto. In genere i risultati delle perizie balistiche arrivano subito. In questo caso la procedure è stata omessa deliberatamente.

Nonostante il fatto che il secondo mandato di cattura sia basato sulla confessione di Aggelides, dopo averlo sfruttato al massimo, lo tengono ancora in prigione. Più tardi ha ritrattato la sua confessione. Oltre alla sua testimonianza non esistono prove per sostenere l’accusa. D’altronde, in base alla legge, le due accuse dovrebbero essere accorpate, perché considerate crimini affini. Lo stato può violare le sue stesse leggi.

Il caso di Spyuros non è il primo. Meccanismi del genere contro anarchici in Grecia sono un luogo comune. Il loro fine apparente: sopprimere coloro che insistono a resistere.

Spyros ha dovuto confrontarsi con questo dilemma: scendere a patti o essere sterminato. E la via che Spyros ha scelto non è quella dei compromessi ...

Il 20 dicembre il primo mandato di cattura è scaduto. In base alle leggi dello stato, Spyros deve essere rilasciato. Il contrario prova ancora una volta la legge fondamentale dello stato: tutte le regole esistono a suo beneficio.

Spyros è deciso a continuare con lo sciopero della fame fino al suo rilascio. Non è fissata la data per il suo processo, il che significa che nessuno sa quando inizierà.

Per altre informazioni sul suo caso contattate l’indirizzo di Alfa: alfanarc@compulink.gr

PS: Spyros è stato rilasciato dopo 74 giorni di sciopero della fame. Due mesi fa è stato processato e condannato a sette anni ...


USEFUL ADDRESSES

SQUATTS

Villa Amalias, Po Box 31427, Athens 10035, Greece

Villa Varvara, Po Box 50868, Saloniki 54014

Activity Centre of Patissia, Po Box 31827, Athens 10035, Greece

Self Managed-Autonomy Centres

Peristeri, Karyatidos 166, Athens 12135

Ptolemaida, PO Box 9, Ptolemaida 50200

Agrinio, Po Box 93, Agrinio 30100

Kavala, Po Box 1456, Kavala 54110

Kozani, Po Box 114, Kozani 30100

Patras, Po Box 3028, Patra 26222

Chania, El.Venizelou 123, Chania

Iraklio, Po Box 1244, Iraklio 71001

Some other useful addresses

Papers + Mags

ALFA. Our anarchist weekly. PO Box 31809, Athens 10035

DISCORDIA Mag + publications. Situ, Strange, Libertananism. Po Box 31407, Athens 10035

XARTINO. A zine with music and litterature. PO Box 50908, Saloniki 54014

SUCKERPUNCH Mag (Looking for stories, artwork, written stuff) +publications of radical texts and litterature. PO Box 31827, Athens 10035

Activity Groups

InterGene Liberation, Animal liberation. Po Box 31827, Athens 10035

Nisi tis Alfabitou. For a libertarian school. Po Box 50024, Athens 11102

Vandals Descedants. Publishing tons of propaganda material Po Box 31265, Athens 10035

Radios-DIY Distros

G-19 Distro Po Box 31827, Athens 10035

Varvara distro, Sotiris, Po box 50868, Saloniki 54014

Radio Utopia Po Box 50082, Saloniki 54013

 Conscience + Evolution

February 1997


 UNA BREVE CRONACA DELLA CRIMINALIZZAZIONE DELLA LOTTA SOCIALE IN GRECIA

La Grecia ha una storia estremamente ricca per quanto riguarda l’incarcerazione, la tortura e l’esecuzione di condanne a morte di gente che partecipa a movimenti/lotte sociali. Dopo la fine della seconda guerra mondiale la Grecia ha scritto la pagina più nera della sua storia moderna. Una guerra civile con comunisti, gente di sinistra e patrioti (coloro che hanno combattuto il nazismo) contro le forze di destra, ha posto le basi per la coltivazione di un’isteria anticomunista. La guerra civile ebbe termine nel 1949 e per i successivi 18 anni la gente è stata incarcerata, torturata, condannata a morte o esiliata nelle isole (come Makronisos, Ikaria, Giaros). Migliaia di protagonisti delle lotte sociali hanno perso la vita in quel periodo.Nel 1967 c’era la dittatura di Papadopoulos ed una nuova ondata di persecuzione anticomunista. La dittatura cessò di esistere nel 1974, dopo la rivolta più significativa della storia della Grecia, l’occupazione dell’Istituto Politecnico nel 1973, da parte di esponenti della sinistra, comunisti e - per la prima volta - anarchici, che terminò con l’irruzione dell’esercito greco e con la morte di 10 giovani.

Dopo il 1974, con le memorie delle atrocità degli anni passati ancora fresche, non ci fu persecuzione anticomunista. Ma fare parte di movimenti di liberazione era ancora una bestemmia e per questo molti finivano in prigione. L’anarchia iniziava ad apparire con maggiore visibilità e forza nei movimenti sociali. Quindi, mentre sempre più sostenitori della sinistra sacrificavano le loro energie alle politiche riformiste, gli anarchici iniziarono a prendere il posto dei comunisti nella nuova isteria antianarchica.

I due Kyritsi furono i primi anarchici incarcerati dopo la dittatura. Nel 1980, le guardie spararono uccidendo due giovani (Koumis e Kanellopoulou) durante una manifestazione di protesta. Nel 1981 il cosiddetto partito socialista (PA.SO.K.) vince le elezioni, ciò nonostante la caccia agli anarchici diventa più feroce che mai. Le guardie ogni tanto sparano ai giovani rivoltosi (14 persone sono state uccise dalle guardie dal 1980 ad oggi - 14 greci perché negli ultimi 5 anni molti immigrati dall’Albania vengono uccisi vicino alle frontiere greche). Un anarchico quindicenne, M. Kaltezas viene ucciso nell’anniversario della rivolta del Politecnico nel novembre 1985. Seguono scontri violenti nel centro di Atene e la facoltà di chimica viene occupata dagli anarchici e da alcuni esponenti della sinistra. Dopo due giorni avviene lo sgombero violento da parte delle forze di polizia e gli arrestati vanno incontro ad imputazioni pesanti. Dopo circa due mesi vengono tutti rilasciati.

Dal 1985 ad oggi, ogni anni viene arrestato almeno un anarchico. La maggior parte delle volte le imputazioni sono ridicole, ma il sistema giudiziario è talmente corrotto che essere anarchici è una prova sufficiente per le accuse nella maggior parte dei casi. In Grecia, il luogo di azione principale è la strada, scontri con le guardie, diffondere informazioni e materiali. Spesso gli attivisti sono costretti ad affrontare la brutalità della polizia ed in alcuni casi condanne dai 18 mesi ai 12 anni (come nel caso di Kritikopoulos condannato a 12 anni per aver lanciato una molotov).

Nel 1992 avvengono scontri nel centro di Atene (seguiti da manifestazioni studentesche). 300 persone occupano il Politecnico che più tardi viene bruciato dalle bombe incendiarie della polizia. 23 persone vengono arrestate e vanno incontro a condanne fino agli 8 anni. A seguito di un movimento di solidarietà, vengono tutti rilasciati dopo 4 mesi e mezzo. Nel 1995 il Politecnico viene nuovamente occupato. Irrompono le guardie e 504 (!) persone vengono arrestate. Dopo due anni i processi sono ancora in corso ma solo quattro persone sono in carcere. In questi ultimi due anni, alcuni anarchici sono stati coinvolti in delle rapine in banca. Due di loro sono stati arrestati e rilasciati dopo scioperi della fame (65 e 73 giorni), sono stati nuovamente processati ed ora K.Kalaremas e Sp. Dapergolas sono incarcerati rispettivamente per 7 ed 11 anni.

La lotta armata è una storia completamente diversa. Inizia nei primi anni 80 e lo stato reagisce in modi diversi. Nel 1985 le guardie uccidono due anarchici considerati militanti della lotta armata. Durante una spettacolare invasione della loro casa Prekas e Tsoutsouvis vengono uccisi. Altre persone che militano con loro debbono affrontare un processo senza fine. Chr. Marinos dopo anni di carcere e di scioperi della fame viene ucciso nel 1996, e G. Balafas ora si trova in carcere dopo un’interminabile persecuzione durata circa 12 anni. In ogni caso la lotta armata non è una pratica diffusa in Grecia e non è accettata dalla maggior parte degli esponenti del nostro movimento anarchico.

Potete inviare i vostri messaggi di solidarietà ed essere informati sulla situazione attuale contattando via e mail: alfanarc@compulink.gr


SOLIDARIETÀ

CHI SIAMO.

Un gruppo anti-gerarchico di amici interessati ad offrire solidarietà ai prigionieri politici.

COSA CREDIAMO.

Nonostante siamo lontani da qualsiasi ideologia, crediamo che la solidarietà sia una delle nostre armi più potenti. La offriamo a chiunque intraprenda un’azione a carattere sociale, finalizzata alla liberazione. Non chiediamo la riforma delle carceri, ma la loro abolizione. Anche se in certi casi ci battiamo per migliori condizioni di carcerazione (rivolta del carcere di Koridallos).

SOLIDARIETÀ CON CHI?

Anche se concordiamo con le azioni di molti prigionieri (ad esempio rapine in banca) solidarizziamo solo con coloro che vengono perseguitati principalmente per le loro idee e/o le loro lotte sociali. Accettiamo il diritto dell’individuo a migliori condizioni di vita, ma la solidarietà deve avere un carattere sociale aperto.Generalmente diffondiamo anche gli indirizzi di prigionieri non politici, aiutandoli comunque a comunicare con altra gente.

COSA FACCIAMO.

A dire il vero non molto. Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo pubblicizzato (per posta/internet) diversi casi di prigionieri politici, collaborando con altre organizzazioni.Abbiamo organizzato sottoscrizioni (organizzando concerti di solidarietà) per il rilascio di compagni dell’Istituto Politecnico in carcere, nel 1995 abbiamo collaborato con il Centro di Attività di Pastissia, organizzando iniziative aperte per la richiesta della liberazione dell’anarchico Sp. Dapergolas. Cerchiamo di rendere pubblici gli indirizzi dei prigionieri, offrendo accesso a diffusioni con finalità di raccolta di materiale gratuito per i prigionieri e per la gente che vuole comunicare con loro. Combattere il senso di isolamento è molto importante quando sei in carcere. Non volgiamo collaborare con i mass-media né con qualsiasi mezzo di comunicazione comune. Crediamo nella solidarietà fatta con le nostre forze. Nei casi di richieste di rilascio immediato (scioperi della fame) il coinvolgimento dei mass-media a volte è l’unico sistema per salvare la vita del prigioniero, quindi non possiamo rifiutare, ma non possiamo chiederlo, né collaborare con loro.

Nella speranza che la nostra ricerca e la nostra lotta di libertà un giorno passino sulle rovine di tutte le prigioni continueremo a provare a fare quello che riusciamo a fare con le nostre forze.

Finché c’è gente nelle prigioni, nessuno è libero!

Fino a quando tutti saranno liberi. Solidarietà, Coscienza, Sovversione

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