La Repubblica - 03.04.98

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"MA IL VIMINALE NON VIETERÀ  IL CORTEO DEI CENTRI SOCIALI"
IL MINISTRO DELL'INTERNO, NAPOLITANO: "PIENA SOLIDARIETÀ  AI CRONISTI
AGGREDITI"
 di MARIO REGGIO
 ROMA - "Piena solidarietà ai giornalisti aggrediti, siamo  impegnati a
verificare le eventuali carenze nei servizi di  vigilanza". Il ministro
dell'Interno Giorgio Napolitano  condanna senza mezzi termini
l'aggressione, e prosegue: "La  sensibilità e l'attenzione per fenomeni di
disagio giovanile,  specie all'indomani del tragico episodio del suicidio
di  Edoardo Massari, non possono condurre ad alcuna  giustificazione di
atti d'allarmante violenza".  Ma Napolitano non ha alcuna intenzione di far
precipitare la  situazione: "Il governo intende seguire una linea di
massima  ponderazione per evitare l'ulteriore esasperazione di un  clima
già teso; e in questo spirito è impegnato a combinare il  rispetto del
diritto di manifestare con le necessarie garanzie e  misure di tutela della
legalità e dell'ordine pubblico".  Quindi il corteo dei centri sociali,
indetto per domani a  Torino, non è vietato. Almeno per il momento. Molto
dipenderà da come andranno le cose a poche centinaia di  metri dal carcere
delle "Vallette", dove ieri sera gli "squatter"  si sono dati appuntamento
per "ricordare il compagno  Edoardo". Se il meeting, un mix di musica e
dibattito  politico, filerà liscio, lascia intendere il Viminale, la
manifestazione di sabato si farà.
 Ma come giustifica il pestaggio del giornalista dell'Ansa  davanti alla
chiesa dove si svolgevano i funerali? E subito  dopo l' aggressione ai tre
cronisti nei pressi della pizzeria  all'ingresso del paese? Perché nessuno
è intervenuto per  bloccare gli aggressori, quando ormai da giorni Radio
Black-out diffonde i nomi dei giornalisti "venduti e assassini"  da punire?
Il Viminale si difende così: "Le forze dell' ordine  hanno adottato una
strategia prudente, è stato deciso di non  presidiare la chiesa, di non
schierare uomini in tenuta da  scontro in piazza per evitare di esasperare
la situazione. Ma  la situazione ci è sfuggita di mano, nessuno pensava
possibile  un pestaggio. C'erano alcuni agenti in borghese ma non  hanno
fatto in tempo ad intervenire. Non abbiamo motivo di  pensare di aver
sbagliato strategia. Stasera ci sarà il  concerto alle Vallette, vedremo.
Rispetto a questi nuovi fatti,  comunque, bisogna riflettere. Alla
manifestazione di sabato  hanno già aderito alcune organizzazioni
sindacali.  Valuteremo con attenzione ogni nuovo sviluppo".  Per tutta la
giornata il ministro Napolitano è stato l'obiettivo  degli strali polemici
dell'opposizione.
 A guidare l'offensiva i parlamentari di Alleanza Nazionale.  "La scelta di
non vietare la manifestazione di sabato è grave  e sconsiderata", tuona la
senatrice Maria Grazia Siliquini, "si  tratta di una sorta di cambiale in
bianco che il governo  dell'Ulivo paga all'estrema sinistra per l' appoggio
 determinante all'elezione del sindaco Castellani. La filosofia  del
ministro "lasciamoli fare sennò fanno peggio" - afferma  Siliquini - mi fa
temere ancora di più per la sicurezza di  Torino e dei suoi cittadini".
 Più sbrigativa la presa si posizione di Paolo Romani,  responsabile per
l'informazione di Forza Italia: "È solo la  cultura della violenza a
spingere duecento delinquentelli a  mettere a soqquadro una città e a
provocare episodi come  quello contro i giornalisti. Non bisogna accogliere
la  proposta sociale di chiunque si ritiene alternativo al sistema,  ma che
invece ha come unico fine quello di menare le mani".  Con la consueta
acutezza politica il legista Borghezio  accomuna Napolitano ai compianti
ministri dell'Interno  democristiani: "Il suo è l'atteggiamento tipicamente
ipocrita  dei vecchi dc, incapaci di affrontare queste situazioni con la
fermezza che richiede la pericolosità di queste manifestazioni  puramente
provocatorie. A lui e a tutti coloro che sperano di  poter utilizzare
politicamente questi emarginati ricordo  un'antica massima popolare: chi
semina vento raccoglie  tempesta".
 Di taglio squisitamente sociologico il commento del  vicepresidente del
Consiglio Walter Veltroni: "È sbagliato  pensare di liquidare gli squatter
considerandolo solo un  problema di ordine pubblico, perchè rappresentano
una  manifestazione di disagio ed inquietudine. Lì dentro - ha  concluso -
c'è qualche ragione, che si riscontra in tutte le  società occidentali, di
solitudine giovanile. Io penso che ci si  debba interrogare davvero su
questo fenomeno".  Nella maggioranza prende posizione Giovanna Melandri,
responsabile delle politiche della comunicazione per i  Democratici di
Sinistra: "Non c'è mai nessuna ragione, in  nessun caso, in cui si possa
tollerare l' uso della violenza,  anche quando si esprimono opinioni
radicali".  Controcorrente il commento del popolare Giancarlo  Lombardi,
"C'è un eccesso di tolleranza e demagogia nei  confronti degli squatters.
Non dico che non sia necessario  capire i problemi del mondo giovanile, ma
c'è troppa  benevolenza, anche da parte di alcuni deputati, per questi
signori che perpetuano comportamenti illegali e violenti. In  realtà non
esprimono forme di drammaticità sociale tali da  giustificare una tale
tolleranza e i fatti di oggi ne sono  testimonianza. Le leggi - conclude -
devono essere rispettate  e questo è un compito delle forze dell' ordine". 
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