La Stampa - 06.04.98
"Salveremo i negozi anche con i bastoni" IL LEADER DEI COMMERCIANTI E IL DEPUTATO
NON abbasseremo più le saracinesche dei nostri negozi. Le porte resteranno aperte, con i commercianti davanti a difendere la proprietà, il lavoro, la libertà. Chi sfila con i passamontagna e i bastoni sappia che d'ora in poi non è detto che i commercianti non reagiscano, piazzandosi coi bastoni davanti ai loro esercizi". Giuseppe De Maria, presidente dell'Ascom, il giorno dopo la marcia squatter ha deciso di cavalcare la rabbia e il malessere dei commercianti della città: "C'è stato un danno economico consistente ma non solo: da quattro settimane viviamo nel terrore e nell'insicurezza. Adesso basta". Presidente De Maria lei sta proponendo di rispondere con i bastoni alle intimidazioni e alle violenze degli squatter. Di fatto il suo è un invito alla violenza. Non le sembra di esagerare? "Esagerare? Abbiamo abbassato le serrande e che cosa abbiamo ottenuto? Di veder violentato il nostro lavoro: vetrine distrutte, insegne divelte. La gente, gli operatori sono stufi di dover chiudere per colpa di pochi. Adesso basta, non vogliamo più delegare la nostra sicurezza alle forze dell'ordine. Il governo, il sindaco lo sappiano e prendano provvedimenti". E intanto i commercianti prendano i bastoni... "Un momento: non vogliamo fare dello squadrismo o delle ronde. Vogliamo solo tutelare i nostri diritti. Nessuno di noi chiede la chiusura dei centri sociali. E' giusto che ci siano degli spazi per chi vuole dissentire ma non è giusto che venga tolta la libertà di chi lavora". Ma la libertà degli altri è tutelata dalle forze dell'ordine. Vuol dire che il presidente Ascom non ha più fiducia nella polizia e nei carabinieri? "Assolutamente no. L'altro giorno ho seguito il corteo, ho visto le provocazioni contro gli agenti. Si deve alla loro professionalità se la situazione non è degenerata. Detto questo, però, non si possono dimenticare i danni. Dunque abbiamo deciso di assumerci le nostre responsabilità: non chiudere i negozi vuol dire anche respingere le intimidazioni". Ma l'uso dei bastoni porta alla violenza. Torino, anche in vista dell'ostensione della Sindone, non può vivere in una situazione di scontro perenne. Che cosa risponde? "Infatti. Ma vogliamo sapere quali garanzie ci saranno per l'ostensione. Mica possono blindare la città". Da parte dell'Ascom, però si propone l'autodifesa. Non è certo un invito al dialogo? "Vorrei solo ricordarle che due anni fa, in occasione delle lotte dei metalmeccanici per il contratto noi non abbassamo le saracinesche, anzi stampammo un volantino di solidarità nei loro confronti. Noi non ci sottraiamo al dialogo. Chi ha il compito istituzionale di cercare il confronto con questi soggetti lo faccia, ma sappia anche che vogliamo risposte concrete". Quali sono? "Una su tutte: che d'ora in avanti i cortei non passino più per Porta Palazzo e per il centro della città".
Maurizio Tropeano