Il Corriere della Sera - 05.04.98

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LA VIOLENZA E IL NULLA

di RICCARDO CHIABERGE TORINO

"Sciacalli. Macellai. Assassini. Servi dei servi dei servi. Giornalisti, Rai-tivù, delle vostre balle non ne possiamo più". Evviva, il dialogo continua. Sono sbarcati in cinquemila, i duri del Leonka e il collettivo Fionda Rossa di Novate, il centro autogestito di Firenze Sud e l'Officina 99 di Napoli, quelli del "Ya Basta!" di Cascina e del Laboratorio Antagonista di Bologna. Sono venuti a dare man forte ai compagni torinesi, per commemorare "Baleno", suicida in carcere, e chiedere la liberazione di Sole e Silvano. Marciano tetri con le sciarpe sul viso e le bandiere arrotolate, fra scoppi di petardi, lanci di fumogeni e qualche sassaiola. Urlano cantilene già sentite: "Digos boia". "Pagherete caro, pagherete tutto". Sfilano in una città sgomenta, con le serrande abbassate, in mezzo a un mare di camionette e di caschi blu. Una mobilitazione che non si vedeva dagli anni di piombo. Attraversano bestemmiando i luoghi sacri a don Bosco e al Beato Cottolengo, tra la cupola della Consolata e Maria Ausiliatrice, gridano la loro rabbia davanti al monumento di don Cafasso, patrono dei carcerati. Passano davanti alla sede del "Prinz Eugen", uno dei centri sociali più caldi, che inalbera una scritta distensiva: "Odio senza tregua".