IL LORO BUSINESS NON CI FERMERA'!!! La vendita all'asta dell'ex mattatoio di Adelfia presenta aspetti oscuri, e per certi versi inquietanti, dai quali emerge in modo incontrovertibile la speculazione operata ai danni della collettività adelfiese. In primo luogo giova segnalare che, prima di procedere alla vendita all'asta dell'immobile, l'amministrazione comunale del Sindaco Nicassio aveva già adottato delle deliberazioni (delibera di G.C. n. 83 del 27/09/2001, integrata dalla delibera di G.C. n. 118 del 07/11/2001) che prevedevano l'affitto della struttura e del suolo retrostante per un canone mensile di £. 60.000.000 (pari a £. 720.000.000 annui). Successivamente, in data 27/12/2001 con delibera di Consiglio Comunale n. 68, si determinava la vendita dell'immobile per un prezzo d'asta di £. 250.000.000, in tal senso sono davvero eloquenti le affermazioni del Geom. Caldarola (capo dell'Ufficio Tecnico Comunale) che durante la discussione consiliare, per rispondere a dei quesiti di un Consigliere, affermava: ".. io ho dato una valutazione al terreno, che esprime un volume..", e successivamente ribadiva: "Io non ho valutato l'immobile, perché non c'è niente da valutare, tranne le strutture, che non so in che condizioni stanno" ed infatti, negli atti deliberativi, manca qualsiasi stima o perizia relativa allo stato dei luoghi con valutazione degli stessi. Emerge, quindi, che la struttura non è stata oggetto di alcuna valutazione, e che per quella del suolo ci si è rapportati alla tipizzazione dello stesso quale "zona agricola". Ciò nonostante le osservazioni prodotte dallo stesso Ufficio Tecnico Comunale (delibera di C.C. del 31/05/1999) alla Regione Puglia, con le quali si chiedeva di trasformare la tipizzazione da "E" di tipo agricolo in zona per investimenti produttivi a carattere terziario. A tal proposito, appare "sconvolgente" verificare che in data 14 maggio 2002 viene svolta l'asta pubblica per la vendita dell'ex mattatoio (tanto pubblica da riscontrare un solo partecipante: la Cooperativa Spazio Esse!) ed in data 16 maggio 2002 il Comitato Ristretto del Comitato Urbanistico Regionale approva la modifica della tipizzazione dell'area in questione e, successivamente, in data 7 agosto viene stipulato il contratto tra il Comune di Adelfia e la Coop. Spazio Esse ed il giorno dopo, 8 agosto, la Giunta Regionale approva, con deliberazione n. 1145, la relazione-parere del Comitato ristretto, rendendo, così, l'area oggetto della questione tipizzata come zona per insediamenti produttivi. In sintesi, pertanto, l'Amministrazione Comunale prima ha pensato di affittare la struttura, poi, senza alcun motivo apparente, ha venduto la stessa ad un prezzo pari ad 1/3 di quanto poteva essere ricavato attraverso l'affitto, e ciò senza considerare che dal giorno dopo la stipula del contratto la struttura e l'area di pertinenza assumevano un valore DIECI VOLTE superiore a quello relativo alla vocazione agricola della zona. Il Sindaco afferma di aver rispettato la legge, a questo punto sarebbe molto interessante conoscere quale norma prevede un comportamento simile, che a tutto risponde tranne che al principio "dell'interesse pubblico" e della "buona amministrazione".
Rispetto, poi, a quanto accaduto lo scorso lunedì, 21 ottobre, ed a quanto dichiarato dai responsabili della Cooperativa Spazio Esse agli organi di stampa, è evidente che ci si trova a personaggi in malafede, prescindendo dalla mendacità dell'affermazione secondo la quale il cancello del centro sociale era aperto in quanto è stata rotta con una tronchese la catena ed il lucchetto, si rileva che se davvero la procedura è stata trasparente, come poteva la medesima cooperativa attivare una comunità di recupero per tossicodipendenti in una struttura ed in una zona agricola? E' chiaro che se non fosse intervenuta la modifica della Giunta Regionale tale attività sarebbe stata in ogni modo preclusa dalla tipizzazione dell'area. E' impossibile, infatti, pensare che venissero concesse le autorizzazioni prescritte dalla normativa vigente in presenza di una struttura non accatastata ed avente una destinazione d'uso agricola. Non si possono, infine, sottacere le minacce verbali rivolte alle compagne ed ai compagni del Collettivo Coppolarossa da parte di alcuni elementi della Cooperativa, (testualmente: "o ve ne andate o vi bruciamo!"), ma sulla serietà di questi "operatori sociali" non abbiamo dubbi: se corrispondono al vero le dichiarazioni fatte da alcuni ragazzi accolti presso la struttura di Loseto che partecipavano alla "contro-occupazione", ci chiediamo come sia possibile far partecipare ad azioni di siffatta specie ragazzi agli arresti presso la comunità (c'era l'autorizzazione del Magistrato?) . Se davvero la Coop. Spazio Esse ha convenzioni con l'AUSL BA/4 e col Ministero di Grazia e Giustizia come è possibile che tali convenzioni prevedano tali comportamenti? Queste sono le nostre "chiacchiere" e le nostre "semplici illazioni" che così come documentato, costituiranno, l'oggetto di una dettagliata denuncia alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti. COLLETTIVO COPPOLAROSSA
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