La Stampa - 06.04.98
Squatter, la rivolta dei commercianti Torino: un miliardo di danni. Allo stadio striscione di solidarietà con il corteo "Istituzioni troppo tolleranti, ci difendiamo da soli"
CHIAMPARINO
"Giusto lo sforzo di comprensione del fenomeno Ma da sinistra non dobbiamo ripetere certi errori del passato"
TORINO
"Istituzioni troppo tolleranti: d'ora in poi ci difenderemo da soli". Il giorno dopo il corteo dei cinquemila squatters la città conta i danni e s'infiamma di polemiche. In prima fila i commercianti e il presidente Ascom, Giuseppe De Maria, compatti nelle accuse di eccessiva tolleranza verso gli squatter. "Per quattro settimane - dice De Maria - abbiamo sopportato i loro cortei. Abbiamo subito danni alle strutture e al nostro lavoro, e abbiamo taciuto. Ma adesso queste cose non accadranno più. D'ora in poi non chiuderemo più le serrande ma ci metteremo davanti alle vetrine per difendere la nostra proprietà, il nostro lavoro e la libertà". Parole forti, che sono l'espressione di un'atmosfera ancora tesa che si respira in città. Sulla stessa lunghezza d'onda si schiera anche il coordinamento dei comitati spontanei torinesi. Il presidente Carlo Verra chiede le dimissioni di Questore e Prefetto: "Ci avevano promesso che il corteo non sarebbe passato attraverso il mercato di Porta Palazzo. Non sono nemmeno riusciti a tenere fede alla parola e tenere alto il prestigio dello Stato". E il responsabile del gruppo Marvin (che ha avuto le insegne danneggiate) ha annunciato che non riparerà i danni. "Vogliamo che restino a testimonianza del degrado della convivenza civile causato dagli atteggiamenti inerti e irresponsabili delle autorità". Se i commercianti protestano, il mondo politico è in fermento. Al centro di discussioni e polemiche c'è la partecipazioen al corteo dell'assessore al bilancio Stefano Alberione. E ieri mattina, alla cerimonia in ricordo dell'eccidio del Martinetto, il sindaco Valentino Castellani è tornato sull'argomento squatter, senza risparmiare critiche. "Oggi - ha detto - ricordiamo quei martiri che hanno regalato la libertà anche a quelli che oggi la usano malamente, e che con la democrazia non hanno nulla da spartire". E riferendosi alle violenze di sabato ha aggiunto: "Come ha detto Bobbio giustamente, il confine della democrazia è la violenza. In democrazia non esistono reati d'opinione, ma bisogna essere fermi e decisi con chi sceglie la violenza per stare nella società". Ieri, intanto, è stata tentata una prima conta dei danni: c'è chi parla di un miliardo, chi abbassa leggermente la cifra. I guai più consistenti sono al nuovo Palagiustizia, bersagliato da centinaia di pietre e cubetti di porfido che hanno mandato in frantumi vetrate e guardiole. Il coordinatore cittadino di Forza Italia, Deodato Scanderebech, propone un comitato di cittadini danneggiati dagli squatter. E s'impegna a mettere gratuitamente a disposizione un gruppo di legali "per perseguire i responsabili ed eventualmente anche chi non ha tutelato l'ordine pubblico". Che i responsabili dei danneggiamenti saranno perseguiti lo ribadisce il questore Faranda, che ripete quanto detto sabato a fine corteo: "Sono stati filmati e fotografati, procederemo contro di loro". E anche contro chi ha gettato la bomba carta a Porta Palazzo, la cui esplosione ha costretto tre persone a cure mediche. Non sono gravi. Ma due di loro dovranno ripresentarsi oggi in giornata in ospedale per una visita audiometrica: si temono lesioni al timpano. Ieri, intanto, Torino ha respirato un po' di calma. Polizia e carabinieri non hanno abbassato la guardia dei controlli, ma per tutta la giornata non ci sono stati incidenti o gesti dimostrativi degli squatter. Ma allo stadio, durante la partita Torino-Fidelis Andria, è comparso uno striscione lungo una decina di metri e inneggiante agli squatter: "Solidarietà agli squatter, ribellarsi è giusto". Intanto, ieri, i magistrati della Procura di Ivrea hanno interrogato in ospedale il giornalista dell'Ansa, Daniele Genco, rimasto ferito giovedì scorso, a Brosso, durante i funerali di Edoardo Massari. Genco, che ha riportato la frattura della dodicesima vertebra e di alcune ossa del viso, ha ricostruito nei dettagli la sua aggressione. Ed ha riconosciuto uno degli autori del pestaggio. L'interrogatorio, durato un paio d'ore, è costato molta fatica al cronista, che guarirà in non meno di due mesi. All'ospedale Cto, dove Genco è tutt'ora ricoverato, ieri pomeriggio si è recato anche don Luigi Ciotti, che ha preso le distanze da chi "lo ha pestato in questo modo". "Sono come schegge impazzite - ha detto Ciotti-. Ero andato al funerale perché conoscevo Massari, ma non condivido i metodi incivili di questa gente". Un paio d'ore più tardi è giunto anche monsignor Luigi Bettazzi, il vescovo di Ivrea che, nei giorni scorsi aveva preso le distanze dai picchiatori ma criticato i giornalisti presenti ai funerali di Massari ("Hanno violato la privacy della famiglia; in altri non lo avevano fatto...."). Si è presentato con in mano un ramoscello d'ulivo: "Sono venuto qui in pace. Quel giorno non mi ero proprio accorto di ciò che stava capitando fuori dalla chiesa". Lodovico Poletto