Il Manifesto - 13.04.98

WB01343_.gif (599 bytes)


TORINO REINTEGRATO ALBERIONE

Scampata la crisi Il sindaco Castellani restituisce le deleghe all'assessore Pasqua porta ai torinesi la soluzione della crisi nella giunta Castellani. Alla fine della settimana di passione, aperta dal sindaco che aveva deciso di ritirare le deleghe all'assessore al bilancio Stefano Alberione (Rifondazione comunista), tutto è finito per il meglio. E ieri pomeriggio Alberione è stato reintegrato. Alberione era stato messo sotto accusa dal sindaco per aver partecipato alla manifestazione indetta dai centri sociali sabato scorso dopo il suicidio in carcere di Edoardo Massari. Una decisione che il sindaco aveva preso dopo aver visto le reazioni dei commercianti torinesi, inferociti per via della manifestazione. Per questo, lunedì il sindaco, Valentino Castellani, alla guida di una giunta di centro-sinistra, gli aveva revocato le deleghe. Oggi, una lettera di spiegazioni e di scuse, al sindaco e alla città, ha riportato la pace nella maggioranza e l'assessore sarà quindi reintegrato nella carica. Una lettera che per il sindaco sembra valere una capitolazione: "Ora - ha sottolineato il sindaco - dopo le ammissioni di Alberione, sono state ripristinate le condizioni di fiducia essenziali per riprendere a lavorare insieme". "C'è stato un grande senso di responsabilità da parte di tutti - ha detto, dal canto suo, l'assessore Alberione - per evitare conseguenze spropositate. Le elezioni, per una cosa del genere, sarebbero state una follia collettiva". "Non ho mai inteso rompere il rapporto di fiducia che deve legare un assessore al proprio sindaco. Riconosco quindi di non aver avuto da Lei alcun consenso e di avere commesso l'errore di non informarLa preventivamente e personalmente dell'intenzione di partecipare alla manifestazione di sabato scorso": così comincia la lettera di Alberione al sindaco Castellani. E' questo, uno dei passi salienti, insieme a quello in cui l'esponente di Rifondazione comunista si rivolge anche alla città: "Non ho mai inteso mancare di responsabilità verso quella parte della città che non ha condiviso le mie valutazioni - scrive - tanto da ritenere messo in discussione il rapporto di fiducia che deve legare un amministratore ai cittadini. Questo è accaduto e me ne scuso con Lei, che rappresenta l'insieme della città". Nel medesimo tempo, Alberione ha ribadito i motivi della sua partecipazione al corteo: "La mia presenza aveva lo scopo di perseguire il superamento dell'incomunicabilità tra parti diverse della società torinese, ma riconfermo con nettezza la condanna degli atti di violenza e di vandalismo che si sono verificati durante il corteo e condivido le decisioni assunte in seguito dalla giunta. Esprimo pertanto la mia solidarietà a quanti hanno subito violenze e danni da una manifestazione così tesa e difficile dopo il suicidio di Edoardo Massari". Ieri intanto gli squatter torinesi hanno improvvisato un happening davanti al portone del museo Pietro Micca, improvvisando una conferenza stampa in spagnolo. Una ventina di loro, vestiti in maniera spagnoleggiante, con garofani rossi all'occhiello e abiti anni Trenta, ha dichiarato la loro intenzione di "risolvere" il problema Torino. "Lasoluzione - hanno più volte ripetuto - è il presidente Gonzalo, venuto da lontano per salvare la città". Alle domande dei passanti, hanno risposto leggendo poesie sull'ambiente, una ricetta per fare le tortillas, una tesi scientifica sui terremoti, e invitando la città a ballare il cha cha cha. Ieri, in alcune zone della città erano stati affissi piccoli manifesti inneggianti al "presidente Gonzalo". La manifestazione, controllata da decine di carabinieri e poliziotti, è durata circa un'ora.

WB01343_.gif (599 bytes)