La Repubblica - 06.04.98

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"CENTRI SOCIALI PER IL NORD-EST"

CACCIARI: QUESTI GIOVANI SONO PIU' FEDERALISTI DELLA SINISTRA

DI ROBERTO BIANCHIN -VENEZIA -

Lontani dagli squatter, vicini a Cacciari e folgorati dal federalismo. I giovani dei centri sociali del Nord Est (sette, con due radio, un sindacato, una miriade di associazioni e di iniziative sociali e culturali), imboccano una strada diametralmente opposta a quella degli autonomi torinesi. Scelgono il versante del dibattito e della proposta e fondano un "nuovo soggetto politico" trasversale, di stampo "radicalmente federalista e solidale" che andrà ad affiancare il Movimento del Nord Est di Massimo Cacciari, pur partendo da posizioni più marcate. Quasi un'"ala sinistra" dello schieramento guidato dal sindaco-filosofo di Venezia, che ieri, applauditissimo, ha benedetto di persona, nella sala teatro dei sindacati confederali, a Mestre, la nascita della nuova creatura. "Gli squatter sono bande che si isolano nel loro fortino, con noi non c'entrano niente - dice Luca Casarini, portavoce dei centri sociali del Nord Est - perché noi puntiamo sull'esigenza di aprire nuovi spazi, di conquistare nuove autonomie per tutti i cittadini. E' finita l'epoca in cui potevamo solo denunciare, adesso vogliamo costruire un percorso". Non vogliono più farsi chiamare autonomi, si sono scelti un nome, "Liberare e federare", preso in prestito da uno storico veneto, Silvio Trentin, si rifanno ai versi di Andrea Zanzotto e alle storie di Marco Paolini, e sognano un federalismo forte, reale, senza inganni, che privilegi l'Italia dei Comuni piuttosto che la burocrazia delle Regioni. Sono l'altro Nord Est. Centri sociali, Verdi (Luigi Manconi ha mandato la sua adesione, Gianfranco Bettin), esponenti di Rifondazione a titolo personale (Nicola Atalmi, segretario di Treviso), dirigenti del sindacato (Alessandro Sabiucciu, segretario Cgil di Venezia), della Caritas diocesana (Sandro Bergantin, presidente provinciale), degli scout, e di varie associazioni del mondo ambientalista e del volontariato. Prepareranno un "manifesto politico" da presentare a maggio al congresso costitutivo del movimento di Cacciari, cui il cantante rock Massimo Priviero ha dedicato una canzone, "Nord Est", tratta dal suo ultimo album. "Questa che sta nascendo è un'esperienza federalista nuova, che è molto più avanti rispetto alle tesi elaborate a livello nazionale dal centrosinistra, dove si guarda ancora con timore all'avvio di un serio processo federalista nel paese" dice Beppe Caccia, dei centri sociali, eletto nella lista verde al consiglio comunale di Venezia. "I centri sociali hanno capito che una battaglia federalista radicale è l'arma vincente per la sinistra - sostiene Cacciari - invece le altre forze di sinistra in Italia non l'hanno ancora capito, come dimostra il voto della Camera che ha negato al Veneto lo statuto speciale". Per il sindaco, che sogna "un'Europa delle autonomie" piuttosto che "un'Europa delle burocrazie", dove finisca l'epoca della separazione tra privato e politico, è stata "sciagurata" la bocciatura, da parte della Camera, dell'emendamento sul Veneto che aveva "un'importanza strategica" e poteva essere un'anticipazione della riforma federalistica. "Sul federalismo non ci siamo" commenta Cacciari, più critico col parlamento che col governo. "Siamo schiacciati - dice - tra un federalismo che al massimo si traduce in regionalismo da una parte, e un federalismo imbroglione dall'altra, disponibile a qualsiasi tipo di accordo". Di qui l'importanza di una "federazione di federalisti" che si muova "come una mano aperta", valorizzando le differenze. E le differenze, se non con Cacciari, sono venute fuori ieri, con quella parte del movimento del Nord Est che si richiama agli imprenditori e che ha come leader, al fianco del sindaco, l'ex presidente degli industriali veneti Mario Carraro. Il prosindaco Gianfranco Bettin, molto critico verso il tanto celebrato modello economico del Nord Est "che ha devastato il territorio" (e che è cresciuto "attraverso la sistematica violazione delle regole" ha aggiunto il segretario della Cgil), è stato molto chiaro : "In un possibile federalismo del Nord Est devono entrare le questioni rimaste fuori dal dibattito - ha detto - perché finora si è parlato solo di soggetti economici forti. Noi invece daremo fiato alla voce dei soggetti deboli". Per un federalismo non egoista ma solidale. E, se ha ancora un senso, "di sinistra".

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