La Repubblica - 02.04.98

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 Le stime della polizia: cinquemila in tutta Italia. "Vivono" nei centri sociali
 Identikit degli 'Squatters' -  "Anarchici che amano la Rete"
 Sono almeno cinque mila in tutt'Italia; i loro luoghi d'incontro
 privilegiati, i centri sociali autogestiti, sono circa 200, sparsi
 per città e piccoli paesi di tutte le regioni, eccezion fatta per
 la Val d'Aosta; quelli tra loro considerati 'pericolosi', la
 componente 'anarco insurezionalista', non arrivano ad un
 centinaio, tra detenuti (circa 15), sottoposti a varie misure di
 prevenzione (una decina), latitanti o irreperibili (un'altra
 decina), sospetti (una quarantina). 
 Questa la fotografia che gli analisti della polizia fanno
 dell'universo eterogeneo ed in forte crescita (quattro anni fa
 erano la metà) dei cosidetti squatter. Sono stati
 recentemente i media a battezzarli così, con un termine che
 letteralmente significa occupanti abusivi, e che è in uso da
 anni per i loro 'simili' inglesi, olandesi, tedeschi. 
 All'antiterrorismo (ex Ucigos che ora si chiama polizia di
 prevenzione) li definiscono i "nuovi antagonisti". Loro non si
 definiscono nè squatter, nè antagonisti, neppure più, tranne
 qualche eccezione, "compagni" o "fratelli", si chiamano
 semplicemente per nome, o meglio con soprannomi, parlano
 con gerghi che variano da zona a zona. Hanno però canali
 di comunicazione nazionali ed internazionali: alcune radio
 locali, pubblicazioni occasionali e ,soprattutto, le reti
 telematiche (solo a Torino i siti internet sono oggi quattro). 
 Ribelli, emarginati, anarchici, autonomi, semplicemente
 giovani. Sempre dai dati raccolti dalla polizia di prevenzione
 che 'monitora' il fenomeno, gli squatter sembrano essere
 tutto ciò, con gradazioni e sfumature diverse da città a città,
 da centro sociale a centro sociale, da un mese ad un altro. 
 Per la metà di loro il termine squatter è utilizzato
 impropriamente, infatti i centri sociali autogestiti occupati
 abusivamente sono 'solo' 95, per gli altri, quasi sempre
 dopo un'iniziale occupazione abusiva, si è trovata una forma
 d'accordo con i proprietari o più spesso con gli enti locali.
 Le rare occasioni in cui la cronaca (e polizia e magistratura)
 si sono negli anni passati occupati di loro sono quasi sempre
 legate proprio all'occupazione (lo sgombero più 'rumoroso'
 fu quello del Leoncavallo nel settembre del '94, finito con
 qualche testa rotta ed un processo; anche a Perugia, l'anno
 prima, in un altro sgombero qualcuno finì in ospedale e
 alcuni denunciati); qualche volta per vicende di droga
 (piccole coltivazioni o uso di marjuana ed hashisc), per il
 volume troppo alto dei concerti notturni, per scontri con
 naziskin.
 Rare anche le 'sortite' di piazza dei cosiddetti squatters: tra
 queste, nel '94 un 'contro vertice a Napoli in
 contemporanea con il G7, sempre a Napoli l'anno scorso un
 corteo in occasione del vertice interministeriale sulle droghe
 ed a Venezia 'controcortei' antisecessionisti. Privi della loro
 'firma' ma attribuiti dagli inquirenti a gruppi in qualche modo
 riconducibili al loro eterogeneo ed indeterminato universo, ci
 sono alcune azioni dimostrative o attentati incruenti contro
 "le forze della repressione", i media, l'alta velocità o gli
 allevamenti di animali da pelliccia. A 'colorazione'
 prevalentemente anarchica, come a Torino, in Toscana ed
 Emilia, o autonoma, come Milano e Padova, gli squatter
 non sembrano comunque tenere insonni gli analisti
 dell'antiterrorismo: "C'è attenzione, non allarme" confermano
 ancora oggi, come già quattro, cinque anni fa, quando il
 fenomeno dei centri sociali esplose. Anche per la
 manifestazione di sabato prossimo a Torino, si stanno
 predisponendo adeguati servizi d'ordine pubblico, ma più
 che questa, la scadenza che sembra preoccupare è
 l'ostensione della sindone: un appuntamento lungo quasi due
 mesi (18 aprile-14 giugno), per il quale è previsto l'arrivo di
 tre milioni di pellegrini ed una visita del Pontefice.
 Un'occasione ghiotta per la componente anticlericale. E
 qualcuno sembra abbia già suggerito via internet: "Tagliamo
 le ruote dei pullman dei pellegrini". 
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