La Stampa - 05.04.98

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PER ORE IN ONDA GLI INSULTI.  LA LUNGA DIRETTA DI RADIO BLACK OUT 
TORINO. 
Radio Black Out, l'ossessione mediatica. Ore e ore di diretta,
ieri, per gridare "assassini" e "liberi tutti". Ma, ancora di più, per
mirare a quello che per loro dev'essere il nemico numero uno, a giudicare
dal tempo che gli dedicano: i mass media.  La giornata comincia con una
rassegna stampa in cui i redattori (che non dicono mai i loro nomi e
cognomi: di sfuggita li chiamano "Bobo" e "Pepè") leggono i comunicati dei
centri sociali. E cominciano a scandire ossessivamente le diffide ai
giornalisti, che "se proprio vogliono scrivere non devono andare al corteo
ma sentire la nostra diretta". Battono e ribattono: "Se verranno saranno
allontanati, prima con le buone, e poi... uomo avvisato, mezzo salvato".
"Devono tenersi lontani, il loro lavoro di merda lo tengano a casa".  In
studio, però, non fanno che leggere i vituperati giornali e criticare la
tivù-macellaia. Che guardano: interrompono addirittura la diretta per
correre ai notiziari, ed aggredire poi questo e quello. Ripetono il loro
indirizzo in Internet, e riattaccano la solfa contro l'odiata civiltà
mediatica. A Castellani, che ha detto (sempre ai giornalisti) di "cercare
il dialogo" e che "per dialogare bisogna essere in due", rispondono: "Si
cerchi qualcun altro per parlare".  Poi parte la diretta sul corteo, il tam
tam che scandisce la giornata di tensione. Le telefonate in diretta
informano di ciò che accade: "Siamo alle Nuove, volano pietre e vernice da
tutte le parti". "A Palazzo di Giustizia vanno d'incanto in frantumi tutti
i vetri... su questo simbolo della repressione compaiono parecchie
scritte". Una si lamenta: "Non abbiamo trovato nemmeno un negozio aperto,
colpa del terrore orchestrato dai media". Nella hit dei nemici, dopo i
giornalisti, c'è la sinistra. Leggono un comunicato dei centri sociali: "Un
magistrato di sinistra ha costruito una montatura sul nulla... Con il
governo dell'Ulivo si sono moltiplicate le deportazioni di stranieri, i
tagli allo Stato sociale in nome dell'Europa che arricchiscono i padroni.
La disoccupazione dilaga, Violante ha insabbiato l'indulto. Volete il
dialogo? Prima dovete liberare Sole e Silvano (...)". Telefonata in
diretta: "In fondo al corteo c'è gente di pds, sindacati, Rifondazione, non
possono farci morire in galera e poi sfilare con noi". Da studio,
preoccupati: "Ma hanno bandiere? Perché abbiamo diffidato tutti a sfilare
con i simboli". "No". Da studio, seconda voce: "Lo dico a titolo personale,
per me Rifondazione può stare". Al telefono: "Ah no, un c..., il governo fa
repressione, e quelli lo appoggiano". Prima voce imbarazzata da studio:
"Era un commento personale". Sul timore di incidenti, la radio spiega: "Non
siamo così scemi da rovinarci la piazza oggi che c'è tutta 'sta polizia.
Quando vogliamo fare casino lo facciamo: il tiro è stato alzato, non
torneremo indietro".  In attesa dei tigì, c'è Televideo per avere un media
contro cui sparare. "E' una chicca, dicono che Sole è rinchiusa alle Nuove,
invece è alle Vallette". E ancora appelli per "Sole e Silvano", e contro
l'"omicidio di Stato di Baleno". Finalmente i telegiornali, le voci
tacciono per ottenere nuova materia per gli insulti. Prima di chiudere,
ricordano "l'appuntamento domenicale con ''Speciale Sindone''". E dicono:
"Questa gente che descrivono violenta, al corteo ha dimostrato che, senza
spaccare tutto, sa dire delle cose importanti". [g. fav.]


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