La Repubblica - 09.04.98
Forum Squatter
Subject: Occupanti From: CesKo'98 ceslc@tin.it - Date: Sat, 04 Apr 1998 14:58:08 +0200 Primo non sopporto la definizione SQUATTER perchè sembra, utilizzando il termine inglese, si stia parlando di un problema nuovo, invece la storia è sempre la stessa: gli spazi geografici urbani non ci sono per tutti, nemmeno nell' era diell' ULIVO....in più, sempre nell' era dell'ULIVO, si continua a non tollerare la differenza che, qui sta il vero punto di tutto il dibattito sui centri sociali, non è solo politica ma è culturale, economica, storica con ciò che viene definito dagli intellettuali NORMALE o meglio ancora EDUCATO ALLA LEGALITA'..... Credo che il problema rimanga sempre lo stesso, anche in una società post fordista, non "si può tollerare la differenza che così va marginalizzata(forse Focault?)" fino a quando però la morte di un ragazzo come Edo non ritorna al centro degli spazi (anche di discussione) normali e tutto inizia a scricchiolare.... Ecco il perchè dell' odio dei suoi compagni verso i GIORNALISTI!!! CesKo'98
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Squatters. - From: Claudio Osti <translaw@euronet.nl> Date: Sat, 04 Apr 1998 14:09:47 -0800- Reply-To: translaw@euronet.nl Dopo aver trascorso 22 anni in Olanda ed aver visto da vicino cosa riescono a combinare gli squatters olandesi, a mio parere non c'e` altra soluzione che di usare il pugno di ferro contro qualunque squatter "nostrano".
Grazie per l'ospitalita`. Claudio Osti
-------------------------------------------------------------------------- From: Enrico enricga@tin.it - Date: Sat, 4 Apr 1998 15:21:02 +0200 Reply-To: <enricga@tin.it> si può dialogare con chiunque abbia un minimo di voglia di ascoltare ! enrico
-------------------------------------------------------------------------- Subject: come? From: lscaglia@starnova.it (Scaglia Luca)-Date: Fri, 03 Apr 1998 21:18:31 +0200 Ci vantiamo di essere persone che ragionano, osservano, cercano nei limiti di fare degli esami su quello che succede e poi quando viene chiesto che gli esponenti dei giornali pensanti di sinistra quali io mi vanto di appartenere, si appostano come paparazzi da 4 soldi per carpire un'immagine, una bestemmia, un gestaccio da chi ha solo voglia di incazzarsi per infiniti motivi. Quando non è la ragione che arriva, allora per forza lo deve essere la violenza anche se inaccettabile. E' con sofferenza che vedo quanto il fossato fra "noi" e "loro" sta diventando sempre più grande ed un domani "loro" saranno quelli che noi eravamo negli anni della cantestazione. Una prece. Scaglia Luca
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Squatter - From: Raffaele Orlando <family_orlando@csi.com> Date: Fri, 03 Apr 1998 22:32:42 -0500 Reply-To: family_orlando@csi.com Solo pochi anni fa ero anch'io giovane (credo si smetta di essere tali quando i figli iniziano a diventare qualcosa di piu' che adorabili bambolotti e sono loro i giovani). Allora erano gli Autonomi. Io ero militante di DP e passavo un bel po' di tempo a "dialogarci". Sono assolutamente certo del fatto che ogni epoca ha avuto i suoi squatters. Normalmente finiscono in televisione dopo qualche anno in telegiornali di destra con giacca e cravatta e con la stessa prosopopea di portatori di Verita' che avevano da ragazzi ("altro che quei quattro piccolo borghesi"). Ma difficilmente fanno grossi danni ai piccolo-borghesi. Fanno quasi sempre grossissimi danni a coloro che ne condividono il background con piu' serieta'. Sara' cosi' anche stavolta. Saluti. Raffaele Orlando
-------------------------------------------------------------------------- Subject: non ci sto From: tecfor@venturanet.it - Date: Sat, 04 Apr 1998 00:44:00 -0700
Anno 1. Occupano spazi pubblici per svolgere insieme delle attività, per esprimere il loro dissenso, per rifiutare modelli e proporne o meno altri. Benissimo. Nessun problema. Almeno sono "vivi", qualcosa generano...idee, opinioni. Quel Formentini che vuole chiudere il Leoncavallo è proprio un...
Anno 2. Intervengono a teatro e interrompono lo spettacolo, solo per il gusto della provocazione, non hanno nulla da comunicare, sono come Sgarbi, Ferrara, basta alzare il tono, andare fuori dalle righe, dire due cazzate per farsi notare. Infantilismo, cretinaggine? Esprimono la loro protesta "contro" (che cosa????? la TAV?? ma vi sembra un motivo di lotta dura e senza paura? ma non siamo ridicoli!) imbrattando il muro sotto casa. Passi davanti al Prinz e ti rompono le palle, sfottono come i bulli da bar. Sottosviluppo? Gruppo omosessuale in maturazione che si esprime? Mà!
Ora hanno il morto. Di quel poveraccio non gliene frega nulla, questi hanno la sensibilità di un pezzo di ghisa. "Gli frega" che finalmente hanno un pretesto per sfasciare qualcosa, per gridare "contro" con un motivo, una loro ragione che altrimenti, in questi anni, non sono stati in grado di esplicitare.
Erano e sono in 200. Si aggregano in buona parte tra figli di buona famiglia, comunque con reddito sicuro. Sono un circolo "chiuso" come il Twist, solo un po' meno aristocratici. Accettano qualche tossico giusto perchè faffigo. Guardate che non stiamo parlando di ragazzini. Molti di questi mediamente hanno la mia età -come il morto- tra i 30 e i 40, quindi i "giustificazionisti a tutti i costi" non la menino con i soliti sociologismi, sono ridicoli.
E allora quale sarà il recondito motivo che muove questa falange? Ebbene sì: la NOIA. Di che cosa hanno bisogno? Di ATTENZIONE, di TELEVISIONE, di GIORNALI. Solo che anzichè usare la P.R. o la velina o arruffianarsi il giornalista prendono a sprangate i "comunicatori". Anzi, così è certo che ho la prima pagina.
Il problema è come alzare il livello della sfida, dovranno inventarne una più del diavolo, almeno una al giorno. Saranno stroncati dalla fatica, dalla necessità di pensare così a lungo, di fare riunioni troppo micraniose. Sì perchè paradossalmente sono della stessa stoffa intellettuale di quelli dell'altra parte (ma siamo sicuri che è "l'altra parte"?), quelli del "milioni di posti di lavoro". Uno slogan e via, la politica è finita. Quindi per risolvere il problema squatters bisogna metterli intorno ad un tavolo e iniziare un lungo dialogo. A Torino hanno un consigliere comunale, si chiama Viale, che è l'ideale per condurre la trattativa, uno specialista di introspezioni dialettiche. Se non lo uccidono li stronca in un paio di notti. Chiederanno asilo in questura. Fidatevi del consiglio...
Andrea
-------------------------------------------------------------------------- Subject: contributo From: Claudio F. claudio1@mail.infotronica.it -Date: Sat, 4 Apr 1998 01:46:55 +0200
Abito a Torino e sinceramente sono stupito del clamore che stà suscitando in tutta Italia il suicidio di
Massari , ben noto a Torino e provincia per fatti e misfatti del suo recente passato , sembra quasi che Torino sia in stato d'assedio , vi assicuro che non è così , la città vive serenamente come sempre , mi sembra che ancora una volta il sensazionalismo dei mezzi d'informazione stia trasformando un fatto che riguarda più la criminalità che il bisogno sincero dei giovani ad avere risposte alle loro domande , gli autonomi sono sempre stati una componente della nostra città , con la quale si convive senza alcun timore , questa è la realtà di Torino ,non certo quella che qualcuno , forse per interesse ? , vuole farci credere.
-------------------------------------------------------------------------- Subject: non hanno ne la rabbia ne la ideologia della generazione del '70 From: Francesco Di Lallo <dilalfra@mondrian.sgol.it> Date: Sat, 04 Apr 1998 06:10:49 +0200 -Reply-To: dilalfra@mondrian.sgol.it Sono un gruppo disordinato di giovani (giovani, poi, relativamente: il suicida aveva quasi quarant'anni, età in cui un buon impiegato dello stato va in pensione) che cercano una sorta di legittimazione dal malessere giovanile, dalla disoccupazione e dalla gente buona soltanto a dare addosso alle forze dell'ordine. Non si possono definire successori delle generazioni del '70: non ne hanno la carica ideologica. Dev'essere ripristinata la legalità, e finirla una buona volta con questa cultura del tutto giustificare che produce solo violenza. Non si possono nascondere gli agenti di polizia davanti a 200 schizzati per non irritarli, come è stato fatto finora. E' stato pazzesco!
-------------------------------------------------------------------------- Subject: commento sugli squatter From: aazzurra7 <utente7@dns.tvtecnologia.it> Date: Sat, 4 Apr 1998 08:46:47 +0200 mandateli a lavorare con la pala ed il picco sotto il sole a pane e ad acqua un onesto e giovane lavoratore italiano , anche imprenditore
saluti e grazie ----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Subject: Sistema Singapore From: Arturo Camillacci arturo.c@rdn.it-Date: Sat, 4 Apr 1998 17:50:09 +0200
Gentili Signori,
Dopo le intemperanze di questa sparuta minoranza di scalmanati, autodenominatisi "Squatters"(chissà perché, forse suona "figo"), culminate con il pestaggio dei giornalisti scientemente pianificato e portato a termine con l'acquiescenza non si sa quanto casuale delle forze dell'ordine (i cui responsabili sembrerebbero quantomeno avere nei confronti dei giornalisti la medesima opinione dei picchiatori), trovo semplicemente stucchevole che autorevoli "opinion leaders" continuino a voler giustificare ogni e qualsiasi atteggiamento dei componenti di questa marmaglia di giovinastri (e meno giovinastri, il suicida era già oltre i 40) senz'arte né parte se non quella di rompere le scatole al prossimo, fino a consentire loro l'ennesimo sfregio ai danni di una città civile e bella come Torino, ed anzi incentivando la partecipazione di altri poveri imbecilli "simpatizzanti della causa" provenienti da altre parti del Paese, mettendo a loro disposizione treni e autobus, che immagino verranno per ringraziamento puntualmente vandalizzati (...e Pantalone paga!), ed arrampicandosi verbalmente sugli specchi per trovare nuove giustificazioni agli atti di violenza gratuita contro persone e cose nei quali questi teppistelli sembrano tanto volentieri indulgere, contando anche sull'impunità garantita loro dai vertici dello Stato.
E' dunque mai possibile che nessuno di coloro che sarebbero preposti a difendere la società dai pericoli che essa corre sia capace di vedere, al di là degli slogan e delle etichette "in", la cruda realtà dei fatti che consiste nel riconoscere in questi individui dei veri e propri squadristi senza alcuna ambizione sociale che non sia quella di fare sempre e comunque il loro porco comodo, al riparo del buonismo imperante che sembra aver contagiato lo Stato a tutti i livelli fino alle forze dell'Ordine (ma quale?). Se quelli che hanno pestato deliberatamente e senza nessuna provocazione dei professionisti che erano lì per fare
semplicemente il loro lavoro, sul quale si può dissentire ma sul cui diritto
a svolgerlo non esistono divieti che non puzzino di dittatura, avessero avuto le teste rasate e si salutassero con la mano tesa urlando "Sieg
Heil!", scommetto che a nessuno dei nostri "capoccioni" sarebbe saltato in mente di azzardare una qualsiasi frase giustificatoria, ed anzi tutti avrebbero stigmatizzato il "brutale atto di violenza fascista". Non parliamo poi di consentire loro di sfilare in corteo e di mettere a loro disposizione i mezzi per far coagulare sul posto i loro "camerati" di
altre località. Per molto meno qualche anno fa in un altro capoluogo di provincia vennero fatti "saltare" Prefetto e Questore!
Eppure è così evidente (almeno a me) l'appartenenza di questi individui alla stessa genìa dei "sanbabilini" o "pariolini" di vent'anni fa, ed il loro camuffamento con etichette pseudo-anarchiche, o comunque di "sinistra" (ma de che?) per cercare la benevolenza dei potenti rassomiglia ai miei occhi alla tattica dei virus dell'AIDS che modifica la sua struttura per farsi passare per "amici" dagli anticorpi che dovrebbero invece distruggerli!
Secondo il mio modesto parere, a questi personaggi che si illudono di recitare un loro ruolo politico semplicemente sfasciando, imbrattando e picchiando andrebbe applicato il sistema che a Singapore si usa comunemente contro i responsabili di atti di vandalismo ed altri reati considerati minori, che consiste non nella condanna a multe o a pene detentive, ma bensi nella esecuzione forzosa di lavori di riparazione e di ripulitura dei manufatti e dei locali danneggiati fino al totale ripristino allo "status quo ante", ed in caso di recidiva si ricorre all'applicazione
sulla parte inferiore della schiena del colpevole di robusti colpi portati da un nerboruto esecutore di giustizia con nerbi di bue attorcigliati , la cui funzione educativa sembra innegabilmente dimostrata, dato che il tasso di recidiva è prossimo allo zero. Un dialogo, per essere tale, deve svolgersi con la stessa lingua e negli stessi termini. Se costoro preferiscono alla comunicazione verbale o scritta un sistema, chiamiamolo così, "a percussione", non vedo perché non si possa giustificare una replica portata con lo stesso linguaggio a chi sembra non potere e non volere intenderne altri.
Cordiali saluti,
Arturo Camillacci Roma
-------------------------------------------------------------------------- Subject: solidale coi i c.s.a. From: Vale vzanfini@cyberforli.it -Date: Sat, 4 Apr 1998 15:36:08 +0200 Volevo sapere perchè sulle pagine dei quotidiani (compreso il vostro)si trovano intere facciate sulla violenza nei confronti dei giornalisti e neppure una riga su che cosa sono i centri sociali e di come è avvenuto a Torino l'arresto di Baleno e soprattutto i motivi dell'arresto e della situazione Alta Velocità in Val di Susa...Ma voi ci siete mai stati in un centro sociale?I ragazzi dei centri sociali vengono descritti come delinquenti pericolosi,persone emarginate,alieni...io invece nei c.s.a. ho trovato studenti,musicisti,persone intelligenti e soprattutto teste pensanti.Perchè non dite che i centri sociali sono gli unici posti in Italia dove si possono vedere ottimi concerti a costi accettabili,dove si fa cultura,informazione,dove si balla un'ottima musica,dove ci sono spettacoli teatrali interessanti,dove ci sono diversi tipi di persone che si confrontano in una società che è sempre più chiusa e poco integrata.Le uniche informazioni decenti sui c.s.a. si trovano in internet e per fortuna che esistono questi siti.Ma voi non dovreste essere un organo di informazione??????State partecipando ad una campagna di ghettizzazione e di allarmismo che va a favore di chi vuole con ogni pretesto chiudere i centri sociali.Io invece voglio conoscerli sempre di più e frequentarli sempre più spesso. Una nuova frequentatrice
-------------------------------------------------------------------------- Subject: squatter From: Federico Schiavi <netern@iol.it> Date: Sat, 4 Apr 1987 13:18:50 +0200
Ci sarebbero una infinità di cose da dire su questo tema...innanzi tutto verrebbe da chiederci che cosa intendete descrivere quando parlate di sqatters: un fenomeno che non ha nulla a che vedere con la realtà dei centri sociali e della comunicazione antagonista in Italia, comunicazione che parte da una storia differente e porta contenuti estremamente articolati e non riconducibili alle definizioni sbrigative che vengono usate in questi giorni.
E' evidente, inoltre, che il confronto venga in molti casi completamente rifiutato se si pensa al ruolo di propaganda svolto ormai dall'informazione di massa che si definisce "indipendente"...qui, quando si parla di informazione, ognuno gioca un ruolo ben preciso e cosciente e sembra che le semplificazioni che vengono fatte rispetto al fenomeno della incomunicabilità siano perfettamente funzionali alla neutralizzazione pratica delle voci dissenzienti, neutralizzazione di elementi, a torto o a ragione, sempre fuori dal coro.
La società della comunicazione di massa non permette un dissenso sostanziale: accetta solo lunghe discussioni che partano da premesse comuni e portino a conclusioni comuni...il confronto è solo formale, mai sostanziale, studiato per dare la sensazione di una comunicazione generalizzata e aperta nel momento in cui si uccide ogni spazio di coscienza critica, ogni attacco (più o meno valido) al "migliore dei mondi possibili" ovvero all'unico ordine di cose tollerato.
Che spazio c'è nella comunicazione di massa per chi non accetta la legge del profitto e dell'omologazione come l'unica possibile? nessuno! La migliore (peggiore) delle ipotesi è che si accetti una proposta alla Revelli o alla Castellari mirata alla integrazione o accettazione "tollerante" di chi non vuole affatto essere integrato o accettato.
Ci coglie una rabbia enorme nel constatare che oggi si pone il problema della non comunicabilità con certe frange definite "estreme" della società, e lo si pone come nuovo (e non lo è affatto) mentre questasituazione, se proprio venisse analizzata nella sua interezza pone benaltri temi all'attenzione di chi volesse "discutere"...ciò che non è sano nella comunicazione antagonista non è certo la sua indisponibilità al compromesso con i mass media: il tema del confronto non è proponibile se si pensa che le forme della trasmissione di idee che oggi dominano nella società vengono rifiutate come nemico numero uno, ovvero come principale strumento repressivo delle classi dominati. Come si potrebbe accettare un confronto di comunicazione con strutture pensate per essere sostanzialmente mezzi di trasmissione unidirezionale delle idee?
Bisognerebbe piuttosto chiedersi quanta strada ha fatto il lavoro di desertificazione delle coscienze critiche operata negli ultimi anni se anche la comunicazione antagonista pone all'ordine del giorno dei temi fondamentali ma elaborati con superficialità...questo potrebbe essere un approccio costruttivo alla comunicazione e non certo il domandare con mille colonne di giornale perchè questi giovani contestatori non vogliono integrarsi ad una società che non accettano!
Altro tema fondamentale è quello della violenza.. qual'è la violenza? quella dei graffiti sui muri del centro città o di un falò improvvisato sulla strada o quello della pubblicità-propaganda di un sistema che non si pone nessuna autocensura ed è disposta a vendere il proprio modello di società e con esso i suoi prodotti al costo di utilizzare le immagini più atroci e i concetti più vuoti come prodotto commerciale. Non è forse di una violenza inaudita il far credere in un mondo ideale attraverso la propaganda pubblicitaria facendo finta di veicolare la commercializzazione di un prodotto e imponendo in realtà un preciso modello di struttura sociale? Non è forse violenza imporre una prassi di confronto che pone come primaria la sopraffazione del dialogante invece del confronto delle idee...è paradossale che proprio chi contesta questa forma moderna della repressione venga accusato di indisponibilità a comunicare.
Non è violenza il ridurre un preciso movimento di idee ad una vuota opposizione incosciente ad una società emarginante?
Visto che questo spazio di discussione è stato aperto ci piacerebbe che il centro del dibattito fosse l'analisi delle forme che ha assunto la comunicazione di massa, il suo disgustoso lavoro di appiattimento delle coscienze accompagnato dal ricatto dell'emarginazione piuttosto che il comprendere in termini paternalistici un qualcosa che bene o male chi fa informazione non può non aver capito da solo.
Si parli comunicazione antagonista come un qualcosa di meditato (in modo più o meno approfondito) e cosciente e si entri nel merito della contestazione piuttosto che esercitarsi in lunghe dissertazioni sociologiche.
P.S.
"Il pugnale di Peter Pan" è una pubblicazione "cartacea" e "telematica" antagonista che pone al centro della sua riflessione ilruolo della comunicazione nella società dei servizi.
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Subject: History repeating From: Paratico, Michele <MParatico@tei.toshiba.de> Date: Mon, 6 Apr 1998 11:05:29 +0200 Return-Receipt-To: "Paratico, Michele"
Carissimi,
devo dire che i fatti recenti che hanno visto come protagonisti i cosiddetti squatters mi hanno fatto arrabbiare per qualcosa che va al di là del disgusto di vedere un gruppo di disgraziati che aggredisce una persona e la manda all'ospedale con fratture alla spina dorsale: i vigliacchi fanno sempre schifo! C'è qualcosa d'altro: sembra che gli ultimi 20 anni di storia di questo paese siano passati invano. Da qui l'accusa di essere una fascista a Franca Rame da parte di una povera ignorantella e tante altre cosucce del genere. Forse per età, gli squatters che sfilano in corteo non sanno cosa sono l'Autonomia Operaia (che di operaio non aveva niente essendo stati tutti studenti universitari e spesso figli di borghesi!), gli Indiani Metropolitani, il Leoncavallo e altre realtà del nostro passato recente. Se questi squatters volessero prendersi la briga di leggere i quotidiani del tempo si renderebbero conto che la loro non è una espressione nuova del disagio metropolitano ma il semplice reinventare una ruota che già girava allora. Ma è possibile che si risponda sempre allo stesso modo al disagio, che pure esiste, della vita in questa società, che non si sappia inventare niente di nuovo se non il rifiuto di tutto! (Anche i nihilisti sono già storia) Forse gli squatters, per età, non sanno, ma certi squallidi personaggi (uno, sentito di recente in una intervista televisiva, è pure senatore dei Verdi), proprio per età, sanno o dovrebbero sapere. Per capire di cosa parlo leggete qui di seguito. Mi ricordo di avere assistito personalmente, quando ero studente, davanti ad una scuola al sequestro da parte di soggetti dell'area Avanguardia Operaia (anche loro tutti studenti e moltissimi figli di borghesi) di volantini di Ciellini, ai quali non vanno di certo le mie simpatie, ma che effettivamente non facevano altro che distribuirli. Naturalmente il sequestro non è stato pacifico e sono volati dei cazzotti. Il giorno dopo i soliti manifesti parlavano di aggressione fascista da parte di ben identificati Ciellini (non scherzo!) ai poveri compagni etc etc etc. Tali manifesti erano preparati da persone assimilabili a quegli squallidi (non riesco a trovare un aggettivo migliore: accetto suggerimenti) personaggi che, per riceverne i favori e gli eventuali voti, difendono l'indifendibile. Dicono che le manifestazioni degli squatters sono pacifiche, non stigmatizzano le minacce ai giornalisti (criticare è una cosa, menare è un'altra) e, anzi, giustificano tali vigliaccate come reazione alle falsità pubblicate etc. Così come allora altri squallidi personaggi difendevano il Leoncavallo dicendo che non disturbavano nessuno (per forza: loro abitavano in un altro quartiere, magari S.Siro!), difendevano l'Autonomia (vi ricordate di Toni Negri?) quale espressione di dissenso nei confronti dello stato clerico-fascista etc etc. Temo che alcuni di questi squallidi personaggi che ora cavalcano la tigre e usano gli squatters ce li ritroveremo in giacca e cravatta in parlamento fra qualche anno così come Boato che ha dismesso l'eskimo ed è andato finalmente a colpire il cuore dello stato (che bei sogni...) nel modo che più gli è congeniale: sparando cazzate. History repeating!
Nella speranza che Voltaire abbia lasciato delle tracce e che quindi nessuno mi meni per avere espresso le mie opinioni/sfoghi, porgo a tutti i miei cordiali saluti.
Michele Paratico MCU Application Engineer tel. xx39-39-6870253 fax xx39-39-6870205 e-mail: MParatico@tei.toshiba.de
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Squatter From: Leonardo Chanaz MD2224@mclink.it -Date: Mon, 06 Apr 1998 11:10:39 +0100 Reply-To: MD2224@mclink.it
Perché uno fa lo squatter? Perché non ha un posto nel tessuto sociale, perché si sente rifiutato ed infine perché, fore, delinque. In ogni caso è perché uno è disgraziato. La nostra società produce purtroppo delle persone che si trovano nella posizione di divenire squatter anche per dare un senso alla propria disgraziata esistenza. Allora ci si unisce e si diventa gruppo con le conseguenze che sappiamo. Quindi una sommatoria di casi umani individuali, che si associa per darsi una voce ed un significato. Ebbene, è dovere della società di esaminare i casi personali, per vedere cosa possiamo fare per alleviare la loro condizione e per rimetterli in un circuito esistenziale migliore e positivo. Io ritengo che abbiano ragione gli squatter contro i giornalisti. E' violenza infilare l'obiettivo nei sentimenti privati di una persona e quindi i giornalisti hanno subito una violenza di rimando. Bisogna stabilire qual'è il confine tra il diritto all'informazione ed il diritto alla privacy. E qui arrivo ad un punto delicato: un vero professionista conosce questo confine, e nessuno ha bisogno di dirglielo; purtroppo si spacciano per giornalisti una marea di arrivisti che sono solo alla ricerca di uno scoop e che ogni tanto pigliano qualche schiaffo o si vedono rompere qualche macchina fotografica. Gli sta bene!!!! Ma non è bastato il caso di Diana? Leonardo Saint Amour di Chanaz
-------------------------------------------------------------------------- Subject: squatter From: marco mgibelli@netcity.it -Date: Sun, 5 Apr 1998 21:38:08 +0200 Reply-To: "marco" <mgibelli@netcity.it>
Saluti
...nei soggetti che rinnegano la societa' e poi ne usano i mezzi (telefonini e Internet) non riesco a ravvedere speranze. (significativo lo slogan "noi non lavoreremo mai") ...in quanto alla kultura,...mah.. forse la Cultura e' meglio!
-------------------------------------------------------------------------- Subject: libertà From: be10519@iperbole.bologna.it (Marcacci Giovanni) Date: Sun, 5 Apr 1998 21:40:33 +0200 (MET DST)
Vorrei che risultasse chiaro che si tratta di un problema di libertà e null'altro. Oggi gli " squatter " domani chissà.....
-------------------------------------------------------------------------- Subject: chi semina vento raccoglie tempesta From: Carlo Morandi <morand@borgoroma.univr.it> Date: Sun, 05 Apr 1998 21:40:37 +0200
Il cosiddetto "disagio" rappresentato dagli "squatters" prende forma e consistenza solo in presenza di due unici fattori:
a) una amministrazione comunale sempre disposta ad ascoltare chi grida di più, di solito di sinistra o con amministratori che spesso fanno ridere (vicenda Leoncavallo) tipo Formentini o Albertini.
b) l'attenzione fuorviante dei "media" che creano il problema a loro uso e consumo, per i quali mi sembra valga la famosa sentenza "chi semina vento raccoglie tempesta".
Ogni città ha gli "squatters" che si merita.
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Un pensiero dall´Argentina. From: Dr. Claudio Elvio Ambrosini <ambrosinilex@movi.com.ar> Date: Sun, 5 Apr 1998 18:05:49 -0300 Reply-To: "Dr. Claudio Elvio Ambrosini" <AMBROSINILEX@movi.com.ar>
Sono argentino; se volete italiano oriundo di Bergamo. Mi spiace molto sentire che sulla mia madre patria si puó tuttavia, escludere alle minoranze sociali. Questo fatto mi sembra assai pericoloso. Inanzitutto se parliamo d´una societá che fu quella che diede nascita a una delle ideologie che tanto male ci ha fatto all´umanitá in questo secolo. Cio´é il fascismo. Io in Argentina ho vissuto gli straggi di quella ideología con le varie dettature militari che abbiamo avuto. Malgrado anche mio padre, ha vissuto anche lui prima di venire e morire nella mia patria gli straggi della guerra e del fascismo. Vi prego a tutti voi che avete certa risponsabilitá nel
communicare le idee attraverso la stampa, di non favorire la esclusione sociale di questi piccoli gruppi. Oggi possono essere gli "squatters", domani
.... non si sa mai.
Vi chiedo scusa per il mio precario italiano. Vi saluto affetuosamente dalla Argentina.
Dr. Claudio Elvio Ambrosini
-------------------------------------------------------------------------- Subject: attenti alle etichette From: Il teatrino di carta <babau@tin.it> Date: Mon, 06 Apr 1998 01:48:35 +0200
Secondo me i giornalisti devono imparare a trattare i fenomeni che non conoscono con più rispetto, evitando l'utilizzo di etichette tipo questa ultima trovata degli "squatter". Il fatto è che etichettare significa racchiudere in una categoria generica, troppo vaga per cercare di chiarire, definire un movimento così variegato, complesso ed eterogeneo come quello dei centri sociali occupati ed autogestiti. Io potrei rientrare (secondo la logica dei giornalisti) in questa etichettatura, in quanto occupante della casa dove abito... ma (tanto per cominciare a fare delle distinzioni)occupare per rivendicare il proprio diritto di avere una casa è diverso rispetto alla creazione di spazi sociali in alternativa al cemento, alla desolazione, alla droga. Io frequento questi spazi, perchè offrono molte occasioni per divertirsi, informarsi, crescere culturalmente attraverso i concerti, le mostre, il teatro...usufruendone sia da spettatori,che come attori, senza dover essere necessariamente affermati nel proprio campo. Sapete quanti artisti italiani e stranieri si sono fatti le ossa sui palchi dei centri sociali? Neffa, Papa Riky, Cccp, Henry Rollins, Nirvana, Red Hot Chili Pepper... per citarne solo alcuni...Questo a dimostrare che si tratta di un movimento diffuso in tutto il mondo, e non di quattro gatti! D'altra parte riconosco che questi spazi e le persone che li frequentano non sono tutti uguali, e appunto per questo è troppo forzato rinchiuderli in un'unica etichetta. Alcuni spazi sono più politicizzati di altri, altri sono praticamente riconosciuti dalle istituzioni (vedi il famoso Link di cui si fa vanto il Comune di Bologna, e che è utile ricordare che è nato grazie al dialogo scaturito tra occupanti e istituzione in seguito all'occupazione dell'Isola nel Kantiere). Questo sta a significare che questo "movimento" non ha motivazioni violente come più volte è stato affermato da molte testate giornalistiche. Io leggo l'esplosione di rabbia di questi giorni come REAZIONE, non come caratteristica peculiare di questi cosiddetti "squatter scalmanati". Quanta incomprensione attorno alla morte del ragazzo di Torino... Squatter?Anarchico? Anarcoide? Ecoterrorista?... Quanta strumentalizzazione...Da tutte le parti. Da parte della stampa c'è stata una totale incomprensione della tragedia, del dolore e della rabbia che deve aver provocato questa morte; dall'altra parte c'è stata una comunicazione inefficace, incapace di esprimere le proprie rivendicazioni in modo adeguato. Il risultato è stato lo scontro, ma con tali premesse non poteva essere altrimenti... Non condivido l'attacco fisico ai giornalisti, ma riesco a comprendere la protesta del tutto legittima per la morte (che poteva essere evitata)di Edoardo. Questa protesta meritava un po' di rispetto e di attenzione. Vera attenzione. Pinuccia-Bologna
-------------------------------------------------------------------------- Subject: PACIFISMO E ANARCHIA From: Simone MC6773@mclink.it -Date: Mon, 6 Apr 1998 07:31:14 +0200 Reply-To: "Simone" <MC6773@mclink.it>
Ho 42 anni quando ne anevo circa 16 e nel mio cuore anelavano le prime ideologie, urlavo perche' si rispettassero i valori individuali,urlavo contro il potere che soffoca la liberta' di penziero e cantavo"Anarchia non vuol dire bombe,ma giustizia e liberta'" Cos'e' cambiato da allora ad oggi?
Io spero che la violenza e il tentativo di imporre il proprio penziero con la forza non abbia preso il sopravvento,anche in quella forza che e' logioco e naturale si ribelli ad una omologazione forzata, che fa diventare l'individuo un insignificate pezzo di una macchina creata per l'interesse di pochi e per lo sfruttamento delle masse.... Ora non urlo piu' ma la mia mente continua a credere che la liberta' esiste solo che la mia e' una liberta' interiore.
Bye da Simone
-------------------------------------------------------------------------- Subject: paura? From: Lorenzo Matteoli matteoli@iinet.net.au -Date: Mon, 06 Apr 1998 14:55:32 +0800 Organization: Private -Reply-To: matteoli@iinet.net.au
Quello che fa veramente paura non e' la grossolanita' degli autoemarginati e nemmeno la poverta' delle loro grammatiche ideologiche e dialettiche. Non hanno niente da dire e quindi menano e massacrano: non e' una storia nuova in Italia, e nemmeno a Torino.
Quello che fa veramente paura e' la sciocchineria pomposa dei Castellani et al., la debolezza di una sinistra che non sa piu' cosa fare per qualificarsi "di sinistra". Ci sono problemi veri da capire, emarginati veri da ascoltare, battaglie serie da intraprendere, ma il Castellani preferisce calarsi le brache di fronte ai ricatti miliardari della Juventus e dei suoi ricchi e potenti azionisti e truccarsi da "impegnato" dialoghista con i picchiatori del nientismo. E' rimasto prudentemente in collina mentre i suoi interlocutori impostavano il "dialogo" a sassate. Resta a casa Castellani: ci saranno vantaggi per tutti e il PDS non dovra' sforzarsi troppo per scaricarti. Cordialita', Lorenzo Matteoli
-------------------------------------------------------------------------- Subject: squatter From: Emanuela <gugnelli@iper.net> Date: Mon, 06 Apr 1998 09:38:48 +0200
vivere senza lavorare, vorrei tanto sapere come...
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Siete tutti uguali From: CPA FI-sud <cpa@ecn.org> Date: Sat, 04 Apr 1998 22:39:43 +0200
Voi giornalisti siete tutti uguali Siete voi che avete bisogno di violenza per poter vendere piu' giornali Non avete capito un cazzo Napolitano ha detto che se non ci sono stati scontri oggi e' solo merito della polizia e della citta' il corteo non l'hanno fatto loro
-------------------------------------------------------------------------- Subject: domanda agli squatter From: Elisabetta Lazzaro <elazzaro@unive.it> Date: Sat, 04 Apr 1998 22:57:26 +0200 Organization: Internat. Center for Art Economics - University of Venice Reply-To: Cannaregio@unive.it, 6260@unive.it, -@unive.it, 30131@unive.it, Venezia@unive.it
Mi piacerebbe tanto sapere se queste persone i giornali li leggono e quindi sanno contro che cosa combattono, chi è il loro nemico? oppure se agiscono in emulazione Lady D. Andrea.......
-------------------------------------------------------------------------- Subject: squatter ovvero gli yippies di oggi From: Antonio VENTURA <ventu@tin.it> Date: Sat, 4 Apr 1998 23:26:03 +0200
Mi sembrano un insieme di varie culture, beat, figli dei fiori, skinhead ed altro. Purtroppo questa mescolanza provoca una ribellione e una rabbia che poi sfocia nella sola direzione...la violenza.
Io ho sempre ritenuto giusto di non giudicare che non conosco soprattutto da come si veste, da che linguaggio usa o altro.
Ma la cultura del CONTRO in ogni caso non l'accetto perchè in questo caso significa essere l'aborto di questa società, significa insomma che l'esistenza di questo ... movimento c'è solo perchè è comunque CONTRO la società.
Con questo J'accuse non intendo assolutamente criminalizzare nessuno in particolare ma la massa che non riesce a far comprendere le proprie idee, se queste esistono e sono valide e soprattutto alternative.
Grazie per l'ospitalità
-------------------------------------------------------------------------- Subject: antagonisti a cosa? From: Rocco Santoro <R.Santoro@napoli.netway.it> Date: Sun, 5 Apr 1998 09:47:07 +0200
Forse è vero che si sta scivolando nella società usa e getta, forse è vero che l'assenza del nemico della convivenza civile ci sta facendo perdere il senso della nostra esistenza, forse è vero che senza un consumo sfrenato non riusciamo a definire il nostro ego, in definitiva ci inventiamo qualcosa che desti la nostra curiosità od esorcizzi le nostre paure ataviche o ci stimoli a proseguire nell'assurdo cammino intrapreso. Chi sono questi squatters? chi è stato oltre il perimetro del proprio cortile sa dell'esistenza di lro dal lontano 1960 nelle principali città europee e nordamericane. Erano sottoproletari o figli di borghesi di basso medio reddito che volevano una libertà di vita non condizionata dal reddito o dal lavoro. Occupavano edifici abbandonati o in corso di realizzazione e li rendevano abitabili in forme di aggregazione spontanea ed occasionale, nelle quali il sesso, la musica e le droghe leggere o allucinogene facevano da elemneto di alterità. Inoltre con la guerra nel vietnam arrivò anche l'eroina. A Londra negli anni '60 l'eroina era di stato e nessuno gridava all'Armageddon incombente. Parigi New York Berlino persino Barcellona ospitavano questi gruppi di giovani che volevano affermare la loro identità senza passare per le strade consuete del capitalismo trionfante. Ed ora rivedo i media italiani pieni di questo termine. Ma chi sono questi squatters? Boh nessuno lo sa. Sono figli di emarginati o sono borghesi ravveduti sulla via dell'Okkupiamo tutto e subito? Vogliono salari per disoccupazione cronica o più soldi per avere accesso anche loro al consumo usa e getta? Non parlano con i media per a-comunicativi oppure perchè così le pagine si moltiplicano? E cosa centra l'anarchia, gli anarchici ai tempi di Bava Beccaris sfilavano in doppiopetto e allora si che facevano tremare le corti di Europa e d'oltre oCeano (McKinley ricorda qualcosa, ma purtroppo temo di no!) Cerchiamo di raccogliere dati (e i sociologhi escano dalle aule e vadano a fare il loro mestiere) per capire se non altro che un altra fantastica idea di promozione pubblicitaria per ottenre il benedetto posto al sole. Rocco Santoro Roma
Postilla: ch è contro il sistema lo denuncia non per la morte (tragico evento) di un compagno ma per l'omicidio sistematico di 50000 esseri umani al giorno nelle periferie dell'impero del capitale. QUESTO E' IL CRIMINE e PER QUESTO I GIORNALISTI SONO COMPLICE. Nessun giornale riporta in calcio questo numero ogni giorno. Per non dimenticare -------------------------------------------------------------------------- From: Armando <ipm0306@mbox.ipermedia.it> Date: Sun, 5 Apr 1998 11:37:47 +0200
Il fenomeno Squatter è la curva dello stadio trasportata in piazza dalla stampa. Senza questa è certamente governabile.
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Non toccate il giornalista! From: jbecker2@gwdg.de - Date: Sun, 05 Apr 1998 14:34:30 +0000 Cc: luca@mag.ig.erdw.ethz.ch Priority: Urgent
Ho la forte impressione che tutta questa storia, gli Squatters, il suicidio di una persona in carcere ecc., sarebbe passata in sordina cosi' come la legge sul finanziamento pubblico dei partiti italiani se non fosse stato per il pestaggio di un giornalista.
E invece su ogni giornale c'e' un articolo sulla manifestazione di Torino e sugli Squatters con opinioni e commenti che spesso attingono abbondantemente dai peggiori luoghi comuni.
Mi pare proprio che la veemenza con cui i professionisti della informazione infieriscono contro gli Squatters sia pari alla rabbia di questi ultimi contro i giornalisti. Io invece vorrei capire perche' gli Squatters se la prendono proprio con i giornalisti. Forse vedono nei giornalisti il braccio del potere
"occulto" (occulto si fa per dire) dei media. Li chiamano "servi del potere" e i giornalisti si offendono, ma io non mi sento di dargli completamente torto se penso ai telegiornali di Fede (che purtroppo non e' solo). E questo non e' l'unico cattivo esempio. Ci sono le notizie inesatte e/o incomplete, che spesso distorcono i fatti, che sono tutti i giorni sotto gli occhi di chi ascolta con attenzione. C'e' il giornalismo offensivo alla Chiambretti che non fa ridere e non informa. C'e' un ordine professionale che dovrebbe tutelare la professionalita' (ma che paradossalmente non richiede un titolo di studio) che ha assunto l'aspetto di una organizzazione patriarcale.
Forse quel "servi dei servi dei servi" che gridavano gli Squatters voleva dire servi dei caporedattori che sono servi dei direttori che sono servi degli azionisti (o meglio dell'azionista)? Naturalmente questo non guistifica la botte e le sassate, ma forse potrebbe essere preso come spunto per una riflessione da parte di chi
"fa" l'informazione e anche di chi l'ascolta o la legge.
Cordiali saluti.
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Subject: Meno filosofia e piu buonsenso From: rossir@elledi.it Date: Mon, 06 Apr 1998 21:20:55 +0000
Invece di filosofeggiare tanto su che cosa siano gli squatters prendiamoli per quello che sono: un branco di imbecilli da rendere inoffensivi nel minor tempo possibile
-------------------------------------------------------------------------- Subject: CREAZIONI DEI MEDIA From: Daniele <deberli@mbox.vol.it> Date: Mon, 6 Apr 1998 21:39:58 +0200
Gli squatter non esistono,sono l'ennesima invenzione dei media che di tanto in tanto hanno bisogno del mostro da sbattere in prima pagina. Qualvche anno fa erano i naziskin,poi ci fu Pacciani,poi via Poma... Tanto e'tutto uguale,l'importante e' creare fenomeni a tavolino,incutere paura nella famosa "opinione pubblica" e possibilmente non aiutare a capire. Come fu, appunto,per l'autonomia e le Br. Propongo la nascita di un movimento che si opponga a tutta questa marmellata massmediatica che sta piano piano smorzando nei lettori ogni senso critico e realistico delle cose. Eppoi,perche' stigmatizzare dei poveracci quando con la massima nonchalance si saluta la proclamazione di miss Padania,come se quest'ultima fosse gia' un dato di fatto?
Tutto sommato aveva ragione Karl Popper.
deberli@mbox.vol.it
-------------------------------------------------------------------------- Subject: squatters From: Francesco Carlucci <Carlucci@axcasp.caspur.it> Date: Tue, 07 Apr 1998 13:38:03 -0700 Organization: Dip. Economia Pubblica
bisogna integrarli ed omologarli tutti. Enzo Russo
-------------------------------------------------------------------------- Subject: FORUM SQUATTERS From: Antonio Paolo Russo <russo@few.eur.nl> Date: Tue, 07 Apr 1998 09:13:26 +0200
Gli autonomi hanno sempre rotto le palle politicamente (ci mettono tre-quattro anni di piu' a capire quello che altri capiscono istantaneamente), ma almeno nei centri sociali si fa cultura, si crea musica, si parla di problemi concreti e i ragazzi evitano di andare in disco o a buttare sassi dai ponti. Quando si riesce a dialogare con i soggetti sociali dela citta', sono una forza dirompente e importantissima. Quando il movimento si de-politicizza e diventa ostile ai cittadini, come succede a torino, non ha scusanti. Percio io sono per la fermezza totale: non si puo' masscherare politicamente la violenza. ogni paragone con il 77 non e' autorizzato, quella era violenza come mezzo della politica, qui e' politica come mezzo per la violenza; come i dittatori sudamericani.
paolo, venezia
-------------------------------------------------------------------------- From: freyberger/bellingeri <MLFBLIN@worldnet.att.net> Date: Mon, 6 Apr 1998 23:12:21 -0400 Reply-To: <MLFBLIN@worldnet.att.net>
Grazie ad un Italia imbevuta fino all`ebbrezza di stupida politica , nascono questi aborti decomposti chiamati centri sociali che di sociale nulla hanno a che fare , grazie ai buffoni italici nostalgici si creano aree di disperati bisognosi ti tutto specialmente di lavoro, ancora una volta grazie ai fanatici della vecchia politica del falso sociale e dello scarica barile , spacchiamo tutto tanto paghera` chi non ne ha colpa come al solito nel bel baese dei balocchi, lo stato come ``Padre Eterno``. Provo disgusto per questa cultura da bassa macellazione , fanno benissimo tutti quelli che ricevono insulti morali e fisici da queste bande di idioti a ribellarsi con la forza del libero cittadino ,in una libera societa` , libera dagli sfascisti chiamati squatter ,se commettono crimini sono criminali ,quindi il loro alloggio dovrebbe essere il carcere! Distinti Saluti, Giovanni
-------------------------------------------------------------------------- Subject: risposta a Bruno Trematore From: Francesco Di Lallo <dilalfra@mondrian.sgol.it> Date: Tue, 07 Apr 1998 05:07:02 +0200 Reply-To: dilalfra@mondrian.sgol.it
Caro Bruno Trematore, ho letto la sua lunga lettera di risposta al forum di Repubblica sugli squatters. Mi ha ricordato la vecchissima battuta del signore che aveva imboccato l'autostrada contromano e si meravigliava della concitazione dello speaker, che dalla radio, continuava ad avvertire gli automobilisti della presenza in strada di uno di loro che procedeva contromano. "Qui ce ne son decine!", concluse infine stizzito, spegnendo la radio. La saluto - fdilallo
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Dalla parte degli squatters From: Bruno Trematore <bruno.trematore@usa.net> Date: Mon, 06 Apr 1998 16:47:04 +0200
La mia informazione sugli avvenimenti degli ultimi giorni non è completa, lo ammetto, tuttavia mi sento di poter esprimere un'opinione e di poter spezzare una lancia a favore degli squatters. Il motivo per cui ritengo "significativa" la mia opinione è molto semplice: in passato sono stato uno di loro, forse in modo molto marginale, forse per breve tempo, ma ho fatto quel che ho potuto. Ho amato l'idea di Anarchia, la musica che viene definita rumorosa, ho amato le lotte per gli ideali... e non mi sentivo un "fenomeno sociale", qualcosa di cui dover discutere, avevo ed ho ancora voglia di un mondo migliore. Vivo in una piccola città... all'età di 17 anni iniziai a suonare la chitarra in un gruppo punk. Un giornalista imbecille di questa piccola città ci definì come ragazzi provenienti da situazioni marginali... quando lessi l'articolo scoppiai dal ridere, non ho picchiato quel giornalista, ma forse lo meritava. Per la cronaca: mio padre non è alcolizzato, mia madre non batte. Quel giornalista non conosceva nemmeno il mio nome, ma sapeva che provenivo da una situazione marginale. Un mio caro amico studia giornalismo, ma non mi ha mai parlato di esami di telepatia nel suo piano di studi. A 18 anni (era il 1990) sono andato in Calabria, ad Isola di Capo Rizzuto, per protestare contro la costruzione di una base militare della NATO. Per poco non ho preso le botte dalla polizia... la miccia che ha appiccato la violenza, e lo so bene perché è successo tutto a 5 metri da me, è stato un ragazzo che ha dipinto una falce e martello con lo spray sulla lamiera di un cantiere. Badate bene, non su di un muro, sulla lamiera di un cantiere, un pezzo di ferro da buttare. Pensate davvero che quel ragazzo meritasse una manganellata? Chissà, ci dicono che viviamo in una società democratica, ma sembra che la democrazia sia limitata alle persone che non la pensano troppo differentemente dalle persone comuni. Tutto gli altri sono sbandati, deviati, gente che non ha niente di meglio da fare. In ogni caso tutto viene liquidato come opera di persone che non hanno nulla in cui credere e bla bla bla bla, vai con i Talk Show, vai con il Lotto alle Otto, vai con Carra'mba Che Sorpresa! Scusate tanto, ma chi è che non ha nulla in cui credere? Se riuscite a spiegarmi quali sono le cose in cui CREDE un militante di Forza Italia o il pubblico televisivo di Raffaella Carrà... Io non credo in una macchina migliore su cui viaggiare, non credo nelle vincite alla lotteria, non credo ad una carta igienica più soffice, non credo ai treni ad alta velocità, non credo alle scarpe Nike, non credo al campionato di calcio, non credo al mondiale di Formula 1... Ma tutta questa non è altro che una parafrasi di Bourroughs, quindi la faccio finita... A 20 anni, mentre distribuivo volantini contro le pellicce vengo minacciato da un commerciante. Prima un suo scagnozzo mi chiede di fare due chiacchere in disparte, poi arriva il boss (non solo nel senso di capo) in persona a dirmi che avrebbe volentieri sfracellato il mio cervello sul marciapiede. Sotto gli occhi (e le orecchie) di due poliziotti. Questi non hanno avuto neanche la bontà di chiedere al commerciante di calmarsi, niente. Giustamente, lui produce ricchezza, io cerco di impedirglielo, quindi lui ha ragione ed io torto. A 21 anni, dopo un volantinaggio contro il servizio militare rischio di essere picchiato dai fascisti. Eppure nel volantino non si parlava di fascismo, non si parlava di Mussolini o Hitler, niente di niente. Era solo un volantino contro il servizio militare.
Lo so che la lettera è lunga, ma le cose da dire sono tante... vi riporto quello che mi è successo la settimana scorsa: trovo un catalogo di film su internet, tra i vari film ce n'è uno porno, ambientato in un campo di concentramento nazista trasformato in bordello. Prendo tastiera e modem e scrivo al vicepresidente della ditta per protestare contro una scelta che secondo me tocca il fondo del cattivo gusto. Lo ammetto, ci sono andato pesante, ma per risposta ricevo solo l'elenco delle leggi che quel film non vìola, ed il fatto che vendere film non significa condividere le idee del produttore o del regista. Ah dimenticavo, ricevo pure due righe in cui il vicepresidente dice che nella vita reale (?) un comportamento come il mio porterebbe dritto alle mani. Poi sarei io ad essere violento? Chissà, forse speravo in una risposta del tipo: "Sig. Trematore, lei ha ragione, elimineremo quel film dal catalogo perché fa schifo, è per malati, non merita di vendere una copia che è una!" Sono un illuso, un altro tentativo è fallito. Ed era un tentativo piccolissimo, poco più di uno sputo nell'oceano. Se ora vi dicessi quale compagnia distribuisce il film probabilmente mi beccherei una denucia per diffamazione. Se cercassi di mettere fuori uso il loro sito internet andrei in galera... così come ci va chi mette fuori uso i siti con immagini porno di bambini. Allora sto fermo, subisco. Posso parlarne con gli amici, ma in fondo non serve a niente. La legge è dalla parte loro, cambiarla non servirebbe a niente, proibire in fondo porta ad eccessi peggiori che non il consentire. E la censura è il peggiore dei rimedi. Sono cosciente del fatto che esistano problemi molto più gravi di questo, ma se è impossibile anche fare qualcosa di così insignificante, immagino e conosco la frustrazione di chi ha obiettivi molto più "elevati". La libertà di parola è riservata a chi non ha un pensiero eterodosso o a chi ha i soldi per esprimersi. Certo le lettere si possono pubblicare, ma l'ultima parola spetta sempre al giornalista. Questa è la prassi. L'unica cosa su cui mi sono trovato d'accordo è parte dell'articolo di Galimberti uscito su la Repubblica il 6/4... non c'è nessuno che possa darmi quello che voglio: quello che voglio richiede che il mondo cambi, persona per persona. Visto che questo non è mai accaduto negli ultimi 4000 anni, non vedo perché dovrebbe accadere ora. Siete lì minuziosamente alla ricerca di quali siano le cose sbagliate negli squatters, dal mio punto di vista è il resto della società ad essere sbagliata. Ma come potete capire il mio punto di vista è molto soggettivo. Ed alla fine cosa rimane? Rimane che sono un fenomeno da baraccone, un disagiato. Se cerco di comunicare non faccio altro che peggiorare la mia situazione. Ogni volta che ci provo devo abbassare il tiro. Finirà che la mia più grande soddisfazione sarà quella di avere le uova in ordine nel frigorifero. Un po' poco, non vi pare? Penso di aver citato più di un caso in cui se fossi ricorso alla violenza, questa sarebbe stata legittima difesa e non altro. Non l'ho fatto, ma il prezzo non è stato un mondo più civile, ma la rinuncia a perseguire un obiettivo. Qual è il limite oltre il quale una persona scoppia? Fino a che punto posso tollerare di rimanermene quatto quatto nella mia casa a commentare il telegiornale? Potrei finire di sperare e di combattere (in senso figurato), accontentarmi di una cultura mediocre, di una società mediocre, di un posto mediocre, di una musica mediocre. Ma solo in questo caso mi riterrei un disagiato, non in un altro. Ho cercato di cambiare qualcosa, ogni volta che ci ho provato sono stato preso a calci in modo più o meno figurato. Perché dovrei cercare di comunicare? Me lo spiegate?
P.S. Non cercate spiegazioni in questa lettera: è solo uno sfogo scritto in 15 minuti.
B R U N O T R E M A T O R E "I ran into the Devil, babe He loaned me twenty bills" http://www.interferenza.com/bruno ICQ: 4238036
-------------------------------------------------------------------------- From: kapala@etabeta.it Date: Mon, 06 Apr 1998 15:43:32 +0200
Leonardo, non condivido la Sua idea sui giovani che frequentano i Centri Sociali. Forse per Lei, sarebbe una bella esperienza farsi invitare a cena in un Centro Sociale. Mi permetto di consigliarle il "Barocchio" di Torino.
Personalmente ho partecipato al corteo di Sabato, e devo dirlo ho avuto paura. Ma posso anche affermare che le auto non sono state toccate e così le vetrine( a parte una minuscola insegna di Marvin; credo per il fatto che ci siano dei legami con forze neo-fasciste da parte del titolare). Qualche cretino ha poi buttato una bomba carta e qualche razzo, ma sicuramente era meno pericoloso che essere allo stadio e soprattutto non era condiviso da tutti gli altri. Poi le uova colorate contro Le Nuove e i sassolini contro le finestre del nuovo Palazzo di Giustizia. Tutto qui. E allora perchè i torinesi avevano così paura? Perchè tanta rabbia contro i giornalisti? Questo mi preoccupa, non i ragazzi dei Centri Sociali. Facciamo solo in modo che il disagio dei margimali non cresca e debba esprimersi con forme di lotta violente. Ma soprattutto guardandoci allo specchio osserviamoci bene perchè magari qualcuo di noi potrebbe scorgere un cadavere o un maiale o semplicemente un volto che soffre, invecchia e che morirà presto. Allora forse quei valori a cui ci richiamano i movimenti giovanili potremmo scoprirli o riscoprirli se non ci sono mai stati.
Georges Dubois Monchanin
-------------------------------------------------------------------------- Subject: 40,7%...? From: Daniele Ferrato <d.ferrato@saritel.it> Date: Mon, 06 Apr 1998 15:43:28 -0700 Organization: DPS PV in Sede di Milano (1987 establish.)
Mi sembra di aver letto che a Torino ,nei quartieri decentrati, sia il 41% il tasso di disoccupazione giovanile. Inoltre risulta assai cospicuo il patrimonio immobiliare abbandonato, VUOTO. Se sono veri tali dati possiamo capire il "perchè avvengano tali occupazioni di vuoti".Uso tale termine, perchè leggendo lo Squatters Handbook consigliato da repubblica.it al sito http://www-personal.usyd.edu.au/~sfrser/cat/housing/book.htm si evince che lo "scopo" squatter è di "riempire gli spazi vuoti..." Un muro grigio-vuoto deve essere riempito-colorato...con "TAG" o "immagini anarco-pittoriche". Linee telefoniche-dati-virtualmente vuote devono essere riempite con "Urla disperate".
Capendo questa esigenza il DIALOGO deve essere ripristinato sulla base di aspetti culturali comuni: i cristiani sanno che il dialogo avviene su il destino dell'essere umano, sul benessere spirituale, ect. Mi sembra che i giovani torinesi, che anche qui occupano gli spazi vuoti (non solo fisici )di una città post-industriale, esprimono soprattutto fragilità: quasi che sia la materializzazione di uno stato di angoscia di chi non percepisce la speranza del futuro, in quanto esiste solo il presente. Allora diciamo loro la "LIETA NOVELLA" sul destino dell'uomo...Comprensione & pace, ma soprattutto parliamo in termini di amore. Se poi arrivasse anche la piena occupazione:meglio x tutti! Ecco perchè chi vive sull'informazione non sono i più adatti a dialogare, poichè rappresentano cio' che gli squatters aborriscono: "le guide allo Zoo"... Infine si ascolti anche tali giovani: si udrà una "modalità espressiva" diversa. In fondo negli anni 50 anche i giovani beat americani (Keruak,Ginsberg,ect) erano diversi...
-------------------------------------------------------------------------- Subject: cacasotto & torquemada From: Lorenzo Matteoli <matteoli@iinet.net.au> Date: Mon, 06 Apr 1998 20:21:45 +0800 Organization: Private Reply-To: matteoli@iinet.net.au
Prima pomposo cacasotto del sinistrismo di maniera e poi...torquemada feroce. Castellani fatti consigliare meglio e cerca una linea decente. Quando l'hai trovata, mantienila. Comunque il PdS ti ha gia' scaricato: saranno gentili con te ancora un po' di tempo. Cordialita', Lorenzo Matteoli
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Violenza e dialogo From: Edoardo Volpi Kellermann <evolpi@datanord.it> Date: Mon, 06 Apr 1998 13:32:27 +0200 Organization: Virtual Publishing Reply-To: evolpi@datanord.it
Con chi manifesta e provoca si puo' dialogare.
Con chi rompe e picchia no.
Il principio è semplice...
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Parere sugli squatter From: Valerio Simeone <simeone@irc.na.cnr.it> Date: Mon, 06 Apr 1998 11:58:13 +0100 Sender: simeone@alpha2.irc.na.cnr.it
Il dialogo RAZIONALE, sopra ogni cosa!
Con TUTTI!
Solo di fronte ad un rifiuto (di dialogo!) categorico e immotivato, si parli di ripristino della legalita', in maniera cruda.
La legalita' non e' un optional! Ma tutti (serial-killer esclusi!) hanno almeno una parte di ragione!
V.S., IRC, CNR (Na)
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Se picchiano i giornalisti... From: u.rossi@censis.it (Umberto Rossi) Date: Mon, 06 Apr 1998 11:33:45 +0200
...è forse perché è il modo più rapido per finire in prima pagina.
Io però mi chiedo: ma in tutto questo tempo, prima che ci fossero il morto in carcere e i giornalisti bastonati, la stampa (e le TV) che cosa facevano? Ci asfissiavano con le corna che Clinton mette(rebbe) alla moglie e col matrimonio della Pivetti, coll'ultimo disco di Lucio Dalla (che è sempre evento di tale importanza cosmica da dover essere segnalato da un servizio apposito dei telegiornali in prima serata) e con le leggende metropolitane su Lady Diana e le prostitute sieropositive sterminatrici.
Se in questo tempo ci avessero spiegato chi sono questi squatter, che fanno, che vogliono, che cercano, noi ci saremmo fatta un'idea meno sensazionale degli avvenimenti, e quelli magari avrebbero avuto meno voglia di dare legnate. Ma il caso degli squatter è uno solo in un mare di "peccati di omissione" che il nostro sistema di informazione compie giorno dopo giorno. Se ne potrebbero fare infiniti esempi, e il fatto che tutto ciò avvenga proprio a Torino, capitale dell'Impero Agnelli, mi sembra tutto sommato di una somma perfezione. ------------------------------------------------------------------------------
Da: Net Diver[SMTP:netdriver@ecn.org] Inviato: giovedì 9 aprile 1998 20.01 A: ecn-news@ecn.org Oggetto: Forum Squatter (5/5) (Rep)
To: forum.squatter@repubblica.it Subject: squatter From: Fabio Bergamini <Fabio.Bergamini@mail.nauta.it> Date: Thu, 09 Apr 1998 11:42:19 +0200
Pensando agli squatter ho pensato che essi si possono considerare tranquillamente figli delle rivoluzioni contadine del Medioevo
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Liberi tutti From: Massimiliano Rizzo <masrizz@tin.it> Date: Wed, 8 Apr 1998 21:35:51 +0200 Reply-To: <masrizz@tin.it>
Amici e nemici di Repubblica io non sono uno Squatter ma devo dire che, anche se non condivido tutto ciò che è avvenuto, alla manifestazione di sabato ho partecipato. Ho partecipato per due motivi fondamentalmente : il primo è che sono un utente dei centri sociali e delle case okkupate e che pertanto non basta, secondo me, soltanto entrare in questi quando c'è un concerto di un gruppo che ci piace o perchè consumiamo una birra più a buon mercato, ma bisogna anche condividere le gioie e i dolori; andare alla manifestazione per Edo e compagni è stato prendere parte, essere vicino alle persone, e sottolineo persone, che in questi giorni soffrono per la libertà di altri esseri umani; la seconda motivazione è dettata dal fatto che, siamo tutti buoni ad indignarci se arriva un avviso di garanzia a qualche potente, se questo viene messo in gattabuia o se i media (compreso questo giornale) ci dicono e parlano di ingiustizie ai danni guardacaso di imprenditori, politici, e altre categorie, mentre non riusciamo a indignarci se viene incarcerato un qualcuno preso a caso da un gruppo di persone che sicuramente non hanno abbastanza quattrini per difendersi, finendo poi in carcere fino a quando un magistrato volenteroso deciderà di sentirlo (tutto questo probabilmente dopo qualche giorno di isolamento). Quello che i media non riescono a capire e, forse neanche la gente di Torino che, al passaggio dei manifestanti, ha chiuso salacinesche, è che non si può privare un qualunque essere umano (sia che si tratti di Sole, Edo o altri) della sua libertà se non si ha la certezza vera, seria, inequivocabile, che questo rappresenti un pericolo per gli altri. Se anche se si ha un semplice dubbio allora è meglio aspettare altre prove, altre circostanze che chiariscano la posizione di questo; non si può chiudere i cancelli ad una persona, disponendo arrogantemente della vita altrui, privandola come è successo a Torino in questi giorni. La libertà di una persona va difesa, e per questo vale la pena di prendere parte ad una manifestazione come quella di Torino. Per quanto riguarda gli squatter in generale, i giornali, senza peraltro conoscere il mondo dove si muovono questi, hanno sparato a zero creando un bel clima di paura, forse anche di terrore in una città tanto riservata come quella di Torino; oltretutto hanno anche tirato fuori argomenti di carattere sociologico come il disagio sociale senza capire che i veri disagiati sono loro ai quali da fastidio e si chiedono : ma questi fanno cultura, spettacolo, informazione, senza chiedere il permesso a nessuno ! Possibile e allora noi chi siamo che dipendiamo da padroni che ci dicono ogni giorno cosa scrivere, cosa fare, quale miglior film consigliare alla gente (probabilmente a secondo degli incassi che ha fatto), ecc. ecc: Beh il variegato mondo degli squatter, al di là della violenza che non condivido ma capisco, è meglio del nostro, del vostro. Ciao a tutti P.S. : Liberti Tutti Massimiliano
-------------------------------------------------------------------------- From: daniele <sparviero@fol.it> Date: Wed, 08 Apr 98 20:19:40 PDT Priority: Normal Read-Receipt-To: "daniele" <sparviero@fol.it>
tra televisione, che per circa il 90% degli italiani rappresenta il solo strumento comunicativo con l'esterno visto che si legge pochi libri e si va poco al cinema: fin quando non verrà radicalmente cambiato il modo di fare televisione non si riuscirà a mutare la realtà sociale di questo Paese; se a milioni di persone viene offerto continuamente programmi come Carramba, Stranamore, La luna nera, Bonolis Il lotto in diretta, se i Tg parlano solo di Borsa, Gratta e vinci, famiglia reale inglese, sfilate di moda e sil limitano a riportare le acute battutine dei niostri politici, dal futuro non potremmo aspettarci nulla di buono, e chi non si adegua o fa una scelta estrema come quella degli squatter oppure attua un sistema di resistenza umana, selezionando molto le persone da frequentare così come i giornali da leggere i film da vedere ed i programmi tv (mai niente di guardabile prima delle 22,30). Spero che repubblica si attivi per fornire un'ancora di salvataggio, perchè ultimamente la trovo un pò appiattita sullo stile cerchiobottitico sparvero@fol.it
-------------------------------------------------------------------------- Subject: A chi e' deluso di Repubblica From: Edoardo Volpi Kellermann <evolpi@datanord.it> Date: Wed, 08 Apr 1998 16:59:03 +0200 Organization: Virtual Publishing Reply-To: evolpi@datanord.it
Il giornalista "se l'era andata a cercare". I "ragazzi" erano un po" "nervosi".
Secondo questa logica, se i cittadini di Torino "innervositi" dal miliardo e passa di danni riempissero di botte tutti i ragazzi dei centri sociali e gli sfasciassero i locali, sarebbe giusto?
Secondo me no, e' una logica che porta ai morti ammazzati. La mia non vuole essere una provocazione (poi chi si sentira' provocato, faccia pure) ma un invito alla riflessione.
Certe forme di protesta sono semplicemente imbecilli.
-------------------------------------------------------------------------- Subject: DOMANDA From: Franco Roncaglione <froncaglione@baan.nl> Date: Wed, 8 Apr 1998 14:58:17 +0200 Return-Receipt-To: Franco Roncaglione <froncaglione@baan.nl>
Sono di Torino ma abito ad Amsterdam. Ho potuto seguire le vicende della mia citta' solo attraverso i media. Non capisco molto bene questo democraticismo predicato dagli squatters, in base al quale si hannno solamente dei diritti e nessun dovere. Forse e' tutta una questione di scelte: io rispetto le loro idee ma sarebbe bene che imparassero ad accettare anche il modo di vivere degli altri. DOMANDA: Con lo stessa tranquillita' con la quale vengono imbrattati i muri di Via Po, si lanciano uova ripiene di vernice contro il Duomo o si prende a calci in culo un giornalista allora quelli che vengono definiti i "borghesi" i "benpensanti" ed i"servi dei padroni" potrebbero sentirsi autorizzati a distruggere o ad incendiare un centro sociale ? Io credo di no, ma mi sembra che le basi per un dialogo non ci siano proprio. Grazie di questo spazio, Franco
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Riflessione From: Ing. Franco Di Nardo <fdinardo@ipsnet.it> Date: Wed, 08 Apr 1998 15:07:12 +0200
Io , non in questa occasione non mi sono trovato in mezzo alla folla impazzita, però ho vissuto in Algeria nel 93, quando sono poi stato costretto a scappare per salvare la pelle, a situazioni dello stesso tipo vissute oggi dai ragazzi dei centri sociali (bersaglio di pietre e violenze varie). Il lavoro che manca, le promesse mai mantenute, niente soldi, o i pochi usati per i cosiddetti viaggi questi sono i problemi gridati perchè nessuno ascolta. Ho 62 anni ma conosco bene il mondo attraverso mio figlio con le sue rabbie che io cerco sempre di calmare e sopire ma con fatica estrema perchè non sono un mago. Famiglie datevi da fare! Politici trovate le soluzioni al lavoro. Franco
-------------------------------------------------------------------------- Subject: squatters o teppistelli? From: Marchiori Andrea <andrea.marchiori@usa.net> Date: Wed, 08 Apr 1998 08:38:07
A casa mia chi gira col volto bendato è un vigliacco, chi ne approfitta per compiere atti vandalici ed imbrattare la città è un teppista...
Quindi questi ragazzi pensino ciò che vogliono, facciano quello che credono...ma non cerchino scusanti alla loro stupida violenza.
In quanto al ragazzo che si è suicidato... beh ha sbagliato. La vita vale la pena di essere vissuta, soprattutto a vent'anni... soprattutto se si hanno degli ideali...
...ma in cosa credono questi ragazzi???
e comunque...se vogliamo usare l' inglese, dobbiamo chiamarli squatters, non squatter!
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Imparare dalle malattie From: Samuele Marabotto <mille895@ipsnet.it> Date: Tue, 7 Apr 1998 23:31:17 +0200
Il problema di chi si esclude dalla società è un problema della società.
Gli squatter vanno "educati", come tutti quelli che vivono la loro tremenda rabbia distruggendo (se stessi, gli altri o le cose). size=2>
Ma come, come trovare un dialogo?
Il dialogo viene dalla comprensione profonda del loro perché e dalla vera intenzione di ri-comprendere nel tessuto sociale gli squatters che se ne vogliono togliere.
Come sempre, se in un sistema c'è qualcuno che manifesta una "malattia", denuncia l'intero sistema.
Ma la "malattia" non va nascosta, neutralizzata, no: va guarita. size=2>
Infatti size=2>è per tutti quanti una grande possibilità di migliorare, di crescere comprendendo e prendendo dentro di sé, dentro la città, il grido di una parte di lei che pur di essere ascoltata distrugge.
Proprio come un tumore distrugge l'uomo che non riesce a comprendere alcune parti della sua vita - ma adesso molti ci stanno riuscendo, guarendo con varie tecniche il male del secolo -, così gli squatters distruggono la città. size=2>
Se noi che l'amiamo la vogliamo migliore, potremmo cercare il dialogo con gli squatters, imparare da loro, chissà, un nuovo punto di vista, un modo diverso di superare i conflitti?
I ragazzi torinesi soffrono, i ragazzi italiani, 5000, vengono per dargli voce... Sì, non hanno ancora imparato a comunicare e distruggono. Ma noi che ci vantiamo di essere adulti, proviamo a trovare una risposta nuova, creativa, pacifica.
La virulenza degli squatters è per noi un allarme e insieme una splendida occasione per imparare qualcosa di inedito. Tutta la città è coinvolta, come tutto l'organismo sarebbe coinvolto da un mal di pancia. Se guariamo ora sapremmo guarire senza fatica in seguito, prerché saremo resi più forti dall'esperienza, avremo sviluppato i giusti "anticorpi" per non venire più attaccati. Avremo dei luoghi in cui accogliere chi non si identifica nella "società" e in cui rispettare (ma anche venire rispettati) i ragazzi che non hanno imparato a convogliare la loro rabbia. E avremo un linguaggio semplice e veritiero per parlare con loro. E loro saranno educati da questo linguaggio e dal nostro esempio di rispetto.
Essere una città modello anche per le altre: ce la può fare la città che ospita il Sacro lino?
Marta Palitto -------------------------------------------------------------------------- Subject: Sottoscrivo la tesi di Azzurra 7 From: Mr Marco Vecoli <marco@earthsciences.uq.edu.au> Date: Wed, 8 Apr 1998 13:13:24 +1000
Come faceva PolPoT???
Saluti
-------------------------------------------------------------------------- Subject: risposta a risposta azzura7 From: Colette Tironneau <tiro.col@iol.it> Date: Wed, 08 Apr 1998 07:24:09 +0200
Caro Rusconi,
Non vorrei neanche essere nei panni di Edoardo che non ha saputo affrontare un piccolo incidente di percorso.
-------------------------------------------------------------------------- Subject: riflessione From: Colette Tironneau <tiro.col@iol.it> Date: Wed, 08 Apr 1998 08:15:39 +0200
Volevo approfondire il mio commento precedente. Prima di tutto, dire tutta la mia compassione per questo giovane che si è suicidato, perche il suicidio è sempre un fatto molto drammatico, e che ci accusa tutti. Perché questo giovane si è suicidato? Quali erano i suoi problemi? Chi é responsabile? Perché non ha trovato la forza di resistere ad una situazione che molti hanno dovuto fronteggiare che sia in tempo di guerra o di pace? Ha avuto in questi momenti difficili il sostegno dei suoi amici, della sua ideologia?
Sopratutto mi sembra che non doveva avere niente in comune con chi sfrutta questo triste avvenimento per sfogare la propria violenza.
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Risposta ad azzurra7 From: S Rusconi, R399 <sr7423@bristol.ac.uk> Date: Tue, 7 Apr 1998 18:15:14 +0100 (BST) Cc: sr7423@bristol.ac.uk Priority: NORMAL Sender: sr7423@bristol.ac.uk
Mio caro onesto lavoratore, ti vorrei solo far presente che Edoardo Massari, prima di finire in galera la prima volta, era un lavoratore anch'egli. Faceva il ciclista ad Ivrea (il mio ciclista tra l'altro...). Avendolo conosciuto personalmente ti posso assicurare che era l'ultima persona a meritarsi una fine del genere. Io non sono anarchico e non condivido molte delle cose che fanno. Ma sicuramente piuttosto di diventare un "onesto lavoratore" ( evidentemente frustrato visto che ci tiene tanto a sottolinearlo!)come te, preferirei, senza alcun dubbio, diventare come loro! Quindi in conclusione penso che il tuo sia l'intervento piu` stupido e inutile che qualcuno potesse fare. L'unica utilita`, forse, sta nel fatto che in questo modo si ha una diretta testimonianza del livello di alienazione a cui un "onesto" lavoro puo` portare in questa schifo di
societa` che forse qualcuno, tuttosommato, vorrebbe cambiare! Cerca di ragionare prima di parlare!!!! Simo ---------------------- S Rusconi, R399 sr7423@bristol.ac.uk
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Sono francamente deluso da "La Repubblica" From: Paolo Lo Re <Paolo.LoRe@na.infn.it> Date: Tue, 07 Apr 1998 18:59:48 +0200 Organization: I.N.F.N. Sez. Napoli Sender: Paolo.Lore@na.infn.it
Un ragazzo non omologato, uno dei tanti, muore in carcere vittima della violenza della nostra cara societa' "giusta" e "democratica"; tutto cio' avviene mentre il Ministro dell'Interno e' un esponente del PDS (ma che significa - o ha mai significato - quella "S": e quando la toglieranno dal loro nome?). Il Governo naturalmente e' sostenuto dal voto decisivo di un partito che nel suo nome include niente meno che la parola "Comunista": mamma mia che scialo di paroloni!
Ai funerali i suoi amici sono un po' nervosi, e se la prendono con chi - per mestiere - avrebbe anche potuto (o forse: "dovuto"?) far sapere in giro chi sono loro, e cosa dicono, e cosa fanno, e perche' lo fanno, invece di criminalizzarli e dare per scontata la loro colpevolezza anche per cose come gli attentati ai treni, per i quali non e' poi cosi' sicuro chi sia il colpevole.
A questo punto, per un gruppo di ragazzi dei Centri Sociali Autogestiti che aggredisce un giornalista che se l'era abbastanza cercata, La Repubblica apre un "caso", ci dedica la prima pagina, e poi le pagine 2 e 3 per due giorni di seguito, apre anche questo forum, e
tutto condito di confronti col '77, con l'Autonomia, con questo timore del "ritorno della violenza nelle strade".
Sono francamente nauseato da molte delle risposte che avete avuto (dato il tono dei vostri discorsi sui c.s.a., pero', e' abbastanza ovvio che questo sia ormai il livello del pubblico che vi segue e si riconosce in voi...), ma soprattutto sono MOLTO deluso da questo giornale che sta diventando sempre piu' omologato e illeggibile.
Credo che smettero' di comprarlo.
Con cari saluti ad alcuni (pochi) di quelli che vi hanno scritto prima di me (ad es.: Bruno Trematore).
Paolo ============================================================== Paolo Lo Re | E-mail Paolo.LoRe@NA.INFN.IT Systems & LAN Manager, | Ist. Naz. di Fisica Nucleare | Voce +39-81-7253-448 Sezione di Napoli | +39-81-676172<---NEW!! Complesso Universitario di | Fax +39-81-2394508 Monte S. Angelo, Via Cintia | +39-81-676358<---NEW!! 80126 NAPOLI - ITALY | +39-81-676346<---NEW!! | "He who does not care to think is a stupid he who does not want to think is a fanatic he who does not dare to think is a coward" Francis Bacon ==============================================================
-------------------------------------------------------------------------- Subject: (no subject) From: Federico Barli <Federico.Barli@univ-brest.fr> Date: Tue, 07 Apr 1998 14:28:11 +0200 Organization: Universite de Bretagne Occidentale Sender: Federico.Barli@univ-brest.fr
non mi sono mai posto il problema degli squatter, sono giovane ,di sinistra frequento di tanto in tanto i centri sociali(buona musica e buoni i prezzi) ma giuro che quando su internet ho letto degli squatter non capivo chi erano cosa volessero> Riconosco la mia ignoranza,puo' essere che questi giovani esprimano un malessere collettivo ,ma se cosi' e' perche' sono minoranza di una minoranza e nei quartieri popolari ,dove molto spesso il punto di agregazione e' il bar o la parocchia, non sono neanche considerati? Spero dunque che non si voglia generalizzare e considerare questi ragazzi solo perche' sono piu' violenti o urlano piu' forte come l'indice del malessere giovanile> Questi sono dei violenti , portatori di una cultura che vuole rimanere sempre minoritaria e alternativa e in quanto tale vanno considerati, Sono al pari degli ultras violenti e di altri gruppuscoli pericolosi per la loro voglia di distruggere,e quindi spero che nessuno, scenda a pati con loro Sara pure rettorica ma mi riviene in mente la considerazione di Pasolini su valle Giulia ...chiediamoci veramente quali sono gli interessi delle classi e quali sono le classi piu' basse
-------------------------------------------------------------------------- Subject: Commento "Squatter" From: Giava <giava@planet.it> Date: Mon, 6 Apr 1998 19:17:52 +0100
Non ho letto il parere degli altri .. perchè mi sono fatto condizionare il mio dai giornali e francamente mi basta. Credo che sia assurda la violenza e non c'è bisogno di commenti ma solo di giudici. e di giustizia. Tutti hanno diritto di parlare e questo è l'unico vero valore ideale che è rimasto da difendere a questa società.
E per il quale sto accettando di fare il mio commento "Squatter".
Per sillogismo - "gli squatter sono il prodotto violento di tutto questo"
SQUATTER è un equazione complessa (solo pochi accenni e solo alla politica perchè è troppo facile !) di
+ il perchè esiste la FIAT a Torino e perchè Agnelli è senatore del Parlamento - il perchè esiste Berlusconi e perche Berlusconi e parlamentare al Parlamento e non a San Vittore / il perchè si parla di squatter invece di dedicare 20 pagine INFORMATIVE VERAMENTE e magari anche GRATUITE alla Bocassini e al decreto NAPOLITANO * tutto il video di Grillo - assoluzione di Previti / rapporto tra Spese della Bicamerale e Guadagno Reale di un Cittadino del Regno
Per verità, non credo che questa società possa risolvere niente: La riflessione che a partire da una società NON CRISTIANA (quale quella cui stiamo andando) ma PIU religiosa di questa forse può portare nel giro di 3 - 4 generazioni alla costituzione di un nuovo nucleo. Ci sarebbero meno SQUATTER in giro e qualche SQUATTRINATO in più.
Meditate gente.
Guido Racinelli. -----------------------------------------------