Il Manifesto - 04.04.98
BOLOGNA IL TESTIMONE - Manganello in testa all'ingegnere scomodo
- DANIELE BARBIERI - BOLOGNA
Nella notte fra giovedì e venerdì, scontri e feriti al quartiere Pratello. La versione di media e polizia è nota: agenti aggrediti, guerriglia, autonomi, molotov. Ma ci sono altre versioni, subito condannate a un sospetto silenzio. La prima è anonima (ma confermata da quelle trasmesse sia da Radio Città che da Radio Città del Capo); la seconda è "firmata" da Valdo Manna, 51 anni, ingegnere, la testa rotta dalle manganellate. "Verso le 22,45 c'è una grigliata davanti al carcere minorile, quando esce un tizio in divisa che, pistola in pugno, ci minaccia. Qualcuno reagisce, tirandogli lattine e una bottiglia vuota", dice un testimone: "Scappiamo ma un cantiere blocca la via e così i pestaggi sono violenti. Chi fugge verso via Pietralata, per fermare i poliziotti incendia i cassonetti. Vedo il lacrimogeno sparato davanti al cinema Lumiére e scoppia il panico". Anarchici, ex occupanti, gruppi e sciolti vanno all'appuntamento di giovedì sera: circa 300, solidali o preoccupati per quanto accade a Torino. Proprio la controinformazione e una festa di libertà (contro il carcere) sono gli obiettivi. Ma il clima è teso, per le fresche denunce contro gli anarchici che in due cinema hanno letto un comunicato su Massari e per il ringhioso, ingiustificato filtro di polizia a un dibattito nella sala Benjamin. Ci si trova poi al quartiere Pratello: sinonimo di libertà, case occupate (e in gran parte sgomberate) e lotta alla speculazione edilizia per molti, raffigurati come cattivi, sporchi e rumorosi dal martellante Resto del Carlino.
In questo luogo di divisioni simboliche e reali abita Valdo Manna: 51 anni, ingegnere, dipendente della regione, esperto di sicurezza del lavoro, impegnato sindacalmente con le Rdb (Rappresentanze di base). Conosciuto per essere rigoroso e severo; o "rompicoglioni", secondo la definizione di suoi colleghi più inclini al compromesso. Verso le 22,30 Manna esce di casa. "Mi fermo 10 minuti vicino al braciere dove si cucina ma la musica è troppo alta. M'incammino verso il centro. All'altezza di piazza San Francesco vedo che la polizia è in grande agitazione, guidata dal famoso Preziosa, col cagnolino bianco al guinzaglio". Famoso per essere un duro, il commissario Preziosa. Gli agenti partono verso via Pratello ma Manna non li segue. "Sempre camminando arrivo in via Pietralata. Vedo gente che scappa e d'istinto allungo il passo. Un poliziotto mi raggiunge e mi manganella. Con altri mi trascina verso il portico e lì ricevo altre botte. Mi ammanettano dietro la schiena. Protesto e urlo a un tipo in finestra di avvisare mia moglie". Perde molto sangue Manna, ma è tenuto in terra con un piede. "Quel poliziotto mi ripeteva: bastardo, ti ho visto tirarmi un sampietrino". Lo portano verso il Pratello. "Chiedo che mi allentino le manette perché ho una mano gonfia. Alla fine acconsentono". Starà fino alle 3 al pronto soccorso: "Sei in stato di fermo, mi urlavano, ma poi mi hanno lasciato. Con una prognosi che giudico politica, cioé pochi giorni per trauma cranico, punti, anestesia". E adesso Manna è nella lista dei 20 denunciati per lesioni, resistenza e danneggiamenti. Ma lui ha già deciso: sporgerà una contro-denuncia. Chiunque conosce Manna (sono tanti a Bologna) giudica assai improbabile che le botte gli siano arrivate per caso. Il suo impegno è noto, il 25 maggio sarà di nuovo in tribunale per una vicenda che si trascina da tempo: quando due estati fa le case occupate del Pratello vennero sgomberate, in un clima di grande tensione, lui si offrì di chiamare l'assessore per una mediazione. Tutto filò liscio ma curiosamente proprio lui fu accusato di oltraggio a pubblico ufficiale; e in base a questa "provvida" denuncia venne allontanato preventivamente dalla commissione che si occupa della sicurezza di locali pubblici e spettacoli, dove in tanti non gradivano un tecnico così pignolo. Intanto, nei media bolognesi sono purtroppo scattati vecchi rituali: tutti fingono di vedere e filmare nuove (ma inesistenti) "stelle a 5 punte" ma nessuno nota la pozza del sangue di Manna; i tg regionali enfatizzano l'anonima minaccia telefonica all'Ansa ("Colpiremo regione e Cassa di risparmio"). Grazie a questo clima, il vicesindaco Pedrazzi si dice preoccupato; e domani l'escalation potrà andare avanti. E se qualcuno dirà (con qualche ragione) che i media bolognesi le stanno sparando grosse, i giornalisti s'offenderanno e scriveranno altri anatemi.