Il Corriere della Sera - 03.04.98

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MARIA PIA VALETTO (PPI), UNO DEI DEPUTATI CHE HANNO DIGIUNATO PER SOLIDARIETA'

"SONO COME ANIMALI FERITI, NON BISOGNA FARLI ALLONTANARE PER SEMPRE"

LUIGI OFFEDDU, MILANO

- Una giornata di digiuno: così Maria Pia Valetto, deputato piemontese del Ppi, aveva manifestato la sua solidarietà con Maria Soledad, la ragazza di Edo Massari, alla quale il magistrato aveva vietato di partecipare ai funerali. Ma poi il divieto è caduto, Maria Soledad ai funerali c'è andata e la violenza è esplosa lo stesso: "Un fatto gravissimo e pericoloso - dice ora la parlamentare dell'Ulivo - soprattutto dopo che delle aperture vi erano state. Ma si deve continuare il dialogo con questi giovani, a ogni costo. Fra loro ci sono sì delle frange che non si piegano a nulla - non accade lo stesso anche fra i violenti degli stadi? - ma ci sono anche delle persone ragionevoli. Chi ha compiuto quei gesti contro i giornalisti mantiene tutta la sua responsabilità, e dovrà pagarla. Però ridistribuire questa colpa su tutti, indistintamente, significherebbe andare alla guerriglia". Non sono cambiate, spiega Maria Pia Valetto, le ragioni che hanno portato al suo digiuno: "Voleva essere un gesto silenzioso, compiuto attraverso uno steccato che sembrava sempre pi ù alto. Non mi sono messa a fare tante analisi: ho solo voluto fare un gesto simbolico anche perché, come deputato, io rappresento chi mi ha votato, chi non mi ha votato, e anche chi non vota per nulla. E poi c'era quel morto: una persona umana, dunque una ricchezza per tutti, per chi condivide, ma anche per chi non condivide le idee che quella persona ha espresso. Non conosco il fenomeno dei centri sociali, e non condivido certi gesti, tanto pi ù quando sono gravi come quelli di oggi. Ma d'altra parte penso che non possiamo neppure chiudere una porta, dimenticando che questo problema esiste. Dimenticando che a Torino esistono questi due mondi diversi". Secondo la parlamentare piemontese, "bisogna fare di tutto per riavvicinare i due mondi così lontani, e anche per questo sarebbe sbagliato vietare la manifestazione di domani". Ma lo scoppio di violenza ai funerali non sembra già una risp osta definitiva a ogni dichiarazione di buona volontà? "Certo, è una reazione da condannare. Ma il pericolo è ora che questi giovani reagiscano come certi animali feriti: che si allontanino sempre pi ù, che diventi sempre pi ù difficile comunicare con loro. Dopo di che, noi potremo sentirci responsabili o meno di quanto è accaduto, ma il problema resterà: il problema di tentare un riavvicinamento, di sanare la ferita o di decretare un'emarginazione definitiva di queste persone, con tutto quello che potrebbe seguirne".

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