Donne nel mondo: 

oppressione e violenze

 

In questo periodo gli occhi del mondo sono puntati sull’Afganistan e i media sembrano interessarsi  a qualcosa che fin’ora hanno ignorato: la condizione delle donne sotto il regime dei talebani. All’improvviso chi non ha mai avuto voce viene interrogato…ma perché? Forse la TV e i giornali hanno avuto un’improvvisa illuminazione?… noi pensiamo proprio di no… la cosa è più semplice e meschina di quanto si possa immaginare: anche la sofferenza delle donne afgane viene usata per propaganda, per  convincere l’opinione pubblica a schierarsi con la guerra….insomma si cerca di far credere alla gente che i bombardamenti hanno un fine umanitario perché vogliono, oltre che distruggere il terrorismo, anche liberare le donne dalla terribile situazione in cui si trovano.  La propaganda U.S.A. ci vuole farci credere che esiste una contrapposizione tra la civiltà occidentale cristiana  “superiore” perché garantisce la parità tra i sessi e ha rispetto delle donne, e quella “inferiore” islamica dove, invece, le donne non hanno diritti e sono discriminate. Ma cerchiamo di capire la verità, cerchiamo di guardare al fondo  questa questione che in realtà è molto più complessa e smascheriamo gli inganni ideologici che ci vogliono imporre.

Una cosa è sicuramente vera: le donne in Afganistan sono costrette a condizioni di vita agghiaccianti, nella società sono come dei fantasmi, costrette nelle case a eseguire lavori domestici e a fare bambini. La legge dei talebani vieta alle donne di lavorare, di studiare, di fare qualsiasi attività se non accompagnate da un  mahram (padre, fratello o marito), e le costringe a portare un lungo velo (il burqa) di colore scuro che  deve coprirle dalla testa ai piedi. Se qualcuna non rispetta le regole può essere frustata in pubblico, o addirittura lapidata nei casi considerati più gravi.

 Tutto questo è stato imposto alle donne dai Talebani. Ma chi ha favorito l’ascesa al potere di questo gruppo fondamentalista islamico? Ormai è di dominio pubblico il fatto che la CIA ha finanziato per anni in funzione antisovietica questi gruppi, con l’aiuto dei servizi segreti pakistani. In poche parole lo stesso governo che ora si mostra paladino della giustizia ha favorito l’affermarsi di quel regime. Che credibilità può avere?…proprio nessuna.

Un’altra questione su cui riflettere è l’atteggiamento del cristianesimo e dell’islamismo nei confronti delle donne. La Tv e i giornali parlano con grande superficialità della condizione delle donne nel mondo e delle posizioni delle diverse religioni. Il messaggio che emerge, più o meno esplicitamente, è quello per cui  i cristiani sarebbero aperti e favorevoli ai diritti delle donne e gli islamici chiusi e patriarcali.  Per non banalizzare aspetti complessi, prima di tutto occorre fare una distinzione tra i moderati e gli integralisti di tutte e due le religioni….un integralista cattolico non è certo più aperto di uno musulmano!! Vi sono gruppi antiabortisti proprio negli USA che in nome della loro battaglia minacciano di morte le donne che vogliono esercitare il  diritto all’interruzione della gravidanza. (tra l’altro una delle piste seguite sulle infezioni dell’antrace portano forse proprio a questi gruppi). Se poi ripercorriamo a ritroso la storia e facciamo un tuffo nel passato scopriamo che per secoli le donne sono state considerate dalla chiesa cattolica al pari degli animali, senza anima, impure e quindi assoggettabili alle peggiori torture (i tribunali dell’inquisizione imprigionavano, torturavano e bruciavano soprattutto donne)…ma su questo potremmo scrivere libri e libri…veniamo all’oggi….Il papa ci continua a proporre il suo modello di donna “angelo del focolare”, destinato al suo ruolo “naturale”…fare bambini ! nega il diritto all’autodeterminazione, alla decisione sul proprio corpo, considera peccato persino  vivere una sessualità non riproduttiva (i contraccettivi sono proibiti!!!). beh non mi pare che ci sia poi tanta differenza con la visione dei talebani….

Ma qualcuno dirà “ma qui in Italia noi viviamo meglio!!”…le donne non vengono lapidate…questo è vero… però non dobbiamo certo ringraziare il cattolicesimo per questo, ma le donne che prima di noi hanno disobbedito e lottato contro le ingiustizie del dominio patriarcale. Solo una settantina di anni fa nelle campagne del sud (d’Italia….non del mondo!!) le donne dovevano coprirsi i capelli con un fazzoletto, considerati un mezzo di seduzione!!! Poche erano le donne che potevano studiare, poche quelle che potevano lavorare e il destino “naturale” era quello di madri e mogli casalinghe   ancora nell’Italia degli anni cinquanta. Anche sul piano legale la riforma del diritto di famiglia che ha eliminato odiose disparità di trattamento tra marito e moglie (come la patria potestà sui figli ), l’aborto, il divorzio, sono stati approvati solo negli anni ’70…e per ‘forza’ di fronte alla strepitosa mobilitazione delle donne.

 Come testimonia un recente rapporto di Amnesty International nel mondo gli stati non garantiscono le donne contro le violenze, che in molti paesi non vengono affatto perseguite. Purtroppo neanche qui, nella “civile” Italia, possiamo stare tranquille.

Nel 1999 la  corte di cassazione ha emesso una sentenza in cui si assolveva un imputato per stupro perché la vittima portava i jeans, e questi, possono essere sfilati (secondo i giudici tutti “maschi” del tribunale) solo con la collaborazione della donna!!!…così qualsiasi altro stupratore potrà sentirsi sicuro se violenta una donna che porta un paio di jeans!!!…questo la dice lunga sull’incultura maschilista che regna nei nostri tribunali! Tra l’altro i processi per questi reati spesso si trasformano in processi contro le vittime…cosa che di certo non favorisce le denuncie.

Sempre nella cattolicissima Italia solo recentemente si è approvata la legge che ha trasformato lo stupro in una violenza contro la persona e non contro la morale!!

La condizione della donna nel mondo è lontana non solo dal raggiungimento della parità, ma purtroppo in alcuni luoghi, anche da una vita che possa definirsi umana. A tutto ciò l’unica risposta possibile  sia nei paesi del sud del mondo, che in quelli a capitalismo avanzato, è la mobilitazione e l’azione diretta delle donne. Non esiste un altro modo per cambiare il mondo, eliminare le ingiustizie  e vivere finalmente tutte e tutti una vita degna di essere vissuta.

  

  rukola2

sommario rukola3