La Repubblica - 09.04.98

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Forum Squatter 
Subject: Occupanti
From: CesKo'98 ceslc@tin.it - Date: Sat, 04 Apr 1998 14:58:08 +0200
 Primo non sopporto la definizione SQUATTER perchè sembra, utilizzando
 il  termine inglese, si stia parlando di un problema nuovo, invece la
 storia è sempre la stessa: gli spazi geografici urbani non ci sono
per tutti, nemmeno nell' era diell' ULIVO....in più, sempre nell' era
 dell'ULIVO, si continua a non tollerare la differenza che, qui sta il
 vero punto di tutto il dibattito sui centri sociali, non è solo
politica  ma è culturale, economica, storica con ciò che viene definito dagli
 intellettuali NORMALE o meglio ancora EDUCATO ALLA LEGALITA'.....
 Credo che il problema rimanga sempre lo stesso, anche in una società
 post fordista, non "si può tollerare la differenza che così va
 marginalizzata(forse Focault?)" fino a quando però la morte di un
 ragazzo come Edo non ritorna al centro degli spazi (anche di
 discussione) normali e tutto inizia a scricchiolare....
 Ecco il perchè dell' odio dei suoi compagni verso i GIORNALISTI!!!
 CesKo'98
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Subject: Squatters. - From: Claudio Osti <translaw@euronet.nl>
Date: Sat, 04 Apr 1998 14:09:47 -0800- Reply-To: translaw@euronet.nl
 Dopo aver trascorso 22 anni in Olanda ed aver visto da vicino cosa
 riescono a combinare gli squatters olandesi, a mio parere non c'e`
altra  soluzione che di usare il pugno di ferro contro qualunque squatter
 "nostrano".
 Grazie per l'ospitalita`.
 Claudio Osti
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From: Enrico enricga@tin.it - Date: Sat, 4 Apr 1998 15:21:02 +0200
Reply-To: <enricga@tin.it>
 si può dialogare con chiunque abbia un minimo di voglia di ascoltare
!
 enrico
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Subject: come?
From: lscaglia@starnova.it (Scaglia Luca)-Date: Fri, 03 Apr 1998 21:18:31 +0200
 Ci vantiamo di essere persone che ragionano, osservano, cercano nei
 limiti  di fare degli esami su quello che succede e poi quando viene chiesto
che  gli esponenti dei giornali pensanti di sinistra quali io mi vanto di
 appartenere, si appostano come paparazzi da 4 soldi per carpire
 un'immagine, una bestemmia, un gestaccio da chi ha solo voglia di
 incazzarsi per infiniti motivi.
 Quando non è la ragione che arriva, allora per forza lo deve essere
la  violenza anche se inaccettabile.
 E' con sofferenza che vedo quanto il fossato fra "noi" e "loro" sta
 diventando sempre più grande ed un domani "loro" saranno quelli che
 noi  eravamo negli anni della cantestazione.
 Una prece.
 Scaglia Luca
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Subject: Squatter - From: Raffaele Orlando <family_orlando@csi.com>
Date: Fri, 03 Apr 1998 22:32:42 -0500
Reply-To: family_orlando@csi.com
 Solo pochi anni fa ero anch'io giovane (credo si smetta di essere
tali  quando i figli iniziano a diventare qualcosa di piu' che adorabili
 bambolotti e sono loro i giovani). Allora erano gli Autonomi. Io ero
 militante di DP e passavo un bel po' di tempo a "dialogarci". Sono
 assolutamente certo del fatto che ogni epoca ha avuto i suoi
squatters.
 Normalmente finiscono in televisione dopo qualche anno in
telegiornali  di destra con giacca e cravatta e con la stessa prosopopea di
portatori  di Verita' che avevano da ragazzi ("altro che quei quattro piccolo
 borghesi").
 Ma difficilmente fanno grossi danni ai piccolo-borghesi. Fanno quasi
 sempre grossissimi danni a coloro che ne condividono il background
con  piu' serieta'. Sara' cosi' anche stavolta.
 Saluti.
 Raffaele Orlando
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Subject: non ci sto
From: tecfor@venturanet.it - Date: Sat, 04 Apr 1998 00:44:00 -0700
 Anno 1. Occupano spazi pubblici per svolgere insieme delle attività,
per  esprimere il loro dissenso, per rifiutare modelli e proporne o meno
altri.
 Benissimo. Nessun problema. Almeno sono "vivi", qualcosa
 generano...idee, opinioni. Quel Formentini che vuole chiudere il Leoncavallo è proprio
un...
 Anno 2. Intervengono a teatro e interrompono lo spettacolo, solo per
il  gusto della provocazione, non hanno nulla da comunicare, sono come
 Sgarbi,  Ferrara, basta alzare il tono, andare fuori dalle righe, dire due
cazzate  per farsi notare. Infantilismo, cretinaggine?
 Esprimono la loro protesta "contro" (che cosa????? la TAV?? ma vi
 sembra un  motivo di lotta dura e senza paura? ma non siamo ridicoli!)
imbrattando il  muro sotto casa.
 Passi davanti al Prinz e ti rompono le palle, sfottono come i bulli
da bar.
 Sottosviluppo? Gruppo omosessuale in maturazione che si esprime? Mà!
 Ora hanno il morto. Di quel poveraccio non gliene frega nulla, questi
 hanno  la sensibilità di un pezzo di ghisa. "Gli frega" che finalmente hanno
un  pretesto per sfasciare qualcosa, per gridare "contro" con un motivo,
una  loro ragione che altrimenti, in questi anni, non sono stati in grado
di  esplicitare.
 Erano e sono in 200. Si aggregano in buona parte tra figli di buona
 famiglia, comunque con reddito sicuro. Sono un circolo "chiuso" come
il  Twist, solo un po' meno aristocratici. Accettano qualche tossico
giusto perchè faffigo.
 Guardate che non stiamo parlando di ragazzini. Molti di questi
mediamente hanno la mia età -come il morto- tra i 30 e i 40, quindi i
 "giustificazionisti a tutti i costi" non la menino con i soliti
 sociologismi, sono ridicoli.
 E allora quale sarà il recondito motivo che muove questa falange?
Ebbene  sì:
 la NOIA. Di che cosa hanno bisogno? Di ATTENZIONE, di
 TELEVISIONE, di  GIORNALI. Solo che anzichè usare la P.R. o la velina o arruffianarsi
il  giornalista prendono a sprangate i "comunicatori". Anzi, così è certo
che ho la prima pagina.
 Il problema è come alzare il livello della sfida, dovranno inventarne
una più del diavolo, almeno una al giorno. Saranno stroncati dalla
fatica, dalla necessità di pensare così a lungo, di fare riunioni troppo
micraniose. Sì perchè paradossalmente sono della stessa stoffa intellettuale di
quelli dell'altra parte (ma siamo sicuri che è "l'altra parte"?), quelli del
 "milioni di posti di lavoro". Uno slogan e via, la politica è finita.
Quindi per risolvere il problema squatters bisogna metterli intorno ad un
tavolo e iniziare un lungo dialogo. A Torino hanno un consigliere comunale, si
 chiama Viale, che è l'ideale per condurre la trattativa, uno specialista di
 introspezioni dialettiche. Se non lo uccidono li stronca in un paio
di notti. Chiederanno asilo in questura. Fidatevi del consiglio...
 Andrea
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Subject: contributo
From: Claudio F. claudio1@mail.infotronica.it -Date: Sat, 4 Apr 1998 01:46:55 +0200
 Abito a Torino e sinceramente sono 
 stupito del clamore che stà suscitando in tutta Italia il suicidio di
 Massari , ben noto a Torino e provincia per fatti e misfatti del suo
 recente  passato , sembra quasi che Torino sia in stato d'assedio , vi
 assicuro che non è così , la città vive serenamente come sempre , mi sembra 
 che ancora una volta il sensazionalismo dei mezzi d'informazione
 stia trasformando un fatto che riguarda più la criminalità che il 
 bisogno sincero dei giovani ad avere risposte alle loro domande , gli
 autonomi sono sempre stati una componente della nostra città , con la quale
 si convive senza alcun timore , questa è la realtà di Torino ,non 
 certo quella che qualcuno , forse per interesse ? , vuole farci 
 credere.
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Subject: non hanno ne la rabbia ne la ideologia della generazione
del '70
From: Francesco Di Lallo <dilalfra@mondrian.sgol.it>
Date: Sat, 04 Apr 1998 06:10:49 +0200 -Reply-To: dilalfra@mondrian.sgol.it
 Sono un gruppo disordinato di giovani (giovani, poi, relativamente:
il suicida aveva quasi quarant'anni, età in cui un buon impiegato dello stato va in
pensione) che cercano una sorta di legittimazione dal malessere giovanile, dalla disoccupazione e dalla
 gente buona soltanto a dare addosso alle forze dell'ordine. Non si possono definire successori
delle generazioni del '70: non ne hanno la carica ideologica. Dev'essere ripristinata la legalità, e
 finirla una buona volta con questa cultura del tutto giustificare che produce solo violenza. Non si
possono nascondere gli agenti di polizia davanti a 200 schizzati per non irritarli, come è stato fatto
 finora. E' stato pazzesco!
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Subject: commento sugli squatter
From: aazzurra7 <utente7@dns.tvtecnologia.it>
Date: Sat, 4 Apr 1998 08:46:47 +0200
 mandateli a lavorare con la pala ed il picco sotto il sole a pane e
ad acqua un onesto e giovane lavoratore italiano , anche imprenditore
 saluti e grazie
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Subject: Sistema Singapore
From: Arturo Camillacci arturo.c@rdn.it-Date: Sat, 4 Apr 1998 17:50:09 +0200
 Gentili Signori,
 Dopo le intemperanze di questa  sparuta minoranza di scalmanati, autodenominatisi 
 "Squatters"(chissà perché, forse suona 
 "figo"), culminate con il pestaggio dei giornalisti scientemente 
 pianificato e portato a termine con l'acquiescenza non si sa quanto
 casuale  delle forze dell'ordine (i cui responsabili sembrerebbero quantomeno
 avere nei confronti dei giornalisti la medesima opinione dei picchiatori),
 trovo semplicemente stucchevole che autorevoli "opinion leaders"
 continuino a voler giustificare ogni e qualsiasi atteggiamento dei componenti di
 questa marmaglia di giovinastri (e meno giovinastri, il suicida era già
oltre i 40) senz'arte né parte se non quella di rompere le scatole al
 prossimo, fino a consentire loro l'ennesimo sfregio ai danni di una città
civile e  bella come Torino, ed anzi incentivando la partecipazione di altri
 poveri imbecilli "simpatizzanti della causa" provenienti da altre parti del 
 Paese, mettendo a loro disposizione treni e autobus, che immagino
 verranno per ringraziamento puntualmente vandalizzati (...e Pantalone paga!), ed 
 arrampicandosi verbalmente sugli specchi per trovare nuove giustificazioni agli 
 atti di violenza gratuita contro persone e cose nei quali questi teppistelli 
 sembrano tanto volentieri indulgere, contando anche sull'impunità 
 garantita loro dai vertici dello Stato.
 E' dunque mai possibile che nessuno 
 di coloro che sarebbero preposti a difendere la società dai pericoli
 che  essa corre sia capace di vedere, al di là degli slogan e delle
etichette "in", la cruda realtà dei fatti che consiste nel riconoscere in 
 questi individui dei veri e propri squadristi senza alcuna ambizione
 sociale che  non sia quella di fare sempre e comunque il loro porco comodo, al
 riparo del  buonismo imperante che sembra aver contagiato lo Stato a tutti i
 livelli fino alle forze dell'Ordine (ma quale?). Se quelli che hanno pestato
 deliberatamente e senza nessuna provocazione dei professionisti che erano lì per fare
 semplicemente il loro lavoro, sul quale si può dissentire ma sul cui diritto
 a svolgerlo non esistono divieti che non puzzino di
dittatura, avessero avuto le teste rasate e si salutassero con la mano tesa urlando "Sieg
 Heil!", scommetto che a nessuno dei nostri "capoccioni" sarebbe 
 saltato in mente di azzardare una qualsiasi frase giustificatoria, ed
 anzi tutti  avrebbero stigmatizzato il "brutale atto di violenza fascista". Non 
 parliamo poi di consentire loro di sfilare in corteo e di mettere a
loro disposizione i mezzi per far coagulare sul posto i loro "camerati" di
 altre località. Per molto meno qualche anno fa in un altro capoluogo
 di provincia vennero fatti "saltare" Prefetto e Questore!
 Eppure è così evidente (almeno a me) l'appartenenza di questi individui alla stessa genìa
dei  "sanbabilini" o "pariolini" di vent'anni fa, ed il loro 
 camuffamento con etichette pseudo-anarchiche, o comunque di
 "sinistra" (ma de che?) per cercare la benevolenza dei potenti rassomiglia ai
 miei occhi alla tattica dei virus dell'AIDS che modifica la sua struttura per
farsi passare per "amici" dagli anticorpi che dovrebbero invece distruggerli!
   Secondo il mio modesto parere, a 
 questi personaggi che si illudono di recitare un loro ruolo politico 
 semplicemente sfasciando, imbrattando e picchiando andrebbe applicato il sistema 
 che a Singapore si usa comunemente contro i responsabili di atti di
 vandalismo ed altri reati considerati minori, che consiste non nella condanna a
 multe o a  pene detentive, ma bensi nella esecuzione forzosa di lavori di
 riparazione e di  ripulitura dei manufatti e dei locali danneggiati fino al totale
ripristino allo "status quo ante", ed in caso di recidiva si ricorre all'applicazione
 sulla parte inferiore della schiena del colpevole di robusti colpi
portati da un  nerboruto esecutore di giustizia con nerbi di bue attorcigliati , la
cui  funzione educativa sembra innegabilmente dimostrata, dato che il
 tasso di recidiva è prossimo allo zero.
 Un dialogo, per essere tale, deve 
 svolgersi con la stessa lingua e negli stessi termini. Se costoro
 preferiscono alla comunicazione verbale o scritta un sistema, chiamiamolo così, 
 "a percussione", non vedo perché non si possa giustificare una 
 replica portata con lo stesso linguaggio a chi sembra non potere e
 non volere intenderne altri.
   Cordiali saluti,
 Arturo  Camillacci
 Roma 
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Subject: solidale coi i c.s.a.
From: Vale vzanfini@cyberforli.it -Date: Sat, 4 Apr 1998 15:36:08 +0200
 Volevo sapere perchè sulle pagine dei quotidiani (compreso il vostro)si
 trovano intere facciate sulla violenza nei confronti dei giornalisti
e neppure una riga su che cosa sono i centri sociali e di come è
avvenuto a Torino l'arresto di Baleno e soprattutto i motivi dell'arresto e
della situazione Alta Velocità in Val di Susa...Ma voi ci siete mai stati
in un centro sociale?I ragazzi dei centri sociali vengono descritti come
 delinquenti pericolosi,persone emarginate,alieni...io invece nei
c.s.a. ho trovato studenti,musicisti,persone intelligenti e soprattutto teste
 pensanti.Perchè non dite che i centri sociali sono gli unici posti in
 Italia dove si possono vedere ottimi concerti a costi
accettabili,dove si fa cultura,informazione,dove si balla un'ottima musica,dove ci sono
 spettacoli teatrali interessanti,dove ci sono diversi tipi di persone
che si confrontano in una società che è sempre più chiusa e poco
integrata.Le uniche informazioni decenti sui c.s.a. si trovano in internet e per
fortuna che esistono questi siti.Ma voi non dovreste essere un organo di
 informazione??????State partecipando ad una campagna di ghettizzazione
 e di allarmismo che va a favore di chi vuole con ogni pretesto chiudere i
centri sociali.Io invece voglio conoscerli sempre di più e frequentarli
sempre più spesso.
 Una nuova frequentatrice 
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  Subject: squatter
  From: Federico Schiavi <netern@iol.it>
  Date: Sat, 4 Apr 1987 13:18:50 +0200
Ci sarebbero una infinità di cose da dire su questo tema...innanzi tutto verrebbe da
chiederci che cosa intendete descrivere quando parlate di sqatters: un
fenomeno che non ha nulla a che vedere con la realtà dei centri sociali e della
comunicazione antagonista in Italia, comunicazione che parte da una
storia differente e porta contenuti estremamente articolati e non riconducibili alle
definizioni sbrigative che vengono usate in questi giorni.
E' evidente, inoltre, che il confronto 
venga in molti casi completamente rifiutato se si pensa al
ruolo di propaganda svolto ormai dall'informazione di massa che si definisce 
"indipendente"...qui, quando si parla di informazione,
ognuno gioca un ruolo ben preciso e cosciente e sembra che le
semplificazioni che vengono fatte rispetto al fenomeno della incomunicabilità siano
perfettamente funzionali alla neutralizzazione pratica delle voci
dissenzienti, neutralizzazione di elementi, a torto o a ragione, sempre
fuori dal coro.
La società della comunicazione di massa non permette un dissenso sostanziale: accetta
solo lunghe discussioni che partano da premesse comuni e portino a conclusioni
comuni...il confronto è solo formale, mai sostanziale, studiato per dare la
sensazione di una comunicazione generalizzata e aperta nel momento in cui
si uccide ogni spazio di coscienza critica, ogni attacco (più o meno valido) al
"migliore dei mondi possibili"  ovvero all'unico ordine di cose 
tollerato.
Che spazio c'è nella comunicazione di massa per chi non accetta la legge del
profitto e dell'omologazione come l'unica possibile? nessuno! La
migliore (peggiore) delle ipotesi è che si accetti una proposta alla Revelli o alla
Castellari mirata alla integrazione o accettazione "tollerante" di chi
non vuole affatto essere integrato o accettato.
Ci coglie una rabbia enorme nel constatare che oggi si pone il problema della non
comunicabilità con certe frange definite "estreme" della società, e lo si pone 
come  nuovo (e non lo è affatto) mentre questasituazione, se 
proprio venisse analizzata nella sua interezza pone benaltri temi 
all'attenzione di chi volesse "discutere"...ciò che non 
è sano nella comunicazione antagonista non è certo la
sua indisponibilità al compromesso con i mass media: il tema
del confronto non è proponibile se si pensa che le forme della
trasmissione di idee che oggi dominano nella società vengono rifiutate come
nemico numero uno, ovvero come principale strumento repressivo delle classi
dominati. Come si potrebbe accettare un confronto di comunicazione con
strutture pensate per essere sostanzialmente mezzi di trasmissione
unidirezionale delle idee? 
Bisognerebbe piuttosto chiedersi quanta 
strada ha fatto il lavoro di desertificazione delle coscienze
critiche operata negli ultimi anni se anche la comunicazione antagonista
pone all'ordine del giorno dei temi 
fondamentali ma elaborati con superficialità...questo potrebbe essere
un approccio costruttivo alla comunicazione e non certo il domandare con
mille colonne di giornale perchè questi giovani contestatori non vogliono 
integrarsi ad una società che non accettano! 
Altro tema fondamentale è quello della violenza.. qual'è la violenza? quella dei graffiti sui
muri del centro città o di un falò improvvisato sulla strada o quello
della pubblicità-propaganda di un sistema che non si pone
nessuna autocensura ed è disposta a vendere il proprio modello di società e
con esso i suoi prodotti al costo di utilizzare le immagini più atroci e
i concetti più vuoti come prodotto commerciale.  Non è forse di una 
violenza inaudita il far credere in un mondo ideale
attraverso la propaganda pubblicitaria facendo finta di veicolare la
commercializzazione di un prodotto e imponendo in realtà un preciso modello di struttura
sociale? Non è forse violenza imporre una prassi di confronto che pone
come primaria la sopraffazione del dialogante invece del confronto delle
idee...è paradossale che proprio chi contesta questa forma
moderna della repressione venga accusato di indisponibilità a comunicare.
Non è violenza il ridurre un preciso movimento di idee 
ad una vuota opposizione incosciente ad una società emarginante?
Visto che questo spazio di discussione 
è stato aperto ci piacerebbe che il centro del dibattito
fosse l'analisi delle forme che ha assunto la comunicazione di massa, il
suo disgustoso lavoro di appiattimento delle coscienze accompagnato dal
ricatto dell'emarginazione piuttosto che il comprendere in termini paternalistici un
qualcosa che bene o male chi fa informazione non può non aver capito da solo.
Si parli comunicazione antagonista come un qualcosa di meditato (in modo più o meno
approfondito) e cosciente e si entri nel merito della contestazione piuttosto che
esercitarsi in lunghe dissertazioni sociologiche.
P.S.
"Il pugnale di Peter Pan" è una pubblicazione "cartacea" e "telematica" 
antagonista che pone al centro della sua riflessione ilruolo della 
comunicazione nella società dei servizi.
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Subject: History repeating
From: Paratico, Michele <MParatico@tei.toshiba.de>
Date: Mon, 6 Apr 1998 11:05:29 +0200 
Return-Receipt-To: "Paratico, Michele"
 Carissimi,
 devo dire che i fatti recenti che hanno visto come protagonisti i
 cosiddetti squatters mi hanno fatto arrabbiare per qualcosa che va al
di là del disgusto di vedere un gruppo di disgraziati che aggredisce una
 persona e la manda all'ospedale con fratture alla spina dorsale: i
 vigliacchi fanno sempre schifo!
 C'è qualcosa d'altro: sembra che gli ultimi 20 anni di storia di
questo paese siano passati invano. Da qui l'accusa di essere una fascista a
 Franca Rame da parte di una povera ignorantella e tante altre cosucce
 del genere. Forse per età, gli squatters che sfilano in corteo non
sanno cosa sono l'Autonomia Operaia (che di operaio non aveva niente
essendo stati tutti studenti universitari e spesso figli di borghesi!), gli
 Indiani Metropolitani, il Leoncavallo e altre realtà del nostro
passato recente.
 Se questi squatters volessero prendersi la briga di leggere i
quotidiani del tempo si renderebbero conto che la loro non è una espressione
nuova del disagio metropolitano ma il semplice reinventare una ruota che
già girava allora. Ma è possibile che si risponda sempre allo stesso modo
al disagio, che pure esiste, della vita in questa società, che non si
 sappia inventare niente di nuovo se non il rifiuto di tutto! (Anche i
 nihilisti sono già storia) Forse gli squatters, per età, non sanno, ma certi squallidi
personaggi (uno, sentito di recente in una intervista televisiva, è pure
senatore dei Verdi), proprio per età, sanno o dovrebbero sapere. Per capire di
 cosa parlo leggete qui di seguito.
 Mi ricordo di avere assistito personalmente, quando ero studente,
 davanti ad una scuola al sequestro da parte di soggetti dell'area
 Avanguardia Operaia (anche loro tutti studenti e moltissimi figli di
 borghesi) di volantini di Ciellini, ai quali non vanno di certo le
mie simpatie, ma che effettivamente non facevano altro che distribuirli.
 Naturalmente il sequestro non è stato pacifico e sono volati dei
 cazzotti. Il giorno dopo i soliti manifesti parlavano di aggressione
 fascista da parte di ben identificati Ciellini (non scherzo!) ai
poveri compagni etc etc etc. Tali manifesti erano preparati da persone
 assimilabili a quegli squallidi (non riesco a trovare un aggettivo
 migliore: accetto suggerimenti) personaggi che, per riceverne i
favori e gli eventuali voti, difendono l'indifendibile. Dicono che le
 manifestazioni degli squatters sono pacifiche, non stigmatizzano le
 minacce ai giornalisti (criticare è una cosa, menare è un'altra) e,
 anzi, giustificano tali vigliaccate come reazione alle falsità
 pubblicate etc. Così come allora altri squallidi personaggi
difendevano il Leoncavallo dicendo che non disturbavano nessuno (per forza: loro
 abitavano in un altro quartiere, magari S.Siro!), difendevano
 l'Autonomia (vi ricordate di Toni Negri?) quale espressione di
dissenso nei confronti dello stato clerico-fascista etc etc.
 Temo che alcuni di questi squallidi personaggi che ora cavalcano la
 tigre e usano gli squatters ce li ritroveremo in giacca e cravatta in
 parlamento fra qualche anno così come Boato che ha dismesso l'eskimo
ed è andato finalmente a colpire il cuore dello stato (che bei sogni...)
 nel modo che più gli è congeniale: sparando cazzate.
 History repeating!
 Nella speranza che Voltaire abbia lasciato delle tracce e che quindi
 nessuno mi meni per avere espresso le mie opinioni/sfoghi, porgo a
tutti i miei cordiali saluti.
 Michele Paratico
 MCU Application Engineer
 tel. xx39-39-6870253
 fax xx39-39-6870205
 e-mail: MParatico@tei.toshiba.de
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Subject: Squatter
From: Leonardo Chanaz MD2224@mclink.it -Date: Mon, 06 Apr 1998 11:10:39 +0100
Reply-To: MD2224@mclink.it
 Perché uno fa lo squatter? Perché non ha un posto nel tessuto
 sociale, perché si sente rifiutato ed infine perché, fore,
 delinque. In ogni caso è perché uno è disgraziato.
 La nostra società produce purtroppo delle persone che si trovano
 nella posizione di divenire squatter anche per dare un senso alla
 propria disgraziata esistenza. Allora ci si unisce e si diventa
 gruppo con le conseguenze che sappiamo.
 Quindi una sommatoria di casi umani individuali, che si associa
 per darsi una voce ed un significato. Ebbene, è dovere della
 società di esaminare i casi personali, per vedere cosa possiamo
 fare per alleviare la loro condizione e per rimetterli in un
 circuito esistenziale migliore e positivo.
 Io ritengo che abbiano ragione gli squatter contro i giornalisti.
 E' violenza infilare l'obiettivo nei sentimenti privati di una
 persona e quindi i giornalisti hanno subito una violenza di
 rimando. Bisogna stabilire qual'è il confine tra il diritto
 all'informazione ed il diritto alla privacy.
 E qui arrivo ad un punto delicato: un vero professionista conosce
 questo confine, e nessuno ha bisogno di dirglielo; purtroppo si
 spacciano per giornalisti una marea di arrivisti che sono solo
 alla ricerca di uno scoop e che ogni tanto pigliano qualche
 schiaffo o si vedono rompere qualche macchina fotografica. Gli sta
 bene!!!!
 Ma non è bastato il caso di Diana?
 Leonardo Saint Amour di Chanaz
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Subject: squatter
From: marco mgibelli@netcity.it -Date: Sun, 5 Apr 1998 21:38:08 +0200
Reply-To: "marco" <mgibelli@netcity.it>
 Saluti
     ...nei soggetti che rinnegano 
 la societa' e poi ne usano i mezzi (telefonini e Internet) non riesco
a ravvedere speranze.
 (significativo lo slogan "noi non lavoreremo mai")
     ...in quanto alla kultura,...mah.. forse la Cultura e' meglio!
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Subject: libertà
From: be10519@iperbole.bologna.it (Marcacci Giovanni)
Date: Sun, 5 Apr 1998 21:40:33 +0200 (MET DST)
 Vorrei che risultasse chiaro che si tratta di un problema di libertà
 e null'altro. Oggi gli " squatter " domani chissà..... 
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Subject: chi semina vento raccoglie tempesta
From: Carlo Morandi <morand@borgoroma.univr.it>
Date: Sun, 05 Apr 1998 21:40:37 +0200
 Il cosiddetto "disagio" rappresentato dagli "squatters" prende forma
e consistenza solo in presenza di due unici fattori:
 a) una amministrazione comunale sempre disposta ad ascoltare chi
grida di più, di solito di sinistra o con amministratori che spesso fanno
 ridere (vicenda Leoncavallo) tipo Formentini o Albertini.
 b) l'attenzione fuorviante dei "media" che creano il problema a loro
uso e consumo, per i quali mi sembra valga la famosa sentenza "chi semina
 vento raccoglie tempesta".
 Ogni città ha gli "squatters" che si merita.
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Subject: Un pensiero dall´Argentina.
From: Dr. Claudio Elvio Ambrosini <ambrosinilex@movi.com.ar>
Date: Sun, 5 Apr 1998 18:05:49 -0300
Reply-To: "Dr. Claudio Elvio Ambrosini"
<AMBROSINILEX@movi.com.ar>
 Sono argentino; se volete italiano oriundo di 
 Bergamo. Mi spiace molto sentire che sulla mia madre patria si puó 
 tuttavia, escludere alle minoranze sociali. Questo fatto mi sembra
assai pericoloso. Inanzitutto se parliamo d´una societá che fu quella che 
 diede nascita a una delle ideologie che tanto male ci ha fatto 
 all´umanitá in questo secolo. Cio´é il fascismo. Io in 
 Argentina ho vissuto gli straggi di quella ideología con le varie 
 dettature militari che abbiamo avuto.  Malgrado anche mio padre, ha
 vissuto  anche lui prima di venire e morire nella mia patria gli straggi della
guerra e  del fascismo. Vi prego a tutti voi che avete certa risponsabilitá nel
 communicare le idee attraverso la stampa, di non favorire la esclusione
 sociale di questi piccoli gruppi. Oggi possono essere gli "squatters", domani
 .... non si sa mai.
 Vi chiedo scusa per il mio precario italiano.  Vi saluto affetuosamente dalla Argentina.
 Dr. Claudio Elvio 
 Ambrosini
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Subject: attenti alle etichette
From: Il teatrino di carta <babau@tin.it>
Date: Mon, 06 Apr 1998 01:48:35 +0200
 Secondo me i giornalisti devono imparare a trattare i fenomeni che
non conoscono con più rispetto, evitando l'utilizzo di etichette tipo
questa ultima trovata degli "squatter".
 Il fatto è che etichettare significa racchiudere in una categoria
generica, troppo vaga per cercare di chiarire, definire un movimento così
variegato, complesso ed eterogeneo come quello dei centri sociali occupati ed
 autogestiti. Io potrei rientrare (secondo la logica dei giornalisti) in questa
 etichettatura, in quanto occupante della casa dove abito... ma (tanto
per cominciare a fare delle distinzioni)occupare per rivendicare il
proprio diritto di avere una casa è diverso rispetto alla creazione di spazi
 sociali in alternativa al cemento, alla desolazione, alla droga. Io
 frequento questi spazi, perchè offrono molte occasioni per
divertirsi, informarsi, crescere culturalmente attraverso i concerti, le mostre,
il teatro...usufruendone sia da spettatori,che come attori, senza dover
essere necessariamente affermati nel proprio campo. Sapete quanti artisti
italiani e stranieri si sono fatti le ossa sui palchi dei centri sociali?
Neffa, Papa Riky, Cccp, Henry Rollins, Nirvana, Red Hot Chili Pepper... per
 citarne solo alcuni...Questo a dimostrare che si tratta di un
movimento diffuso in tutto il mondo, e non di quattro gatti! D'altra parte
riconosco che questi spazi e le persone che li frequentano non sono tutti
uguali, e appunto per questo è troppo forzato rinchiuderli in un'unica
etichetta.
 Alcuni spazi sono più politicizzati di altri, altri sono praticamente
 riconosciuti dalle istituzioni (vedi il famoso Link di cui si fa
vanto il Comune di Bologna, e che è utile ricordare che è nato grazie al
dialogo scaturito tra occupanti e istituzione in seguito all'occupazione
dell'Isola nel Kantiere).
 Questo sta a significare che questo "movimento" non ha motivazioni
 violente come più volte è stato affermato da molte testate giornalistiche. 
 Io leggo l'esplosione di rabbia di questi giorni come REAZIONE, non
 come caratteristica peculiare di questi cosiddetti "squatter scalmanati". 
 Quanta incomprensione attorno alla morte del ragazzo di Torino...
 Squatter?Anarchico? Anarcoide? Ecoterrorista?... Quanta
 strumentalizzazione...Da tutte le parti. Da parte della stampa c'è
stata una totale incomprensione della tragedia, del dolore e della rabbia
che deve aver provocato questa morte; dall'altra parte c'è stata una
 comunicazione inefficace, incapace di esprimere le proprie
rivendicazioni in modo adeguato. Il risultato è stato lo scontro, ma con tali
premesse non poteva essere altrimenti... 
 Non condivido l'attacco fisico ai giornalisti, ma riesco a
comprendere la protesta del tutto legittima per la morte (che poteva essere
evitata)di Edoardo.
 Questa protesta meritava un po' di rispetto e di attenzione. Vera attenzione.
 Pinuccia-Bologna
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Subject: PACIFISMO E ANARCHIA
From: Simone MC6773@mclink.it -Date: Mon, 6 Apr 1998 07:31:14 +0200
Reply-To: "Simone" <MC6773@mclink.it>
 Ho 42 anni
 quando ne anevo circa 16 e nel mio cuore anelavano le prime 
 ideologie, urlavo perche' si rispettassero i valori
individuali,urlavo contro il
 potere che soffoca la liberta' di penziero e cantavo"Anarchia non
vuol dire bombe,ma giustizia e liberta'"
 Cos'e' cambiato da allora ad oggi?
 Io spero che la violenza e il tentativo di imporre il proprio 
 penziero con la forza non abbia preso il sopravvento,anche in quella
forza che  e' logioco e naturale si ribelli ad una omologazione forzata, che fa
diventare l'individuo un insignificate pezzo di una macchina creata per
l'interesse di  pochi e per lo sfruttamento delle masse....
 Ora non urlo piu' ma la mia mente continua a credere che la 
 liberta' esiste solo che la mia e' una liberta' interiore.
 Bye da Simone
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Subject: paura?
From: Lorenzo Matteoli matteoli@iinet.net.au -Date: Mon, 06 Apr 1998 14:55:32 +0800
Organization: Private -Reply-To: matteoli@iinet.net.au
 Quello che fa veramente paura non e' la grossolanita' degli
 autoemarginati e nemmeno la poverta' delle loro grammatiche
ideologiche e dialettiche. Non hanno niente da dire e quindi menano e massacrano:
 non e' una storia nuova in Italia, e nemmeno a Torino.
 Quello che fa veramente paura e' la sciocchineria pomposa dei
Castellani et al., la debolezza di una sinistra che non sa piu' cosa fare per
 qualificarsi "di sinistra".
 Ci sono problemi veri da capire, emarginati veri da ascoltare,
battaglie serie da intraprendere, ma il Castellani preferisce calarsi le brache
di fronte ai ricatti miliardari della Juventus e dei suoi ricchi e
potenti azionisti e truccarsi da "impegnato" dialoghista con i picchiatori
del nientismo. E' rimasto prudentemente in collina mentre i suoi
 interlocutori impostavano il "dialogo" a sassate. Resta a casa
 Castellani: ci saranno vantaggi per tutti e il PDS non dovra'
sforzarsi troppo per scaricarti.
 Cordialita', Lorenzo Matteoli
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Subject: squatter
From: Emanuela <gugnelli@iper.net>
Date: Mon, 06 Apr 1998 09:38:48 +0200
 vivere senza lavorare, vorrei tanto sapere come...
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Subject: Siete tutti uguali 
From: CPA FI-sud <cpa@ecn.org>
Date: Sat, 04 Apr 1998 22:39:43 +0200
 Voi giornalisti siete tutti uguali
 Siete voi che avete bisogno di violenza per poter vendere piu'
giornali Non avete capito un cazzo Napolitano ha detto che se non ci sono stati scontri oggi e' solo
merito della polizia e della citta'
 il corteo non l'hanno fatto loro
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Subject: domanda agli squatter
From: Elisabetta Lazzaro <elazzaro@unive.it>
Date: Sat, 04 Apr 1998 22:57:26 +0200
Organization: Internat. Center for Art Economics - University of
Venice
Reply-To: Cannaregio@unive.it, 6260@unive.it, -@unive.it,
30131@unive.it, Venezia@unive.it
 Mi piacerebbe tanto sapere se queste persone i giornali li leggono
 e quindi sanno contro che cosa combattono, chi è il loro nemico?
 oppure se agiscono in emulazione Lady D.
 Andrea.......
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Subject: squatter ovvero gli yippies di oggi
From: Antonio VENTURA <ventu@tin.it>
Date: Sat, 4 Apr 1998 23:26:03 +0200
 Mi sembrano un insieme di varie culture, beat, figli dei 
 fiori, skinhead ed altro. Purtroppo questa mescolanza provoca una
 ribellione e  una rabbia che poi sfocia nella sola direzione...la violenza.
 Io ho sempre ritenuto giusto di non giudicare che non conosco 
 soprattutto da come si veste, da che linguaggio usa o altro.
 Ma la cultura del CONTRO in ogni caso non l'accetto 
 perchè in questo caso significa essere l'aborto di questa società, 
 significa insomma che l'esistenza di questo ... movimento c'è solo 
 perchè è comunque CONTRO la società. 
 Con questo J'accuse non intendo assolutamente criminalizzare 
 nessuno in particolare ma la massa che non riesce a far comprendere
le proprie  idee, se queste esistono e sono valide e soprattutto alternative.
 Grazie per l'ospitalità 
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Subject: antagonisti a cosa?
From: Rocco Santoro <R.Santoro@napoli.netway.it>
Date: Sun, 5 Apr 1998 09:47:07 +0200
 Forse è vero che si sta scivolando nella società usa e getta, forse è
vero che l'assenza del nemico della convivenza civile ci sta facendo
perdere il senso della nostra esistenza, forse è vero che senza un consumo
sfrenato non riusciamo a definire il nostro ego, in definitiva ci inventiamo
 qualcosa che desti la nostra curiosità od esorcizzi le nostre paure
 ataviche o ci stimoli a proseguire nell'assurdo cammino intrapreso.
 Chi sono questi squatters? chi è stato oltre il perimetro del proprio
 cortile sa dell'esistenza di lro dal lontano 1960 nelle principali
città europee e nordamericane. Erano sottoproletari o figli di borghesi di
basso medio reddito che volevano una libertà di vita non condizionata dal
reddito o dal lavoro. Occupavano edifici abbandonati o in corso di
realizzazione e li rendevano abitabili in forme di aggregazione spontanea ed
occasionale, nelle quali il sesso, la musica e le droghe leggere o allucinogene
facevano da elemneto di alterità. Inoltre con la guerra nel vietnam arrivò
anche l'eroina. A Londra negli anni '60 l'eroina era di stato e nessuno
gridava all'Armageddon incombente. Parigi New York Berlino persino Barcellona
 ospitavano questi gruppi di giovani che volevano affermare la loro
identità senza passare per le strade consuete del capitalismo trionfante.
 Ed ora rivedo i media italiani pieni di questo termine. Ma chi sono
questi squatters? Boh nessuno lo sa. Sono figli di emarginati o sono
borghesi ravveduti sulla via dell'Okkupiamo tutto e subito? Vogliono salari
per disoccupazione cronica o più soldi per avere accesso anche loro al
 consumo
 usa e getta? Non parlano con i media per a-comunicativi oppure perchè
 così le pagine si moltiplicano? E cosa centra l'anarchia, gli anarchici ai
tempi di Bava Beccaris sfilavano in doppiopetto e allora si che facevano
tremare le corti di Europa e d'oltre oCeano (McKinley ricorda qualcosa, ma
 purtroppo temo di no!)
 Cerchiamo di raccogliere dati (e i sociologhi escano dalle aule e
vadano a fare il loro mestiere) per capire se non altro che un altra
fantastica idea di promozione pubblicitaria per ottenre il benedetto posto al sole.
 Rocco Santoro
 Roma
 Postilla: ch è contro il sistema lo denuncia non per la morte
(tragico evento) di un compagno ma per l'omicidio sistematico di 50000 esseri
umani al giorno nelle periferie dell'impero del capitale. QUESTO E' IL
CRIMINE e PER QUESTO I GIORNALISTI SONO COMPLICE. Nessun giornale riporta
 in calcio questo numero ogni giorno. Per non dimenticare
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From: Armando <ipm0306@mbox.ipermedia.it>
Date: Sun, 5 Apr 1998 11:37:47 +0200
 Il fenomeno Squatter è la curva dello stadio trasportata in piazza
dalla
 stampa. Senza questa è certamente governabile.
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Subject: Non toccate il giornalista!
From: jbecker2@gwdg.de - Date: Sun, 05 Apr 1998 14:34:30 +0000
Cc: luca@mag.ig.erdw.ethz.ch
Priority: Urgent
 Ho la forte impressione che tutta questa storia, gli Squatters, il 
 suicidio di una persona in carcere ecc., sarebbe passata in sordina 
 cosi' come la legge sul finanziamento pubblico dei partiti italiani
 se non fosse stato per il pestaggio di un giornalista.
 E invece su ogni giornale c'e' un articolo sulla manifestazione di
 Torino e sugli Squatters con opinioni e commenti che spesso attingono
 abbondantemente dai peggiori luoghi comuni.
 Mi pare proprio che la veemenza con cui i professionisti della 
 informazione infieriscono contro gli Squatters sia pari alla rabbia
 di questi ultimi contro i giornalisti.
 Io invece vorrei capire perche' gli Squatters se la prendono proprio 
 con i giornalisti. Forse vedono nei giornalisti il braccio del potere
 "occulto" (occulto si fa per dire) dei media. 
 Li chiamano "servi del potere" e i giornalisti si offendono, ma io 
 non mi sento di dargli completamente torto se penso ai telegiornali 
 di Fede (che purtroppo non e' solo). 
 E questo non e' l'unico cattivo esempio. 
 Ci sono le notizie inesatte e/o incomplete, che spesso distorcono 
 i fatti, che sono tutti i giorni sotto gli occhi di chi ascolta con 
 attenzione.
 C'e' il giornalismo offensivo alla Chiambretti che non fa ridere e 
 non informa.
 C'e' un ordine professionale che dovrebbe tutelare la
professionalita' 
 (ma che paradossalmente non richiede un titolo di studio) che ha 
 assunto l'aspetto di una organizzazione patriarcale. 
 Forse quel "servi dei servi dei servi" che gridavano gli Squatters
 voleva dire servi dei caporedattori che sono servi dei direttori che
 sono servi degli azionisti (o meglio dell'azionista)?
 Naturalmente questo non guistifica la botte e le sassate, ma forse
 potrebbe essere preso come spunto per una riflessione da parte di chi
 "fa" l'informazione e anche di chi l'ascolta o la legge.
 Cordiali saluti.
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Subject: Meno filosofia e piu buonsenso
From: rossir@elledi.it
Date: Mon, 06 Apr 1998 21:20:55 +0000
 Invece di filosofeggiare tanto su che cosa siano gli squatters 
 prendiamoli per quello che sono: un branco di imbecilli da rendere 
 inoffensivi nel minor tempo possibile
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Subject: CREAZIONI DEI MEDIA
From: Daniele <deberli@mbox.vol.it>
Date: Mon, 6 Apr 1998 21:39:58 +0200
 Gli squatter non esistono,sono l'ennesima invenzione dei media 
 che di tanto in tanto hanno bisogno del mostro da sbattere in prima 
 pagina.
 Qualvche anno fa erano i naziskin,poi ci fu Pacciani,poi via 
 Poma...
 Tanto e'tutto uguale,l'importante e' creare fenomeni a 
 tavolino,incutere paura nella famosa "opinione pubblica" e possibilmente non 
 aiutare a capire.
 Come fu, appunto,per l'autonomia e le Br.
 Propongo la nascita di un movimento che si opponga a tutta 
 questa marmellata
 massmediatica che sta piano piano smorzando nei lettori ogni 
 senso critico e realistico delle cose.
 Eppoi,perche' stigmatizzare dei poveracci quando con la 
 massima nonchalance si saluta la proclamazione di miss Padania,come se quest'ultima 
 fosse gia' un dato di fatto?
 Tutto sommato aveva ragione Karl Popper.
     deberli@mbox.vol.it
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Subject: squatters
From: Francesco Carlucci <Carlucci@axcasp.caspur.it>
Date: Tue, 07 Apr 1998 13:38:03 -0700
Organization: Dip. Economia Pubblica
 bisogna integrarli ed omologarli tutti. Enzo Russo
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Subject: FORUM SQUATTERS
From: Antonio Paolo Russo <russo@few.eur.nl>
Date: Tue, 07 Apr 1998 09:13:26 +0200
 Gli autonomi hanno sempre rotto le palle politicamente (ci mettono
 tre-quattro anni di piu' a capire quello che altri capiscono
 istantaneamente), ma almeno nei centri sociali si fa cultura, si crea
 musica, si parla di problemi concreti e i ragazzi evitano di andare
in disco o a buttare sassi dai ponti. Quando si riesce a dialogare con i
soggetti sociali dela citta', sono una forza dirompente e importantissima.
Quando il movimento si de-politicizza e diventa ostile ai cittadini, come
succede a torino, non ha scusanti. Percio io sono per la fermezza totale: non
si puo' masscherare politicamente la violenza. ogni paragone con il 77 non e'
 autorizzato, quella era violenza come mezzo della politica, qui e'
politica come mezzo per la violenza; come i dittatori sudamericani.
 paolo, venezia
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From: freyberger/bellingeri <MLFBLIN@worldnet.att.net>
Date: Mon, 6 Apr 1998 23:12:21 -0400
Reply-To: <MLFBLIN@worldnet.att.net>
 Grazie ad un Italia imbevuta fino all`ebbrezza di stupida politica ,
 nascono questi aborti decomposti chiamati centri sociali che di
sociale nulla hanno a che fare , grazie ai buffoni italici nostalgici si
creano aree di disperati bisognosi ti tutto specialmente di lavoro, ancora
una volta grazie ai fanatici della vecchia politica del falso sociale e
dello scarica barile , spacchiamo tutto tanto paghera` chi non ne ha colpa
come al solito nel bel baese dei balocchi, lo stato come ``Padre Eterno``.
 Provo disgusto per questa cultura da bassa macellazione , fanno benissimo
 tutti quelli che ricevono insulti morali e fisici da queste bande di
idioti a ribellarsi con la forza del libero cittadino ,in una libera
societa` , libera dagli sfascisti chiamati squatter ,se commettono crimini sono
 criminali ,quindi il loro alloggio dovrebbe essere il carcere!
 Distinti Saluti, Giovanni
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Subject: risposta a Bruno Trematore
From: Francesco Di Lallo <dilalfra@mondrian.sgol.it>
Date: Tue, 07 Apr 1998 05:07:02 +0200
Reply-To: dilalfra@mondrian.sgol.it
 Caro Bruno Trematore, 
 ho letto la sua lunga lettera di risposta al forum di Repubblica
sugli squatters. Mi ha ricordato la vecchissima battuta del signore che
aveva imboccato l'autostrada contromano e si meravigliava della
concitazione dello speaker, che dalla radio, continuava ad avvertire gli
 automobilisti della presenza in strada di uno di loro che procedeva
 contromano. "Qui ce ne son decine!", concluse infine stizzito,
spegnendo la radio. 
 La saluto - fdilallo
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Subject: Dalla parte degli squatters
From: Bruno Trematore <bruno.trematore@usa.net>
Date: Mon, 06 Apr 1998 16:47:04 +0200
 La mia informazione sugli avvenimenti degli ultimi giorni non è
completa, lo ammetto, tuttavia mi sento di poter esprimere un'opinione e di
poter spezzare una lancia a favore degli squatters.
 Il motivo per cui ritengo "significativa" la mia opinione è molto
semplice: in passato sono stato uno di loro, forse in modo molto marginale,
forse per breve tempo, ma ho fatto quel che ho potuto. Ho amato l'idea di
Anarchia, la musica che viene definita rumorosa, ho amato le lotte per gli
ideali... e non mi sentivo un "fenomeno sociale", qualcosa di cui dover
discutere, avevo ed ho ancora voglia di un mondo migliore.
 Vivo in una piccola città... all'età di 17 anni iniziai a suonare la
 chitarra in un gruppo punk. Un giornalista imbecille di questa
piccola città ci definì come ragazzi provenienti da situazioni marginali...
quando lessi l'articolo scoppiai dal ridere, non ho picchiato quel
giornalista, ma forse lo meritava. Per la cronaca: mio padre non è alcolizzato, mia
madre non batte. Quel giornalista non conosceva nemmeno il mio nome, ma
 sapeva che provenivo da una situazione marginale. Un mio caro amico studia
 giornalismo, ma non mi ha mai parlato di esami di telepatia nel suo
piano di studi.
 A 18 anni (era il 1990) sono andato in Calabria, ad Isola di Capo
Rizzuto, per protestare contro la costruzione di una base militare della NATO.
Per poco non ho preso le botte dalla polizia... la miccia che ha
appiccato la violenza, e lo so bene perché è successo tutto a 5 metri da me, è
stato un ragazzo che ha dipinto una falce e martello con lo spray sulla
lamiera di un cantiere. Badate bene, non su di un muro, sulla lamiera di un
cantiere, un pezzo di ferro da buttare. Pensate davvero che quel ragazzo
meritasse una manganellata?
 Chissà, ci dicono che viviamo in una società democratica, ma sembra
che la democrazia sia limitata alle persone che non la pensano troppo
 differentemente dalle persone comuni. Tutto gli altri sono sbandati,
 deviati, gente che non ha niente di meglio da fare.
 In ogni caso tutto viene liquidato come opera di persone che non
hanno nulla in cui credere e bla bla bla bla, vai con i Talk Show, vai con
il Lotto alle Otto, vai con Carra'mba Che Sorpresa!
 Scusate tanto, ma chi è che non ha nulla in cui credere? Se riuscite
a spiegarmi quali sono le cose in cui CREDE un militante di Forza
Italia o il pubblico televisivo di Raffaella Carrà... Io non credo in una
macchina migliore su cui viaggiare, non credo nelle vincite alla lotteria, non
credo ad una carta igienica più soffice, non credo ai treni ad alta
velocità, non credo alle scarpe Nike, non credo al campionato di calcio, non credo
al mondiale di Formula 1...
 Ma tutta questa non è altro che una parafrasi di Bourroughs, quindi
la faccio finita...
 A 20 anni, mentre distribuivo volantini contro le pellicce vengo
minacciato da un commerciante. Prima un suo scagnozzo mi chiede di fare due
 chiacchere in disparte, poi arriva il boss (non solo nel senso di capo) in
persona a dirmi che avrebbe volentieri sfracellato il mio cervello sul
marciapiede.
 Sotto gli occhi (e le orecchie) di due poliziotti. Questi non hanno
avuto neanche la bontà di chiedere al commerciante di calmarsi, niente.
 Giustamente, lui produce ricchezza, io cerco di impedirglielo, quindi
lui ha ragione ed io torto.
 A 21 anni, dopo un volantinaggio contro il servizio militare rischio
di essere picchiato dai fascisti. Eppure nel volantino non si parlava di
 fascismo, non si parlava di Mussolini o Hitler, niente di niente. Era
solo un volantino contro il servizio militare. 
 Lo so che la lettera è lunga, ma le cose da dire sono tante... vi
riporto quello che mi è successo la settimana scorsa: trovo un catalogo di
film su internet, tra i vari film ce n'è uno porno, ambientato in un campo di
 concentramento nazista trasformato in bordello. Prendo tastiera e
modem e scrivo al vicepresidente della ditta per protestare contro una scelta
che secondo me tocca il fondo del cattivo gusto. Lo ammetto, ci sono
andato pesante, ma per risposta ricevo solo l'elenco delle leggi che quel
film non vìola, ed il fatto che vendere film non significa condividere le idee
del produttore o del regista. Ah dimenticavo, ricevo pure due righe in
cui il vicepresidente dice che nella vita reale (?) un comportamento come il
mio porterebbe dritto alle mani. Poi sarei io ad essere violento?
 Chissà, forse speravo in una risposta del tipo: "Sig. Trematore, lei
ha ragione, elimineremo quel film dal catalogo perché fa schifo, è per
malati, non merita di vendere una copia che è una!" Sono un illuso, un altro
 tentativo è fallito.
 Ed era un tentativo piccolissimo, poco più di uno sputo nell'oceano.
Se ora vi dicessi quale compagnia distribuisce il film probabilmente mi
beccherei una denucia per diffamazione. Se cercassi di mettere fuori uso il
loro sito internet andrei in galera... così come ci va chi mette fuori uso i
siti con immagini porno di bambini. Allora sto fermo, subisco. Posso parlarne
con gli amici, ma in fondo non serve a niente. La legge è dalla parte
loro, cambiarla non servirebbe a niente, proibire in fondo porta ad eccessi
 peggiori che non il consentire. E la censura è il peggiore dei
rimedi. Sono cosciente del fatto che esistano problemi molto più gravi di questo,
ma se è impossibile anche fare qualcosa di così insignificante, immagino e
 conosco la frustrazione di chi ha obiettivi molto più "elevati".
 La libertà di parola è riservata a chi non ha un pensiero eterodosso
o a chi ha i soldi per esprimersi. Certo le lettere si possono
pubblicare, ma l'ultima parola spetta sempre al giornalista. Questa è la prassi.
 L'unica cosa su cui mi sono trovato d'accordo è parte dell'articolo
di Galimberti uscito su la Repubblica il 6/4... non c'è nessuno che
possa darmi quello che voglio: quello che voglio richiede che il mondo
cambi, persona per persona. Visto che questo non è mai accaduto negli ultimi
 4000 anni, non vedo perché dovrebbe accadere ora.
 Siete lì minuziosamente alla ricerca di quali siano le cose sbagliate
negli squatters, dal mio punto di vista è il resto della società ad essere
 sbagliata. Ma come potete capire il mio punto di vista è molto
soggettivo. Ed alla fine cosa rimane? Rimane che sono un fenomeno da baraccone,
un disagiato. Se cerco di comunicare non faccio altro che peggiorare la
mia situazione.
 Ogni volta che ci provo devo abbassare il tiro. Finirà che la mia più
 grande soddisfazione sarà quella di avere le uova in ordine nel
 frigorifero. Un po' poco, non vi pare? Penso di aver citato più di un
caso in cui se fossi ricorso alla violenza, questa sarebbe stata legittima
 difesa e non altro. Non l'ho fatto, ma il prezzo non è stato un mondo
più civile, ma la rinuncia a perseguire un obiettivo. Qual è il limite
oltre il quale una persona scoppia? Fino a che punto posso tollerare di
 rimanermene quatto quatto nella mia casa a commentare il telegiornale?
 Potrei finire di sperare e di combattere (in senso figurato),
accontentarmi di una cultura mediocre, di una società mediocre, di un posto
mediocre, di una musica mediocre. Ma solo in questo caso mi riterrei un disagiato,
non in un altro. Ho cercato di cambiare qualcosa, ogni volta che ci ho
provato sono stato preso a calci in modo più o meno figurato. Perché dovrei
 cercare di comunicare? Me lo spiegate?
 P.S. Non cercate spiegazioni in questa lettera: è solo uno sfogo
scritto in 15 minuti.
 B R U N O T R E M A T O R E
 "I ran into the Devil, babe
 He loaned me twenty bills"
 http://www.interferenza.com/bruno
 ICQ: 4238036
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From: kapala@etabeta.it
Date: Mon, 06 Apr 1998 15:43:32 +0200
 Leonardo,
 non condivido la Sua idea sui giovani che frequentano i Centri
Sociali.
 Forse per Lei, sarebbe una bella esperienza farsi invitare a cena in
un Centro Sociale. Mi permetto di consigliarle il "Barocchio" di Torino.
 Personalmente ho partecipato al corteo di Sabato, e devo dirlo ho
avuto paura. Ma posso anche affermare che le auto non sono state toccate e
 così le vetrine( a parte una minuscola insegna di Marvin; credo per il
fatto che ci siano dei legami con forze neo-fasciste da parte del titolare).
Qualche cretino ha poi buttato una bomba carta e qualche razzo, ma
sicuramente era meno pericoloso che essere allo stadio e soprattutto non era
condiviso da tutti gli altri. Poi le uova colorate contro Le Nuove e i sassolini
contro le finestre del nuovo Palazzo di Giustizia. Tutto qui. E allora
perchè i torinesi avevano così paura? Perchè tanta rabbia contro i
giornalisti?
 Questo mi preoccupa, non i ragazzi dei Centri Sociali.
 Facciamo solo in modo che il disagio dei margimali non cresca e debba
 esprimersi con forme di lotta violente.
 Ma soprattutto guardandoci allo specchio osserviamoci bene perchè
 magari
 qualcuo di noi potrebbe scorgere un cadavere o un maiale o
 semplicemente un volto che soffre, invecchia e che morirà presto. Allora forse quei
 valori a cui ci richiamano i movimenti giovanili potremmo scoprirli o
 riscoprirli se non ci sono mai stati.
 Georges Dubois Monchanin 
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Subject: 40,7%...?
From: Daniele Ferrato <d.ferrato@saritel.it>
Date: Mon, 06 Apr 1998 15:43:28 -0700
Organization: DPS PV in Sede di Milano (1987 establish.)
 Mi sembra di aver letto che a Torino ,nei quartieri decentrati, sia
il 41% il tasso di disoccupazione giovanile.
 Inoltre risulta assai cospicuo il patrimonio immobiliare abbandonato,
 VUOTO.
 Se sono veri tali dati possiamo capire il "perchè avvengano tali
 occupazioni di vuoti".Uso tale termine, perchè leggendo lo Squatters
 Handbook consigliato da repubblica.it al sito
 http://www-personal.usyd.edu.au/~sfrser/cat/housing/book.htm
 si evince che lo "scopo" squatter è di "riempire gli spazi vuoti..."
 Un muro grigio-vuoto deve essere riempito-colorato...con "TAG" o
 "immagini anarco-pittoriche".
 Linee telefoniche-dati-virtualmente vuote devono essere riempite con
 "Urla disperate".
 Capendo questa esigenza il DIALOGO deve essere ripristinato sulla
base di aspetti culturali comuni: i cristiani sanno che il dialogo avviene
su il destino dell'essere umano, sul benessere spirituale, ect.
 Mi sembra che i giovani torinesi, che anche qui occupano gli spazi
vuoti (non solo fisici )di una città post-industriale, esprimono
soprattutto fragilità: quasi che sia la materializzazione di uno stato di
angoscia di chi non percepisce la speranza del futuro, in quanto esiste solo
il presente.
 Allora diciamo loro la "LIETA NOVELLA" sul destino
 dell'uomo...Comprensione & pace, ma soprattutto parliamo in termini
di amore.
 Se poi arrivasse anche la piena occupazione:meglio x tutti!
 Ecco perchè chi vive sull'informazione non sono i più adatti a
 dialogare, poichè rappresentano cio' che gli squatters aborriscono:
"le guide allo Zoo"...
 Infine si ascolti anche tali giovani: si udrà una "modalità
espressiva" diversa.
 In fondo negli anni 50 anche i giovani beat americani
 (Keruak,Ginsberg,ect) erano diversi...
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Subject: cacasotto & torquemada
From: Lorenzo Matteoli <matteoli@iinet.net.au>
Date: Mon, 06 Apr 1998 20:21:45 +0800
Organization: Private
Reply-To: matteoli@iinet.net.au
 Prima pomposo cacasotto del sinistrismo di maniera e poi...torquemada
 feroce.
 Castellani fatti consigliare meglio e cerca una linea decente. Quando
 l'hai trovata, mantienila.
 Comunque il PdS ti ha gia' scaricato: saranno gentili con te ancora
un po' di tempo.
 Cordialita', Lorenzo Matteoli
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Subject: Violenza e dialogo
From: Edoardo Volpi Kellermann <evolpi@datanord.it>
Date: Mon, 06 Apr 1998 13:32:27 +0200
Organization: Virtual Publishing
Reply-To: evolpi@datanord.it
 Con chi manifesta e provoca si puo' dialogare.
 Con chi rompe e picchia no.
 Il principio è semplice...
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Subject: Parere sugli squatter
From: Valerio Simeone <simeone@irc.na.cnr.it>
Date: Mon, 06 Apr 1998 11:58:13 +0100
Sender: simeone@alpha2.irc.na.cnr.it
 Il dialogo RAZIONALE, sopra ogni cosa!
 Con TUTTI! 
 Solo di fronte ad un rifiuto (di dialogo!) categorico e immotivato,
 si parli di ripristino della legalita', in maniera cruda.
 La legalita' non e' un optional!
 Ma tutti (serial-killer esclusi!) hanno almeno una parte di ragione!
 V.S., IRC, CNR (Na)
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Subject: Se picchiano i giornalisti...
From: u.rossi@censis.it (Umberto Rossi)
Date: Mon, 06 Apr 1998 11:33:45 +0200
 ...è forse perché è il modo più rapido per finire in prima pagina.
 Io però mi chiedo: ma in tutto questo tempo, prima che ci fossero il
 morto in carcere e i giornalisti bastonati, la stampa (e le TV) che
cosa facevano? Ci asfissiavano con le corna che Clinton mette(rebbe) alla
 moglie e col matrimonio della Pivetti, coll'ultimo disco di Lucio
Dalla (che è sempre evento di tale importanza cosmica da dover essere
 segnalato da un servizio apposito dei telegiornali in prima serata) e
 con le leggende metropolitane su Lady Diana e le prostitute
 sieropositive sterminatrici.
 Se in questo tempo ci avessero spiegato chi sono questi squatter, che
 fanno, che vogliono, che cercano, noi ci saremmo fatta un'idea meno
 sensazionale degli avvenimenti, e quelli magari avrebbero avuto meno
 voglia di dare legnate. Ma il caso degli squatter è uno solo in un
mare di "peccati di omissione" che il nostro sistema di informazione
compie giorno dopo giorno. Se ne potrebbero fare infiniti esempi, e il fatto
 che tutto ciò avvenga proprio a Torino, capitale dell'Impero Agnelli,
mi sembra tutto sommato di una somma perfezione.
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Da:     	Net Diver[SMTP:netdriver@ecn.org]
Inviato: 	giovedì 9 aprile 1998 20.01
A:      	ecn-news@ecn.org
Oggetto: 	Forum Squatter (5/5) (Rep)
To: forum.squatter@repubblica.it
Subject: squatter
From: Fabio Bergamini <Fabio.Bergamini@mail.nauta.it>
Date: Thu, 09 Apr 1998 11:42:19 +0200
 Pensando agli squatter ho pensato che essi si possono considerare
 tranquillamente figli delle rivoluzioni contadine del Medioevo
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Subject: Liberi tutti
From: Massimiliano Rizzo <masrizz@tin.it>
Date: Wed, 8 Apr 1998 21:35:51 +0200
Reply-To: <masrizz@tin.it>
 Amici e nemici di Repubblica
 io non sono uno Squatter ma devo dire che, anche se non condivido
tutto ciò  che è avvenuto, alla manifestazione di sabato ho partecipato.
 Ho partecipato per due motivi fondamentalmente :
 il primo è che sono un utente dei centri sociali e delle case
okkupate e che pertanto non basta, secondo me, soltanto entrare in questi quando
c'è un concerto di un gruppo che ci piace o perchè consumiamo una birra
più a  buon mercato, ma bisogna anche condividere le gioie e i dolori;
andare alla manifestazione per Edo e compagni è stato prendere parte, essere
vicino alle persone, e sottolineo persone, che in questi giorni soffrono per
la libertà di altri esseri umani;
 la seconda motivazione è dettata dal fatto che, siamo tutti buoni ad
 indignarci se arriva un avviso di garanzia a qualche potente, se
questo viene messo in gattabuia o se i media (compreso questo giornale) ci
 dicono  e parlano di ingiustizie ai danni guardacaso di imprenditori,
politici, e altre categorie, mentre non riusciamo a indignarci se viene
incarcerato un qualcuno preso a caso da un gruppo di persone che sicuramente non
 hanno  abbastanza quattrini per difendersi, finendo poi in carcere
fino a quando un magistrato volenteroso deciderà di sentirlo (tutto questo
probabilmente dopo qualche giorno di isolamento).
 Quello che i media non riescono a capire e, forse neanche la gente di
 Torino che, al passaggio dei manifestanti, ha chiuso salacinesche, è
che non si può privare un qualunque essere umano (sia che si tratti di
Sole, Edo o altri) della sua libertà se non si ha la certezza vera, seria,
 inequivocabile, che questo rappresenti un pericolo per gli altri. Se
anche se si ha un semplice dubbio allora è meglio aspettare altre prove,
altre circostanze che chiariscano la posizione di questo; non si può
chiudere i cancelli ad una persona, disponendo arrogantemente della vita altrui,
 privandola come è successo a Torino in questi giorni.
 La libertà di una persona va difesa, e per questo vale la pena di
prendere parte ad una manifestazione come quella di Torino.
 Per quanto riguarda gli squatter in generale, i giornali, senza
peraltro conoscere il mondo dove si muovono questi, hanno sparato a zero
 creando un  bel clima di paura, forse anche di terrore in una città
tanto riservata come quella di Torino; oltretutto hanno anche tirato fuori argomenti
di carattere sociologico come il disagio sociale senza capire che i veri
 disagiati sono loro ai quali da fastidio e si chiedono : ma questi
fanno cultura, spettacolo, informazione, senza chiedere il permesso a
nessuno ! Possibile e allora noi chi siamo che dipendiamo da padroni che ci
dicono ogni giorno cosa scrivere, cosa fare, quale miglior film consigliare
alla gente (probabilmente a secondo degli incassi che ha fatto), ecc. ecc:
 Beh il variegato mondo degli squatter, al di là della violenza che
non condivido ma capisco, è meglio del nostro, del vostro.
 Ciao a tutti
 P.S. : Liberti Tutti
 Massimiliano
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From: daniele <sparviero@fol.it>
Date: Wed, 08 Apr 98 20:19:40 PDT
Priority: Normal
Read-Receipt-To: "daniele" <sparviero@fol.it>
 tra televisione, che per circa il 90% degli italiani rappresenta il
solo strumento comunicativo con l'esterno visto che si legge pochi libri e
si va poco al cinema: fin quando non verrà radicalmente cambiato il modo di
fare televisione non si riuscirà a mutare la realtà sociale di questo
Paese; se a milioni di persone viene offerto continuamente programmi come
Carramba, Stranamore, La luna nera, Bonolis Il lotto in diretta, se i Tg
parlano solo di Borsa, Gratta e vinci, famiglia reale inglese, sfilate di moda e sil
limitano a riportare le acute battutine dei niostri politici, dal futuro non
potremmo aspettarci nulla di buono, e chi non si adegua o fa una scelta
estrema come quella degli squatter oppure attua un sistema di resistenza umana,
 selezionando molto le persone da frequentare così come i giornali da
 leggere i film da vedere ed i programmi tv (mai niente di guardabile
prima delle 22,30).
 Spero che repubblica si attivi per fornire un'ancora di salvataggio,
perchè ultimamente la trovo un pò appiattita sullo stile cerchiobottitico
 sparvero@fol.it
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Subject: A chi e' deluso di Repubblica
From: Edoardo Volpi Kellermann <evolpi@datanord.it>
Date: Wed, 08 Apr 1998 16:59:03 +0200
Organization: Virtual Publishing
Reply-To: evolpi@datanord.it
 Il giornalista "se l'era andata a cercare".
 I "ragazzi" erano un po" "nervosi".
 Secondo questa logica, se i cittadini di Torino "innervositi" dal
 miliardo e passa di danni riempissero di botte tutti i ragazzi dei
 centri sociali e gli sfasciassero i locali, sarebbe giusto?
 Secondo me no, e' una logica che porta ai morti ammazzati.
 La mia non vuole essere una provocazione (poi chi si sentira'
provocato, faccia pure) ma un invito alla riflessione.
 Certe forme di protesta sono semplicemente imbecilli.
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Subject: DOMANDA
From: Franco Roncaglione <froncaglione@baan.nl>
Date: Wed, 8 Apr 1998 14:58:17 +0200 
Return-Receipt-To: Franco Roncaglione <froncaglione@baan.nl>
 Sono di Torino ma abito ad Amsterdam.
 Ho potuto seguire le vicende della mia citta' solo attraverso i
media.
 Non capisco molto bene questo democraticismo predicato dagli
squatters, in base al quale si hannno solamente dei diritti e nessun dovere.
 Forse e' tutta una questione di scelte: io rispetto le loro idee ma
 sarebbe bene che imparassero ad accettare anche il modo di vivere
degli altri. 
 DOMANDA: Con lo stessa tranquillita' con la quale vengono imbrattati
i muri di Via Po, si lanciano uova ripiene di vernice contro il Duomo o
si prende a calci in culo un giornalista allora quelli che vengono
definiti i "borghesi" i "benpensanti" ed i"servi dei padroni" potrebbero
sentirsi autorizzati a distruggere o ad incendiare un centro sociale ? Io
credo di no, ma mi sembra che le basi per un dialogo non ci siano proprio.
 Grazie di questo spazio, Franco
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Subject: Riflessione
From: Ing. Franco Di Nardo <fdinardo@ipsnet.it>
Date: Wed, 08 Apr 1998 15:07:12 +0200
 Io , non in questa occasione non mi sono trovato in mezzo alla folla
 impazzita, però ho vissuto in Algeria nel 93, quando sono poi stato
 costretto a scappare per salvare la pelle, a situazioni dello stesso
 tipo vissute oggi dai ragazzi dei centri sociali (bersaglio di pietre
e violenze varie). Il lavoro che manca, le promesse mai mantenute,
niente soldi, o i pochi usati per i cosiddetti viaggi questi sono i problemi
 gridati perchè nessuno ascolta. Ho 62 anni ma conosco bene il mondo
 attraverso mio figlio con le sue rabbie che io cerco sempre di
calmare e sopire ma con fatica estrema perchè non sono un mago. Famiglie datevi
 da fare! Politici trovate le soluzioni al lavoro.
 Franco
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   Subject: squatters o teppistelli?
   From: Marchiori Andrea <andrea.marchiori@usa.net>
   Date: Wed, 08 Apr 1998 08:38:07
A casa mia chi gira col volto bendato è un vigliacco, 
chi ne approfitta per compiere atti vandalici ed imbrattare la città è
un teppista...
Quindi questi ragazzi pensino ciò che vogliono, facciano quello che
credono...ma non cerchino scusanti alla loro stupida violenza.
In quanto al ragazzo che si è suicidato... beh ha sbagliato.
La vita vale la pena di essere vissuta, soprattutto a vent'anni...
soprattutto se si hanno degli ideali... 
...ma in cosa credono questi ragazzi???
e comunque...se vogliamo usare l' inglese, dobbiamo chiamarli
squatters, non squatter!
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Subject: Imparare dalle malattie
From: Samuele Marabotto <mille895@ipsnet.it>
Date: Tue, 7 Apr 1998 23:31:17 +0200
 Il problema di chi si esclude dalla società è un problema della 
 società. 
 Gli squatter vanno  "educati", come tutti quelli che vivono la loro tremenda
 rabbia  distruggendo (se stessi, gli altri o le cose). size=2> 
 Ma come, come trovare un  dialogo? 
 Il dialogo viene dalla comprensione profonda del loro perché e dalla vera
 intenzione di  ri-comprendere nel tessuto sociale gli squatters che se ne
 vogliono  togliere. 
 Come sempre, se in un sistema  c'è qualcuno che manifesta una "malattia", denuncia l'intero
 sistema. 
 Ma la "malattia"  non va nascosta, neutralizzata, no: va guarita. size=2> 
 Infatti size=2>è per tutti quanti una grande 
 possibilità di migliorare, di crescere comprendendo e
 prendendo dentro di  sé, dentro la città, il grido di una parte di lei che pur di 
 essere ascoltata distrugge.
 Proprio come un tumore  distrugge l'uomo che non riesce a comprendere alcune parti
 della sua vita - ma  adesso molti ci stanno riuscendo, guarendo con varie
 tecniche il male del secolo  -, così gli squatters distruggono la città. size=2> 
 Se noi che l'amiamo la  vogliamo migliore, potremmo cercare il dialogo con gli
 squatters, imparare da  loro, chissà, un nuovo punto di vista, un modo diverso di
 superare i  conflitti? 
  I ragazzi torinesi soffrono,  i ragazzi italiani, 5000, vengono per dargli voce... Sì, non
 hanno ancora  imparato a comunicare e distruggono. Ma noi che ci vantiamo di essere adulti, proviamo a 
 trovare una risposta nuova, creativa, pacifica.
  La virulenza degli squatters è per noi un allarme e insieme una splendida occasione per
 imparare qualcosa di  inedito. Tutta la città è coinvolta, come tutto l'organismo 
 sarebbe coinvolto da un mal di pancia. Se guariamo ora sapremmo guarire senza 
 fatica in seguito, prerché saremo resi più forti dall'esperienza, 
 avremo sviluppato i giusti "anticorpi" per non venire più 
 attaccati. Avremo dei luoghi in cui accogliere chi non si
 identifica nella  "società" e in cui rispettare (ma anche venire rispettati) i 
 ragazzi che non hanno imparato a convogliare la loro rabbia. E avremo un 
 linguaggio semplice e veritiero per parlare con loro. E loro saranno educati da 
 questo linguaggio e dal nostro esempio di rispetto.
  Essere una città modello anche per le altre: ce la può fare la città che ospita il Sacro 
 lino? 
 Marta Palitto
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Subject: Sottoscrivo la tesi di Azzurra 7
From: Mr Marco Vecoli <marco@earthsciences.uq.edu.au>
Date: Wed, 8 Apr 1998 13:13:24 +1000
 Come faceva PolPoT???
 Saluti
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Subject: risposta a risposta azzura7
From: Colette Tironneau <tiro.col@iol.it>
Date: Wed, 08 Apr 1998 07:24:09 +0200
 Caro Rusconi,
 Non vorrei neanche essere nei panni di Edoardo che non ha saputo
 affrontare un piccolo incidente di percorso.
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Subject: riflessione
From: Colette Tironneau <tiro.col@iol.it>
Date: Wed, 08 Apr 1998 08:15:39 +0200
 Volevo approfondire il mio commento precedente. Prima di tutto, dire
tutta la mia compassione per questo giovane che si è suicidato, perche il
 suicidio è sempre un fatto molto drammatico, e che ci accusa tutti.
Perché questo giovane si è suicidato? Quali erano i suoi problemi? Chi é
 responsabile? Perché non ha trovato la forza di resistere ad una
situazione che molti hanno dovuto fronteggiare che sia in tempo di guerra o di
pace?
 Ha avuto in questi momenti difficili il sostegno dei suoi amici,
della sua ideologia?
 Sopratutto mi sembra che non doveva avere niente in comune con chi
 sfrutta questo triste avvenimento per sfogare la propria violenza. 
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Subject: Risposta ad azzurra7
From: S Rusconi, R399 <sr7423@bristol.ac.uk>
Date: Tue, 7 Apr 1998 18:15:14 +0100 (BST)
Cc: sr7423@bristol.ac.uk
Priority: NORMAL
Sender: sr7423@bristol.ac.uk
 Mio caro onesto lavoratore, ti vorrei solo far presente che Edoardo 
 Massari, prima di finire in galera la prima volta, era un lavoratore 
 anch'egli. Faceva il ciclista ad Ivrea (il mio ciclista tra 
 l'altro...). Avendolo conosciuto personalmente ti posso assicurare
che  era l'ultima persona a meritarsi una fine del genere. Io non sono 
 anarchico e non condivido molte delle cose che fanno. Ma sicuramente 
 piuttosto di diventare un "onesto lavoratore" ( evidentemente
frustrato  visto che ci tiene tanto a sottolinearlo!)come te, preferirei, senza 
 alcun dubbio, diventare come loro!
 Quindi in conclusione penso che il tuo sia l'intervento piu` stupido
e  inutile che qualcuno potesse fare. L'unica utilita`, forse, sta nel 
 fatto che in questo modo si ha una diretta testimonianza del livello
di  alienazione a cui un "onesto" lavoro puo` portare in questa schifo di
 societa` che forse qualcuno, tuttosommato, vorrebbe cambiare! 
 Cerca di ragionare prima di parlare!!!!
 Simo
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 S Rusconi, R399
 sr7423@bristol.ac.uk
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Subject: Sono francamente deluso da "La Repubblica"
From: Paolo Lo Re <Paolo.LoRe@na.infn.it>
Date: Tue, 07 Apr 1998 18:59:48 +0200
Organization: I.N.F.N. Sez. Napoli
Sender: Paolo.Lore@na.infn.it
 Un ragazzo non omologato, uno dei tanti, muore in carcere
 vittima della violenza della nostra cara societa' "giusta" e
 "democratica"; tutto cio' avviene mentre il Ministro dell'Interno e'
 un esponente del PDS (ma che significa - o ha mai significato -
quella  "S": e quando la toglieranno dal loro nome?). Il Governo naturalmente
e'  sostenuto dal voto decisivo di un partito che nel suo nome include 
 niente meno che la parola "Comunista": mamma mia che scialo di
paroloni!
 Ai funerali i suoi amici sono un po' nervosi, e se la prendono con
chi - per mestiere - avrebbe anche potuto (o forse: "dovuto"?) far sapere
in  giro chi sono loro, e cosa dicono, e cosa fanno, e perche' lo fanno, 
 invece di criminalizzarli e dare per scontata la loro colpevolezza
anche  per cose come gli attentati ai treni, per i quali non e' poi cosi' 
 sicuro chi sia il colpevole.
 A questo punto, per un gruppo di ragazzi dei Centri Sociali 
 Autogestiti che aggredisce un giornalista che se l'era abbastanza 
 cercata, La Repubblica apre un "caso", ci dedica la prima pagina, e
poi  le pagine 2 e 3 per due giorni di seguito, apre anche questo forum, e
 tutto condito di confronti col '77, con l'Autonomia, con questo
timore del "ritorno della violenza nelle strade".
 Sono francamente nauseato da molte delle risposte che avete avuto
 (dato il tono dei vostri discorsi sui c.s.a., pero', e' abbastanza
ovvio che questo sia ormai il livello del pubblico che vi segue e si 
 riconosce in voi...), ma soprattutto sono MOLTO deluso da questo
 giornale che sta diventando sempre piu' omologato e illeggibile. 
 Credo che smettero' di comprarlo.
 Con cari saluti ad alcuni (pochi) di quelli che vi hanno scritto
 prima di me (ad es.: Bruno Trematore).
 Paolo
 ==============================================================
 Paolo Lo Re | E-mail Paolo.LoRe@NA.INFN.IT 
 Systems & LAN Manager, | 
 Ist. Naz. di Fisica Nucleare | Voce +39-81-7253-448
 Sezione di Napoli | +39-81-676172<---NEW!!
 Complesso Universitario di | Fax +39-81-2394508 
 Monte S. Angelo, Via Cintia | +39-81-676358<---NEW!!
 80126 NAPOLI - ITALY | +39-81-676346<---NEW!!
 |
 "He who does not care to think is a stupid 
 he who does not want to think is a fanatic
 he who does not dare to think is a coward"
 Francis Bacon
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Subject: (no subject)
From: Federico Barli <Federico.Barli@univ-brest.fr>
Date: Tue, 07 Apr 1998 14:28:11 +0200
Organization: Universite de Bretagne Occidentale
Sender: Federico.Barli@univ-brest.fr
 non mi sono mai posto il problema degli squatter, sono giovane ,di
 sinistra frequento di tanto in tanto i centri sociali(buona musica e
 buoni i prezzi) ma giuro che quando su internet ho letto degli
squatter non capivo chi erano cosa volessero> Riconosco la mia ignoranza,puo'
 essere che questi giovani esprimano un malessere collettivo ,ma se
cosi' e' perche' sono minoranza di una minoranza e nei quartieri popolari
 ,dove molto spesso il punto di agregazione e' il bar o la parocchia,
non sono neanche considerati?
 Spero dunque che non si voglia generalizzare e considerare questi
 ragazzi solo perche' sono piu' violenti o urlano piu' forte come
 l'indice del malessere giovanile>
 Questi sono dei violenti , portatori di una cultura che vuole
rimanere sempre minoritaria e alternativa e in quanto tale vanno considerati,
 Sono al pari degli ultras violenti e di altri gruppuscoli pericolosi
per la loro voglia di distruggere,e quindi spero che nessuno, scenda a
pati con loro  Sara pure rettorica ma mi riviene in mente la considerazione di
Pasolini su valle Giulia ...chiediamoci veramente quali sono gli interessi
delle classi e quali sono le classi piu' basse
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Subject: Commento "Squatter" 
From: Giava <giava@planet.it>
Date: Mon, 6 Apr 1998 19:17:52 +0100
 Non ho letto il parere degli altri .. perchè mi sono fatto
condizionare il mio dai giornali e francamente mi basta.
 Credo che sia assurda la violenza e non c'è bisogno di commenti ma
solo di giudici.
 e di giustizia. Tutti hanno diritto di parlare e questo è l'unico
vero valore ideale che è rimasto da difendere a questa società.
 E per il quale sto accettando di fare il mio commento "Squatter".
 Per sillogismo - "gli squatter sono il prodotto violento di tutto
questo"
 SQUATTER è un equazione complessa (solo pochi accenni e solo alla
 politica perchè è troppo facile !) di
 + il perchè esiste la FIAT a Torino e perchè Agnelli è senatore del
 Parlamento - il perchè esiste Berlusconi e perche Berlusconi e parlamentare al
 Parlamento e non a San Vittore / il perchè si parla di squatter invece di dedicare 20 pagine
INFORMATIVE VERAMENTE e magari anche GRATUITE alla Bocassini e al decreto NAPOLITANO
 * tutto il video di Grillo - assoluzione di Previti
 / rapporto tra Spese della Bicamerale e Guadagno Reale di un
Cittadino del Regno
 Per verità, non credo che questa società possa risolvere niente: 
 La riflessione che a partire da una società NON CRISTIANA (quale
quella cui stiamo andando) ma PIU religiosa di questa forse può portare nel giro
di 3 - 4 generazioni alla costituzione di un nuovo nucleo.
 Ci sarebbero meno SQUATTER in giro e qualche SQUATTRINATO in
 più.
 Meditate gente.
 Guido Racinelli. 
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