Corriere della Sera - 05.04.98
MA A MESTRE GLI AUTONOMI FANNO UN PATTO CON CACCIARI
Marisa Fumagalli
VENEZIA - "Non chiamateci "squatters buoni"", avvertono.
Temendo la facile semplificazione dei media. Sono gli autonomi del Nordest, il cui percorso politico appare inversamente proporzionale a quello dei torinesi, ostinatamente estranei a qualsiasi forma di dialogo con lo Stato-nemico. Succede, insomma, che, proprio nella giornata della grande manifestazione degli squatters il "laboratorio Nordest" produce un nuovo soggetto giovanile: l'autonomo federalista.
Nella galassia degli ultrà di sinistra, in verità, l'aria è cambiata da tempo. Fatto sta che Beppe Caccia e Luca Casarini, i leader dei centri sociali di queste terre, non partono per il capoluogo piemontese ("Intendiamoci, saremmo andati anche noi a protestare contro l'inutile sadismo che regna nelle carceri italiane"), ma presiedono il convegno, che segna la nascita del movimento "Liberare e federare".
Mestre: sala gremita, circa quattrocento persone. Ci sono il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, il prosindaco Gianfranco Bettin, e rappresentanti a vario titolo di una vasta fascia della Società civile (sindacato, Caritas, volontariato, Scout, circoli culturali).
"Per noi - spiega Beppe Caccia, 29 anni - il conflitto sociale, anche duro e violento, oggi deve essere in grado di comunicare con le istituzioni. E magari superarle, proponendone altre. Vogliamo cioè coniugare il "contro" e il "per". Scassare lo Stato, e poi trasformarlo. Un obiettivo che si può raggiungere cercando consensi, non isolandoci". Lo stesso Caccia, a riprova di ciò che proclama, siede su uno scranno del Consiglio comunale di Venezia, eletto nella lista dei Verdi.
Dunque, nuovo corso dell'autonomia a Nordest. Ascia di guerra sotterrata, appoggio al movimento "catalano", guidato da Massimo Cacciari. Che, soddisfatto, dichiara: "Spero che si comprenda l'importanza storica di un evento di questo tipo, soprattutto nel Veneto. Vuol dire che nella nostra regione vi è una cultura federalista (e non soltanto un federalismo rivendicazionista) che si sta affermando tra i giovani".
I leader degli autonomi, tuttavia, tengono a precisare che non si appiattiranno sulla linea tracciata dal movimento, fondato dal sindaco di Venezia e dall'imprenditore padovano Mario Carraro.
"Noi cerchiamo una cultura politica che ponga al suo centro la persona umana, la dignità, i suoi bisogni e i suoi desideri - affermano convinti -. La scelta federalista è una straordinaria occasione di critica radicale del modello di sviluppo che qui si è affermato. E che, in molti casi, ha prodotto molta ricchezza, ma violando le regole e devastando l'ambiente".