La Stampa- 01.04.98
Il ritorno degli anarchici REPORTAGE
I petardi che esplodono di fianco alla bara facendo vibrare il profilo asimmetrico di Sant'Eustorgio sono gli stessi adoperati in curva dalle Brigate Rossonere. Solo che oggi i compagni ultras sparano l'ultimo omaggio al più straordinario personaggio della Milano sovversiva, e poco importa che il libraio Primo Moroni fosse interista perché solo lui, con la sua voce roca, il capello lungo e l'occhio ridente da cinese, solo lui al suo funerale poteva tenere assieme sull'acciottolato del Ticinese l'ex brigatista Prospero Gallinari e il giurista del lavoro Pietro Ichino, un punk come "Gomma" e l'assessore polista Scalpelli, la Tiziana Maiolo poco dietro Carlo Feltrinelli, o ancora quell'Aldo Bonomi che oggi lavora al Cnel con De Rita e il vecchio commissario di polizia in lacrime perché è morto l'amico randa di una vita. Forse il vecchio commissario è quello che vede più lontano: perché scopriremo di doverlo rimpiangere, questo indecifrabile stratega del conflitto e della mediazione, nelle nostre metropoli dove la rabbia dei giovani cresce sottotraccia col diminuire del lavoro e l'evaporare della politica. Il cancro si è portato via l'unico sessantaduenne a cui di questi tempi potessero dare retta pure gli arrabbiati squatters torinesi dei centri sociali autogestiti. Il parco delle basiliche come ogni mattina è attraversato dai domestici extracomunitari con due o tre cani al guinzaglio che calpestano il tappeto di siringhe della notte scorsa. L'altoparlante è come se esalasse un grumo di memoria trentennale: dal beat Ricki Maiocchi che canta "e così tu sarai uno in più tra noi" fino allo stornello anticlericale sul Vaticano che brucerà, passando per le ballate violente degli anni di piombo. Zoppicando dietro al carro funebre, Pietro Valpreda lamenta in milanese di essere ormai solo un ballerino in pensione cui l'Enpals ha tagliato il sussidio per via del bar gestito fino a tre anni fa in corso Garibaldi. Se la Milano dell' underground antagonista non verrà sepolta insieme a Primo Moroni, lo si deve alle migliaia di ragazzi sgradevoli e sconosciuti dei centri sociali come il Leoncavallo o il Conchetta.