Programma operativo plurifondo 1994/99

940025 I1

 

FSE (Asse 71 A) - FESR (Asse 75)

 

UN IMPEGNO PER LA QUALITÀ

(Il testo è comprensivo delle variazioni ed aggiunte apportate a seguito delle riprogrammazioni per le annualità 1995 e 1996)

 

 

 

Capitolo Primo: Fondo Sociale Europeo

Analisi dettagliata delle diverse misure:

1 - Integrazione nel mercato del lavoro e promozione di nuovi specifici ruoli professionali.

2 - Formazione dei formatori negli Istituti Professionali e Tecnici di Stato tramite pacchetti multimediali in autoformazione.

3 - Formazione dei formatori degli Istituti Professionali di Stato tramite pacchetti multimediali in autoformazione disseminabili sulla promozione della parità uomo-donna.

4 - Interventi di educazione per adulti privi di qualificazione professionale riconosciuta e con difficoltà di inserimento dovute a cause storiche, sociali, etniche, ambientali.

5 - Corsi di specializzazione post-diploma per diplomati degli Istituti Professionali, Tecnici e di altri istituti di scuola secondaria superiore.

6 - Formazione dei formatori degli Istituti Professionali di Stato sulla cultura della valutazione tramite l'analisi dell'efficacia delle misure 1, 2, 3, 4, 5, 8, 9.

7 - Formazione dei formatori degli Istituti Professionali di Stato sull'attuazione in itinere del programma operativo, per l'innalzamento dei livelli qualitativi di realizzazione nei singoli istituti.

8 - Formazione dei formatori degli Istituti Professionali di Stato tramite pacchetti multimediali in autoformazione disseminabili sull'integrazione nel mercato del lavoro dei giovani portatori di handicap e socio svantaggiati.

9 - Interventi di riduzione della dispersione scolastica tramite strategie di pianificazione ed individualizzazione dell'apprendimento/insegnamento.

12 - Sapere minimo di elementi di base della cultura d'impresa.

13 - "Orientamento"

Sottoprogrammi 14/1, 14/2, 14/3: Lotta alla dispersione nella scuola dell'obbligo in aree di particolare degrado:

14/1 - La scuola organizza la scelta. Sostegno a favore degli alunni in difficoltà.

14/2 - La scuola organizza il sociale. Raccordo scuola famiglia contro la dispersione.

14/3 - La scuola orienta la scuola. Interventi di riduzione della dispersione scolastica ed orientamento nella scuola media.

Riepilogo totale quota U.E. per le diverse misure

Capitolo Secondo: Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale

MISURA 10 - "Tecnologie per l'innovazione"

MISURA 11 - "Assistenza tecnica e monitoraggio"

Il sistema e gli organismi responsabili di ispezioni e verifiche

Indicatori di partenza e di arrivo previsti dal Q.C.S.:

1 - Livello di istruzione della popolazione in età lavorativa

2 - Percentuale occupata in rapporto alla popolazione di età lavorativa (14-64 anni) distinta per sesso e tassi di variazione dell'occupazione

3 - Tassi di disoccupazione

4 - Tassi di disoccupazione per livello di istruzione della popolazione attiva

5 - Tassi di partecipazione all'istruzione per tipo di scuola

6 - Tassi di ripetenze, abbandono e di passaggio all'istruzione superiore

7 - Rapporto studenti-docenti

8 - Quantificazione degli obiettivi fissati per il periodo di programmazione 1994/1999

Interconnessione con le attività finanziate dalle Regioni del Mezzogiorno e possibilità di inserimento delle azioni nei piani annuali regionali.

Rilevazione del tasso di placement

Estensione dell'azione a nuove attività previste dal regolamento 2084/93 del 20/7/1993

Previsione delle attività suddivise per Regione

 

CAPITOLO PRIMO: FONDO SOCIALE EUROPEO

 

Secondo i termini della nota 13/7/1994 n. 14416 fatta pervenire dalla Commissione delle Comunità Europee - Direzione Generale Occupazione, Relazioni Industriali ed Affari Generali, tenuto conto degli orientamenti espressi nella nota 12710 del 21/6/1994, si trascrive per la parte attinente il F.S.E. il seguente definitivo programma che richiama, con le integrazioni necessarie, quanto presentato con nota 14/390 del 29/4/1994, con nota 14/395 del 6/5/1994, con nota 9556/A/2/A del 26/9/1994.

Nel presente capitolo si definiscono analiticamente le caratteristiche dei progetti e le interconnessioni esistenti con le attività finanziate dalle Regioni del Mezzogiorno, indicando, misura per misura le possibilità di inserimento delle azioni nei piani annuali regionali.

Le misure relative al Fondo Sociale Europeo fanno riferimento tutte all'asse 71 A.

 

 

 

ANALISI DETTAGLIATA DELLE DIVERSE MISURE.

Per il primo triennio si prevede una quota comunitaria del 75% ed una quota nazionale del 25%, mentre per il secondo triennio la percentuale dell'intervento comunitario dovrebbe scendere al 65%.

L'impegno maggiore a carico dello Stato italiano nel secondo triennio ha richiesto un bilanciamento nuovo dell'organizzazione di alcuni progetti che tenesse conto delle diverse quantificazioni, nei due trienni, della quota nazionale, e limitasse al massimo quanto, specie nel secondo triennio, dovrebbe gravare a carico dei fondi I.G.Fo.R.

Ove le condizioni dell'intervento comunitario nel secondo triennio potessero equipararsi a quelle del primo, l'intervento I.G.Fo.R. ne risulterebbe proporzionalmente ridotto.

 

 

La particolare complessità della logica dell'innovazione post-qualifica in atto presso l'Istruzione Professionale risiede nell'integrazione resa possibile tra il sistema formativo statale e quello regionale (veicolo di collaborazione col sistema produttivo), che in Italia partecipano, seppur con diverse vocazioni istituzionali, all'organizzazione della Formazione Professionale. I curricoli dei corsi post-qualifica oggetto dell'intervento della misura si compongono di:

 

Gli studenti iscritti alle classi dei corsi post-qualifica degli Istituti Professionali di Stato sono in possesso del titolo di studio del Diploma di qualifica che permette l'iscrizione come personale qualificato di primo livello agli uffici periferici di collocamento del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. La misura è rivolta agli studenti che proseguono gli studi in attesa di prima occupazione. Si sottolinea come gli studenti che partecipano alla misura NON sono retribuiti od incentivati.

Con la misura si vuole offrire ai giovani dei corsi post-qualifica degli istituti professionali di Stato del Mezzogiorno d'Italia, il conseguimento di una solida professionalità caratterizzata da istruzione scientifico-tecnologica orientata a settori specifici ed integrata da una specializzazione costruita su definite richieste di forza lavoro.

La formazione prodotta è idonea a facilitare la mobilità e la costante riconversione dei lavoratori, richieste dai frequenti cambiamenti nel mondo produttivo nei diversi settori, con particolare riferimento a quelli dove si manifesta un deficit nella offerta formativa di qualificazioni avanzate rispetto al tessuto economico produttivo.

La misura si articola in modo aperto e flessibile e si innesta in maniera omogenea nel curricolo scolastico degli allievi. A tal fine si compone di un'area di professionalizzazione finalizzata e di un'area di specializzazione. Esso può realizzarsi con due diverse configurazioni, entrambe di durata annuale.

Configurazione 1

Le due componenti della misura (area di professionalizzazione finalizzata e area di specializzazione), possono:

  1. calarsi nella struttura della seconda e terza area del post-qualifica di cui alla C.M. 135 del 21.5.1991, già in atto con positivi risultati;
  2. attuarsi nei corsi innovativi post-qualifica ai sensi della L.754/69, che a tal fine saranno predisposti dalla programmazione d'istituto ad includere un'area di progetto.

L'adozione della misura comporta, in entrambi i casi, uno specifico orientamento del curricolo. Il Consiglio di Istituto, nell'aderire all'iniziativa della misura, deve contemporaneamente approvare la sperimentazione metodologico didattica ai sensi dell'art. 2 D.P.R. 419/1974 che consente di fruire degli spazi di autonomia didattica necessari a tale orientamento e di porre in essere le progettazioni e le attività aggiuntive più opportune.

La struttura curricolare nella quale la misura viene elettivamente calata è quella della sperimentazione "Progetto '92 post-qualifica", che prevede, appunto, percorsi integrati.

Le due aree, che costituiscono i complementi di un unico percorso didattico misto Stato-Regione, sono così strutturate:

A) Area di professionalizzazione finalizzata.

Almeno 8 ore settimanali per un totale, nelle 30 settimane effettive dell'anno scolastico italiano, di 240 ore. Le ore sono relative all'insegnamento delle discipline professionali di base del settore.

In tale area si realizzano interventi formativi diretti all'acquisizione di conoscenze scientifiche, tecnologiche, professionali ed organizzative omogenee nel territorio nazionale, relativamente stabili nel tempo e funzionali ai curricoli specialistici programmati e realizzati, ovunque possibile, in collaborazione con la Regione. I metodi didattici si fondano su una aggregazione per moduli e blocchi tematici dei "saperi" e su una programmazione che abbia come punto nodale l'individuazione attenta degli snodi tematici che costituiscono prerequisito per gli innesti specifici condotti nell'area di specializzazione.

 

B) Area di specializzazione. (Programmata e realizzata, ovunque possibile, in collaborazione con la Regione).

Consta di circa 300 ore annue, di cui:

I metodi didattici si caratterizzano per la costruzione di occasioni di professionalizzazione mirate all'acquisizione di attitudini, atteggiamenti e capacità operative riferite allo svolgimento di uno specifico ruolo lavorativo.

 

Configurazione 2

Anche nel caso della seconda configurazione il Consiglio di Istituto, nell'aderire all'iniziativa della misura, deve contemporaneamente approvare la sperimentazione metodologico didattica ai sensi dell’art. 2 D.P.R. 419/1974 che consente di fruire dei necessari spazi di autonomia didattica.

I corsi post-qualifica attuati in via tuttora sperimentale dal 1969, ai sensi della L.754, rispondono alla finalità primaria di elevare il livello scientifico-culturale degli allievi provenienti da percorsi di qualifica che, all'epoca, erano precipuamente di carattere esecutivo-addestrativo; essi includono ovviamente anche discipline contraddistinte da una significativa valenza professionalizzante e, in alcuni casi, altresì ore di lavoro in laboratorio.

In vista anche della riforma della scuola secondaria superiore la misura consente di realizzare, nella seconda configurazione, una struttura di transizione che si integra col quadro orario e con il piano didattico esistenti. Tale struttura può definirsi Area di Progetto. Essa si realizza, concretamente, nella progettazione di un percorso formativo aggiuntivo, dotato di una sua autonomia e definitezza, volto a costruire una specializzazione coerente col piano didattico di settore.

Anche lo spazio per questo intervento è costituito da due aree.

A) Area di professionalizzazione finalizzata.

Almeno otto ore settimanali, per un totale, nelle 30 settimane effettive dell'anno scolastico italiano, di 240 ore. Le ore sono relative all'insegnamento delle discipline professionali di base del settore.

In tale area si realizzano interventi formativi diretti all'acquisizione di conoscenze scientifico-tecnologiche ed organizzative omogenee nel territorio nazionale e relativamente stabili nel tempo su cui innestare gli interventi specialistici programmati e realizzati, ovunque possibile, in collaborazione con la Regione. I metodi didattici sono i medesimi dell’area A della configurazione 1.

 

B) Area di specializzazione. (Programmata e realizzata, ovunque possibile, in collaborazione con la Regione).

Consta di circa 300 ore annue da svolgersi da parte di esperti provenienti dal mondo della produzione, di cui 180 durante i periodi di lezione dell'anno scolastico e 120 per interventi concentrati nei periodi di sospensione delle lezioni, per la realizzazione di stage o simulazioni aziendali. Le 180 ore saranno gestite innestando competenze ed esperienze di esperti esterni sull'insegnamento dei docenti di discipline professionalizzanti, onde costruire occasioni di professionalizzazione mirate all'acquisizione di attitudini, atteggiamenti e capacità operative riferite allo svolgimento di uno specifico ruolo lavorativo.

Analiticamente lo spazio dell'area B, nella seconda configurazione, risulta come appresso rappresentato.

  1. 6 ore settimanali nelle quali
    1. quattro ore settimanali di discipline o segmenti di programma già contraddistinti da una particolare valenza professionalizzante, vengono finalizzati al conseguimento della specializzazione, affiancando al docente titolare esperti del mondo della produzione;
    2. due ore settimanali sono affidate ad esperti, senza co-presenza di docenti della scuola, per ulteriori interventi totalmente aggiuntivi, che concorrano a costruire la specializzazione.

  2. 120 ore da realizzare in stage o simulazione aziendale al di fuori delle lezioni.

La co-presenza di docente ed esperto appare fondamentale nella realizzazione della configurazione 2, poiché nei corsi sperimentali post-qualifica diversi da quelli di Progetto ‘92, gli studenti non possono avvalersi di consolidate basi culturali, avendo essi frequentato i vecchi corsi di qualifica ordinari dell'Istruzione Professionale caratterizzati da dimensioni prevalentemente addestrative.

L'esperto esterno, d'altro canto, raramente possiede competenze metodologico-didattiche ed un codice comunicativo adeguato alle necessità di progettazione e realizzazione di un curricolo formativo. Di fronte a giovani il cui passato curricolo è fortemente centrato sull'addestramento e sulla frammentazione dei saperi, si rende dunque particolarmente opportuna la presenza di un docente fornito della dimensione culturale necessaria, di una conoscenza approfondita dell'utenza, di competenze specifiche sulla programmazione didattica, la valutazione, la motivazione, le dinamiche di gruppo, il sostegno e il recupero disciplinare.

L'insegnante, dal canto suo, a contatto con contenuti, strumenti e metodi di lavoro, propri del mondo della produzione, profitta di una ricaduta feconda in termini di autoaggiornamento.

 

Il curricolo, per entrambi le configurazioni, si svolgerà in parte presso gli Istituti Professionali, in parte presso Centri del Sistema di formazione professionale Regionale, Imprese, Agenzie formative specializzate.

 

Corsi n. 6.150: 1° triennio 2.850

2° triennio 3.300

     

Partecipanti n. 123.000

     

Costo unitario

£.

68.960.000

 

Costo totale

£.

 

424.104.000.000

1° triennio:

Costo totale

£.

 

196.536.000.000

Quota U.E. 75%

£.

 

147.402.000.000

Quota nazionale 25%

(A carico Ministero P.I.)

 

£.

 

 

49.134.000.000

2° triennio:

Costo totale

£.

 

277.568.000.000

Quota U.E. 65%

£.

 

147.919.200.000

Quota nazionale 35%

£.

 

79.648.800.000

di cui: M.P.I.

£.

56.892.000.000

 

I.G.Fo.R.

£.

22.756.800.000

 

 

- Preventivo indicativo dei costi unitari

Frequenza: 20 alunni x corso annuale

     

Costo massimo per ogni corso annuale.

£.

 

68.960.000

A - AREA DI PROFESSIONALIZZAZIONE FINALIZZATA.

Lezioni (240 ore x corso annuale)

 

 

£.

 

 

 

17.240.000

B - AREA DI SPECIALIZZAZIONE.

Progettazione, assistenza e manutenzione del progetto .........................................................................

 

 

£.

 

 

2.000.000

 

Leasing attrezzature, materiali e sussidi didattici ....

Lezioni di esperti esterni (max 180 h)........................

£.

£.

6.000.000

17.000.000

 

Spese generali................................................................

Spese per l'attuazione dello stage (comprendenti oneri per le aziende, vitto alloggio trasporti e assicurazioni per docenti e discenti. Assistenza tecnica (tutoring o altro max 120 ore).........................

£.

 

 

 

£.

1.035.000

 

 

 

24.185.000

 

Elaborazione dati, valutazione, pubblicizzazione.....

£.

1.500.000

 

TOTALE AREA B

£.

 

51.720.000

Costo corso annuale per allievo £. 3.448.000

     

Costo ora/allievo £. 6.385

     

 

- Ripartizione quote:

Onde operare una razionale e ottimizzata ripartizione degli impegni della quota nazionale, in una situazione di carenza di risorse finanziarie, e semplificare le procedure contabili ed i controlli, in questa misura, la quota nazionale nel primo triennio (25%), é posta a carico del Ministero della Pubblica Istruzione e finanzia integralmente i costi dell’area di professionalizzazione finalizzata (c.d. area A); l'intervento comunitario (75%), nel primo triennio finanzia, invece, integralmente l'area di specializzazione (c.d. area B).

Nel secondo triennio la quota nazionale (35%) si compone della stessa somma di £. 56.892.000.000 a carico del M.P.I. e (data la maggiore ampiezza dell'intervento finanziario previsto, ove la quota del 35% fosse confermata), di £. 22.756.800.000 a carico dell'I.G.Fo.R.

I costi dell'attività dell'area a carico del Ministero Pubblica Istruzione sono in entrambe le configurazioni (1° e 2° triennio) standardizzati, poiché afferiscono alla retribuzione di 8 ore di lezione distratte dall'ordinario curricolo.

Onde rendere omogeneo ai fini del computo degli organi della U.E. l'erogazione della quota nazionale, che come è noto varia al variare delle condizioni soggettive dei docenti coinvolti, si è stabilito un ammontare medio convenzionale, peraltro inferiore alle risorse effettivamente impegnate dallo Stato per questo segmento di misura, anche perché non tiene conto dell'incidenza dei costi generali. Per dare base obiettiva al computo ci si è rapportati agli 8/18 della cifra convenzionale considerata dal Ministero della Pubblica Istruzione e dalla Ragioneria Generale dello Stato per una cattedra di insegnamento (18 ore di servizio) degli istituti di Istruzione Secondaria Superiore (£. 38.800.000 professori ruolo A Liv. VII con 13 anni di servizio).

La ripartizione della spesa nelle singole categorie potrà variare, nell'ambito tassativo del costo massimo preventivato, a seconda delle specifiche e particolari esigenze delle diverse iniziative.

Potranno essere costituite forme associative e stipulate convenzioni e intese tra istituti professionali (assegnatari e non dell'autorizzazione a gestire la presente misura), al fine di ottimizzare l'efficacia degli interventi ed in particolare:

 

 

 

 

Gli effetti economici e sociali previsti attengono al miglioramento ed all'efficienza delle strutture formative e si collocano nell'ambito della valorizzazione dell'aggiornamento a distanza.

Nella logica unitaria della misura saranno realizzati due diversi tipi di interventi di formazione formatori:

  1. Interventi riferiti alle discipline di indirizzo professionalizzante.
    1. Tramite i contenuti di tali pacchetti formativi si costruisce un concreto orientamento del sistema di istruzione professionale e tecnica verso le esigenze delle imprese ed ottenere un aumento dell'efficacia del processo formativo tramite l'incorporo di apporti esterni di elevata qualità e l'utilizzo di strumenti multimediali.

  2. Interventi sull'imprenditorialità giovanile e le nuove organizzazioni aziendali improntate al criterio della qualità totale.

Pacchetti formativi verranno realizzati sul tema anche in collaborazione con imprese oppure associazioni di imprenditori (Confindustria - Confapi - Confartigianato - CNA - CASA), Parchi tecnologici, ecc.

Si approfondiranno gli aspetti tecnico-produttivi e quelli economico-commerciali e finanziari, nonché la gestione delle risorse, gli aspetti societari, la normativa nazionale e comunitaria pertinente.

I moduli dei pacchetti potranno riguardare materiali in autoformazione da somministrare da parte dei formatori ai discenti, in tal caso saranno comprensivi di manuale di somministrazione e di strumenti di valutazione e recupero. Effetto aggiuntivo, ma di rilevante importanza della misura, è l'ampliamento delle opportunità di accesso all'istruzione anche da parte di lavoratori, disoccupati, donne, forza lavoro in mobilità.

L'impatto atteso sul mercato del lavoro attiene il miglioramento del livello di qualifica dei nuovi arrivati sul mercato del lavoro, dei lavoratori, dei disoccupati, delle donne, della forza lavoro in mobilità.

 

L'attuazione prevede iniziative articolate di elaborazione dei pacchetti formativi multimediali, un seminario settimanale di validazione per ciascun prodotto multimediale ed una serie di seminari brevi di disseminazione del pacchetto e somministrazione della scheda di valutazione.

La misura si compone dunque di tre fasi.

Nella prima gli istituti professionali individuati dall'Amministrazione Centrale come poli di riferimento per l'aggiornamento, ove possibile in collaborazione con gli I.R.R.S.A.E., elaborano anche con la collaborazione di agenzie esterne particolarmente qualificate:

Nella seconda fase un gruppo di docenti esperti della materia, in apposito corso, valida il pacchetto e la scheda di valutazione predisponendo i necessari aggiustamenti.

Nella terza fase si prevedono seminari brevi programmati per il maggior numero di docenti interessati coinvolgibili (con priorità per i docenti titolari). I docenti del gruppo di validazione potranno illustrare proficuamente le caratteristiche del pacchetto. I seminari hanno lo scopo di diffondere il pacchetto multimediale con riferimento ai contenuti ed alle modalità di utilizzazione tecnologica e didattica.

Il pacchetto rimarrà capitalizzato tra il materiale didattico delle singole scuole e potrà essere utilizzato nel futuro, a carico dell'amministrazione scolastica, in interventi dedicati in primo luogo a docenti supplenti e di nuova nomina o trasferiti, onde garantire standard minimi omogenei di formazione specifica professionalizzante negli istituti professionali e tecnici.

In secondo luogo i moduli dei pacchetti potranno essere utilizzati, presso gli Istituti o presso le imprese da lavoratori, disoccupati, donne, forza lavoro in mobilità. I pacchetti formativi realizzabili tramite il cofinanziamento comunitario costituiranno strumento stabile perché sia reso sostanziale il diritto all'istruzione ed alla formazione lungo tutto l'arco della vita attiva. Gli stessi pacchetti potranno consentire anche una utilizzazione per una particolare categoria di giovani svantaggiati, quelli provenienti da Paesi extracomunitari che risiedono e lavorano nel nostro paese.

Al riguardo l'esperienza maturata nei corsi serali per lavoratori ha rivelato infatti che particolarmente utili per l'approccio con i lavoratori extracomunitari sono i pacchetti di apprendimento multimediali che adottino semplici software di autoformazione. L'elaborazione di moduli in autoformazione e la loro disseminazione a distanza è supportata da sistemi di sorveglianza e consulenza.

Come già accennato, il Ministero della Pubblica Istruzione si riserva di diffondere a proprie spese, utilizzando i fondi per l'aggiornamento dei docenti dei prossimi anni finanziari, il pacchetto a tutti i docenti non raggiunti con le risorse della presente misura.

La valutazione sull'efficacia dell'intervento formativo sarà effettuata da gruppi formati presso le Sovrintendenze Scolastiche Regionali, in collaborazione con gli enti che hanno costruito il pacchetto ed hanno elaborato la scheda somministrata in sede di diffusione.

 

Iniziative di predisposizione e diffusione pacchetti: n. 80

     

Partecipanti (300x80) n. 24.000

     

Costo unitario

£.

170.000.000

 

Costo totale

£.

 

13.600.000.000

 

1° triennio (n. 50 iniziative):

Quota U.E. 75%

£.

 

6.375.000.000

Quota nazionale 25%

(A carico: 50% M.P.I. - 50% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

 

2.125.000.000

 

2° triennio (n. 30 iniziative):

Quota U.E. 65%

£.

 

3.315.000.000

Quota nazionale 35%

(A carico: 50% M.P.I. - 50% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

 

1.785.000.000

 

Totale quota M.P.I.

£.

1.955.000.000

 

Totale quota I.G.Fo.R.

£.

1.955.000.000

 

Totale quota nazionale (MPI+IGFoR)

£.

 

3.910.000.000

Totale quota U.E. nel sessennio

£.

 

9.690.000.000

Costo formatore £. 566.666

     

Costo ora/formatore £. 35.417

     

 

- Preventivo del costo unitario

1) PACCHETTO MULTIMEDIALE PER LA DIFFUSIONE A DISTANZA. Progettazione, predisposizione prototipi, materiale cartaceo, software interattivo, materiale audiovisivo (lucidi, eventuale videocassetta, diapositive) redazione schede, predisposizione guida per il docente, software di verifica

 

 

 

 

 

 

£.

 

 

 

 

 

 

 

105.000.000

2) CORSI DI VALIDAZIONE E PREPARAZIONE TUTOR Preventivo: Durata: giorni 5

Presenze: 25-30 partecipanti

     

Direzione del corso.....................................................

£.

275.000

 

Docenze frontali.........................................................

£.

1.100.000

 

Coordinamento gruppi..............................................

£.

880.000

 

Diarie (vitto, alloggio e viaggio di relatori e corsisti)

£.

28.000.000

 

Spese generali (cancelleria, comunicazioni, materiali, riproduzioni, pubblicizzazione, noleggi tecnologie e varie).........................................................................

 

 

£.

 

 

4.745.000

 

TOTALE CORSO VALIDAZIONE

£.

 

35.000.000

3) CORSI BREVI DI DIFFUSIONE

(n. 10 x £. 3.000.000 ciascuno)

Preventivo: Durata: 16 ore - Partecipanti: 30

     

Direzione del corso.....................................................

£.

110.000

 

Docenza frontale........................................................

£.

330.000

 

Coordinamento gruppi..............................................

£.

270.000

 

Missioni dei relatori...................................................

£.

120.000

 

Viaggio, vitto e alloggio dei relatori..........................

£.

1.480.000

 

Spese generali (cancelleria, riproduzioni, diffusione materiali, comunicazioni)..........................................

 

£.

 

690.000

 

Una opportuna dislocazione territoriale consente di non prevedere missioni per i corsisti

     

TOTALE SINGOLO CORSO

£.

 

3.000.000

TOTALE CORSI BREVI DI DIFFUSIONE

£.

 

30.000.000

 

La ripartizione della spesa nelle singole categorie e nelle tre fasi, potrà variare, nell'ambito tassativo del costo massimo, a seconda delle specifiche e particolari esigenze delle diverse iniziative.

 

 

 

 

Anche la misura 3 si volge agli insegnanti, con riferimento al problema della formazione e sensibilizzazione dei docenti sulla promozione della parità uomo-donna.

L'intervento si colloca in una coerente scelta originaria di politica scolastica operata dal Ministero della Pubblica Istruzione nel campo della Istruzione Professionale nella riforma dell'ordinamento del settore avviata in via sperimentale e realizzata poi con il D.M. 24.4.1992.

In Italia l'approccio di tale scelta è stato peculiare rispetto ad altre esperienze degli Stati Membri:

Tale eliminazione non ha peraltro ovviato ai problemi inerenti le scelte ed il diverso approccio formativo delle giovani donne per le quali valori e comportamenti diffusi definiscono pregiudizialmente ciò che è opportuno ed adatto a livello lavorativo e professionale.

Risorgono le professioni maschili e le professioni femminili proprio mentre a livello europeo le donne stanno guadagnando la facoltà di occupare persino posti che per lungo tempo sono stati considerati di puro dominio maschile: muratori, idraulici, carpentieri ecc.

Mentre in Gran Bretagna, ad esempio, si ritiene (Financial Times) che il 10% dei posti che saranno disponibili nell'industria edile nei prossimi 5 anni saranno destinati a forza lavoro femminile, in Italia non esiste praticamente domanda femminile di formazione nel settore.

Il permanere di stereotipi sessisti legati all'alibi della particolarità, delle attitudini, delle competenze ed all'anticipazione delle aspettative che si postulano emergere dal mercato del lavoro impedisce di garantire alle allieve della Istruzione Professionale una offerta di formazione adeguata ed orientata alla piccola imprenditorialità.

Gli stessi condizionamenti tuttora operanti fanno percepire la carriera lavorativa come "naturalmente" limitata da eventi che si danno per certi come il matrimonio e la maternità, nei confronti dei quali le studentesse si sentono fortemente responsabilizzate, tanto da limitare gli investimenti di risorse sullo studio e la professionalità.

Comportamenti di auto-limitazione si manifestano particolarmente quando la scelta della formazione professionale avviene nella fase della preadolescenza, quando per le stesse logiche della crescita psicologica, poche ragazze sono disponibili a compiere scelte che le possono far apparire meno "femminili". La segregazione formativa precede e conforma la segregazione lavorativa delle donne. I rapporti delle ragazze con le professioni ed i ruoli lavorativi tecnici, scientifici e tecnologici sono ad esempio particolarmente difficili se le scelte tradizionali decrescono al crescere dell'età, spesso le attività lavorative poi intraprese mostrano una incoerenza con le scelte scolastiche "avanzate", riconducono la donna a ruoli segregati.

Non basta l'apparente neutralità degli indirizzi formativi dell'istruzione professionale, per le ragazze è necessario condurre un lavoro di riorientamento e di approccio metodologico adeguato allo sviluppo delle pari opportunità di formazione.

L'omogeneizzazione delle opportunità educative e d'apprendimento tra uomo e donna, pur collocandosi in una diversa dimensione culturale e operativa, appare un nodo la cui soluzione è momento indispensabile per il raggiungimento dell'obiettivo del superamento di quelle persistenti condizioni di svantaggio che è uno degli obiettivi fondamentali dell'istruzione professionale.

L'educazione alla parità non ha nulla di specifico; essa è il fondamento dell'educazione in senso generale: crea i presupposti perché ciascun soggetto sviluppi al meglio le proprie potenzialità, liberandosi nella misura del possibile, da remore soggettive e impedimenti oggettivi.

Nonostante gli sforzi di sensibilizzazione e di informazione di tutti gli attori del processo di istruzione, a tutt'oggi non sembrano pienamente raggiunti gli obiettivi che la riforma dell'Istruzione Professionale e prima ancora la sperimentazione Progetto ‘92, che tale riforma ha preparato, si erano posti circa la parità delle opportunità.

Da questo nasce la presentazione della presente misura.

Si tratta di una iniziativa che tramite la motivazione e la preparazione metodologica degli insegnanti si finalizza a favorire interventi di orientamento specificamente rivolti alle allieve degli istituti professionali di Stato o dell'anno terminale della scuola secondaria di I grado, per:

Gli effetti economici e sociali previsti attengono al miglioramento ed all'efficienza delle strutture formative e si collocano nell'ambito della valorizzazione dell'aggiornamento a distanza.

 

L'attuazione prevede iniziative articolate di elaborazione di mirati pacchetti formativi multimediali, un seminario settimanale di validazione per ciascun prodotto multimediale ed una serie di seminari brevi di disseminazione del pacchetto (e somministrazione della scheda di valutazione) ai docenti dell'istruzione professionale.

La misura si compone di tre fasi e la struttura organizzativa è la stessa della precedente misura 2.

Nella terza fase si prevedono seminari brevi programmati per tutti i docenti dei settori più interessati. I docenti del gruppo di validazione potranno illustrare proficuamente le caratteristiche del pacchetto e la loro fruibilità anche nelle iniziative di orientamento delle studentesse dell'ultimo anno di scuola secondaria di I grado.

Il pacchetto rimarrà capitalizzato tra il materiale didattico delle singole scuole e potrà essere utilizzato nel futuro, a carico dell'amministrazione scolastica, in rinnovati interventi di supporto all'orientamento o dedicati in primo luogo a docenti supplenti e di nuova nomina o trasferiti, onde garantire standard minimi omogenei di formazione mirata al tema della parità uomo-donna.

L'obiettivo è quello di iniziare a costituire strumenti stabili e consolidati perché sia reso sostanziale il loro diritto all'eguaglianza di opportunità, all'istruzione ed alla formazione lungo tutto l'arco della vita attiva.

I moduli potranno riguardare materiali in autoformazione da somministrare ai formatori, materiale d'orientamento e materiale per l'uso dei discenti in classe, in tal caso saranno comprensivi di manuale di somministrazione e di strumenti di valutazione e recupero.

Il Ministero della Pubblica Istruzione si riserva di diffondere a proprie spese, utilizzando i fondi per l'aggiornamento dei docenti dei prossimi anni finanziari, il pacchetto a tutti i docenti non raggiunti con le risorse della presente misura.

La sorveglianza è affidata agli ordinari organi e strumenti di controllo delle attività di aggiornamento nel Ministero della Pubblica Istruzione (Direttori del corso, Ispettori tecnici, Provveditori agli studi, Revisori dei conti del Ministero della P.I. e del Tesoro). La valutazione sull'efficacia dell'intervento formativo sarà effettuata da gruppi formati presso le Sovrintendenze Scolastiche Regionali, in collaborazione con gli enti che hanno costruito il pacchetto ed hanno elaborato la scheda somministrata in sede di sua diffusione. Un attestato del preside dell'Istituto professionale sarà rilasciato al termine dell'iniziativa.

La sede di svolgimento dell'attività progettuale e di realizzazione è presso gli Istituti Professionali di Stato.

 

Iniziative di predisposizione e diffusione pacchetti: n. 20

     

Partecipanti (300x20) n. 6.000

     

Costo unitario

£.

170.000.000

 

Costo totale

£.

 

3.400.000.000

1° triennio (n. 8 iniziative):

Totale

£.

 

1.360.000.000

Quota U.E. 75%

£.

 

1.020.000.000

Quota nazionale 25%

(A carico: 50% M.P.I. - 50% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

 

340.000.000

2° triennio (n. 12 iniziative):

Totale

£.

 

2.040.000.000

Quota U.E. 65%

£.

 

1.326.000.000

Quota nazionale 35%

(A carico: 50% M.P.I. - 50% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

 

714.000.000

Costo formatore £. 566.666

     

Costo ora/formatore £. 35.417

     

 

- Preventivo del costo unitario

Come per la Misura 2.

 

La ripartizione della spesa nelle singole categorie e nelle tre fasi, potrà variare, nell'ambito tassativo del costo massimo, a seconda delle specifiche e particolari esigenze delle diverse iniziative.

Ove ne ricorrano le condizioni e se ne manifesti la disponibilità saranno coinvolti nella misura anche gli Istituti Tecnici più interessati.

 

 

 

 

Gli interventi di educazione degli adulti nell'istruzione professionale trovano il loro più articolato sviluppo nella CM 7809 del 25 luglio 1990 relativa ai corsi serali di qualifica negli istituti professionali.

La presente misura si innesta proprio su tali corsi per studenti adulti che si volgono a dare risposta alle istanze formative di soggetti privi di qualificazione professionale riconosciuta e con difficoltà di mantenimento del posto di lavoro e inserimento dovute a cause storiche, sociali, etniche, ambientali.

I corsi mantengono l'impianto formativo generale proprio dei corsi scolastici ordinari ma sono organizzati in maniera elastica, per rispondere alla domanda diversificata di istruzione e formazione che è posta dai soggetti adulti.

Medesimi sono gli obiettivi formativi, il quadro disciplinare e i programmi, fermo restando per quanto riguarda questi ultimi, gli adattamenti che nell'ambito della tradizionale autonomia, riconosciuta ed esaltata dal recente art. 4 della L.24 dicembre 1993 n.537, gli istituti professionali hanno sempre apportato e continueranno ad apportare.

Il sottoprogramma potrà essere esteso anche ad altri gradi ed ordine di istruzione con interventi di Educazione per adulti compatibili con la struttura del sottoprogramma ed un ampliamento che comprenda lavoratori occupati a rischio di mobilità o che comunque vogliano conseguire un titolo di studio superiore a quello di cui sono in possesso, nonché soggetti ristretti in istituti di pena e/o di rieducazione con particolare riferimento ai giovani con pene massime fino a tre anni e che quindi dovranno reinserirsi nella società civile a breve termine.

Specificità dei corsi in esame sono:

I corsi di qualifica dell'istruzione professionale prevedono inoltre, sempre, un modulo di organizzazione elastica, un'area di approfondimento di 4 ore settimanali, da seguirsi obbligatoriamente da parte dei discenti ma progettabili nei contenuti dal Consiglio dei docenti di classe. In tale spazio possono recuperarsi gli svantaggi culturali e socioeconomici presenti negli studenti ed effettuarsi stage o esperienze di simulazione aziendale.

La normativa vigente prevede come ai corsi si possa accedere con modalità ed obiettivi diversi sulla base di un piano di studio proposto dagli interessati e approvato dal Consiglio di classe.

 

La misura sarà realizzata, ovunque possibile, in collaborazione con le Regioni.

Esso si rivolge agli studenti iscritti alle classi dei corsi per adulti degli Istituti Professionali di Stato, ex CM 7809 del 25 luglio 1990, che sono lavoratori italiani o extra comunitari in attesa di prima occupazione, oppure disoccupati, o in mobilità, o comunque privi di titolo di studio secondario. Al termine della misura di scansione annuale, chi supera positivamente anche un programma ridotto di discipline acquisisce comunque crediti formativi capitalizzabili ai fini della stessa percorrenza del normale corso di qualifica triennale e del conseguimento del diploma di qualifica finale.

Con la misura si vuole offrire ai corsisti:

  1. il conseguimento di una prima professionalità polivalente caratterizzata da una formazione scientifico-tecnologica tale da consentire un agevole e flessibile inserimento nel mondo del lavoro;
  2. il superamento degli svantaggi che limitano le opportunità di inserimento nel mercato del lavoro, ed in particolare:
    1. l'inadeguatezza culturale;
    2. l'incompetenza linguistica;
    3. il deficit di formazione pregressa;
    4. la carenza di metodo nell'apprendimento.

Si tratta di svantaggi fortemente correlati e complessi su cui l'intervento scolastico, anche per le residue rigidità organizzative, ha difficoltà ad incidere.

La misura si articola in modo aperto e flessibile e si innesta in maniera omogenea nel curricolo scolastico regolato dalla citata circolare.

L'adozione della misura comporta uno specifico orientamento di parte del curricolo.

Il Consiglio di Istituto, nell'aderire all'iniziativa della misura, deve contemporaneamente approvare la sperimentazione metodologico didattica ai sensi dell’art. 2 D.P.R. 419/1974 che consente di fruire dei necessari spazi di autonomia didattica.

La misura si articola in una fase preparatoria di formazione orientativa, in un'area di formazione scientifico-tecnologica, in un'area di progetto professionale (da gestire ove possibile in collaborazione con la Regione).

La formazione prodotta è espressamente finalizzata:

 

- Fase preparatoria di formazione orientativa.

Nelle prime tre settimane dell'anno scolastico (settembre) gli iscritti partecipano ad attività di formazione orientativa tendenti ad acquisire informazioni sui livelli cognitivi di ingresso, sulle caratteristiche motivazionali, a delineare un profilo dinamico di ciascun corsista, a costruire il curricolo personalizzato che li metterà in grado di accedere nel miglior modo ai corsi di qualifica degli istituti professionali, anche, ove opportuno, in anni successivi a quello iniziale.

La fase prevede 60 ore di attività.

 

- Area di formazione scientifico-tecnologica.

L'area è progettata nella fase di formazione orientativa in collaborazione coi corsisti. Costituisce parte dello spazio curricolare dei curricoli personalizzati.

Consta:

L'area nell'ambito dell'autonomia didattica consentita dall’art. 2 D.P.R. 419/1974 si volge ad integrarsi con le ore dell'area di progetto professionale e ne costruisce i prerequisiti di conoscenze scientifico-tecnologiche ed organizzative.

A diverse competenze culturali, linguistiche e professionali dei corsisti possono eccezionalmente corrispondere, ove ne ricorrano le condizioni di fattibilità organizzativa, diverse individuazioni delle quattro ore nell'ambito del curricolo generale dei corsi ex C.M. 7809 del 25 luglio 1990.

Nelle 30 settimane effettive dell'anno scolastico italiano, le ore dell'area di formazione scientifico-tecnologica assommano dunque a 300 ore (120 ore dell'area di approfondimento + 180).

 

-Area di progetto professionale.

Essa si realizza nella progettazione di un percorso formativo aggiuntivo, dotato di una sua autonomia e definitezza, volto a costruire occasioni di professionalizzazione mirate all'acquisizione di attitudini, atteggiamenti e capacità operative riferite allo svolgimento di uno specifico ruolo lavorativo.

Consta di:

  1. 120 ore prestate da esperti provenienti dal mondo della produzione. L'intervento, nel limite massimo qui indicato, sarà svolto, in co-presenza con il docente d'istituto, nell'area di formazione scientifico-tecnologica (quindi nelle 4 ore di approfondimento e/o nelle ulteriori 4 ore settimanali delle discipline professionali di base), secondo una distribuzione definita dal progetto della misura elaborato dall'istituto. Elettivamente sarà comunque prevista la co-presenza dell'esperto nelle attività di stage o simulazione aziendale;
  2. 60 ore aggiuntive di studio individuale per recuperi, consolidamenti o allargamenti del curricolo (in genere 2 ore settimanali) con la vigilanza di un docente dell'Istituto.

 

Tramite la co-presenza, le competenze e le esperienze degli esperti esterni anche in questa misura si possono proficuamente innestare sull'insegnamento dei docenti degli istituti professionali di stato, concorrendo, ove necessario o opportuno, al recupero degli svantaggi ed in particolare del deficit di formazione pregressa.

La co-presenza di docente ed esperto appare fondamentale nella realizzazione della misura, poiché nei corsi per adulti lavoratori, i partecipanti non possono avvalersi di consolidate basi culturali e possiedono, d'altro canto, professionalità caratterizzate spesso da dimensioni prevalentemente addestrative.

L'esperto proveniente dal mondo della produzione, peraltro, raramente possiede competenze metodologico-didattiche ed un codice comunicativo adeguato alle necessità di progettazione e realizzazione di un curricolo formativo. Di fronte ad adulti con esperienze fortemente finalizzate, quando non esclusivamente centrate sull'addestramento, e con basi culturali caratterizzate dalla frammentazione dei saperi, si rende dunque particolarmente opportuna la presenza accanto all'esperto di un docente fornito della dimensione culturale necessaria, di una conoscenza approfondita dell'utenza, di competenze specifiche sulla programmazione didattica, la valutazione, la motivazione, le dinamiche di gruppo, il sostegno e il recupero disciplinare.

L'insegnante, dal canto suo, a contatto con contenuti, strumenti e metodi di lavoro, propri del mondo della produzione, profitta di una ricaduta feconda in termini di autoaggiornamento.

La fase prevede la retribuzione di 180 ore.

Totale ore 60 + 300 + 120 + 60 = 540 di cui 120 in co-presenza.

 

Configurazione E (Extra comunitari)

La misura 4 può realizzarsi anche nella configurazione E che prevede classi con frequenza prevalente di lavoratori extra comunitari.

Tale configurazione si articola con la stessa fase preparatoria precedentemente illustrata, atta ad orientare i corsisti e ad aiutarli a progettare i curricoli personalizzati, con particolare riferimento all'area di formazione scientifico-tecnologica; le differenze fondamentali consistono nella presenza di un comunicatore linguistico e nel diverso atteggiarsi dell'area di progetto professionale. Essa di fronte a corsisti il cui passato curricolo è fortemente carente, è progettata in primo luogo per il recupero degli svantaggi e si finalizza poi a costituire una struttura di appoggio e sostegno integrata col quadro orario e con il piano didattico esistenti. Sono sempre previste 30 ore annuali aggiuntive di studio individuale, che possono essere anche totalmente dedicate all'acquisizione di competenze linguistiche e sono assicurate presso l'istituto con la vigilanza di un docente.

La progettazione della configurazione E comporta dunque:

La stessa area di formazione scientifico-tecnologica, attraverso un mirato impianto modulare, si volge nella configurazione E al recupero prioritario dei prerequisiti scientifico-culturali di norma acquisiti nella scuola secondaria di primo grado, scuola dell'obbligo nell'ordinamento italiano.

L'area di progetto professionale, nella configurazione E prevede dunque:

  1. 180 ore prestate in co-presenza dal comunicatore linguistico, nell'area di formazione scientifico-tecnologica e nella fase preparatoria. La distribuzione delle ore sarà definita dal progetto attuativo della misura elaborato dall'istituto. Elettivamente sarà comunque prevista la co-presenza dell'esperto nella fase preparatoria e nelle attività di stage o simulazione aziendale;
  2. 30 ore aggiuntive per il recupero dello svantaggio socioculturale e del deficit di formazione pregressa;
  3. 30 ore aggiuntive di studio individuale per recuperi linguistici o consolidamenti dell'apprendimento, con la vigilanza di un docente dell'Istituto.

L'area consta di 240 ore retribuite.

Totale ore 60 + 300 + 180 +30 + 30 = 600, di cui 180 in co-presenza.

La previsione, per il comunicatore linguistico, di un compenso massimo dimezzato rispetto a quello previsto nella configurazione ordinaria per l'esperto consente un aumento delle ore totali e la considerazione di un più ricco budget per l'acquisto di materiali didattici.

 

Il curricolo, per entrambi le configurazioni, si svolgerà in parte presso gli Istituti Professionali, in parte presso Centri del Sistema di formazione professionale Regionale, Imprese, Agenzie formative specializzate.

Si sottolinea come i corsisti che partecipano alla misura NON sono retribuiti od incentivati.

 

Corsi n. 149

     

Partecipanti n. 2.890

     

Costo unitario

£.

51.732.000

 

Costo totale

£.

 

7.708.068.000

 

1° triennio (n. 50 iniziative):

Quota U.E. 75%

£.

 

1.939.950.000

Quota nazionale 25% (A carico M.P.I.)

£.

 

646.650.000

 

2° triennio (n. 99 iniziative):

Quota U.E. 65%

£.

 

3.328.954.200

Quota nazionale 35%

£.

 

1.792.513.800

di cui: a carico M.P.I.

£.

1.280.367.000

 

I.G.Fo.R.

£.

512.146.800

 

 

Totale quota nazionale (MPI+IGFoR)

£.

 

2.439.163.800

Totale quota U.E. nel sessennio

£.

 

5.268.904.200

Costo allievo £. 2.586.600

     

Costo ora/allievo £. 4.790

     

Costo ora/allievo configuraz. E £. 4.311

     

 

RIPARTIZIONE QUOTE:

Onde operare una razionale e ottimizzata ripartizione degli impegni della quota nazionale, in una situazione di carenza di risorse finanziarie, e semplificare le procedure contabili ed i controlli, in questa misura, la quota nazionale nel primo triennio (25%), é posta a carico del Ministero della Pubblica Istruzione e finanzia integralmente i costi della area di formazione scientifico-tecnologica; l'intervento comunitario (75%), nel primo triennio, finanzia, invece, integralmente l'area di progetto professionale.

Nel secondo triennio la quota nazionale (35%) si compone della somma di £. 1.280.367.000 a carico del M.P.I. e (data la maggiore ampiezza dell'intervento finanziario previsto, ove la quota del 35% fosse confermata), di £. 512.146.800 a carico dell'I.G.Fo.R .

I costi dell'attività dell'area a carico del Ministero Pubblica Istruzione sono, in entrambe le configurazioni (1° e 2° triennio), standardizzati poiché afferiscono alla retribuzione di 6 ore di lezione dell'area di formazione scientifico-tecnologica distratte dall'ordinario curricolo.

Onde rendere omogeneo ai fini del computo degli organi della U.E. l'erogazione della quota nazionale, che come è noto varia al variare delle condizioni soggettive dei docenti coinvolti, si è stabilito un ammontare medio convenzionale, peraltro inferiore alle risorse effettivamente impegnate dallo Stato per questo segmento di misura, anche perché non tiene conto dell'incidenza della retribuzione delle 4 ore di approfondimento (che concorrono a costituire lo spazio curricolare dell'area di formazione scientifico-tecnologica) e dei costi generali. Per dare base obiettiva al computo ci si è rapportati ai 6/18 della cifra convenzionale considerata dal Ministero della Pubblica Istruzione e dalla Ragioneria Generale dello Stato per una cattedra di insegnamento (18 ore di servizio) degli istituti di Istruzione Secondaria Superiore (£. 38.800.000 professori ruolo A Liv. VII con 13 anni di servizio).

 

- Preventivo indicativo dei costi unitari

Frequenza: 20 alunni per corso annuale

     

Costo massimo per ogni corso annuale

£.

 

51.732.000

AREA DI PROGETTO PROFESSIONALE (in collaborazione con la Regione)

     

Esperti esterni (in co-presenza e/o in stage e simulazione aziendale) (Max £. 100.000 x h), oneri ore di stage.....................................................................

 

 

£.

 

 

28.000.000

 

Formazione orientativa (50.000 x 60 h)

Predisposizione curricolo, lezioni, colloqui ................

 

£.

 

3.000.000

 

Vigilanza/Tutoring studio individuale (£. 50.000 x 60).............................................................................

 

£.

 

3.000.000

 

Progettazione dell'area e spese generali ....................

£.

2.799.000

 

Materiali didattici .....................................................

£.

2.000.000

 

TOTALE QUOTA U.E.

£.

 

38.799.000

AREA DI FORMAZIONE SCIENTIFICO-TECNOLOGICA

     

Lezioni (120 approfond.+180 x corso annuale)

£.

 

12.933.000

 

- Preventivo indicativo dei costi unitari della configurazione E (Extra comunitari)

Frequenza: 20 alunni per corso annuale

     

Costo massimo per ogni corso annuale

£.

 

51.732.000

AREA DI PROGETTO PROFESSIONALE (in collaborazione con la Regione)

     

Comunicatore linguistico (in co-presenza, max £. 50.000 x h), oneri ore di stage....................................

 

£.

 

24.000.000

 

Formazione orientativa (50.000 x 60 h)

Predisposizione curricolo, lezioni, colloqui ................

 

£.

 

3.000.000

 

Recupero svantaggio socioculturale e del deficit di formazione professionale pregressa (50.000 x 30)......

 

£.

 

1.500.000

 

Vigilanza/Tutoring studio individuale (£. 50.000 x 30).............................................................................

 

£.

 

1.500.000

 

Progettazione dell'area e spese generali ....................

£.

2.799.000

 

Materiali didattici ....................................................

£.

6.000.000

 

TOTALE QUOTA U.E.

£.

 

38.799.000

AREA DI FORMAZIONE SCIENTIFICO-TECNOLOGICA

     

Lezioni (120 approfond.+180 x corso annuale)

£.

 

12.933.000

 

Costo corso annuale per allievo nelle due configurazioni £. 1.724.400

     

Costo ora/allievo £. 3.381

     

Costo ora/allievo configuraz. E £. 4.311

     

 

La ripartizione della spesa nelle singole categorie potrà variare, nell'ambito tassativo del costo massimo preventivato, a seconda delle specifiche e particolari esigenze delle diverse iniziative.

Nel caso in cui, nella configurazione E, il comunicatore linguistico ed i materiali didattici vengano assicurati, in convenzione, da una Organizzazione Non Governativa o comunque da Enti ed Agenzie diversi, l'Istituto Professionale, nei limiti del bilancio della misura potrà sviluppare stage o simulazioni aziendali attuando una configurazione mista. In ogni caso il Preside dell'istituto dovrà formalmente autorizzare il comunicatore designato dopo averne controllato l'idoneità e, ovviamente, nel caso di extra comunitari, la regolarità della posizione in Italia ai sensi dell'ordinamento vigente.

Potranno essere costituite forme associative e stipulate convenzioni e intese tra istituti professionali (assegnatari e non dell'autorizzazione a gestire la presente misura), al fine di ottimizzare l'efficacia degli interventi.

 

 

 

(In collaborazione col sistema di formazione professionale regionale e con le imprese)

 

Uno dei punti cardine degli orientamenti d'innovazione nella scuola secondaria superiore risiede nell'integrazione resa possibile tra il sistema formativo statale e quello regionale che in Italia partecipano, seppur con diverse vocazioni istituzionali all'organizzazione della Formazione Professionale.

Anche la misura 5, come la misura 1, sarà, in questa prospettiva, realizzata in collaborazione col sistema di formazione professionale regionale e con le imprese.

Essa si rivolge agli studenti che hanno terminato il quinquennio degli istituti tecnici, professionali e di altri istituti di scuola secondaria superiore, e sono in possesso del diploma di maturità.

Oltre a quelle d'istruzione artistica, anche le scuole afferenti l'ordine classico, scientifico e magistrale, stanno sviluppando ipotesi di maggior collegamento con il mondo produttivo in riferimento ad aree operative riconducibili ai beni artistici, ambientali e librari, ai servizi socio-psico-pedagogici, alla comunicazione, alle pubbliche relazioni, a tutti i settori dove si rivela fondamentale la padronanza delle lingue straniere.

Entrambi gli ordini di scuola secondaria superiore quindi beneficeranno, sia pur in dimensione ridotta rispetto alle consolidate esigenze di corsi post-qualifica emergenti dall'ordine Professionale e Tecnico del cofinanziamento U.E.

I criteri di selezione dei partecipanti constano di un test d'ingresso sui prerequisiti della specializzazione.

Con la misura 5 si vuole offrire a tali giovani il conseguimento di una specializzazione post-diploma costruita su definite richieste di forza lavoro.

Tale opportunità, a livello istituzionale, è stata prevista per il sistema scolastico dall’art. 9, comma 16 b-bis della L.19.7.93 n. 236 con la quale è stato convertito il decreto legge 20.5.93 n. 148.

Il cofinanziamento della U.E. interviene a sostegno di iniziative pilota atte a preparare una più coerente e diffusa attuazione delle opportunità consentite dal disposto normativo.

La sede di svolgimento dell'attività progettuale è presso gli Istituti di Istruzione secondaria superiore di Stato, Imprese, Centri Specializzati di formazione, Centri di Formazione Regionale.

La progettazione può coinvolgere oltre ai Presidi, i responsabili di Centri specializzati del sistema di Formazione Regionale, i responsabili d'impresa, rappresentanti del Mondo della Produzione, gli Osservatori Regionali del Mercato del Lavoro. Verranno altresì coinvolti, nel limite del dettato dalla loro diffusione sul territorio, gli Istituti e i Centri di Ricerca Scientifica e Tecnologica. Verranno altresì coinvolti, nel limite del dettato dalla loro diffusione sul territorio, gli Istituti ed i Centri di ricerca scientifica e tecnologica.

Gli effetti economici e sociali previsti e l'impatto atteso sul mercato del lavoro attengono alla facilitazione dell'adattamento della formazione dei giovani ai mutamenti industriali ed alla evoluzione dei sistemi di produzione e delle professioni.

Si prevede inoltre la facilitazione dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro, il possibile anticipo dei bisogni di competenza che si manifestano nel mercato per prevenire gli attuali deficit formativi.

Per la valutazione e certificazione saranno stabilite valutazioni intermedie e finali effettuate dai docenti del corso anche in sede di stage finalizzata ad accertare periodicamente le competenze acquisite. Un attestato finale è rilasciato dal preside dell'istituto; ove concordato, sarà rilasciato un attestato regionale.

I corsi post-diploma della misura 5, si inseriscono nell'attuale quadro della domanda e dell'offerta della formazione professionale caratterizzato dalle seguenti caratteristiche:

Il programma proposto si volge proprio ad interventi formativi di specializzazione strettamente collegati a bisogni concretamente individuati per ruoli professionali che presuppongono un livello di cultura, abilità e maturazione personale successivo al completamento dei corsi di studi secondari superiori.

 

I corsi saranno gestiti in convenzione con aziende, associazioni di imprenditori, centri di formazione regionale e centri specializzati.

Ciascun corso è costituito da 700 ore annue articolate in ore di insegnamento scientifico-tecnologico e in almeno un terzo di ore di stage aziendali. I docenti saranno individuati in base alle specifiche competenze ed alle esperienze maturate nel mondo della produzione. Ci si dovrà rivolgere prioritariamente ad esperti esterni all'amministrazione, l'eventuale ricorso a personale docente appartenente all'amministrazione scolastica non potrà superare, comunque, 210 ore. Nella concreta attuazione all'interno del budget previsto potranno costruirsi soluzioni organizzative che adeguano l'articolazione dell'assetto orario alle specifiche esigenze del corso.

L'attuazione avverrà presso gli istituti scolastici, le aziende e i centri specializzati, i centri di formazione regionale sotto il coordinamento (salve diverse intese) del preside dell'istituto coadiuvato da un gruppo di progetto in cui sono presenti rappresentanti del mondo della produzione.

La vigilanza ed il controllo è rimessa agli ordinari organi e strumenti di controllo del Ministero della Pubblica Istruzione (Provveditori agli Studi, Ispettori tecnici, Revisori dei conti dello stesso Ministero della P.I. e del Ministero del Tesoro).

La valutazione e la verifica, intermedia e finale saranno effettuate dai docenti del corso mediante periodiche prove strutturate ed un esame finale con l'obiettivo di verificare cognizioni, abilità e capacità operative riferite alla specializzazione conseguita.

Un attestato finale è rilasciato dal preside dell'istituto o, ove concordato, dalla Regione.

 

Iniziative: n. 900

     

Corsisti: n. 18.000

     

Costo unitario

£.

120.000.000

 

Costo totale

£.

 

108.000.000.000

 

1° triennio (500 iniziative):

Quota U.E. 75%

£.

 

45.000.000.000

Quota nazionale 25%

(A carico I.G.Fo.R. - L.183/1987)

 

£.

 

 

15.000.000.000

 

2° triennio (400 iniziative):

Quota U.E. 65%

£.

 

31.200.000.000

Quota nazionale 35%

(A carico I.G.Fo.R. - L.183/1987)

 

£.

 

 

16.800.000.000

 

Totale quota U.E.

£.

76.200.000.000

 

Totale quota nazionale I.G.Fo.R.

£.

31.800.000.000

 

Costo allievo £. 6.000.000

     

Costo ora/allievo £. 8.571

     

 

- Preventivo indicativo dei costi unitari

Frequenza: n. 20 alunni x corso

     

Lezioni/Tutoring nello stage (£. 100.000 x 700)

£.

62.000.000

 

Spese generali per lo stage (Diarie e assicurazioni docenti e discenti)

 

£.

 

34.000.000

 

Progettazione, oneri imprese convenzionate, assistenza e manutenzione del progetto, materiali didattici

 

£.

 

16.000.000

 

Esami finali, controllo e valutazione dell'efficacia dell'intervento formativo.

 

£.

 

4.000.000

 

Direzione del corso, coordinamento amministrativo, vigilanza, manutenzione locali ecc.

 

£.

 

4.000.000

 

TOTALE COSTO UNITARIO

£.

 

120.000.000

 

La ripartizione della spesa nelle singole categorie, potrà variare, nell'ambito tassativo del costo massimo, a seconda delle specifiche e particolari esigenze delle diverse iniziative.

Si propone una flessibilizzazione della struttura dei corsi post-diploma che consenta, a parità di costo complessivo, l'attivazione di diverse configurazioni che si caratterizzino per una ponderazione discriminata del numero delle ore.

Da una analisi dei progetti già presentati si è infatti rilevata l'esigenza di poter organizzare, per qualche caso, corsi di specializzazione che richiedano un numero di ore maggiore o minore rispetto allo standard presentato nel programma operativo.

In conformità a quanto previsto nel Q.C.S. ob. 1 al punto 2 - 2.13.3. (link 7) ove si sottolinea l'eccessiva presenza di corsi di lunga durata, onde facilitare il controllo ed assicurare comunque il rispetto del budget complessivo relativo al sottoprogramma 5, si propone che per ogni corso di configurazione b) ne sia attivato uno di configurazione c) onde la media ponderata del costo dei due progetti sia uguale a quella di un corso di configurazione a).

Sarà anche possibile attivare al posto di due corsi di configurazione a) n.1 corso di configurazione c) e due corsi di configurazione d).

Per ognuna di tali scelte modulari la somma complessiva resta confermata in £. 240.000.000.

 

Configurazione a)

Frequenza: n. 20 alunni x corso

     

Lezioni/Tutoring nello stage (£. 100.000 x 700)

£.

62.000.000

 

Spese generali per lo stage (Diarie e assicurazioni docenti e discenti)

 

£.

 

34.000.000

 

Progettazione, oneri imprese convenzionate, assistenza e manutenzione del progetto, materiali didattici

 

£.

 

16.000.000

 

Esami finali, controllo e valutazione dell'efficacia dell'intervento formativo.

 

£.

 

4.000.000

 

Direzione del corso, coordinamento amministrativo, vigilanza, manutenzione locali ecc.

 

£.

 

4.000.000

 

TOTALE COSTO UNITARIO

£.

 

120.000.000

 

Configurazione b)

Frequenza: n. 20 alunni x corso

     

Lezioni/Tutoring nello stage (max £. 100.000 x 900)

£.

79.800.000

 

Spese generali per lo stage (Diarie e assicurazioni docenti e discenti)

 

£.

 

43.800.000

 

Progettazione, oneri imprese convenzionate, assistenza e manutenzione del progetto, materiali didattici

 

£.

 

21.000.000

 

Esami finali, controllo e valutazione dell'efficacia dell'intervento formativo.

 

£.

 

5.200.000

 

Direzione del corso, coordinamento amministrativo, vigilanza, manutenzione locali ecc.

 

£.

 

5.200.000

 

TOTALE COSTO UNITARIO

£.

 

155.000.000

 

Configurazione c)

Frequenza: n. 20 alunni x corso

     

Lezioni/Tutoring nello stage (max £. 100.000 x 500)

£.

44.000.000

 

Spese generali per lo stage (Diarie e assicurazioni docenti e discenti)

 

£.

 

24.000.000

 

Progettazione, oneri imprese convenzionate, assistenza e manutenzione del progetto, materiali didattici

 

£.

 

11.400.000

 

Esami finali, controllo e valutazione dell'efficacia dell'intervento formativo.

 

£.

 

2.800.000

 

Direzione del corso, coordinamento amministrativo, vigilanza, manutenzione locali ecc.

 

£.

 

2.800.000

 

TOTALE COSTO UNITARIO

£.

 

85.000.000

 

Configurazione d)

Frequenza: n. 20 alunni x corso

     

Lezioni/Tutoring nello stage (max £. 100.000 x 450)

£.

39.900.000

 

Spese generali per lo stage (Diarie e assicurazioni docenti e discenti)

 

£.

 

21.900.000

 

Progettazione, oneri imprese convenzionate, assistenza e manutenzione del progetto, materiali didattici

 

£.

 

10.500.000

 

Esami finali, controllo e valutazione dell'efficacia dell'intervento formativo.

 

£.

 

2.600.000

 

Direzione del corso, coordinamento amministrativo, vigilanza, manutenzione locali ecc.

 

£.

 

2.600.000

 

TOTALE COSTO UNITARIO

£.

 

77.500.000

 

 

 

 

La proposta della presente misura nasce dall'esperienza del monitoraggio del passato programma. In esso la scelta di integrare nel sistema fisiologico di gestione degli istituti professionali l'attuazione delle misure cofinanziate dal F.S.E., ha fatto sì che i controlli fondamentali fossero quelli ordinari esistenti per la generalità dell'attività degli istituti. Un tale inserimento della realizzazione delle misure U.E. all'interno della ordinaria attività dell'istituto scolastico, da un lato ha comportato l'osservanza della complessa e garantita normativa di contabilità generale, ed ha, d'altro canto, sottoposto le attività di attuazione al prevalente controllo dei singoli Provveditori agli studi competenti per territorio e del collegio dei revisori dei conti, organi che non sono attrezzati né organizzativamente né professionalmente per un monitoraggio diverso da quello amministrativo contabile, pur così necessario per la trasparenza e la legittimità delle attività.

L'esperienza ha soprattutto dimostrato negli istituti scolastici la mancanza o la insufficienza di una aggiornata cultura della valutazione specie per ciò che attiene ad iniziative che sono aggiuntive rispetto agli ordinari e tradizionali obiettivi formativi della scuola.

La stessa vigilanza e l'assistenza degli ispettori esperti in tematiche pedagogico didattiche e amministrativo gestionali che ha funzionato da interfaccia tra gestione e contenuti dell'attività di istruzione, per le difficoltà di un diretto e consapevole coinvolgimento di presidi e docenti e per la dimensione e diffusione delle iniziative, non ha potuto dare al monitoraggio tutta la dimensione che sarebbe stata opportuna.

La natura tutta interna di tale tipo di monitoraggio, poi, ha rappresentato il limite maggiore rinvenibile nell'intera attuazione del pregresso programma. A tali ostacoli la Direzione generale ha tentato di ovviare, durante la gestione del programma operativo 936105 I1 per l'Utilizzazione dei fondi residui (Nota 835/A/2/A del 25.1.1994) con una specifica misura.

La dimensione accresciuta dell'impegno richiesto agli istituti con il presente programma ed ancor più la necessità di formare stabilmente i docenti ad una gestione ottimale delle misure da finanziare per il prossimo sessennio portano ora alla presentazione della presente misura 6.

Con essa si vuole opportunamente conformare la professionalità dei docenti coinvolti nell'attuazione di iniziative cofinanziate dalla Comunità verso la riflessione sugli strumenti di verifica della qualità (per cui vedi anche la misura 2) e della redditività delle prestazioni; ciò al dichiarato fine di evitare che anche per mancanza di strumenti culturali e professionali nel corpo docente prevalgano le esigenze e gli interessi della c.d. "committenza interna" sulle esigenze e i fabbisogni dell'utenza. Il modello organizzativo recentemente sancito dalla legislazione italiana, che privilegia l'autonomia organizzativa, gestionale e didattica degli istituti merita di essere assecondato dal cofinanziamento comunitario.

All'interno della scuola debbono potersi individuare i fabbisogni del mercato del lavoro come quelli sociali, per poter costruire negli studenti che si apprestano ad entrare nella vita attiva una competenza professionale integrata con una altrettanto necessaria competenza civica.

Gli istituti professionali devono essere messi in grado di programmare i propri interventi nella consapevolezza della necessità di collegarsi (anche con forme di associazioni consortili) con altre scuole in reti formative, di collaborare con altre agenzie formative e di stabilire alleanze nel quadro istituzionale del territorio.

In primo luogo tutti gli istituti professionali debbono attrezzarsi per interfacciarsi proficuamente con le Regioni ed il sistema di formazione professionale regionale (ed in particolare ciò è necessario per la ottimale gestione della misura 1) ma non è meno necessario il rapporto con le istituzioni competenti sul diritto allo studio, o con gli organi periferici del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, in particolare per i problemi complessi che riguardano l'orientamento.

Collegamenti con i servizi socio assistenziali del territorio e competenze debbono acquisirsi, da parte dei docenti, sulla "lettura" del microterritorio e degli indicatori locali esistenti, per monitorare in primo luogo gli effetti dell'uscita dalla scuola degli studenti qualificati o maturati.

Una cultura della valutazione non può prescindere dal misurarsi con le modalità di esercizio di tali funzioni e non può non rapportarsi ai risultati anche in questa direzione conseguiti.

Tramite la misura 6 dovrebbero dunque potersi fornire e capitalizzare alcuni strumenti fondamentali perché gli istituti professionali si sappiano modellare alle specifiche esigenze del contesto sociale in cui operano.

L'occasione dell’attuazione delle altre misure contestualmente proposte costituisce concreto banco di prova per inserire gli interventi previsti dal presente misura 6 in una realtà effettuale e dinamica, che consente ai formatori degli istituti professionali di applicare le abilità e le competenze in acquisizione ad una nuova ed impegnativa iniziativa.

 

L'attuazione prevede una iniziativa di formazione di formatori articolata con l'elaborazione di pacchetti multimediali fortemente predisposti per l'utilizzo in formazione a distanza o in autoformazione, da realizzare nel contesto della effettuazione delle misure 1, 2, 3, 4, 5, 8, 9.

Gli istituti professionali individuati come riferimento per l'aggiornamento, in convenzione con associazioni rappresentative degli imprenditori dei diversi settori produttivi (Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura) e CEDE, B.D.P e CENSIS elaborano pacchetti formativi multimediali sulla cultura della valutazione tramite l'analisi dell'efficacia delle citate misure.

In questa prospettiva sono prodotti strumenti di:

Ciascuna delle indicate agenzie curerà l'elaborazione di un pacchetto relativo al segmento formativo affidato curando che esso costituisca componente del complessivo articolato intervento sulla cultura della valutazione a livello di istituto.

Per ogni iniziativa un gruppo di docenti, in apposito corso, valida ciascun pacchetto predisponendo i necessari aggiustamenti, i collegamenti e la scheda di valutazione.

Successivamente il pacchetto formativo generale viene diffuso presso tutti gli istituti che attuano le misure.

 

Iniziative n. 24

     

Partecipanti n. 4.800

     

Costo unitario

£.

170.000.000

 

Costo totale

£.

 

4.080.000.000

 

1° triennio (n. 15 iniziative):

Quota U.E. 75%

£.

 

1.912.500.000

Quota nazionale 25%

(A carico: 50% M.P.I. - 50% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

 

637.500.000

 

2° triennio (n. 9 iniziative):

Quota U.E. 65%

£.

 

994.500.000

Quota nazionale 35%

(A carico: 50% M.P.I. - 50% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

 

535.500.000

 

Totale quota nazionale (MPI+IGFoR)

£.

 

1.173.000.000

Totale quota U.E. nel sessennio

£.

 

2.907.000.000

Costo formatore £. 850.000

     

Costo ora/formatore £. 53.125

     

 

- Preventivo del costo unitario

Ogni iniziativa consta di:

1 - un pacchetto;

2 - un corso di validazione;

3 - dieci corsi di diffusione.

     

1) UN PACCHETTO MULTIMEDIALE

Attività di ricerca. Progettazione, predisposizione prototipi, materiale cartaceo, software interattivo, materiale audiovisivo, predisposizione guida, software di verifica e scheda di valutazione

 

 

 

 

£.

 

 

 

 

 

83.000.000

2) CORSI DI VALIDAZIONE E PREPARAZIONE TUTOR Preventivo: Durata: giorni 5

Presenze: 20 partecipanti

     

Direzione del corso.....................................................

£.

275.000

 

Docenze frontali.........................................................

£.

1.100.000

 

Coordinamento gruppi..............................................

£.

880.000

 

Diarie (vitto, alloggio e viaggio di relatori e corsisti)

£.

20.000.000

 

Spese generali (cancelleria, comunicazioni, materiali, riproduzioni, pubblicizzazione, noleggi tecnologie e varie)..........................................................

 

 

£.

 

 

4.745.000

 

TOTALE CORSO VALIDAZIONE

£.

 

27.000.000

3) CORSI BREVI DI DIFFUSIONE

(n. 10 x £. 3.000.000 ciascuno)

     

Direzione del corso.....................................................

£.

110.000

 

Docenza frontale........................................................

£.

330.000

 

Coordinamento gruppi..............................................

£.

270.000

 

Missioni dei relatori...................................................

£.

120.000

 

Viaggio, vitto e alloggio dei relatori...........................

£.

1.480.000

 

Missioni corsisti........................................................

£.

3.000.000

 

Spese generali (cancelleria, riproduzioni, diffusione materiali, comunicazioni)..........................................

 

£.

 

690.000

 

Una opportuna dislocazione territoriale consente di ridurre il preventivo delle missioni per i corsisti

     

TOTALE SINGOLO CORSO

£.

 

6.000.000

 

 

 

 

La proposta della presente misura nasce parimenti dalle esperienze di attuazione del passato programma. Durante il suo svolgimento la conoscenza progressiva dei risultati e le sollecitazioni venute dal confronto delle esperienze hanno avuto effetti notevolmente positivi sul prosieguo delle realizzazioni.

Una informazione in itinere sulla qualità delle realizzazioni sarebbe particolarmente utile a presidi e docenti degli istituti coinvolti per apportare tutti i cambiamenti necessari a migliorare la redditività dei diversi interventi.

Certamente l'inserimento dell'attuazione delle misure U.E. all'interno della ordinaria attività dell'istituto scolastico necessita di un numero maggiore di informazioni di quelle che il singolo istituto si può procurare con casuali contatti e confronti di esperienze. Per innalzare i livelli qualitativi della gestione delle misure occorrono informazioni di tipo sistematico e organizzato, che il sistema scolastico non è attrezzato né organizzativamente né professionalmente per fornire.

Alla mancanza o insufficienza di una aggiornata cultura della valutazione, cui si tenta di ovviare con la realizzazione della misura 6, si aggiungono le difficoltà di un consapevole coinvolgimento di presidi e docenti nel miglioramento in progresso e nel costante aggiustamento degli obiettivi gestionali necessari per l’attuazione ottimale del programma.

Tale coinvolgimento è lo scopo dell'intervento formativo oggetto della presente misura 7.

Il perseguimento in maniera non casuale dell'innalzamento dei livelli qualitativi di operatività dei singoli istituti, che devono ancora attrezzarsi per usufruire al meglio della autonomia organizzativa concessa dalla recente L. 24.12.1994 n. 537, passa per una corretta e continua informazione sui risultati ottenuti dagli altri istituti coinvolti e sui livelli qualitativi medi raggiunti nel complesso.

Un capillare rapporto informativo annuale sui livelli di efficienza ed efficacia delle diverse misure consente di isolare e avviare a soluzione le problematiche da affrontare, una fotografia attendibile dello stato interinale di attuazione di tutto il programma cofinanziato dal F.S.E. e dati elaborati sul grado di soddisfazione dei fabbisogni sociali e del mercato del lavoro, consentono di cogliere l'impatto delle azioni, i loro effetti, previsti o imprevisti e di concertare risultati formativi ottimali.

Tramite le occasioni di incontro indotte dalla presentazione del rapporto informativo gli operatori scolastici dei singoli istituti potranno interrogarsi sull'efficacia delle loro progettazioni, sull'adeguatezza delle risorse destinate e, quindi, interrogarsi sui mezzi migliori per implementare l'efficacia della gestione.

Con la presente misura si vuole dunque consentire a presidi e docenti degli istituti coinvolti nella realizzazione del programma di conoscere in itinere l'andamento dell'attuazione, onde consentire di apportare i cambiamenti necessari per ottimizzare le opportunità di progettazione ed intervento ed avviare il superamento, a livello di istituto, delle logiche di approccio burocratico e contabile nella gestione delle risorse e nella programmazione degli interventi.

La ricostruzione dell'attuazione delle misure dal loro inizio alla loro conclusione consentirà, tra l'altro, al Ministero della Pubblica Istruzione come agli organi comunitari di accedere ad una massa di informazioni preziosa per la stessa valutazione ex post.

La dimensione e diffusione delle iniziative, la delicatezza del tema e la particolare specifica professionalità degli apporti necessari postula un intervento calibrato ed il riferimento ad una agenzia tecnicamente preparata ed in posizione autonoma rispetto le strutture del Ministero della Pubblica Istruzione.

Il modello organizzativo recentemente sancito dalla L. 24.12.1994 n. 537, che privilegia l'autonomia organizzativa, gestionale e didattica degli istituti merita anche qui di essere assecondato dal cofinanziamento comunitario.

 

L'attuazione prevede una iniziativa di formazione di formatori articolata con l'elaborazione di pacchetti informativi multimediali appositamente predisposti sulla base della individuazione di indicatori di qualità opportunamente correlati e di una rilevazione annuale tramite questionari e ricerche sul campo dei livelli qualitativi di attuazione del programma cofinanziato dal F.S.E..

Gli istituti professionali individuati come riferimento per l'aggiornamento, in convenzione con il CENSIS elaborano tali pacchetti informativi multimediali che verranno poi, ogni anno presentati a presidi e docenti coinvolti nell'attuazione del programma in 80 corsi brevi di diffusione di struttura e costi identici a quelli previsti per la misura 6.

Nel primo triennio é prevista l'individuazione e l'elaborazione di indicatori correlati, due indagini annuali sull'universo degli istituti, 40 corsi brevi di diffusione.

Nel secondo triennio, acquisita l'individuazione ed elaborazione degli indicatori correlati, si attueranno altre due indagini annuali sull'universo degli istituti e altri 40 corsi brevi di diffusione.

 

- Preventivo dei costi unitari

1) INDIVIDUAZIONE ED ELABORAZIONE INDICATORI CORRELATI.

Progettazione, predisposizione prototipi, materiale cartaceo, software interattivo, materiale audiovisivo, predisposizione guida, software di verifica e scheda di valutazione (pacchetto unico per il programma)

 

 

 

 

 

£.

 

 

 

 

 

 

83.000.000

2) Indagine annuale sull'universo degli istituti (1 x 4 anni).........................................................................

 

£.

 

27.000.000

 

Indagini di campo (20 casi di studio)........................

£.

40.000.000

 

Reporting annuale......................................................

£.

35.000.000

 

COSTO ANNUALE FASE 2

£.

 

102.000.000

COSTO TOTALE FASE 2

£.

 

408.000.000

3) Preventivo di ciascuno dei 20 CORSI BREVI DI DIFFUSIONE

n. partecipanti: 20

durata: 16 ore

     

Direzione del corso.....................................................

£.

110.000

 

Docenza frontale........................................................

£.

330.000

 

Coordinamento gruppi..............................................

£.

270.000

 

Missioni dei relatori...................................................

£.

120.000

 

Viaggio, vitto e alloggio dei relatori..........................

£.

1.480.000

 

Missioni corsisti........................................................

£.

3.000.000

 

Spese generali (cancelleria, riproduzioni, diffusione materiali, comunicazioni)..........................................

 

£.

 

690.000

 

Una opportuna dislocazione territoriale consente di ridurre il preventivo delle missioni per i corsisti

     

TOTALE SINGOLO CORSO

£.

 

6.000.000

COSTO ANNUALE FASE 3

£.

 

120.000.000

COSTO TOTALE FASE 3

£.

 

480.000.000

 

Partecipanti n. 1.600

     

Costo totale

£.

 

971.000.000

 

1° triennio:

Costo

£.

 

527.000.000

Quota U.E. 75%

£.

395.250.000

 

Quota nazionale 25%

(A carico: 50% M.P.I. - 50% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

131.750.000

 

 

2° triennio:

Costo

£.

 

444.000.000

Quota U.E. 65%

£.

288.600.000

 

Quota nazionale 35%

(A carico: 50% M.P.I. - 50% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

155.400.000

 

 

Totale quota nazionale (MPI+IGFoR)

£.

 

287.150.000

Totale quota U.E. nel sessennio

£.

 

683.850.000

Costo formatore £. 606.875

     

Costo ora/formatore £. 37.929

     

 

 

 

 

La misura 8, come la 2 e la 3, si volge agli insegnanti, con riferimento al problema formazione e sensibilizzazione dei docenti che, nell'istruzione professionale, sempre più si prevede dovranno operare, oltre che per l'integrazione degli studenti socio svantaggiati, per quella degli studenti portatori di disagio psicofisico. Il termine "handicap" con la sua genericità sembra infatti inadeguato a definire interventi mirati poiché con la sua gamma lessicale avvicina situazioni e problematiche molto diverse, che non possono essere suscettibili di interventi unitari.

Molto diverse sono, infatti, le esigenze di un non vedente, rispetto a quelle di un ragazzo down o a quelle di studenti con meri problemi di deambulazione.

Poiché non si tratta solo di approntare strumenti di motivazione e preparazione metodologica degli insegnanti e tramite i contenuti dei pacchetti si vuole costruire una preparazione dei docenti volta alla prima accoglienza a scuola, alla gestione dell'istruzione, e, in particolare, ad un ampliamento delle opportunità di accesso al mercato del lavoro di tali giovani, certamente le iniziative al centro del sottoprogramma dovranno modellarsi su specifici disagi e non rimanere nella astrattezza che potrebbe essere indotta da un utilizzo incongruo della parola "handicap" che non può assurgere a categoria logica.

Gli effetti economici e sociali previsti attengono al miglioramento ed all'efficienza delle strutture formative e si collocano nell'ambito della valorizzazione dell'aggiornamento a distanza.

 

L'attuazione prevede iniziative articolate di elaborazione di mirati pacchetti formativi multimediali, un seminario settimanale di validazione per ciascun prodotto multimediale ed una serie di seminari brevi di disseminazione del pacchetto (e somministrazione della scheda di valutazione) ai docenti dell'istruzione professionale, che si trovano a risolvere i problemi dell'inserimento scolastico di giovani portatori di handicap.

La misura si compone di tre fasi e la struttura organizzativa è la stessa della precedente misura 2.

Il pacchetto rimarrà capitalizzato tra il materiale didattico delle singole scuole e potrà essere utilizzato nel futuro, a carico dell'amministrazione scolastica in interventi dedicati in primo luogo a docenti supplenti e di nuova nomina o trasferiti, onde garantire standard minimi omogenei di formazione mirata ai giovani portatori di handicap. L'obiettivo è quello di iniziare a costituire strumenti stabili e consolidati perché sia reso sostanziale il loro diritto all'istruzione ed alla formazione lungo tutto l'arco della vita attiva.

I moduli potranno riguardare materiali in autoformazione da somministrare ai formatori e materiale per l'uso dei discenti in classe, in tal caso saranno comprensivi di manuale di somministrazione e di strumenti di valutazione e recupero.

Sono in particolare previste 3 iniziative specificamente dirette anche agli alunni socio svantaggiati, che si presentano "a rischio" di dispersione scolastica e di abbandono. I materiali prodotti potranno essere utilizzati anche nell'avvio della successiva misura 9 e riguardano:

Il Ministero della Pubblica Istruzione si riserva di diffondere a proprie spese, utilizzando i fondi per l'aggiornamento dei docenti dei prossimi anni finanziari, i pacchetti a tutti i docenti non raggiunti con le risorse della presente misura.

La sorveglianza è affidata agli ordinari organi e strumenti di controllo delle attività di aggiornamento nel Ministero della Pubblica Istruzione (Direttori del corso, Ispettori tecnici, Provveditori agli studi, Revisori dei conti del Ministero della P.I. e del Tesoro). La valutazione sull'efficacia dell'intervento formativo sarà effettuata da gruppi formati presso le Sovrintendenze Scolastiche Regionali, in collaborazione con gli enti che hanno costruito il pacchetto ed hanno elaborato la scheda somministrata in sede di sua diffusione.

Un attestato del preside dell'Istituto professionale sarà rilasciato al termine dell'iniziativa.

La sede di svolgimento dell'attività progettuale e di realizzazione è presso gli Istituti Professionali di Stato.

 

Iniziative di predisposizione e diffusione pacchetti: n. 15

     

Partecipanti (300x15) n. 4.500

     

Costo unitario

£.

170.000.000

 

Costo totale

£.

 

2.550.000.000

 

1° triennio (n. 8 iniziative):

Costo

£.

 

1.360.000.000

Quota U.E. 75%

£.

1.020.000.000

 

Quota nazionale 25%

(A carico: 50% M.P.I. - 50% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

340.000.000

 

 

2° triennio (n. 7 iniziative):

Costo

£.

 

1.190.000.000

Quota U.E. 65%

£.

773.500.000

 

Quota nazionale 35%

(A carico: 50% M.P.I. - 50% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

416.500.000

 

 

- Preventivo del costo unitario

Come per la misura 2.

La ripartizione della spesa nelle singole categorie e nelle tre fasi potrà variare, nell'ambito tassativo del costo massimo, a seconda delle specifiche e particolari esigenze delle diverse iniziative.

 

 

 

 

Il positivo fenomeno dell'ampliamento della scolarità dell'istruzione professionale, che ha assunto proporzioni di massa, è stato accompagnato da una riqualificazione delle proposte formative e da un tempestivo adeguamento delle strutture e degli ordinamenti della scuola a tali esigenze. Ad una forte spinta della domanda è corrisposta, cioè, un'altrettanto forte spinta innovativa nell'offerta di formazione, che l'U.E. ha incoraggiato mediante lo stesso cofinanziamento delle passate misure presentate al F.S.E.

Era necessario evitare che l'allargamento dell'accesso all'istruzione secondaria di allievi provenienti da famiglie, categorie e classi sociali meno favorite fosse di fatto "moderato" attraverso quei meccanismi interni all'organizzazione del processo formativo scolastico che finiscono col divenire veri e propri strumenti della selezione sociale.

In particolare è ancora necessario eliminare:

D'altro canto alcuni significativi studi sulla produttività della scuola, nel nostro come in altri paesi, dimostrano come non ha senso l'equazione "scuola di massa = scuola dequalificata".

Nei sistemi formativi che accolgono una più alta utenza scolastica rispetto all'universo dei soggetti in età scolare, pur rimanendo assai forti i condizionamenti sociali, la variabile che più di altre spiega la produttività qualitativa e quantitativa della scuola, rimane quella della "organizzazione delle opportunità formative" offerte dalla scuola stessa ai giovani.

Il numero degli allievi che raggiungono standard accettabili di abilità e conoscenze nei corsi di qualifica dell'Istruzione professionale non è soddisfacente in quanto i livelli di dispersione e mortalità scolastica rimangono alti, nonostante gli sforzi fatti per superare gli ostacoli che provengono da difficili situazioni socioculturali.

I corsi di qualifica dell'istruzione professionale prevedono a tal fine un modulo di organizzazione elastica, un'area di approfondimento di 4 ore settimanali, da seguirsi obbligatoriamente da parte dei discenti ma progettabili nei contenuti dal Consiglio dei docenti di classe. In tale spazio si tenta di recuperare, specialmente nel primo e nel secondo anno del corso di qualifica, gli svantaggi culturali e socioeconomici presenti negli studenti.

Nella presente misura si mira alla piena applicazione delle più accreditate strategie didattiche individualizzate, attuabili in ambito collettivo, ovvero una elevazione reale delle qualità dei processi di istruzione ed una auspicabile progressiva ottimizzazione dei processi e degli esiti formativi.

Ordinariamente i docenti degli istituti professionali non operano congrue programmazioni delle loro attività né fanno previsioni generali in rapporto alle conoscenze pregresse possedute dalla singola scuola circa le caratteristiche della popolazione studentesca proveniente da quello specifico bacino d'utenza. Raramente vengono elaborati itinerari didattici di massima che, partendo dal previsto livello modale delle competenze possedute dagli allievi in ingresso, conducano con buona probabilità di successo agli obiettivi formativi prefissati dall'ordinamento e a quelli determinati da ogni singolo collegio in rapporto alle esigenze contestuali.

Con l'attuazione della presente misura tali attività trovano spazi e risorse per attuarsi e si procura l'opportunità di focalizzare gli interventi formativi sul singolo allievo.

Tramite l'apporto di un esperto si costruisce inoltre una assistenza tutoriale continua delle attività poste in essere dai docenti per la riduzione della dispersione scolastica, nonché delle strategie di pianificazione ed individualizzazione dell'apprendimento/insegna-mento.

Il perno dell'intervento formativo rimane centrato sui docenti dell'istituto, sostenuti dalla continua guida da parte di un esperto. I docenti degli istituti professionali sono visti come progettisti responsabili della formazione degli allievi e come mediatori culturali in grado di elevare la qualità dell'istruzione e di organizzare un ambiente capace di ottimizzare l'apprendimento di ogni studente.

La struttura della misura nasce dalle esigenze che sono emerse da parte dei docenti anche in un recente convegno sulle attività di approfondimento e recupero nell'istruzione professionale. Uno dei problemi maggiori è individuato nella parzialità e limitatezza temporale degli stessi interventi formativi.

Questi ultimi ancorché soddisfacenti, di fatto non si prestano quasi mai ad essere risolutivi, poiché, evidentemente, non prevedono per il docente una ulteriore assistenza qualificata, che sarebbe invece necessaria proprio nel momento dell'applicazione concreta di quanto appreso, di fronte ai problemi specifici della classe.

Con il sostegno comunitario si vuole inaugurare una soluzione originale nell'ordinamento scolastico italiano che coniughi i momenti di formazione specifica dei docenti alla continua assistenza tutoriale del lavoro concreto che essi devono espletare durante tutto un anno scolastico. Si introduce inoltre, come momento centrale, la valutazione degli interventi, che si gioverà anche dei pacchetti realizzati nelle misure 6 e 7.

Per l'assistenza tutoriale la misura fa perno sulla figura di esperti esterni per il recupero, che hanno la funzione espletata in altri ordinamenti scolastici dai "remedial teacher". Non si tratta di nuove figure professionali ma dell'utilizzo di esperti professionalmente ma anche diversamente preparati al fine di impedire gli abbandoni e garantire alla maggioranza della classe il raggiungimento di quei livelli di sapere e saper fare tradizionalmente riservati alla fascia dei migliori. Si privilegeranno, in rapporto al progetto complessivo della misura ed a quello specifico elaborato nella fase preparatoria, esperti delle discipline curricolari nonché di procedure formative, metodologie, mastery learning, doppio mastery learning, didattica individualizzata con valutazione analogica, organizzazione didattica modulare e flessibile.

In assenza di professionalità specifiche (d'ambito universitario, del sistema di formazione professionale regionale, ecc.) potranno essere utilizzati esperti che hanno partecipato alla validazione dei pacchetti della misura 8.

La misura, pur partendo da un preciso sistema di ipotesi scientifiche di riferimento si caratterizza per essere un intervento proposto come ricerca in progress, di cui vada continuamente verificata la fattibilità empirica, la validità delle strategie e delle metodologie utilizzate, onde poter modificare metodologie, obiettivi e strumenti sulla scorta dell'esperienza operativa.

 

La misura si rivolge agli studenti iscritti alle classi prime, seconde e terze dei corsi di qualifica degli Istituti Professionali di Stato con priorità di intervento in ogni Istituto per le classi prime e seconde.

Con la misura si vuole offrire agli studenti corsisti:

Si tratta di svantaggi complessi su cui l'intervento scolastico anche per le generali rigidità organizzative, cui ovvia solo in parte la previsione dell'area di approfondimento già citata, ha difficoltà ad incidere.

La formazione prodotta con la misura fornirà, dunque, a ciascun allievo coinvolto quello specifico sostegno che gli consenta di procedere con sicurezza nell'itinerario conoscitivo, indipendentemente dalle condizioni di ingresso, dai problemi affettivo-motivazionali e dalle lacune emergenti. Chi ha dunque minore disponibilità all'impegno scolastico (per fatti culturali, socio-economici e motivazionali), avrà una chance di esser condotto a raggiungere gli stessi traguardi dei compagni di classe meglio dotati.

L'obiettivo generale è quello di diminuire gli abbandoni e i fallimenti che, soprattutto nel primo biennio di corso, raggiungono alti livelli. Sarà prioritario l'intervento nelle classi prime.

La misura si innesta in maniera omogenea nel curricolo scolastico dei corsi di qualifica. L'adozione della misura comporta uno specifico orientamento di parte del curricolo.

Il Consiglio di Istituto, nell'aderire all'iniziativa della misura, deve contemporaneamente approvare la sperimentazione metodologico-didattica ai sensi dell'art. 2 D.P.R. 419/1974 che consente di fruire dei necessari spazi di autonomia didattica.

La misura si articola nelle seguenti fasi:

  1. Progettazione di strategie contro la dispersione nei singoli contesti d'istituto e reperimento di materiale per l'accoglienza.
  2. Diagnosi valutativa delle situazioni individuali degli allievi.
  3. Attivazione di interventi di riequilibrio socioculturale con contestuale misurazione degli esiti.
  4. Assistenza tutoriale.
  5. Valutazione dell'efficacia delle strategie poste in atto e validazione dei materiali utilizzati.

 

1. Fase della progettazione di strategie contro la dispersione nei singoli contesti d'istituto e reperimento di materiale per l'accoglienza.

Nel mese di settembre due docenti (Matematica e Italiano, ove tali materie esistano nei curricoli) di ciascuna delle tre classi coinvolte in una misura (6 docenti) in 40 ore di incontri collegiali e sotto la guida di un esperto elaborano una previsione generale, in rapporto alle conoscenze pregresse possedute dalla singola scuola circa le caratteristiche della popolazione studentesca proveniente da quello specifico bacino d'utenza, e programmano itinerari didattici di massima, partendo dal livello previsto degli allievi in ingresso. Reperiscono inoltre materiali e strumenti, ivi compresi quelli messi a disposizione a seguito dell'attuazione delle misure individuate in precedenza. Senza aggravio per il bilancio dell'iniziativa potranno essere coinvolti anche altri docenti della classe.

In ogni caso la programmazione didattica dovrà necessariamente coinvolgere i Consigli di Classe nella loro interezza.

 

2. Fase di diagnosi valutativa delle situazioni individuali degli allievi.

Al momento dell'arrivo a scuola degli allievi reali, non più solo "stimati", si verificherà, con una attività diagnostico-formativa, il possesso (e il livello di possesso), dei prerequisiti cognitivi esplicitamente previsti per l'attivazione degli itinerari programmati.

In rapporto agli esiti della verifica, i docenti decideranno quali attività di compensazione mettere in atto e per quanto tempo, adattando gli itinerari collettivi già preparati, progettandone altri personalizzati e prevedendo sistematicamente momenti compensativi di recupero, sostegno, orientamento, riorientamento e rimotivazione da attivarsi nella fase successiva.

In questa stessa fase, la delineazione del profilo dinamico di ciascun allievo consentirà di evidenziare quelli "a rischio" e di agganciare i mezzi e le risorse didattiche agli stili di apprendimento di ciascun allievo.

Oltre all'impostazione didattico operativa si cercherà di instaurare rapporti anche con le famiglie degli studenti onde realizzare il loro coinvolgimento al contratto formativo che si vuole negoziare. Molto rilevante, infatti, é la modifica degli atteggiamenti che l'ambiente di provenienza sviluppa e trasmette agli studenti nei confronti dell'istruzione, della cultura e delle istituzioni.

La fase dura dieci settimane e si attuerà negli spazi delle 4 ore settimanali dell'area di approfondimento (40 h x 3 classi = 120 ore) ed in 1 ora settimanale enucleata dal proprio curricolo a cura di ciascun docente (10 ore x 6 docenti = 60 ore).

 

3. Fase di attivazione di interventi di riequilibrio socioculturale con contestuale misurazione degli esiti.

Durante le ore dell'area di approfondimento dei mesi successivi alla fase 2, i docenti attivano le strategie programmate e durante 180 ore enucleate dal curricolo (30 ore x 6 docenti) attuano le valutazioni formative necessarie per rettificare costantemente il complesso degli interventi di riequilibrio.

 

4. Fase dell'assistenza tutoriale.

Con regolare cadenza, sono previsti 6 incontri collegiali con l'esperto dove le esperienze fatte, i problemi emersi e i risultati rilevati sono analizzati, discussi e messi a punto.

Ogni momento collegiale si articola in 10 ore, al di fuori dell'orario di servizio.

 

5. Fase di valutazione dell'efficacia delle strategie poste in atto e validazione dei materiali utilizzati.

Dopo la conclusione dell'anno scolastico è previsto un incontro collegiale terminale con l'esperto dove si opera la valutazione dell'efficacia della misura, si elabora una relazione, si raccolgono e si validano i materiali utilizzati.

La valutazione investirà gli apprendimenti conseguiti da ciascun allievo e la qualità dell'istruzione attivata, quindi delle scelte didattiche e delle metodologie poste in essere. Si tratta di un bilancio consuntivo della misura e del successo dell'opera di individualizzazione dell'insegnamento-apprendimento. Tale occasione potrà essere colta per riflettere su quanto in termini di approfondimento e aggiornamento della formazione professionale si sia acquisito da parte di ciascun docente coinvolto.

Il relativo incontro collegiale si articola in 10 ore, al di fuori dell'orario di servizio.

 

L'iniziativa si svolgerà presso gli Istituti Professionali di Stato e culminerà nella compilazione di una relazione di verifica conclusiva dell'intero percorso, nella validazione dei materiali prodotti e delle metodologie utilizzate con riferimento ad ogni momento significativo dell'intero percorso attuato.

Le cinque fasi sopradescritte sono tra loro strettamente dipendenti e connesse; ove se ne dia la progettazione, esse possono intersecarsi o scomporsi temporalmente. Solo per comodità di comprensione sono state indicate in successione cronologica, poiché, ad esempio, la fase della Valutazione si radica in itinere come costante di tutto l'intervento, come pure la Diagnosi valutativa non deve necessariamente esaurirsi in uno specifico momento del procedimento educativo.

 

Iniziative: n. 1.117 (3.351 classi)

     

Partecipanti n. 83.775

     

Costo unitario

£.

68.960.000

 

Costo totale

£.

 

77.028.320.000

 

1° triennio (n. 827 iniziative):

Costo

£.

 

57.029.920.000

Quota U.E. 75%

£.

42.772.440.000

 

Quota nazionale 25%

(A carico Min. Pubblica Istruzione)

 

£.

 

14.257.480.000

 

 

2° triennio (n. 290 iniziative):

Costo

£.

 

19.998.400.000

Quota U.E. 65%

£.

12.998.960.000

 

Quota nazionale 35%

£.

6.999.400.000

 

di cui: a carico M.P.I.

£.

4.999.600.000

 

I.G.Fo.R.

£.

1.999.840.000

 

Costo allievo £. 958.000

     

Costo ora/allievo £. 4.790

(958.000/(20+60+120))

     

 

- Ripartizione quote

Onde operare una razionale e ottimizzata ripartizione degli impegni della quota nazionale, in una situazione di carenza di risorse finanziarie, e semplificare le procedure contabili ed i controlli, in questa misura la quota nazionale, nel primo triennio, é a carico del Ministero della Pubblica Istruzione e finanzia integralmente i costi delle fasi 2 e 3; l'intervento comunitario finanzia invece integralmente le fasi 1, 4 e 5.

Nella configurazione del secondo triennio la quota nazionale (35%) si compone della stessa somma unitaria di £. 17.240.000 (che per n. 200 corsi equivale ad un ammontare di £. 3.448.000.000) a carico del M.P.I. e (data la maggiore ampiezza dell'intervento finanziario previsto, ove la quota del 35% fosse confermata), di £. 1.379.200.000 a carico dell'I.G.Fo.R .

I costi dell'attività dell'area a carico del Ministero della Pubblica Istruzione sono in entrambe le configurazioni (1° e 2° triennio) standardizzati, poiché afferiscono alla retribuzione di 8 ore di lezione settimanali distratte dall'ordinario curricolo.

Onde rendere omogenea ai fini del computo degli organi della U.E. l'erogazione della quota nazionale, che come è noto varia al variare delle condizioni soggettive dei docenti coinvolti, si è stabilito un ammontare medio convenzionale, peraltro inferiore alle risorse effettivamente impegnate dallo Stato per il segmento di misura relativo alle fasi 2 e 3, anche perché non tiene conto dell'incidenza della retribuzione delle ore di approfondimento e dei costi generali. Per dare base obiettiva al computo orario ci si è rapportati agli 8/18 della cifra convenzionale considerata dal Ministero della Pubblica Istruzione e dalla Ragioneria Generale dello Stato per una cattedra di insegnamento (18 ore di servizio) degli istituti di Istruzione Secondaria Superiore (£. 38.800.000 professori ruolo A Liv. VII con 13 anni di servizio).

 

- Riepilogo articolazione complessiva dei costi nelle diverse fasi.

Per comodità di comprensione e controllo si riepilogano le articolazioni dei costi nelle varie fasi, indicando per ciascuna la pertinenza alla quota nazionale o alla quota U.E.

Dalla definizione della misura risultano le seguenti ore da computare:

- FASE 1 - Sono previste 40 ore di incontro collegiale.

Sono retribuite 240 ore (6 docenti x 40 ore al costo massimo di £. 50.000 x h) e 40 ore all'esperto (al costo massimo di £. 100.000 x h).

- FASE 2 - Il totale delle 60 ore distratto dal curricolo ordinario è posto a carico della quota nazionale.(20 ore sul singolo alunno)

- FASE 3 - Il totale delle 180 ore (30 x 6 docenti) distratto dal curricolo ordinario oltre le ore d'approfondimento, è posto a carico della quota nazionale.

- FASE 4 - Sono retribuite a carico della quota U.E.:

- FASE 5 - Sono retribuite (quota U.E.):

E' prevista la retribuzione della progettazione e manutenzione della misura ed il coordinamento e le spese generali (£. 2.000.000) nonché l'acquisto di materiale didattico (£. 5.720.000).

 

- Preventivo indicativo dei costi unitari

Frequenza: 75 alunni (3 classi) x singola misura

     

Costo max x corso annuale

£.

 

68.960.000

Attività esperti esterni (in co-presenza negli incontri collegiali) (max £. 100.000 x 110) .............................

 

£.

 

11.000.000

 

Attività docenti d’istituto (£. 50.000 x 660 h) ..........

£.

33.000.000

 

Materiali didattici .....................................................

£.

5.720.000

 

Progettazione, manutenzione, funzionamento, gestione dei corsi e spese generali ....................................

 

£.

 

2.000.000

 

TOTALE FASI 1, 4, 5

£.

 

51.720.000

Ore di curricolo specificamente enucleate nelle fasi 2 e 3 (quota nazionale) Lezioni (240 ore x iniziativa)

 

£.

 

 

17.240.000

 

La ripartizione della spesa nelle singole categorie potrà variare, nell'ambito tassativo del costo massimo preventivato, a seconda delle specifiche e particolari esigenze delle diverse iniziative.

 

 

 

 

Gli interventi di educazione degli adulti nell'istruzione professionale trovano adeguata espansione nel sottoprogramma 4 ("Interventi di educazione per adulti privi di qualificazione professionale riconosciuta e con difficoltà di inserimento dovute a cause storiche, sociali, etniche, ambientali") articolato sulla base della C.M. 7809 del 25 luglio 1990 relativa ai corsi serali di qualifica negli istituti professionali.

Il presente sottoprogramma non si volge ai lavoratori che desiderano ottenere un titolo di studio di qualifica professionale ma a coloro che abbisognano di uno specifico orientamento professionale e mira a favorire l'acquisizione di elementi di base di una cultura di impresa, con particolare riferimento ai processi di produzione ed ai principi della qualità totale.

Si tratta di rispondere alle istanze formative di soggetti non privi di qualificazione professionale riconosciuta ma con difficoltà di mantenimento del posto di lavoro e di futuro inserimento nel mercato di lavoro.

L'intervento è organizzato in maniera elastica per rispondere alla domanda diversificata di istruzione e formazione posta dai soggetti adulti destinatari.

Gli stessi obiettivi formativi, il quadro disciplinare e i programmi saranno gestiti in collaborazione con le associazioni degli imprenditori di settore, con le aziende presenti nel territorio, con gli enti di certificazione di qualità e, ove possibile, con tutte le altre agenzie del mondo produttivo.

Specificità dei corsi in esame è la possibilità di accedere alla formazione con modalità e obiettivi personalizzati.

 

Il sottoprogramma sarà realizzato, ovunque possibile, in collaborazione con le Regioni.

Esso si rivolge ai lavoratori in servizio, in cassa integrazione oppure disoccupati o in mobilità.

Con il sottoprogramma si vuole offrire ai corsisti:

La strategia didattica è caratterizzata, per la valorizzazione delle esperienze dei partecipanti con l'assegnazione di compiti coordinati dagli esperti. In relazione a ciò saranno esaminati casi esemplari dei singoli settori della produzione e dei servizi, al fine di cogliere i criteri basilari della gestione d'impresa.

Il sottoprogramma si articola in primo luogo, in un'area preparatoria di formazione orientativa.

In tale area, nelle prime tre settimane del corso, gli iscritti partecipano ad attività di formazione orientativa volta ad acquisire i dati necessari per la costruzione di un curricolo personalizzato.

I dati rilevati nell'area preparatoria determineranno, sul piano didattico, la taratura delle fasi della successiva area di formazione: istruzione, training, elaborazione personale e valutazione.

L'attestato rilasciato al termine del corso dall'istituto, dalla Regione o dall'impresa coinvolta nel corso dovrà indicare analiticamente le competenze e le abilità acquisite dai corsisti.

Onde consentire la più ampia partecipazione di lavoratori occupati, si prevede che il reddito in astratto previsto per i corsisti sia conferito all'impresa in cui sono impiegati, nel caso di corsi tenuti durante le ore di servizio.

Ove possibile le attività di stage possono essere realizzate nella stessa impresa.

 

Corsi: n. 50

     

Costo unitario

£.

 

136.000.000

Costo totale

£.

 

6.800.000.000

Quota U.E.

£.

4.692.000.000

 

Quota Nazionale

£.

2.108.000.000

 

 

1° triennio (n. 20 corsi):

Costo

£.

 

2.720.000.000

Quota U.E. 75%

£.

2.040.000.000

 

Quota nazionale 25%

£.

680.000.000

 

 

2° triennio (n. 30 corsi):

Costo

£.

 

4.080.000.000

Quota U.E. 65%

£.

2.652.000.000

 

Quota nazionale 35%

(25% M.P.I. + 10% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

1.428.000.000

 

 

- Preventivo indicativo dei costi unitari

Frequenza: 20 lavoratori x corso annuale

     

Costo max x corso annuale

£.

 

136.000.000

di cui quota Nazionale

£.

34.000.000

 

Direzione del corso ...................................................

£.

500.000

 

Progettazione, manutenzione, gestione dell’interven-to e spese generali ...................................................

 

£.

 

12.000.000

 

Esperti esterni (lezioni, stage o simulazione aziendale) (£. 100.000 x 150 h max).....................................

 

£.

 

15.000.000

 

Oneri di stage e materiale didattico.........................

£.

15.000.000

 

Formazione orientativa, predisposizione curricolo e colloqui (2 esperti x 20 h x £. 100.000).....................

 

£.

 

4.000.000

 

Vigilanza/tutoring studio individuale (£. 50.000 x 50 h)..............................................................................

 

£.

 

2.500.000

 

Reddito corsisti (conferibile anche all’impresa) (20 alunni x 120 h x £. 20.000).......................................

 

£.

 

48.000.000

 

Esami e valutazione .................................................

£.

5.000.000

 

 

La ripartizione della spesa nelle singole categorie potrà variare, nell'ambito tassativo del costo massimo preventivato, a seconda delle specifiche e particolari esigenze delle diverse iniziative.

 

- Ripartizione quote

Onde operare una razionale e ottimizzata ripartizione degli impegni della quota nazionale, in una situazione di carenza di risorse finanziarie, e semplificare le procedure contabili ed i controlli, in questo sottoprogramma, la quota nazionale del 1° triennio (25%) é posta a carico del Ministero della Pubblica Istruzione mentre per il 2° triennio la quota nazionale è suddivisa tra il M.P.I. (25%) e l'I.G.Fo.R. (10%).

I costi dell'attività a carico del Ministero della Pubblica Istruzione sono standardizzati, poiché afferiscono alla retribuzione del titolare di una cattedra di insegnamento.

Onde rendere omogeneo ai fini del computo degli organi della U.E. l'erogazione della quota nazionale, che come è noto varia al variare delle condizioni soggettive dei docenti coinvolti, si è stabilito un ammontare medio convenzionale, peraltro inferiore alle risorse effettivamente impegnate dallo Stato per questo segmento di sottoprogramma, anche perché non tiene conto dell'incidenza di alcuni costi generali. Per dare base obiettiva al computo, ci si è rapportati alla cifra convenzionale considerata dal M.P.I. e dalla Ragioneria Generale dello Stato per una cattedra di insegnamento (18 ore di servizio settimanali) degli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore (£. 40.700.000 professori di ruolo A Liv. VII con 18 anni di servizio).

Il docente o il preside coinvolto nel progetto alla base del sottoprogramma per la quota nazionale, sarà coinvolto nell'iniziativa:

 

 

 

Si propone una struttura operativa analoga a quella già approvata nei sottoprogrammi 2, 3 e 8.

I contenuti dei pacchetti multimediali sono in questo caso volti alla preparazione per l'orientamento scolastico e professionale.

Si richiedono:

Si mira alla elaborazione di un pacchetto di formazione flessibile che individui, tra l'altro, le opportunità operative offerte dal territorio e sia aperto alle integrazioni che ciascuna istituzione scolastica ritenga utile inserire onde selezionare modalità operative coerenti con la specifica utenza; per quanto riguarda l'intervento di cui alla lettera a), si sviluppa la formazione dell'unica figura di orientatore prevista, sia pur in maniera non del tutto adeguata, dall'ordinamento scolastico italiano.

 

Iniziative di predisposizione e diffusione pacchetti: n. 15

     

Partecipanti: (300 x 15) n. 4.500

     

Costo unitario

£.

 

170.000.000

Costo totale

£.

 

2.550.000.000

 

1° triennio (n. 6 iniziative):

Costo

£.

 

1.020.000.000

Quota U.E. 75%

£.

765.000.000

 

Quota nazionale 25%

(A carico 50% M.P.I. - 50% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

255.000.000

 

 

2° triennio (n. 9 iniziative):

Costo

£.

 

1.530.000.000

Quota U.E. 65%

£.

994.500.000

 

Quota nazionale 35%

(A carico 50% M.P.I. 50% I.G.Fo.R.)

 

£.

 

535.500.000

 

 

Totale quota U.E. nel sessennio

£.

 

1.759.500.000

Totale quota Min. Pubblica Istruzione

£.

395.250.000

 

Totale quota I.G.Fo.R.

£.

395.250.000

 

Costo formatore: £. 566.666

     

Costo ora/formatore: £. 35.417

     

 

- Preventivo del costo unitario

Come per la Misura 2.

 

 

 

 

La struttura economica del Mezzogiorno è profondamente mutata negli ultimi decenni e tra i mutamenti di maggior rilievo deve sottolinearsi la trasformazione della composizione settoriale dell'economia meridionale.

Da una struttura ancora prevalentemente agricola il Sud tende a trasformarsi in una struttura industriale e terziaria più vicina, almeno in termini quantitativi, alla situazione delle regioni del Centro-Nord. Alcune caratteristiche della trasformazione sembrano peraltro avere nel Sud particolari difficoltà di affermazione:

Il divario esistente tra le due zone del Paese ha ricominciato, specie di recente, a crescere, riportandosi a livelli che erano caratteristici della fine degli anni Sessanta.

Nonostante i mutamenti strutturali, dunque, la posizione del Mezzogiorno, nel contesto nazionale ed europeo, è ancora sostanzialmente molto debole e ben lontana da un modello di sviluppo autopropulsivo.

La struttura demografica è favorevole ad uno sviluppo socio-economico e potrebbe attirare dal Centro-Nord o dall'Europa i necessari investimenti, ma dovrebbe peraltro essere accompagnata dalla presenza di una forza lavoro dotata di una adeguata nuova professionalità per costituire una attrattiva per le imprese investitrici.

Una formazione professionale congrua è uno dei principali fattori che consentono di percorrere la via dell'innovazione come opportunità.

L'incapacità della formazione professionale statale e regionale di rispondere ai bisogni di un mercato del lavoro quale quello del Mezzogiorno, che è complesso, frammentario e mutevole, penalizza le occasioni d'accesso dei giovani al sapere professionale proprio mentre questo diventa sempre più essenziale per l'inserimento lavorativo. L'effetto è, se possibile, ancor più grave in certe realtà del Sud poiché va oltre la mera limitazione delle possibilità di crescita della produzione e dell'occupazione.

Il mancato sviluppo di una offerta formativa coerente e professionalizzante, adeguata alle esigenze che emergono dal mondo della produzione, fa diventare l'accesso al sapere professionale un privilegio, un fattore di discriminazione che pone le premesse di gravi disagi e scompensi nelle comunità locali.

Il malessere che vi si avverte, in presenza delle tristemente note situazioni di criminalità organizzata, concorre a determinare una patologia sociale grave, potenzialmente esplosiva.

Il valore professionalità, infatti, acquista ormai importanza come elemento di identità sociale, componente della cultura individuale, strumento di crescita e autorealizzazione oltre che come opportunità di inserimento lavorativo e sociale.

Specie nelle zone di particolare degrado, tale valore non può essere coltivato come fatto settoriale ma va integrato in un'azione promozionale a più vasto raggio, mirante al recupero complessivo dei valori del sapere, dell'organizzazione della convivenza, delle istituzioni, del rispetto della legalità. Emerge l'esigenza di considerare i processi di apprendimento nella scuola di base.

La centralità della formazione professionale negli interventi del Ministero della Pubblica Istruzione cofinanziati dai fondi strutturali non può escludere che interventi di prevenzione siano portati anche nella scuola dell'obbligo, con la specifica finalità di:

E' necessario recuperare quote sempre crescenti di popolazione giovanile che, specie nelle zone socialmente disgregate, viene esclusa dalla scuola per motivi socio-culturali ed economici esterni alla scuola stessa e che, con ciò, in una situazione in cui non sono più offerte occasioni di occupazione a bassissimo o nullo contenuto di formazione professionale, spesso è condannata a diventare terreno di reclutamento per le organizzazioni criminali.

Il problema della dispersione scolastica, come si definisce la somma di evasione, ritardo e drop-out, è uno dei più importanti che la scuola deve affrontare e la sua natura complessa costringe il Ministero a progettare strategie complesse ed integrate tra i vari ordini e gradi dell'istruzione.

E' necessario assumere l'intero arco di vita giovanile, dalle elementari fino alla collocazione nei ruoli sociali, per valutare il "successo formativo", tanto più che lo stesso successo scolastico non è più considerabile sinonimo di successo formativo, quando è la finale capacità di assumere ruoli produttivi e responsabilità sociali a costituire elementi di valutazione decisivi per gli esiti formativi.

Gli alunni che la scuola "perde" durante il periodo dell'obbligo sono un problema di tutto l'ordinamento scolastico ed è necessario che tutto l'ordinamento scolastico se ne faccia carico.

Gli obiettivi previsti nei sottoprogrammi che seguono, fanno ideale riferimento a quelli posti dal Libro Bianco della Commissione, e si riferiscono in maniera nuova, anche per quanto riguarda le pregresse realizzazioni del Ministero della Pubblica Istruzione, ai giovani non in possesso della qualifiche minime previste, in particolare ai giovani che frequentano gli otto anni della scuola dell'obbligo..

La politica del programma, nel settore, tende ad incidere, in via sperimentale e su territori delimitati ove vivono comunità particolarmente svantaggiate ed emarginate al fine di eliminare le cause prime della disintegrazione sociale e della disoccupazione e ad alleviare gli effetti della povertà e della presenza pervasiva di organizzazioni criminali.

Gli obiettivi sono:

I sottoprogrammi da porre in atto per diminuire o prevenire il perdurare degli abbandoni scolastici dovranno essere intrapresi localmente presso scuole elementari e scuole medie in collaborazione con le famiglie, gli enti locali ed altre istituzioni ed agenzie del territorio.

I sottoprogrammi per prevenire l'abbandono scolastico includono una gamma di iniziative appresso dettagliate che offrono una strategia integrata per unire la famiglia, la scuola e la comunità locale. Le iniziative adottate rifletteranno i bisogni delle singole aree specificate nel piano.

Gli interventi, ove possibile integrati nell'attuazione presso uno stesso territorio, si volgono ad incrementare al massimo la partecipazione variando da iniziative di arricchimento dei curricoli delle scuole elementari e medie delle zone svantaggiate, al raccordo tra genitori ed insegnanti, al collegamento tra Famiglia / Scuola / Società.

Prendendo in esame anche i bisogni dei genitori si promuovono in maniera ottimale forme di partenariato e azioni di qualità totale nella scuola; decisiva appare l'estensione degli interventi al training di genitori che possono divenire essi stessi strumenti di una più vasta integrazione nella società e nel mondo del lavoro.

Le azioni focalizzate all'interessamento ed al coinvolgimento dei genitori offrono loro anche sostegni finalizzati alla professionalizzazione.

La strategia sarà quella di stabilire rapporti di interfacciamento biunivoco tra scuola e società, acquisendo all'istituzione scolastica gli apporti che dalle famiglie e dal territorio possono venire e, contemporaneamente, finalizzando alcuni interventi più immediatamente diretti alla lotta alla dispersione scolastica, al drop-out, ad un sostegno alle abilità e capacità dei genitori che potrebbe consentire esiti di sviluppo locale.

In particolare il sottoprogramma 2 integrerà azioni destinate ad apportare esperienza professionale addizionale per affrontare i bisogni prioritari locali e unire lo sviluppo dei genitori al processo di costruzione di responsabilità al livello di comunità.

I tre sottoprogrammi concretano una articolata risposta alla richiesta di intervento e di aiuto, ai diversi S.O.S. che vengono dalle zone più degradate ed a rischio.

 

 

 

Gli interventi di orientamento del presente sottoprogramma, pur organizzativamente omogenei, si atteggiano nei contenuti e negli obiettivi in maniera diversa nel livello della scuola elementare ed in quello della scuola media.

In considerazione dei problemi socio-economici specifici incontrati dai genitori e dagli alunni delle aree svantaggiate, non basta render disponibili maggiori sostegni economici per l'acquisto di libri e materiale o per la gestione della scuola.

In particolare l'intervento sui bisogni di istruzione/apprendimento che condizionano lo stesso orientamento degli alunni dovrà coinvolgere gli alunni quali agenti del proprio sviluppo.

Si garantirà:

Obiettivi specifici sono la scoperta e la valorizzazione delle vocazioni e delle attitudini di ciascun alunno attraverso attività aggiuntive rispetto l'ordinario curricolo che si basano sui processi fare/pensare (progettare, eseguire, acquisire padronanza).

La gestione delle attività dovrà porsi la finalità di costituire ed accrescere la disciplina e la responsabilità di progetto nonché favorire la collaborazione e l'integrazione dei contributi.

Ove possibile si dovrà sempre tendere a realizzare un prodotto dell'attività educativa che abbia una qualche relazione con la realtà dei fatti economici, considerando non estranea la finalità della scuola in forma di obiettivo corollario, quella della ideazione e costruzione di materiali finiti che possano avere una loro effettiva utilità tanto a scuola quanto a casa da parte degli alunni che hanno contribuito a produrli.

Non è da escludere l'organizzazione di interventi di bricolage scolastico tesi alla riparazione e all'incremento dell'attrezzatura della scuola, onde rafforzare il senso d'appartenenza.

Obiettivo trasversale l'educazione interculturale e la integrazione della ricchezza derivante dalla diversità dei contributi portati nell'ambito delle specifiche abilità-capacità-esperienze e culture.

E' necessaria, specie per gli interventi nella scuola elementare, la previsione di un risultato prossimo e controllabile dall'alunno sia in termini di obiettivo generale del progetto sia in termini di specifico prodotto concreto.

Quanto alle tipologie ogni sottoprogramma prevede i tre percorsi di approfondimento di alcuni filoni, particolarmente coinvolgenti e "attraenti" per gli alunni perché relativi a tematiche sentite nella quotidiana esperienza extrascolastica degli alunni:

I percorsi di creazione attorno alle normali attività scolastiche di un complesso di attività capaci di motivare e dirigere le energie degli alunni verso lo studio e l'impegno operativo, sono i seguenti:

 

1. Percorso ecologico naturalistico

Mira alla conquista di un rapporto armonico tra l'alunno e la natura circostante, dal verde minimale (giardino della scuola, aiuole, viali alberati) al paesaggio trasformato dall'uomo (orti, parchi, ville, aziende agricole) e all'educazione di capacità di intervento manipolativo, tecnico e tecnologico (piccole coltivazioni, piccoli allevamenti, uso degli strumenti necessari), costruzione e studio di microambienti come modello di ecosistemi.

 

2. Percorso tecnologico e multimediale

Mira alla ricomposizione culturale tra operazioni manuali ed attività di pensiero critico e progettuale ed all'interazione nel lavoro di gruppo.

Possibili ambiti di riferimento:

 

3. Percorso psicomotorio ed espressivo

Mira alla scoperta ed al controllo del corpo, alla padronanza del movimento, dei linguaggi e dell'espressività verbale e non verbale, alla ricomposizione culturale tra fisicità ed attività di pensiero.

Possibili ambiti di riferimento:

 

Il sottoprogramma si articola su tre moduli che si differenziano per livelli scolastici e tipologie.

I livelli scolastici si rapportano:

  1. alla I e II classe elementare;
  2. alla III, IV e V classe elementare;
  3. alle tre classi della scuola media.

Il sottoprogramma si sviluppa su tre moduli, uno per ogni percorso formativo.

Ciascun modulo prevede per gli alunni la frequenza di due pomeriggi a settimana, per tre mesi, per un totale di 75 ore. Ogni giorno un'ora dovrà essere riservata alla refezione scolastica, con la presenza, ove disponibile, dell'insegnante di classe. Le altre ore dovranno sviluppare il percorso formativo con la copresenza dell'esperto di didattica e programmazione curricolare e di un esperto di settore.

Ove possibile, con la collaborazione di enti locali e di agenzie sul territorio, le attività potranno realizzarsi anche nei mesi estivi.

Il tempo mensa dovrà essere utilizzato in termini educativi.

Lo staff previsto per il sottoprogramma comprende oltre al Capo d'Istituto, Direttore del corso:

  1. gli esperti di settore, per ogni modulo;
  2. un docente di riferimento;
  3. un esperto di didattica e programmazione, per ogni modulo;
  4. il docente di classe, ove si renda disponibile per attività aggiuntive a quelle previste dall'orario di servizio durante l'orario di mensa.

Il docente di riferimento sarà individuato tra il personale della scuola impiegato, ai sensi della vigente normativa, in compiti diversi da quelli di istituto, tra i docenti soprannumerari o appartenenti alla dotazione organica provinciale.

La sua messa a disposizione è condizione indispensabile per l'attivazione del sottoprogramma.

Tale docente avrà il compito di:

 

- Preventivo indicativo dei costi unitari

La retribuzione massima prevista per i docenti e gli esperti di settore coinvolti nel programma è rispettivamente di £. 45.000 e di £. 50.000 l'ora. Per le attività di assistenza a mensa l'importo massimo previsto è di £.36.000.

 

Iniziative: n. 20

     

Frequenza: n. 25 alunni x singola iniziativa (3 moduli)

     

Costo unitario

£.

 

100.000.000

Costo totale

£.

 

2.000.000.000

 

1° triennio (n. 20 iniziative):

Quota U.E. 75%

£.

1.500.000.000

 

Quota nazionale 25% (a carico M.P.I.)

£.

500.000.000

 

 

Costo max x corso annuale

£.

 

100.000.000

di cui quota U.E. 75% (n. 3 moduli x £. 25.000.000)

£.

75.000.000

 

quota Nazionale 25%

£.

25.000.000

 

 

Costo unitario del modulo

£.

 

25.000.000

Attività esperti esterni (in co-presenza) (£. 50.000 x 50 h)..........................................................................

 

£.

 

2.500.000

 

Attività docenti (£. 45.000 x 50 h).............................

£.

2.250.000

 

Retribuzione assistenza scolari durante la mensa (£. 36.000 x 25 h)...........................................................

 

£.

 

900.000

 

Direttore del corso....................................................

£.

500.000

 

Costo mensa e trasporti (25 scolari x 25 giorni).........

£.

8.500.000

 

Materiali didattici, leasing .......................................

£.

6.850.000

 

Progettazione, manutenzione, funzionamento, gestione dei corsi, assicurazioni, spese generali ...............

 

£.

 

3.500.000

 

 

La ripartizione della spesa nelle singole categorie potrà variare, nell'ambito tassativo del costo massimo preventivato, a seconda delle specifiche e particolari esigenze delle diverse iniziative.

 

- Ripartizione quote

Onde operare una razionale e ottimizzata ripartizione degli impegni della quota nazionale, in una situazione di carenza di risorse finanziarie, e semplificare le procedure contabili ed i controlli, in questo sottoprogramma, la quota nazionale (25%) é posta a carico del Ministero della Pubblica Istruzione e finanzia integralmente i costi del docente di riferimento.

Tali costi sono standardizzati, poiché afferiscono alla retribuzione del titolare di una cattedra di scuola elementare o di scuola media.

Onde rendere omogeneo ai fini del computo degli organi della U.E. l'erogazione della quota nazionale, che come è noto varia al variare delle condizioni soggettive dei docenti coinvolti, si è stabilito un ammontare medio convenzionale, peraltro inferiore alle risorse effettivamente impegnate dallo Stato per l'attuazione del presente sottoprogramma, anche perché non tiene conto dell'incidenza di alcuni costi generali. Per dare base obiettiva al computo, si rappresenta come l'esborso complessivo dello Stato per una cattedra di insegnamento degli istituti di Istruzione Secondaria di primo grado sia di £. 38.550.000 e quella per l'insegnante elementare sia di £. 35.000.000 (docenti di ruolo A Liv. VII con 18-19 anni di servizio). In entrambi i casi, quindi, si tratta di un esborso superiore alla quota nazionale considerata.

 

 

 

 

Nelle situazioni sociali più disgregate la dispersione scolastica è strettamente correlata alla mancanza di una rete di relazioni umane positive intorno all'alunno che apprende, alla mancanza di uno spazio sociale agibile che accolga le nuove generazioni e condivida lo sforzo che il bambino compie, nelle zone a rischio, per crescere ed integrarsi nella società.

La stessa mancanza di spazio sociale oltre a generare una domanda di servizi sociali supplementari che il territorio non è attrezzato a soddisfare, induce la difficoltà ad accogliere e trattare in maniera adeguata la diversità, dal portatore di handicap all'extracomunitario.

Famiglie educativamente deboli (per difficoltà materiali, per disgregazione dovuta alla miseria, ad infermità, a condizioni di illegalità) non possono costituire spontaneamente quell'habitat necessario a coadiuvare le istituzioni scolastiche nelle loro funzioni.

Peraltro la struttura di aggregazione più prossima, anche nelle zone in condizioni peggiori, è proprio la scuola che mostra l'ambivalente immagine di agenzia che postula il sostegno della famiglia e di credibile momento attorno al quale è possibile cominciare a ritessere i rapporti tra genitori ed istituzioni.

Lottare contro la dispersione vuol dire anche sostenere la partecipazione delle famiglie alla vita scolastica, ma, più in generale, cointeressarle in qualche modo a quella dei figli, che dall'atteggiamento esplicito od implicito di padri e madri desumono elementi fondamentali per le loro scelte e per i propri atteggiamenti.

Su questa stessa direttrice, del resto, si muovono alcuni piani finanziati dal Ministero di Grazia e Giustizia (Legge 216/1991) che prevedono tra le altre iniziative attività rivolte agli adulti per lo sviluppo della cosiddetta "cultura dell'affido", per il reperimento, tra l'altro, di famiglie affidatarie per bambini in condizione di difficoltà estrema o di abbandono, per la costituzione di case-famiglia e di centri di animazione per i bambini.

La lotta alla dispersione scolastica, come pure simili iniziative, si scontrano molto spesso con la difficoltà di coinvolgere gli adulti, i genitori, in modo non episodico, per la mancanza in essi della formazione di base necessaria ad affrontare in modo professionale i problemi posti da una struttura sociale complessa.

Il bisogno di formazione finalizzata di animatori e operatori di comunità che siano "locali" trova i punti di prima emersione proprio negli spazi istituzionali degli organismi collegiali delle scuole, nelle attività di accoglienza da queste intraprese, nella gestione degli spazi sociali della scuola e del quartiere, in particolare di quelli, ove esistano, riservati ai bambini.

Tra i genitori, tra l'altro, per precisare la focalizzazione del problema, non si possono non individuare nelle madri le più disponibili ad essere investite da un intervento di riqualificazione professionale o paraprofessionale, e questo apre all'intervento anche una dimensione di promozione delle pari opportunità in ambienti in cui la condizione femminile, qual è e quale si presenta ai bambini e alle bambine, è fortemente marginale, per la presenza di pesanti pregiudizi culturali e per l'assoluta mancanza di occupazioni remunerate.

La creazione, a partire dalla scuola, di una orientata preparazione preprofessionale nei genitori non solo svilupperebbe una prevenzione di deficit formativi incombenti, se non ancora sentiti con precisione dalla comunità, ma condurrebbe ad indiretti benefici di sostegno all'esercizio della funzione parentale, di consapevolezza dei modi in cui si può esercitare, di acquisizione delle abilità e capacità necessarie .

In ogni caso, anche se i risultati non trascendessero il mero orientamento personale e sociale dei genitori, gli effetti benefici si riverserebbero sulla scuola e sugli alunni in maniera rilevante, poiché l'intervento, nel presente sottoprogramma, si svolge secondo le modalità della ricerca-azione comportando che i genitori individuati come destinatari dell'intervento partecipino, sotto la guida di esperti provenienti dal mondo della produzione, di esperti di formazione e di uno o più docenti di riferimento appositamente nominato, all'impianto ed alla gestione di tutta una serie di attività di servizio alla scuola ed agli alunni, tra cui quelle previste nel precedente sottoprogramma.

I destinatari dell'intervento sono tutti i genitori di una scuola ubicata in una zona a rischio ed in condizioni di emarginazione sociale.

Per consentire la partecipazione delle madri disponibili, ma con problemi di affidamento degli altri figli, è previsto un servizio speciale d'approssimité (sorveglianza) dei bambini presso la scuola onde agevolare nella fattispecie la conciliazione tra responsabilità familiari e professionali (confronta Q.C.S. punto 2.2.13.5.- asse 7.2 (link 7)).

Tale servizio sarà affidato a personale qualificato, o a studenti tirocinanti di Istituti di Istruzione Secondaria di II grado ed in particolare, ove possibile, degli Istituti Professionali per i Servizi Sociali.

Detto personale potrà essere coadiuvato anche dai genitori non direttamente coinvolti nel corso di formazione.

Il servizio dovrà coprire 5 ore, con inizio mezz'ora prima e termine mezz'ora dopo gli incontri, al fine di garantire un ordinato svolgimento degli stessi.

Il percorso formativo mira a portare a livello di consapevolezza e professionalità sia le spontanee attitudini relazionali, che dovrebbero essere individuate in una prima fase, sia le esigenze formative poste dal concreto intervento in favore dei ragazzi.

Nel novero delle attività al centro dell'intervento sui genitori della scuola si prevedono momenti formativi per i ruoli di:

Nell'ambito della formazione verranno forniti elementi specifici di conoscenza sui temi necessari per svolgere al meglio le funzioni sopradescritte, tra cui:

Ai genitori partecipanti al corso potranno, altresì, essere forniti gli elementi base di legislazione sociale e tributaria italiana e possibilmente europea al fine di far maturare in loro, e di conseguenza nei giovani con i quali vengono a contatto, una maggiore coscienza civica necessaria per partecipare consapevolmente allo sviluppo della società.

Altro argomento che può essere inserito nel contesto del progetto è la conoscenza dell'anatomia, della fisiologia e dell'igiene. Tale conoscenza è, in alcuni casi, indispensabile per evitare l'insorgere di problemi o traumi causati da una erronea presentazione di alcuni problemi degli alunni, specie nella fase puberale.

In generale i genitori saranno avviati allo studio ed al riconoscimento della realtà socio-culturale del territorio al fine di individuare le situazioni fonte di rischio per i giovani, delimitare il problema, fare ipotesi per affrontarlo con sufficiente possibilità di successo, utilizzare tecniche e strumenti idonei alla soluzione del problema.

Nel caso in cui i genitori prescelti non siano in possesso dei prerequisiti culturali fondamentali è possibile prevedere anche specifici momenti per l'acquisizione degli stessi. Il raggiungimento di tale obiettivo sarà valutato in caso di partecipazione ai corsi per il conseguimento dei titoli della scuola dell'obbligo (elementare e/o media) attraverso i corsi per adulti già esistenti.

Per i genitori già in possesso del titolo di studio di ammissione che abbiano concluso positivamente il corso sarà riconosciuto un credito formativo per l'iscrizione al secondo anno del corso di qualifica "Operatore dei servizi sociali" qualora risulti che:

A tal fine, in convenzione con un istituto professionale in cui sia attivo l'indirizzo "Servizi Sociali", sarà effettuata una apposita sessione di esami di idoneità al II anno.

L'attestato, rilasciato dal direttore del corso, potrà consentire ai genitori di stabilire contatti di collaborazione con i progetti previsti dalla Legge n. 216 del 19 luglio 1991 del Ministero degli Interni, integrata dalla Legge 27/7/1994 n. 465 e dalla C.M. del Ministero degli Interni n. 485/MR. 32 del 3/2/1995.

Tale circolare, all'art. 2 comma 10 recita: "Si ritengono ammissibili oneri derivanti dall'utilizzo di personale specificamente qualificato (operatori educativi di territorio dotati di particolari competenze ed esperienze realizzate sul campo) nel limite strettamente necessario alla realizzazione degli interventi [...] oneri derivanti dal rimborso spese a forfait per l'impegno di volontari e operatori, purché queste risultino preventivamente concordate con l'organizzazione di appartenenza a messe in preventivo in conformità a quanto disposto dalla legge 266/1991. In tal caso il soggetto proponente dovrà indicare il numero dei volontari e degli operatori coinvolti con il rispettivo ruolo nella realizzazione del progetto."

 

Lo staff previsto per il sottoprogramma comprende oltre al Capo d'Istituto, Direttore del corso:

  1. gli esperti di comunicazione e di formazione professionale;
  2. un docente di riferimento;
  3. il personale d'assistenza (baby-sitting);
  4. un docente interno della scuola che si renda disponibile per attività aggiuntive a quelle previste dall'orario di servizio;
  5. due appartenenti al personale A.T.A.

Il personale scolastico di cui ai punti 2. e 4. avrà il compito di:

Il personale individuato dal Capo di Istituto in relazione al punto 5. dovrà collaborare, nell'ambito delle proprie mansioni, alla manutenzione, al funzionamento e alla gestione dei corsi.

Il docente di riferimento di cui al punto 2. sarà individuato tra il personale della scuola impiegato ai sensi della vigente normativa in compiti diversi da quelli di istituto, tra i docenti soprannumerari o appartenenti alla dotazione organica provinciale.

La sua messa a disposizione è condizione indispensabile per l'attivazione del sottoprogramma.

 

L'intervento si svolge durante la durata dell'anno scolastico presso una scuola investita da uno degli altri sottoprogrammi previsti per la lotta alla dispersione nella scuola dell'obbligo.

Prevede nel primo mese 4 riunioni plenarie bisettimanali aperte a tutti i genitori della scuola. In esse i genitori, o colui che espleta le cure parentali, degli alunni che frequentano con accettabile assiduità la scuola sono informati del progetto di intervento e della presenza nella scuola di altre attività.

Le riunioni plenarie sono tenute in orario pomeridiano e prevedono 4 ore intervallate da coffee-break.

Durante le prime quattro riunioni plenarie si individuano i genitori maggiormente disponibili che possono essere coinvolti nelle attività di formazione teorico-pratica.

Per essi si organizzano, preliminarmente, corsi di cadenza sempre bisettimanale, con incontri di quattro ore gestiti da un esperto di comunicazione e di formazione professionale.

In due assemblee plenarie conclusive si darà conto, sulla base della relazione finale predisposta, dei risultati degli interventi e della situazione di frequenza ed apprendimento degli alunni. I genitori che hanno frequentato con profitto i corsi sono segnalati, a cura del Direttore del corso, ai fini dell'attuazione dei piani di cui alla Legge 216/1991.

Le scuole che accedono al sottoprogramma presentano uno specifico progetto integrato al competente Provveditore agli Studi onde ottenere una unità organica di personale tratta dalle dotazioni organiche provinciali ai sensi della C.M. 257/1994

 

- Preventivo indicativo dei costi unitari

La peculiarità dell'intervento e la necessità sottesa di attirare un certo numero di genitori degli alunni delle scuole a rischio in un progetto di partecipazione alla vita della scuola postula uno sforzo di indennizzo particolare per il quale si chiede specifica autorizzazione alla Comunità.

Solo potendo offrire un servizio di assistenza agli altri figli e un equo indennizzo per il tempo impiegato nella formazione pratica e teorica - che viene sottratto ad altre attività "sommerse" o francamente illegali - ci si può garantire un plausibile speranza di attirare i soggetti e completare il percorso.

Tale circostanza fa prevedere una quantificazione dell'indennizzo di £. 20.000 lorde/ora che si segnala alla Comunità, onde averne la speciale approvazione.

L'iniziativa, peraltro, è di natura sperimentale, per ora limitata ad un solo anno di intervento. Solo sulla base dei risultati acquisiti, in sede di futura riprogrammazione si porrà l'eventuale opportunità di dar seguito all'iniziativa ricalibrando, eventualmente, l'entità dell'indennizzo.

 

Iniziative: n. 20

     

Costo unitario

£.

 

100.000.000

Costo totale

£.

 

2.000.000.000

Quota U.E. 75%

£.

1.500.000.000

 

Quota nazionale 25%

£.

500.000.000

 

 

Costo del singolo corso

£.

 

100.000.000

Progettazione, manutenzione, funzionamento, gestione del corso...........................................................

 

£.

 

7.500.000

 

Spese generali (materiale didattico/informativo, assicurazioni, coffee-brak, ecc.)...................................

 

£.

 

12.000.000

 

Direzione del corso...................................................

£.

500.000

 

I e III fase: 6 incontri x 4 x 200 genitori) = 4.800 ore

     

N. 6 incontri esperto con tutti i genitori della scuola x 4 ore = 24 h (max £. 100.000 per h.)......................

 

£.

 

2.400.000

 

II fase: ATTIVITA’ FORMAZIONE (20 x 4 h x 20 genitori) N. 20 incontri con n. 20 genitori

     

Esperto: n. 80 h di cui 40 di coordinamento gruppi (3. 4.000.000 + 2.000.000)........................................

 

£.

 

6.000.000

 

Indennità di presenza alle attività di formazione ed intervento per N. 20 genitori (80 h x 20.000 x 20 genitori)........................................................................

 

 

£.

 

 

32.000.000

 

Mensa per corsisti ed esperto ..................................

£.

5.000.000

 

Valutazione ed esami ...............................................

£.

1.200.000

 

Baby-sitting. N. 21 incontri x 5 h = 105 h x 4 assistenti = 252 h (84 x 20.000 x 4)...............................

 

£.

 

8.400.000

 

Quota nazionale 1 cattedra ......................................

£.

25.000.000

 

 

La ripartizione della spesa nelle singole categorie potrà variare, nell'ambito tassativo del costo massimo preventivato, a seconda delle specifiche e particolari esigenze delle diverse iniziative.

 

- Ripartizione quote

Onde operare una razionale e ottimizzata ripartizione degli impegni della quota nazionale, in una situazione di carenza di risorse finanziarie, e semplificare le procedure contabili ed i controlli, in questo sottoprogramma, la quota nazionale (25%) é posta a carico del Ministero della Pubblica Istruzione e finanzia integralmente i costi del docente di riferimento.

Tali costi sono standardizzati, poiché afferiscono alla retribuzione del titolare di una cattedra di scuola elementare o di scuola media.

Onde rendere omogeneo ai fini del computo degli organi della U.E. l'erogazione della quota nazionale, che come è noto varia al variare delle condizioni soggettive dei docenti coinvolti, si è stabilito un ammontare medio convenzionale, peraltro inferiore alle risorse effettivamente impegnate dallo Stato per l'attuazione del presente sottoprogramma, anche perché non tiene conto dell'incidenza di alcuni costi generali. Per dare base obiettiva al computo, si rappresenta come l'esborso complessivo dello Stato per una cattedra di insegnamento degli istituti di Istruzione Secondaria di primo grado sia di £. 38.550.000 e quella per l'insegnante elementare sia di £. 35.000.000 (docenti di ruolo A Liv. VII con 18-19 anni di servizio).

 

 

 

 

Ordinariamente i docenti della scuola media operano, nell'ambito della programmazione delle loro attività, interventi di orientamento insufficienti e raramente fanno previsioni generali in rapporto alle conoscenze pregresse possedute dalla singola scuola circa le caratteristiche della popolazione studentesca proveniente da quello specifico bacino d'utenza.

Solo episodicamente vengono elaborati itinerari didattici di orientamento che, partendo dal previsto livello modale delle competenze possedute dagli allievi in ingresso, conducano a valorizzare attitudini, capacità e motivazioni.

Anche attraverso un processo di discriminazione positiva delle competenze.

Gli alunni, d'altro canto, difficilmente sono in grado di districarsi nella complessa gamma di scelte educative e professionali, traendone il massimo vantaggio.

La deprivazione culturale e l'apparente mancanza di vocazioni professionali spesso cospirano a fare dei giovani delle zone più a rischio terreno di reclutamento da parte della criminalità organizzata.

L'orientamento realizzato in questo sottoprogramma può svolgere un ruolo significativo, oltre che nel ridurre l'abbandono scolastico e della formazione, per favorire:

Con l'attuazione del presente sottoprogramma l'orientamento trova spazi e risorse per attuarsi ed integrarsi in interventi formativi sul singolo alunno.

Fondamentale è però anche favorire l'emergere di lavoratori il cui talento e le cui motivazioni possano corrispondere alle esigenze del mondo della produzione.

Tramite l'apporto di un esperto si costruisce inoltre una assistenza tutoriale continua delle attività d'orientamento in modo da consentire che essi si inseriscano in maniera fondamentale nelle strategie di pianificazione ed individualizzazione dell'apprendimento/insegnamento.

Il perno dell'intervento formativo rimane centrato sui docenti della scuola, sostenuti dalla continua guida da parte di un esperto. I docenti delle scuole medie sono visti come progettisti responsabili dell'orientamento oltre che della formazione degli alunni e come mediatori culturali in grado di elevare la qualità dell'istruzione e di organizzare un ambiente capace di ottimizzare l'apprendimento di ogni alunno.

Uno dei problemi maggiori è individuato nella parzialità e limitatezza temporale degli stessi interventi d'orientamento.

Questi ultimi si presentano come frammentari e disorganici, spesso rivolti solo a garantire un quadro informativo delle possibili scelte scolastiche o professionali e fanno mancare, specie nelle zone a rischio, quel sostegno degli interessi ed alle scelte personali che rappresentano una condizione necessaria anche se non sufficiente per la lotta alla dispersione scolastica e l'avvio dell'alunno ad una plausibile carriera lavorativa.

I volontari tentativi che pure in alcune scuole sono stati fatti non riescono quasi mai ad essere risolutivi poiché, evidentemente, non prevedono per il docente una ulteriore assistenza qualificata che sarebbe invece necessaria proprio nel momento dell'applicazione concreta di quanto appreso di fronte ai problemi specifici della classe.

Con il sostegno comunitario si vuole inaugurare una soluzione originale nell'ordinamento scolastico italiano che coniughi i momenti di orientamento ad una continua assistenza tutoriale del lavoro concreto che essi devono espletare durante tutto un anno scolastico. Si introduce inoltre, come momento centrale, la valutazione degli interventi.

Per l'assistenza tutoriale il sottoprogramma fa perno sulla figura di esperti esterni per l'orientamento.

Oltre alle professionalità d'ambito universitario, o del sistema regionale e comunale ecc., potranno essere utilizzati esperti che hanno maturato esperienze documentate sull'orientamento.

Il sottoprogramma, pur partendo da un preciso sistema di ipotesi scientifiche di riferimento, si caratterizza per essere un intervento proposto come ricerca in progress, di cui vada continuamente verificata la fattibilità empirica, la validità delle strategie e delle metodologie utilizzate, onde poter modificare metodologie, obiettivi e strumenti sulla scorta dell'esperienza operativa.

 

Il sottoprogramma si rivolge agli alunni iscritti alle classi prime, seconde e terze dei corsi di scuola media con priorità di intervento in ogni scuola per le classi seconde, nell'anno in cui la scelta sul futuro scolastico o professionale dell'alunno deve maturare.

Nell'ordinamento scolastico italiano, attualmente, l'iscrizione agli istituti di istruzione secondaria superiore (post-obbligo) deve avvenire all'inizio dell'ultimo anno di frequenza della scuola dell'obbligo.

Con il sottoprogramma si vuole offrire agli alunni:

Il sottoprogramma si innesta in maniera omogenea nel curricolo scolastico pur comportando una specifica pianificazione dello stesso.

Il sottoprogramma si articola nelle seguenti fasi:

  1. Progettazione di strategie per l'orientamento nei singoli contesti d'istituto e per l'accoglienza.
  2. Diagnosi valutativa delle situazioni individuali degli allievi.
  3. Attivazione di interventi di orientamento e di riequilibrio socioculturale con contestuale misurazione degli esiti.
  4. Laboratori di orientamento.
  5. Assistenza tutoriale.
  6. Valutazione dell'efficacia delle strategie poste in atto e validazione dei materiali utilizzati.

 

1. Fase della progettazione di strategie per l'orientamento nei singoli contesti d'istituto.

Nel mese di settembre due docenti di classe di ciascuna delle tre classi coinvolte in un sottoprogramma (6 docenti) in 40 ore di incontri collegiali e sotto la guida di un esperto (di documentata professionalità, omologa a quella dei careers-teacher, dei careers-adviser o degli orientador) elaborano una previsione generale, in rapporto alle conoscenze pregresse possedute dalla singola scuola circa le caratteristiche della popolazione studentesca proveniente da quello specifico bacino d'utenza e programmano interventi di orientamento coerenti col modello prima delineato avendo come punto di riferimento il livello previsto degli allievi in ingresso. Reperiscono inoltre materiali e strumenti d'orientamento e, per i nuovi arrivati, d'accoglienza. Senza aggravio per il bilancio dell'iniziativa potranno essere coinvolti anche altri docenti della classe.

In ogni caso la programmazione didattica in cui si inserisce l'orientamento dovrà necessariamente coinvolgere i Consigli di Classe nella loro interezza.

 

2. Fase di diagnosi valutativa delle situazioni individuali degli allievi.

Al momento dell'arrivo a scuola degli allievi reali, non più solo "stimati", si verificherà, con una attività diagnostico-formativa, il possesso (e il livello di possesso), dei prerequisiti cognitivi necessari. I docenti decideranno quali attività di compensazione mettere in atto e per quanto tempo, adattando gli itinerari collettivi già preparati, progettandone altri personalizzati e prevedendo sistematicamente momenti di orientamento, riorientamento e rimotivazione anche attraverso la valorizzazione delle competenze forti possedute da ciascuno, che si rapportino agli interventi compensativi di recupero e di sostegno.

In questa stessa fase, la delineazione del profilo dinamico di ciascun allievo consentirà:

Contestualmente dovranno proporsi all'alunno alcuni primi dati informativi oggettivi e concreti e un sostegno all'analisi, alla percezione della sua situazione attuale e delle possibilità che si offrono, nonché delle conseguenze di ogni eventuale scelta.

Ove possibile dovrà esser disegnato e proposto un programma di esperienze formative e professionali pianificate destinate a costruire e sviluppare negli alunni le competenze e le conoscenze che più potranno esser loro utili nel futuro.

L'orientamento preparerà le scelte educative e curricolari che devono essere compiute dentro e fuori dell'ordinamento scolastico. La necessità di effettuare decisioni educative durante la scuola dell'obbligo postula, infatti, un intervento di maturazione che renda consapevole l'alunno e "la famiglia" delle sue chance e delle conseguenze delle sue decisioni.

Anche chi ha minore disponibilità all'impegno scolastico (per fatti culturali, socio-economici e motivazionali) dovrà esser condotto ad una scelta competente e congrua sul proprio futuro. L'obiettivo è quello di consentire all'alunno di procedere con sicurezza nell'itinerario curricolare indipendentemente dalle condizioni di ingresso, dai problemi affettivo-motivazionali e dalle lacune emergenti.

Data la situazione socioeconomica delle zone a rischio dove esiste una presenza notevole di criminalità organizzata, saranno introdotti elementi di educazione alla legalità, fondandone i contenuti non su comunicazioni esortative e predicatorie ma radicandoli nella dimensione conoscitiva dei curricoli e rapportandoli alle stesse risultanze pragmatiche di un corretto bilanciamento delle possibilità offerte.

Anche la scelta tra una "carriera" di manovalanza nelle organizzazioni criminali ed una carriera professionale nella legalità sono scelte che vanno sottoposte non solo al sigillo etico ma anche a quello della ragione.

A tal fine sono utili giochi di simulazione in cui sia vincente il rispetto delle regole e che consentano una meditazione metacognitiva dell'importanza delle "regole del gioco".

Oltre all'impostazione didattico-operativa si cercherà di instaurare rapporti anche con le famiglie degli studenti onde realizzare il loro coinvolgimento al contratto formativo che si vuole negoziare. Molto rilevante, infatti, è la modifica degli atteggiamenti che l'ambiente di provenienza sviluppa e trasmette agli alunni nei confronti dell'istruzione, della cultura e delle istituzioni.

La fase dura dieci settimane e si attuerà in spazi di 3 ore settimanali enucleati dal proprio curricolo a cura di ciascun docente coinvolto (3 ore settimanali x 10 settimane x 6 docenti = 180 ore).

 

3. Fase di attivazione di interventi di orientamento e di riequilibrio socioculturale con contestuale misurazione degli esiti.

Durante 360 ore enucleate dal curricolo (60 ore x 6 docenti), nei mesi successivi alla fase 2, i docenti attivano le strategie programmate e attuano le valutazioni formative necessarie per rettificare costantemente il complesso degli interventi di orientamento e di riequilibrio, raccordando le peculiarità degli alunni con itinerari didattici che meglio soddisfino le loro esigenze.

In questo ambito vanno identificati e comunicati agli alunni i contenuti culturali e professionali delle diverse attività produttive, a partire da quelle familiari e territoriali, trovando le necessarie rispondenze nelle disciplina di insegnamento scolastico.

 

4. Fase di Laboratori di orientamento

Una parte del lavoro attinente la "careers-education" non dovrà svolgersi in classe, secondo uno schema prettamente didattico.

Sono previsti "Laboratori di orientamento", cioè momenti di orientamento da condurre presso gli istituti professionali, gli istituti d'arte e tecnici, i centri di formazione professionale regionale e le imprese che insistono sul bacino d'utenza della scuola.

Il laboratorio di orientamento, ove non fossero possibili brevi periodi di esperienza lavorativa, anche in simulazione aziendale, ha come contenuto minimale:

Potranno essere predisposti:

  1. pacchetti informativi sul mondo del lavoro e della formazione post-obbligatoria locale, regionale, nazionale comunitaria;
  2. giochi di simulazione per lo sviluppo dell'analisi delle caratteristiche di strutturazione delle decisioni (rapporti tra progetto di vita abbozzato e vincoli ambientali).

Al termine delle visite predisposte per i ragazzi sono previsti, a cura della scuola media, incontri con le famiglie presso le medesime agenzie del territorio onde illustrare l'offerta formativa e culturale dell'istituto, gli sbocchi professionali e occupazionali e rispondere a tutti gli eventuali quesiti che possono esser posti.

Gli spazi orari riservati ai laboratori saranno retribuiti per un massimo di 40 ore per i docenti coinvolti e 30 per l'esperto.

 

5. Fase dell'assistenza tutoriale.

Con regolare cadenza sono previsti, al di fuori dell'orario di servizio, 5 incontri collegiali, per un totale massimo di 10 ore, dei docenti con l'esperto dove le esperienze fatte, i problemi emersi e i risultati rilevati sono analizzati, discussi e messi a punto.

 

6. Fase di valutazione dell'efficacia delle strategie poste in atto e validazione dei materiali utilizzati.

Dopo la conclusione dell'anno scolastico è previsto un incontro collegiale terminale con l'esperto dove si opera la valutazione dell'efficacia del sottoprogramma, si elabora una relazione, si raccolgono e si validano i materiali utilizzati.

Si tratta di un bilancio consuntivo del sottoprogramma e del successo dell'opera di orientamento e di individualizzazione dell'insegnamento-apprendimento. Tale occasione potrà essere colta per riflettere su quanto in termini di approfondimento e aggiornamento della formazione professionale si sia acquisito da parte di ciascun docente coinvolto.

Il relativo momento collegiale si articola in incontri per un totale di 10 ore, al di fuori dell'orario di servizio.

L'iniziativa si svolgerà presso le scuole medie e culminerà nella compilazione di una relazione di verifica conclusiva dell'intero percorso, nella validazione dei materiali prodotti e delle metodologie utilizzate con riferimento ad ogni momento significativo dell'intero percorso attuato.

Le cinque fasi sopradescritte sono tra loro strettamente dipendenti e connesse; ove se ne dia la progettazione, esse possono intersecarsi o scomporsi temporalmente. Solo per comodità di comprensione sono state indicate in successione cronologica, poiché, ad esempio, la fase della Valutazione si radica in itinere come costante di tutto l'intervento, certamente la Diagnosi valutativa non può esaurirsi in uno specifico momento del procedimento.

 

- Ripartizione quote

Onde operare una razionale e ottimizzata ripartizione degli impegni della quota nazionale, in una situazione di carenza di risorse finanziarie, e semplificare le procedure contabili ed i controlli, in questo sottoprogramma la quota nazionale, nel primo triennio, è a carico del Ministero della Pubblica Istruzione e finanzia integralmente i costi delle fasi 2 e 3; l'intervento comunitario finanzia invece integralmente le fasi 1, 4, 5 e 6.

I costi dell'attività dell'area a carico del Ministero della Pubblica Istruzione sono standardizzati, poiché afferiscono alla retribuzione di 18 ore di lezione settimanali (x 30 settimane) distratte dall'ordinario curricolo.

Onde rendere omogenea ai fini del computo degli organi della U.E. l'erogazione della quota nazionale, che come è noto varia al variare delle condizioni soggettive dei docenti coinvolti, si è stabilito un ammontare medio convenzionale, peraltro inferiore alle risorse effettivamente impegnate dallo Stato per il segmento di sottoprogramma relativo alle fasi 2 e 3, anche perché non tiene conto dell'incidenza della retribuzione delle ore di approfondimento e dei costi generali. Per dare base obiettiva al computo orario ci si è rapportati alla retribuzione media di una cattedra di insegnamento (18 ore di servizio) degli istituti di Istruzione Secondaria di Primo grado (£. 38.550.000 professori di ruolo con 18 anni di servizio).

 

- Riepilogo articolazione complessiva dei costi nelle diverse fasi.

Per comodità di comprensione e controllo si riepilogano le articolazioni dei costi nelle varie fasi, indicando per ciascuna la pertinenza alla quota nazionale o alla quota U.E.

Dalla definizione del sottoprogramma risultano le seguenti ore da computare:

- FASE 1 - Sono previste 40 ore di incontro collegiale.

Sono retribuite 240 ore (6 docenti x 40 ore al costo massimo di £. 45.000 x ora) e 40 ore all'esperto (al costo massimo di £. 100.000 x ora).

- FASE 2 - Il totale delle 90 ore distratto dal curricolo ordinario è posto a carico della quota nazionale.(30 ore sul singolo alunno).

- FASE 3 - Il totale delle 360 ore (60 x 6 docenti) distratto dal curricolo ordinario oltre le ore d'approfondimento, è posto a carico della quota nazionale.

- FASE 4 - Sono retribuite a carico della quota U.E.:

- FASE 5 - Sono retribuite (quota U.E.):

- FASE 6 - Sono retribuite (quota U.E.):

 

E' prevista la retribuzione della progettazione e manutenzione del sottoprogramma ed il coordinamento e le spese generali nonché l'acquisto di materiale didattico.

 

Corsi: n. 10

     

Frequenza: n. 60 alunni (3 classi) x singolo sottoprogramma

     

Costo unitario

£.

 

80.000.000

Costo totale

£.

 

800.000.000

Quota U.E. 75%

£.

600.000.000

 

Quota nazionale 25%

£.

200.000.000

 

 

Costo max x corso annuale

£.

 

80.000.000

Direzione del corso....................................................

£.

500.000

 

Attività esperti esterni (max £. 100.000 x 90 h)..........

£.

9.000.000

 

Attività docenti d’istituto (max £. 45.000 x 600 h)...

£.

27.000.000

 

Progettazione, manutenzione, funzionamento, gestione dei corsi, Laboratori d’orientamento .................

 

£.

 

15.000.000

 

Materiali didattici e spese generali ..........................

£.

8.500.000

 

TOTALE FASI 1, 4, 5 e 6

£.

 

60.000.000

Ore di curricolo specificamente enucleate nella fase 2 e 3 (quota nazionale) Lezioni (540 h x iniziativa)

 

£.

 

 

20.000.000

 

La ripartizione della spesa nelle singole categorie potrà variare, nell'ambito tassativo del costo massimo preventivato, a seconda delle specifiche e particolari esigenze delle diverse iniziative.

 

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RIEPILOGO TOTALE QUOTA U.E. PER LE DIVERSE MISURE

 

Misura

 

1° TRIENNIO

2° TRIENNIO

TOTALE

1

£.

147.402.000.000

147.919.200.000

295.321.200.000

2

£.

6.375.000.000

3.315.000.000

9.690.000.000

3

£.

1.020.000.000

1.326.000.000

2.346.000.000

4

£.

1.939.950.000

3.328.954.200

5.268.904.200

5

£.

45.000.000.000

31.200.000.000

76.200.000.000

6

£.

1.912.500.000

994.500.000

2.907.000.000

7

£.

395.250.000

288.600.000

683.850.000

8

£.

1.020.000.000

773.500.000

1.793.500.000

9

£.

42.772.440.000

12.998.960.000

55.771.400.000

12

£.

2.040.000.000

2.652.000.000

4.692.000.000

13

£.

765.000.000

994.500.000

1.759.500.000

14/1

£.

1.500.000.000

0

1.500.000.000

14/2

£.

1.500.000.000

0

1.500.000.000

14/3

£.

600.000.000

0

600.000.000

TOTALE

£.

254.242.140.000

205.791.214.200

460.033.354.200

 

Le iniziative nella Regione Abruzzo saranno programmate solo fino al termine consentito dai Regolamenti Comunitari.

In relazione alla durata del programma, tenuto conto delle caratteristiche dell'anno scolastico italiano, che come è noto va dal 1 settembre al 31 agosto di ogni anno, dei tempi di accreditamento dei fondi e delle originarie istruzioni fornite dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale in sede di prima presentazione delle proposte, si ribadisce la richiesta che l'U.E. consenta la possibilità di articolare l'attuazione del programma tenendo conto della scansione dell'anno scolastico italiano che come è noto si svolge su due anni finanziari diversi. Sulla base dei dati della presente è sarà predisposta la formale richiesta sull'apposita scheda.

 

 

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CAPITOLO SECONDO: FONDO EUROPEO PER LO SVILUPPO REGIONALE

 

 

In un società post-industriale é sempre più importante la produzione e l'offerta di servizi rispetto alla produzione di beni materiali: questi ultimi, non casualmente, vengono prodotti sempre più spesso o con fabbriche quasi interamente automatizzate o attraverso la produzione decentrata in paesi del terzo e del quarto mondo. Offrire servizi richiede un livello culturale generale ed una preparazione professionale incommensurabilmente superiori a quelli necessari in una società industrializzata, nella quale il saper leggere, scrivere e far di conto può essere considerato requisito più che sufficiente per l'accesso al mondo del lavoro.

In una società post-industriale, quindi, la scuola cambia valenza: da strumento di emancipazione degli appartenenti alle classi svantaggiate, diviene supporto necessario per un sano sviluppo dell'economia; da strumento di riequilibrio e promozione sociale, diviene fattore del processo produttivo.

Questo é il contesto. La scuola nel mezzogiorno d'Italia: ove non si riuscisse ad investirla di un congruo mutamento qualitativo, non riuscirà a migliorare la struttura del tessuto sociale già gravemente logorato; con esso non sarà possibile far salire le Regioni italiane del Mezzogiorno sul carro dello sviluppo economico e del progresso del resto del Paese.

Nell'ambito della scuola secondaria di secondo grado il Ministero della Pubblica Istruzione, come già rappresentato nella premessa, ha introdotto radicali cambiamenti nella struttura dei corsi di istruzione professionale. Impostati precedentemente per un rapido accesso al lavoro con obiettivi di stretta professionalizzazione e caratteristiche fortemente addestrative, è emersa (per tali corsi) la necessità di porre in essere una strategia di innovazione mirata a superare tali limiti e a far acquisire all'istruzione professionale i seguenti obiettivi:

  1. una dimensione culturale generale e professionale più elevata, rispondente alle esigenze immediate e tendenziali della società odierna, coerente anche con la prospettiva di prolungamento dell'obbligo scolastico;
  2. requisiti di polivalenza per una preparazione professionale di base che sia, per alcuni aspetti, immediatamente spendibile, per altri capitalizzabile, ai fini di approfondimenti successivi e, quindi, atta a recepire proficue integrazioni dal sistema formativo extra scolastico.

Il rinnovato ciclo corto di durata triennale risulta caratterizzato dunque:

Si tratta di una trasformazione che tiene pienamente conto delle risultanze del dibattito comunitario (cfr, in ultimo il Memorandum della Commissione sulle politiche di formazione professionale per gli anni '90, il documento e le stesse conclusioni del vertice di Copenaghen) e delle istanze del mondo imprenditoriale.

Il rinnovamento, avviato con la riforma, si realizzerà gradualmente a partire dalle prime classi e verrà a completamento lungo l'arco di un quinquennio, con il progressivo coinvolgimento dell'intero corso di studi.

Il processo di riorganizzazione, già di per sé estremamente complesso, richiede particolari interventi di sostegno nelle regioni del Mezzogiorno per una serie di ragioni che, per quanto riguarda la presente iniziativa, investono:

Tali situazioni richiedono, senza dubbio, un intervento particolare aggiuntivo, rispetto a quello che il Ministero della P.I. é in grado di realizzare, sia per quanto concerne i maggiori blocchi di tecnologie da acquisire, sia per quanto concerne il sostegno alla progettazione delle singole istituzioni di formazione, sia per la stessa necessità di stimolare i singoli istituti professionali ad affrontare concretamente il problema, senza ritenere pregiudizialmente soddisfacenti i supporti tecnologici già esistenti.

Il periodo critico investirà i prossimi cinque anni, durante i quali le istituzioni del Mezzogiorno dovranno cambiare l'offerta formativa, cercando, nel contempo, di elevare la qualità dell'insegnamento, sia puntando sull'aggiornamento dei docenti in tutte le maniere e forme possibili, sia dotando, in tempi rapidi (massimo cinque anni), tutti gli istituti professionali del Mezzogiorno di infrastrutture tecnologiche adeguate ai nuovi obiettivi.

Da una ricerca commissionata dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1993 e pubblicata sul numero 3/1993 della rivista "Informatica e Scuola", risulta che la dotazione media di computer nelle aule delle scuole italiane é di 3,9 come dato medio nazionale, di 5,93 per le scuole del Nord, di 4,02 per le scuole del Centro e di 1,73 per le scuole del Sud.

Già da questo dato, che rappresenta, ovviamente, solo una parte del problema infrastrutture mancanti, é facile capire di quanta ampiezza é lo iato che sta aprendosi tra la scuola del Mezzogiorno e la scuola del resto dell'Italia.

Appare ora necessario:

Al riguardo, tralasciando l'analisi complessiva delle esigenze da affrontare, gli interventi, sui quali si chiede il sostegno comunitario, riguardano:

Attualmente, non vi é nessun dato completo relativamente alle attrezzature esistenti negli Istituti Professionali, in quanto le possibili forme di finanziamento, per acquisti in conto capitale, sono molteplici (da donazioni di privati, da ricavi di attività svolte in conto terzi, da risorse interne all'istituto, da finanziamenti da parte del Provveditorato, da finanziamenti straordinari da parte del Ministero).

Una analisi dello stato delle attrezzature e dei supporti tecnologici, in possesso degli istituti del Mezzogiorno, avrebbe del resto scarso valore operativo e si ridurrebbe ad una mera catalogazione quantitativa, se non fosse confrontabile con standard accettabili, ed, in particolare con le acquisizioni dei migliori istituti del Centro-Nord, che già si stanno adeguando alle esigenze poste dalla riforma di obiettivi formativi, orari e programmi che ha trasformato l'Istruzione Professionale.

Per determinare con esattezza il punto di partenza della presente misura, la Direzione Generale invierà a tutti gli Istituti Professionali del Sud, una scheda con le specifiche concernenti i laboratori tipici dei diversi indirizzi, sulla cui base gli Istituti medesimi dovranno comunicare la rilevazione dell'esistente ed elaborare un progetto motivato, in relazione ai reali loro fabbisogni a regime per il corretto svolgimento dei nuovi programmi dell'Istruzione Professionale.

Tutto ciò perché, considerata la limitatezza dei fondi rispetto alle esigenze che sicuramente emergeranno nella rilevazione degli istituti e nelle loro proposte, è necessario procedere ad interventi mirati, evitando finanziamenti uguali per tutti che, certamente, non potrebbero raggiungere nel miglior modo possibile gli obiettivi prefissati.

I progetti saranno commisurati alle reali esigenze formative dei giovani e delle aziende, dovranno estromettere i dispositivi obsoleti e, contemporaneamente, evitare l'acquisto di supporti tecnologici avveniristici o tarati per professionalizzazioni inesistenti e improbabili.

Tali progetti saranno esaminati in ordine all'adeguamento agli obiettivi di rinnovamento, nel massimo rispetto possibile delle richieste che i singoli Istituti, nell'ambito della propria autonomia, avranno fatto pervenire per:

  1. l'acquisto integrale di supporti tecnologici (in caso di sostanziale assenza di attrezzature);
  2. l'integrazione, la sostituzione e il completamento di attrezzature già esistenti;
  3. la trasformazione degli impianti con tecnologie atte a dare unitarietà processuale e quindi produttiva agli impianti;
  4. gli interventi di miglioramento della qualità delle dotazioni esistenti.

L'assegnazione dei fondi per gli acquisti sarà attuata secondo criteri di opportunità, afferenti:

  1. le tipologie degli interventi di cui ai numeri 1, 2, 3, 4, sopraccennati;
  2. le tipicità di ciascun settore, tenuto conto delle diverse esigenze derivanti dalla più o meno alta complessità delle presenze tecnologiche;
  3. le dimensioni quantitative (classi, alunni, sedi coordinate) degli istituti proponenti;
  4. le possibilità di effettuare esperienze di alternanza scuola-lavoro e di formazione aziendale, offerte dal territorio in strutture esterne alle scuole;
  5. la congruità dei progetti presentati, con gli obiettivi della misura;
  6. la effettiva possibilità di utilizzazione formativa dei supporti tecnologici richiesti.

Si potrà costituire una tabella generale relativa ai diversi indirizzi dell'Istruzione professionale, per rendere il più possibile oggettiva la lista delle priorità di finanziamento in relazione al punto b.

Per assicurare la massima trasparenza all'azione amministrativa, verrà pubblicata (su alcuni giornali di grande diffusione), ogni decisione di finanziamento con il relativo ammontare e gli Istituti destinatari, in maniera tale che tutte le ditte interessate possano chiedere di partecipare alle gare espletate presso ogni singola scuola. A tal fine, sarà, poi, cura dare istruzioni a tutti gli Istituti di invitare alla procedura di acquisto, oltre a tutte le ditte che la scuola stessa riterrà opportuno nella sua autonomia, anche tutte quelle che lo chiederanno. Si ribadiranno, poi, tutte le istruzioni necessarie per garantire una piena correttezza dello svolgimento della procedura.

Nei cinque anni della misura, si interverrà su tutti gli Istituti del Meridione.

Al termine di ogni anno si tirerà un consuntivo dei risultati d'efficacia ottenuti

 

I seguenti sono i dati finanziari di sintesi (in migliaia di lire) per quanto attiene allo sviluppo quinquennale della misura FESR:

 

 

1995

1996

1997

1998

1999

Istituti professionali del Sud

303

303

303

303

303

Sedi coordinate in diverso comune

 

310

 

310

 

310

 

310

 

310

Costo globale annuale delle misure FESR

 

17.925.000

 

35.850.000

 

35.850.000

 

35.850.000

 

17.925.000

Quota a carico fondo FESR (50% del costo complessivo)

 

8.962.500

 

17.925.000

 

17.925.000

 

17.925.000

 

8.962.500

Quota a carico del bilancio del M.P.I. (capitolo 2554 - 50% del costo complessivo)

 

 

8.962.500

 

 

17.925.000

 

 

17.925.000

 

 

17.925.000

 

 

8.962.500

 

- Specifica dei costi

Ciascun programma prevederà le seguenti quote di costi:

Acquisti ...................................................

75%

Installazione, messa in opera e collaudo .

2%

Adattamenti edilizi ..................................

10%

Manutenzione ..........................................

10%

Progettazione ...........................................

max 3%

 

 

L'ambito territoriale d'intervento è quello delle regioni dell'obiettivo 1: Abruzzo (fino al termine consentito dai Regolamenti Comunitari), Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia, Sardegna. La tipologia d'intervento é un programma operativo.

La data di avvio è l'1.1.1995, quella di termine il 31.12.1999.

Saranno coinvolti complessivamente 303 Istituti Professionali del Mezzogiorno, per un costo complessivo di circa £. 143.400.000.000. La quota nazionale di partecipazione ammonta a £. 71.700.000.000, integralmente a carico del Ministero della Pubblica Istruzione - Direzione Generale Istruzione Professionale.

Considerati i circa 193.000 alunni, iscritti negli istituti professionali del Mezzogiorno nell'anno scolastico 1993/94, il costo per allievo ammonta a circa £. 743.000.

La sede di attuazione è presso le sedi centrali e coordinate degli Istituti Professionali di Stato del Mezzogiorno d'Italia.

L'organigramma del progetto prevede: Preside e Consiglio d'Istituto; Direzione Generale, con l'assistenza di un Comitato Tecnico-Scientifico di Consulenza e Valutazione tecnica.

La Misura 10 si articola:

  1. nella formulazione da parte della Direzione Generale, con la consulenza degli Ispettori Tecnici dei vari settori, di specifiche concernenti i laboratori tipici dei diversi indirizzi e delle diverse aree disciplinari;
  2. nelle richieste motivate, da parte dei singoli Istituti, in ordine ad esigenze locali e particolari;
  3. nell'assegnazione dei fondi alle singole scuole;
  4. nell'acquisizione e messa in opera dei supporti tecnologici.

Gli effetti economici e sociali previsti sono:

L'impatto atteso sul mondo del lavoro attiene :

La procedura prevista, che fa perno sull'autonomia progettuale degli Istituti Professionali (Enti dotati di personalità giuridica), pur non consentendo di fornire in sede di proposizione dati certi circa la distribuzione dei finanziamenti, consente tuttavia di operare previsioni che sono lo stesso più che attendibili.

Innanzitutto, si sono individuati dei moltiplicatori differenziati secondo la tipologia degli Istituti Professionali e degli indirizzi in essi presenti.

Si ritiene, infatti, ad esempio, che un Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato ha certamente più bisogno di massicci interventi di rinnovo, qualificazione o integrazione dei supporti tecnologici, di un Istituto per i Servizi Commerciali per adeguarsi ai nuovi obiettivi formativi. In via indicativa, la differente ponderazione delle esigenze delle diverse tipologie di istituti é di seguito riportata :

 

TIPOLOGIA DEGLI ISTITUTI

MOLTIPLICATORE

Istituto Prof.le di Stato per l'Industria e l'Artigianato

1,5%

Istituto Prof.le di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione

 

1,5%

Istituto Prof.le di Stato per l'Agricoltura

0,75%

Altri

0,50%

 

Considerato, ai soli fini orientativi, il numero degli istituti, distribuiti per tipologia, presenti in ogni singola regione e la dimensione totale, è possibile individuare, in via preventiva e provvisoria, la quota che dovrebbe essere attribuita per regione.

L'intervento che dovrebbe investire tutti gli istituti delle 8 regioni del Mezzogiorno nel quinquennio.

 

- Tabella di distribuzione regionale della misura 10 FESR

La presente tabella si deve considerare non definitiva (tra l'altro, risulta approssimata per eccesso di £. 1.196), anche se si ritiene che gli scostamenti che ci si riserva in presenza dei progetti motivati presentati dagli istituti e per la ponderazione delle particolari esigenze territoriali, dovrebbero complessivamente compensarsi.

 

REGIONI

AGRIC

OLTURA

FINANZIAMENTI

IND.

ART.

FINANZIAMENTI

istituti

classi

ist.

classi

ABRUZZO

4

52

530.317.905

7

228

4.650.480.090

MOLISE

1

19

193.770.004

2

47

958.651.597

CAMPANIA

4

80

815.873.700

36

1.178

24.027.480.465

BASILICATA

1

29

295.754.216

6

185

3.773.415.863

PUGLIA

5

113

1.152.421.601

18

785

16.011.521.362

CALABRIA

7

136

1.386.985.290

17

478

9.749.690.715

SICILIA

15

315

3.212.502.694

26

837

17.072.157.172

SARDEGNA

5

135

1.376.786.869

11

336

6.853.339.080

TOTALE

42

879

8.964.412.279

123

4.074

83.096.736.344

REGIONI

ALBER

GHIERI

FINANZIAMENTI

COMM.

S.SOC.

FINANZIAMENTI

istituti

classi

ist.

classi

ABRUZZO

3

68

1.386.985.290

4

104

707.090.540

MOLISE

0

0

1

30

203.968.425

CAMPANIA

11

474

9.668.103.345

25

1.020

6.934.926.450

BASILICATA

3

108

2.202.858.990

4

70

475.926.325

PUGLIA

7

257

5.241.988.523

31

1.106

7.519.635.935

CALABRIA

6

159

3.243.097.957

13

367

2.495.213.733

SICILIA

6

208

4.242.543.240

16

540

3.671.431.750

SARDEGNA

3

96

1.958.096.880

5

204

1.386.985.290

TOTALE

39

1.370

27.943.674.225

99

3.441

23.395.178.348

REGIONI

TOTALE istituti

TOTALE classi

TOTALE FINANZ.

ABRUZZO

18

452

7.274.873.825

MOLISE

4

96

1.356.390.026

CAMPANIA

76

2.752

41.446.383.960

BASILICATA

14

392

6.747.955.394

PUGLIA

61

2.261

29.925.567.421

CALABRIA

43

1.140

16.874.987.695

SICILIA

63

1.900

28.198.634.756

SARDEGNA

24

771

11.575.208.119

TOTALE

303

9.764

143.400.001.196

TIPO DI ISTITUTO

N.

istituti

N.

classi

TOTALE

AGRICOLTURA

42

879

8.964.412.279

IND. ART.

123

4.074

83.096.736.344

ALBERGHIERO

39

1.370

27.943.674.225

COMM. e S.SOC.

99

3.441

23.395.178.348

TOTALE GEN.

303

9.764

143.400.001.196

 

 

 

 

Il sistema di gestione, come gli organismi responsabili dell'assistenza, di ispezioni e verifiche nel programma operativo del passato quadriennio, si è fondato sulla scelta fatta di integrare nel sistema fisiologico di gestione degli istituti professionali, l'attuazione dei sottoprogrammi cofinanziati dall'U.E.

Tale è anche l'impostazione del presente programma plurifondo.

Gli esiti della normativa, disposta con C.M. 7 Giugno 1990 n.5515/B/1/A (dove il Ministro della Pubblica Istruzione aveva emanato specifiche norme che inserivano la realizzazione dei sottoprogrammi C.E.E. all'interno della ordinaria attività dell'istituto scolastico, in modo da far coincidere gli strumenti gestionali che regolano in via generale l'attività amministrativa e didattica degli istituti professionali di Stato con le garanzie offerte per la migliore attuazione dei programmi cofinanziati dalla C.E.E.), sono stati più che soddisfacenti.

L'innovazione organizzativa, confermata ed ulteriormente precisata con l'emanazione della CM 276 del 20 Ottobre 1990 ove si sono previste, in via generale, non solo per l'Istruzione Professionale, nuove specifiche articolazioni dei capitoli del bilancio (6/3 e 7/3) per introiti e spese per azioni cofinanziate dalla C.E.E., è stato amplificato ed applicato anche alla diversa normativa dei corsi di aggiornamento dopo l'emanazione della l.262 dell'agosto 1991, con la CM. 367 del 22 novembre 1991 che regola la collaborazione ai piani di aggiornamento realizzati dall'amministrazione centrale degli istituti scolastici dotati o meno di personalità giuridica.

La congruità e la correttezza del disegno organizzativo, articolato per l'attuazione del programma finanziato dal Fondo Sociale Europeo, peraltro, hanno evidenziato alcune carenze che, nell'attuazione della misura 10 FESR, potrebbero amplificarsi.

La gestione, affidata ai presidi direttori dei corsi, agli ispettori tecnici, agli uffici centrali e periferici del Ministero della Pubblica Istruzione, pur garantendo, per le iniziative cofinanziate dall'Unione Europea, gli stessi strumenti e la stessa struttura che presiedono alla totalità delle attività degli Istituti, non si è mostrata del tutto congrua dal punto di vista dell'assistenza tecnica e del monitoraggio.

Da queste carenze deriva la presentazione della presente misura.

L' attività degli ispettori tecnici, infatti (cui istituzionalmente fa carico la maggior parte della responsabilità, in accordo alle caratteristiche funzionali e professionali del loro ruolo nell'amministrazione), spazia, dal controllo amministrativo contabile e gestionale, alla ponderazione dei risultati ottenuti. Per motivi quantitativi ed organizzativi non sembra, peraltro, fornire il più idoneo supporto ad attività del rilievo e dell'importanza di quelle inerenti il nuovo programma plurifondo.

L'esperienza del monitoraggio ha dimostrato, negli istituti scolastici, la insufficienza di una aggiornata cultura della valutazione, specie per ciò che attiene ad iniziative di rilevante importanza e non usuali rispetto agli ordinari e tradizionali obiettivi formativi della scuola; per questo motivo, intere misure del programma operativo FSE, presentato per il sessennio, sono state destinate a far crescere, a livello di istituto, una concreta cultura della valutazione.

L'assistenza tecnica e il monitoraggio dovranno correlarsi strettamente con le misure F.S.E. sulla valutazione e sull'efficacia dell'intervento formativo a livello di istituto, nella considerazione della unitarietà del programma plurifondo e della unicità della quantificazione degli obiettivi da raggiungere al termine del sessennio. Tra l'altro, la scelta di valorizzare l'autonomia organizzativa, gestionale e didattica degli Istituti, recentemente esaltata dalla legislazione italiana, fa assecondare, dal cofinanziamento comunitario, una scelta organizzativa ritenuta decisiva dal Governo Italiano. Il coinvolgimento degli Istituti Professionali, investiti dalle misure in altre iniziative nazionali, ha mostrato come essi abbiano acquisito particolari esperienze e capacità organizzative e per questo possano porsi come polo aggregativo di continua assistenza all'aggiornamento ed all'attuazione dell'innnovazione dell'Istruzione Professionale. La stessa attuazione del Programma Operativo ha sviluppato, forse per la prima volta nel nostro Paese, un'azione circolare e sinergica tra centro e periferia che ha assunto una valenza di moltiplicatore dell'impegno, attivando il meglio delle energie disponibili.

 

I suaccennati obiettivi verranno conseguiti mediante gara d'appalto, da svolgersi secondo le norme C.E.E. della direttiva n.88/295 recepita nel decreto legislativo 15/1/1992, n.48, che si concluda con l'identificazione di una società od ente.

L'oggetto di detta gara consisterà in un contratto di "locatio operis" con cui la società aggiudicataria garantisce al Ministero della Pubblica Istruzione - Direzione Generale Istruzione Professionale - il completo monitoraggio, l'assistenza tecnica e il controllo dello sviluppo delle varie attività che si renderanno necessarie nelle scuole per conseguire i risultati del presente programma plurifondo.

Non solo le società od enti che parteciperanno a detta gara dovranno offrire le massime garanzie, per quanto riguarda il rispetto delle prescrizioni antimafia, secondo la vigente normativa italiana, ma anche di professionalità ed esperienza, in rapporto a pregresse esperienze in questo campo.

Inoltre, verrà richiesta una specifica capacità nel campo dell'"auditing" e della certificazione dei bilanci.

Infatti, alla società assegnataria si chiederà di fornire, per prima cosa, assistenza tecnica agli Istituti Professionali del Mezzogiorno, per quanto attiene la gestione della misura FESR, in stretto rapporto con le nove misure FSE.

Detta assistenza dovrà concretizzarsi nella disponibilità costante di "una linea calda" per le scuole, in maniera che la suddetta società svolga un ruolo di filtro e di collettore di problemi nei confronti della Amministrazione Centrale.

L'anzidetta assistenza dovrà ovviamente estendersi alla consulenza contabile e fiscale per garantire una sicura regolarità di tutte le spese e, in particolare, degli acquisti effettuati dalle scuole, nell'ambito della misura FESR.

Infatti, la molteplicità delle scuole coinvolte nel programma, rende necessaria una particolare cura nel seguire la regolarità dei procedimenti amministrativi di acquisto di beni e servizi che, secondo la normativa vigente, gli Istituti Professionali svolgono autonomamente.

La società aggiudicataria dovrà, poi, curare la raccolta e la preparazione di tutti i dati e di tutti gli elementi conoscitivi necessari nelle varie fasi del progetto, per attestare, presso gli organi della U.E., le varie fasi di avanzamento del programma stesso.

A tal fine, la suddetta società dovrà fornire tutti i supporti tecnici che si rendessero necessari per il monitoraggio delle varie misure e, quindi, per rapportarsi tempestivamente alle scuole, al Ministero della Pubblica Istruzione - Direzione Generale Istruzione Professionale, alla U.E..

Anche la fornitura, in tempo reale, dei dati necessari al Ministero del Tesoro (deputato al controllo complessivo dei programmi a finanziamento comunitario) ed al Ministero del Lavoro, rientrerà tra i compiti di detta società.

Anche l'aggiornamento del personale amministrativo della Direzione Generale Istruzione Professionale, che deve curare il controllo della qualità finale del prodotto e gestire un corretto rapporto con le scuole - intese come clienti e non come organi burocraticamente dipendenti - rientrerà tra i compiti della società aggiudicataria e sarà realizzato prioritariamente nei primi anni di attuazione della misura.

Nel capitolato di oneri, alla base della procedura di aggiudicazione, verranno poi previsti specifici capitoli, relativamente alla responsabilità in caso di ritardi che causino danni irrecuperabili all'azione del presente programma plurifondo e si prevederanno tutte le sanzioni che potranno arrivare sino alla rescissione del contratto.

La presente misura dovrà avere durata quinquennale con inizio nel 1995 e termine alla fine del 1999.

Come risorse economiche appaiono necessari 600 milioni ad anno per un totale di 3.000 milioni complessivi nel quinquennio, di cui il 70% a carico della U.E. ed il restante 30% a carico del bilancio del Ministero della Pubblica Istruzione, come meglio evidenziato nella tabella che segue.

Costo Misura 11 FESR (in milioni di lire italiane)

 

1995

1996

1997

1998

1999

Costo globale

600

600

600

600

600

Quota 70% a carico U.E.

420

420

420

420

420

Quota 30% a carico bilancio M.P.I.

180

180

180

180

180

 

Costo Misura 10 e Misura 11 FESR in ECU

 

1995

1996

1997

1998

1999

Costo della Misura 10

4.857.723

9.715.447

9.715.447

9.715.447

4.857.724

Costo della Misura 11

227.643

227.642

227.642

227.642

227.643

Costo globale della Misura 10 e della Misura 11

 

5.085.366

 

9.943.089

 

9.943.089

 

9.943.089

 

5.085.367

 

Le misure relative al FESR fanno riferimento tutte all'asse 75.

 

 

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IL SISTEMA E GLI ORGANISMI RESPONSABILI DI ISPEZIONI E VERIFICHE

Nel presente programma operativo F.S.E., come in quello realizzato nel passato quadriennio, è stata fatta la scelta di integrare nel sistema fisiologico di gestione degli istituti professionali l'attuazione delle misure cofinanziate dall'U.E.

Tale scelta ha fatto sì che i controlli fondamentali fossero quelli ordinari esistenti per la generalità dell'attività degli istituti scolastici, proprio perché la realizzazione delle misure U.E. non è mai stata rappresentata come aggiuntiva o fuori bilancio ma da inserire all'interno della ordinaria attività dell'istituto scolastico.

Ciò comporta l'osservanza della complessa e garantita normativa di contabilità stabilita in via generale e sottopone le misure al prevalente controllo dei singoli Provveditori agli Studi competenti per territorio e del collegio dei revisori dei conti (del Ministero della P.I. e del Ministero del Tesoro).

Il sistema e gli organismi responsabili di ispezioni e verifiche del programma operativo F.S.E. fa perno dunque sulle istituzioni che in via ordinaria il Ministero della Pubblica Istruzione ha investito di tali funzioni.

La sorveglianza è inoltre affidata ai presidi direttori dei corsi ed agli ispettori tecnici, oltre che agli uffici centrali del Ministero della Pubblica Istruzione.

 

La valutazione sull'efficacia dell'intervento formativo in alcune misure ha uno sviluppo interno. Per la misura 1, ad esempio, dove il curricolo, per entrambe le configurazioni, si svolge in parte presso gli Istituti Professionali, in parte presso Centri del Sistema di formazione professionale Regionale, Imprese, agenzie formative specializzate, tutte le agenzie coinvolte partecipano alle attività di valutazione finale.

Valutazione e verifica, intermedia e finale, potranno essere effettuate dai docenti dei corsi mediante periodiche prove strutturate ed un esame finale con l'obiettivo di verificare cognizioni, abilità e capacità operative riferite alla specializzazione conseguita.

Nel presente programma operativo F.S.E., sulla base dell'esperienza del monitoraggio del passato programma, che ha dimostrato negli istituti scolastici la insufficienza di una aggiornata cultura della valutazione, specie per ciò che attiene ad iniziative di rilevante importanza e non usuali rispetto agli ordinari e tradizionali obiettivi formativi della scuola, intere misure sono state destinate a far crescere. a livello di istituto una concreta cultura della valutazione.

La stessa vigilanza e l'assistenza degli ispettori esperti in tematiche pedagogico-didattiche e amministrativo-gestionali che ha funzionato da interfaccia tra gestione e contenuti dell'attività di istruzione, per le difficoltà di un diretto e consapevole coinvolgimento di presidi e docenti e per la dimensione e diffusione delle iniziative, non ha potuto, nella pregressa attuazione del programma quadriennale, dare al monitoraggio tutta la dimensione che sarebbe stata opportuna.

La natura tutta interna di tale tipo di monitoraggio, poi, ha rappresentato il limite maggiore rinvenibile nell'intera attuazione del pregresso programma.

A tali ostacoli si tenta di ovviare con misure che riprendono quelle sperimentate durante la gestione del programma operativo 936105 I1 per l'Utilizzazione dei fondi residui (Nota 835/A/2/A del 25.1.1994).

Con esse si vuole opportunamente conformare la professionalità dei docenti coinvolti nell'attuazione di iniziative cofinanziate dalla U.E. verso la riflessione sugli strumenti di verifica della qualità e della redditività delle prestazioni.

Il modello organizzativo recentemente sancito dalla legislazione italiana, che privilegia l'autonomia organizzativa, gestionale e didattica degli istituti merita di essere assecondato dal cofinanziamento comunitario. Si prevede, a tal fine, la collaborazione con associazioni rappresentative degli imprenditori dei diversi settori produttivi (Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura) ed agenzie nazionali, pubbliche e private quali il CEDE, la B.D.P e il CENSIS per l'elaborazione di strumenti per audit, monitoraggio, controllo di efficienza ed efficacia del processo formativo, analisi della coerenza dell'offerta formativa con le esigenze del sistema produttivo, sviluppo delle opportunità offerte dall'autonomia didattica e gestionale degli istituti professionali nel contesto socio-economico del territorio.

Con le misure appositamente destinate si vuole inoltre consentire a presidi e docenti degli istituti coinvolti nella realizzazione del programma operativo di conoscere in itinere l'andamento dell'attuazione, onde consentire di apportare i cambiamenti necessari per ottimizzare le opportunità di progettazione ed intervento ed avviare il superamento, a livello di istituto, delle logiche di approccio burocratico e contabile nella gestione delle risorse e nella programmazione degli interventi.

La ricostruzione dell'attuazione delle misure dal loro inizio alla loro conclusione consentirà, tra l'altro, al Ministero della Pubblica Istruzione come agli organi comunitari, di accedere ad una massa di informazioni preziosa per la stessa valutazione ex post.

 

 

INDICATORI DI PARTENZA E DI ARRIVO PREVISTI DAL Q.C.S. (link 7)

I programmi operativi presentati, intendono promuovere, in un quadro sistematico di collaborazione ed integrazione con il mondo produttivo e il sistema formativo regionale, nuove opportunità formative per rimuovere - con interventi mirati - quel gap formativo che continua ad ostacolare lo sviluppo socioculturale ed economico delle regioni del Mezzogiorno, e che si manifesta nella strutturale carenza di capacità produttiva e nella conseguente problematica occupazionale.

La promozione di un massiccio intervento quali-quantitativo da parte dell'Istruzione Professionale di stato nel Sud del Paese si pone le seguenti finalità:

  1. estendere l'accesso all'istruzione professionale di tutti i potenziali utenti per migliorare la qualità della formazione iniziale, incentivando lo sviluppo delle doti di imprenditorialità e favorendo un raccordo stabile, non occasionale, con il mondo produttivo e la formazione regionale; in questo ambito, obiettivo particolare ma di rilevante importanza è quello di realizzare corsi di formazione specialistica dopo il diploma di maturità;
  2. valorizzare le risorse umane esistenti negli istituti del Mezzogiorno, sviluppando le qualità professionali dei docenti-formatori attraverso attività di formazione a distanza e in presenza, mirate a migliorare la qualità dei processi di apprendimento e delle prestazioni degli allievi; in questa dimensione si migliorerà la qualità della preparazione dei formatori oltre che nelle aree professionalizzanti, nelle tematiche attinenti la promozione delle pari opportunità uomo-donna, l'inserimento nel mercato del lavoro dei portatori di handicap, la valutazione del rendimento scolastico;
  3. sperimentare percorsi didattici innovativi, con struttura modulare e flessibile, per migliorare la formazione culturale e professionale di soggetti privi di una qualificazione professionale riconosciuta e con difficoltà di inserimento nel mondo produttivo;
  4. combattere il fenomeno della dispersione scolastica, sia attraverso interventi finalizzati alla rimozione delle cause culturali che generano l'insuccesso, sia attraverso una riqualificazione dell'azione didattica complessiva con attenzione particolare alla relazione educativa.

La progettazione e la stesura del piano di interventi è stata effettuata sulla base di un'attenta analisi delle informazioni (e dei relativi nodi problematici) emerse, prevalentemente, dalle seguenti fonti:

In particolare sono stati considerati i seguenti indicatori:

Si riporta di seguito l'analisi elaborata in merito ai punti sovraesposti.

 

1 - Livello di istruzione della popolazione in età lavorativa

Uno dei problemi più gravi che interessano il nostro Paese è il deficit formativo dei lavoratori: il fenomeno appare del tutto evidente se si analizza la segmentazione delle forze di lavoro secondo il titolo di studio e lo status professionale.

Numerosi indicatori del livello di istruzione della popolazione mostrano infatti che la società italiana sta affrontando la difficile fase congiunturale in atto con uno squilibrio formativo che tende a condizionare ogni processo di innovazione sociale e culturale, tanto più evidente se confrontato con i tassi di scolarizzazione di tre grandi paesi comunitari: Francia, Germania e Regno Unito.

Solo il 26% della popolazione adulta dispone del titolo di istruzione secondaria (tra cui il 6% di laureati), mentre il 44% ha raggiunto al più un livello di istruzione elementare.

Da un'analisi più ravvicinata, sulla base di un'indagine ISTAT sulle forze lavoro nel 1991, si evidenzia:

Il confronto di questi dati con il livello di istruzione degli individui in cerca di occupazione registrato nel 1992 lascia intravedere un lieve margine positivo; difatti, la percentuale di tutti coloro che possiedono al più la licenza elementare scende al 60,7% mentre cresce la percentuale dei diplomati, 35,5% contro il 27,7% di occupati con lo stesso titolo. Tale fenomeno è probabilmente dovuto all'affacciarsi sul mercato del lavoro di giovani con un più alto tasso di scolarità superiore.

Inoltre tra gli occupati e le persone in cerca di prima occupazione si registra una significativa partecipazione ad attività scolastiche e di formazione professionale (nel complesso 664.000 unità, pari al 2,7% della forza di lavoro), quale segnale di una domanda formativa che coinvolge in egual misura le diverse tipologie della forza lavoro.

Ciononostante la qualità del nostro capitale umano risulta ancora sensibilmente inadeguata - soprattutto rispetto alla disponibilità di risorse con un livello superiore di istruzione tra i quadri e gli impiegati - a fronteggiare le difficoltà strutturali che caratterizzano la fase economica, interna e internazionale, attuale.

In un'ottica di focalizzazione dei diversi e specifici fabbisogni formativi - secondo criteri di urgenza sociale - delle diverse componenti del corpo sociale, si individuano (CENSIS) tre macro aree problematiche che richiedono interventi specifici:

Nella prima area rientrano le condizioni di grave deficit formativo pregresso che configurano un reale rischio socio-occupazionale; le maggiori (e più urgenti) esigenze di alfabetizzazione funzionale riguardano:

Per tali soggetti l'azione formativa ha una funzione sociale essenziale per il recupero di una condizione professionale sufficiente ad affrontare le transizioni ricorrenti verso e nel mercato del lavoro, nonché per la prevenzione di fenomeni di devianza e/o di emarginazione.

Il segmento dei bisogni integrativi e professionalizzanti, cui particolarmente è interessata l'Istruzione Professionale, benché si caratterizzi per esigenze formative più evolute, costituisce una delle principali aree del problema.

Vi rientrano in particolare:

Per tali specifici target sociali le azioni formative, con obiettivi di qualificazione-riqualificazione, dovrebbero:

L'ultimo segmento comprende i bisogni formativi più evoluti essenzialmente di tipo post secondari e prevalentemente di specializzazione, cui si tenta nel programma di dare una risposta con la previsione di iniziative post-diploma.

Complessivamente invece i bisogni di sostegno alla transizione (orientamento), professionalizzazione e formazione lavoro interessano sia i maschi che le femmine inoccupati tra i 25 ed i 29 anni con titolo di istruzione secondaria (37,9% del totale).

A completamento del quadro generale si osserva inoltre che attualmente il mercato del lavoro, percorso da forti tensioni, non favorisce di certo un rapido assorbimento della forza lavoro in cerca di occupazione, anzi si registra una ulteriore dilatazione dei tempi di ricerca del lavoro, soprattutto nel caso di giovani che, in complesso, vedono allungarsi tale periodo fino a 28 mesi (al luglio '92), contro i 23 del corrispondente mese dell'anno precedente.

Da questi dati si conferma la necessità di creare meccanismi che facilitino il raccordo tra scuola e mondo del lavoro, a tutti i livelli di istruzione.

Dall'analisi della ripartizione tra le forze lavoro in vari segmenti rispetto all'età e alla condizione professionale, può essere messo in evidenza che:

  1. tra i diplomati, la percentuale più elevata (54,9) è occupata nel lavoro dipendente di medio e alto livello;
  2. nel lavoro indipendente (lavoratori in proprio, liberi professionisti e imprenditori), la percentuale degli occupati titolari di licenza media e diplomati è quasi identica, ma con una significativa distribuzione dei primi soprattutto su fasce basse di professionalità e dei secondi su quelle più alte.

Oltre ad elevare in generale i tassi di scolarizzazione tra gli occupati, è necessario porre in atto interventi per aumentare la preparazione professionale nel lavoro indipendente, e ciò anche eliminando inveterati pregiudizi a favore del lavoro dipendente e influendo sulle motivazioni degli studenti dell'istruzione professionale nella scelta delle carriere.

 

2 - Percentuale occupata in rapporto alla popolazione di età lavorativa (14-64 anni) distinta per sesso e tassi di variazione dell'occupazione

Dall'esame della distribuzione, sulla base del sesso, delle forze di lavoro nell'Italia del nord, del centro e del sud, si registra nel decennio 1981/1992 un leggero incremento del lavoro maschile ed un aumento ben più considerevole delle lavoratrici, anche se il numero complessivo delle donne che lavorano resta di gran lunga al di sotto della forza lavoro maschile, soprattutto nelle regioni meridionali.

Le richieste di prima occupazione o di lavoro da parte dei lavoratori disoccupati, tendono ad allinearsi percentualmente sia per gli uomini che per le donne, con un trend leggermente positivo per queste ultime (9,3% rispetto al 9,8% della popolazione maschile). Tuttavia va osservato che, considerando il valore numerico di coloro che - a vario titolo - sono alla ricerca di lavoro, il numero complessivo delle donne è molto più elevato rispetto a quello degli uomini.

Tra le non forze di lavoro, nonostante una leggera riduzione percentuale del segmento femminile, le donne continuano a costituire quasi due terzi del totale.

Per quanto riguarda gli occupati, l'analisi per classi di età evidenzia come siano soprattutto i lavoratori molto giovani a risentire del calo del volume totale di occupazione: nel 1992 diminuiscono di ben 6,3 punti percentuali gli occupati di età compresa tra i 14 e i 24 anni. Al contempo si assiste ad un aumento del numero dei lavoratori fra i 25 e i 29 anni (+1,6%).

Riguardo alla posizione nella professione, aumenta notevolmente il numero degli imprenditori/liberi professionisti (+7,9%) nel Sud, con una crescita molto più contenuta rispetto alla media nazionale.

Ancora, per quanto riguarda il periodo gennaio-settembre 1993, è molto evidente l'aumento delle persone in cerca di occupazione (a settembre rispetto all'inizio dell'anno si è registrata una variazione pari a +9,7%): tra questi cresce soprattutto il numero di coloro che sono alla ricerca della prima occupazione (+14,1%), ma anche quello dei disoccupati (+2,5%) Al Sud il calo degli occupati nel 1993 è molto più consistente (-4,5%).

Anche se decresce la percentuale di giovani sul totale delle persone in cerca di occupazione (da 70,9% a 69,8%), in valore assoluto, il numero degli inoccupati giovani cresce di quasi 4 punti percentuali (oltre 70.000 persone in più rispetto al 1991). Nel 1992 il tasso di inoccupazione giovanile è aumentato di 1,2 punti percentuali.

In ogni caso, anche se nel biennio 1991/92 si assiste ad un incremento percentuale del numero globale degli inoccupati più rilevante al centro/nord, in termini assoluti il numero di coloro che, a diverso titolo, sono alla ricerca di lavoro, nel meridione rimane ben al di sopra di ogni altro dato nazionale.

Inoltre, mentre nelle altre zone del Paese la percentuale dell'inoccupazione femminile risulta complessivamente aumentata solo lievemente, nel sud dell'Italia - nell'arco dell'ultimo decennio - è pressoché raddoppiata: se infatti nel 1981 erano 474 mila le donne in cerca di lavoro, il loro numero nel 1992 è lievitato a 864 mila unità.

In questo quadro generale va sottolineato come tra le persone in cerca di occupazione la stragrande maggioranza sia rappresentata non da disoccupati in senso tradizionale, ma da giovani in cerca di prima occupazione e da altre persone in cerca di lavoro.

Le misure 1, 4 e 5 cercano di dare una risposta a questi problemi, in particolare puntando ad una crescita di professionalizzazione nei corsi postqualifica dell'istruzione professionale (misura 1), anche attraverso iniziative mirate alla diffusione dell'imprenditorialità giovanile, nonché interventi specifici sulle nuove organizzazioni aziendali improntate ai criteri della qualità totale (misura 2). Tali azioni si rivolgono sia ai giovani in età scolare, per la precisione a 123.000 studenti dei corsi post-qualifica e a 18.000 neodiplomati, che a 2.000 adulti privi di qualificazione, o che, per ragioni storiche, sociali, etniche ed ambientali, abbiano difficoltà di inserimento nel mondo produttivo. Se nei primi due casi la strategia individuata è quella di predisporre pacchetti multimediali che - sotto la guida dei formatori - saranno somministrati agli allievi, con la possibilità di allargare le opportunità di accesso all'istruzione anche a lavoratori disoccupati e/o in mobilità, ancor più rilevante appare l'impatto della misura 4, che propone iter formativi differenziati, e quindi estremamente accessibili a coloro che risentono delle sopraelencate difficoltà, e patrimonializzabili attraverso un sistema di "crediti formativi" che, sebbene ancora poco esplorato nella tradizione dell'istruzione italiana, offre indubbi vantaggi nel dare risposte specifiche alle esigenze di un'utenza estremamente variegata. Ovviamente la formazione così prodotta sarà espressamente finalizzata:

Per quanto riguarda i problemi occupazionali delle donne: la prima impressione che si ricava dall'analisi del segmento femminile del mercato del lavoro nell'ultimo decennio è senz'altro positivo. Un dato parla per tutti: l'occupazione femminile cresce in dieci anni del 15%.

Il confronto europeo tuttavia ridimensiona l'impressione positiva poiché in Europa un tasso di occupazione femminile più basso di quello italiano si registra solo in Spagna. Anche il tasso di attività delle donne italiane, sebbene le forze femminili siano aumentate, è tra i più bassi della U.E. Lo stesso può dirsi del tasso di inoccupazione femminile, pari, nel 1991, al 15,7%; negli altri Paesi europei, eccetto la Spagna, i tassi di inoccupazione sono più bassi. Si può senz'altro concludere che la situazione delle donne italiane, pur essendo migliorata rispetto a dieci-quindici anni fa, è ben lontana dal raggiungere i livelli medi degli altri Paesi della U.E.

Se infatti confrontiamo i tassi di attività della popolazione italiana in base al sesso, appare del tutto evidente come la quota di lavoro ricoperta dalla popolazione femminile sia ancora estremamente ridotta. A fronte di una media nazionale che, per quel che riguarda il rapporto tra la popolazione maschile occupata ed il totale della popolazione presente, fa registrare un tasso del 54,5%, attestandosi in ogni zona del Paese oltre il 50% del totale dell'intera popolazione, si riscontra una percentuale di occupazione femminile che nelle regioni meridionali risulta particolarmente ridotta, raggiungendo solo il 25% della popolazione, e nella media nazionale non supera comunque il 30,9% dell'intera popolazione del Paese, pur essendo il sesso femminile numericamente superiore al maschile di 1.543.000 unità (dato riferito all'anno 1992).

Il recente limitato trend positivo nel tasso di occupazione femminile, sia nelle regioni meridionali (+ 0,3%), che nella media nazionale (+ 0,2%), appare tutt'altro che sufficiente a riequilibrare il rapporto senza interventi mirati e specifici.

Se poi si osservano i dati che si riferiscono al settore di attività e alla posizione professionale della forza lavoro femminile, si aggiungono altre considerazioni.

In questa tabella la popolazione femminile è stata idealmente suddivisa in quattro segmenti costruiti in modo da ricomprendere tutte le posizioni lavorative, dalle più deboli alle più forti, in cui le donne si collocano.

Nella prima area - che è stata definita dell'esclusione esplicita (pari al 17,7% del totale) ci sono le donne che hanno difficoltà con il lavoro o perché lo hanno perso, o perché rischiano di perderlo o perché non l'hanno mai avuto: si fa riferimento, fra l'altro, alle inoccupate (che rappresentano il 56,2% dell'aggregato totale fra maschi e femmine), alle disoccupate di lunga durata (pari al 9,7% delle forze di lavoro femminili) e alle lavoratrici in cassa integrazione che nel 1992 erano il 35% del totale:

Il secondo segmento - definito delle potenzialità inespresse - raggruppa due tipi di lavoratrici che per un verso o per un altro non investono molto nella propria crescita professionale (pur rappresentando il 63% del totale), ma preferiscono acquisire un comportamento di adesione acritica nei confronti dell'organizzazione del lavoro. Si tratta o di lavoratrici con impieghi che, per come finora sono stati intesi nel nostro Paese, non garantiscono, di per sé, alcuno sviluppo professionale, o di lavoratrici che vorrebbero mutare la loro attuale condizione occupazionale. Questo segmento include anche le donne che possiedono una qualificazione generalmente medio-bassa, e per ciò stesso, fanno oggettivamente più fatica ad affrontare un percorso professionale complesso.

Nel terzo segmento (di consistenza assai inferiore al precedente, pari al 19,2%), - che è stato definito quello della qualità emergente - si collocano le donne che, diversamente dalle altre, scelgono il loro modo di lavorare o perché hanno una qualifica ed un ruolo professionale dai contorni elastici o perché optano per un'attività autonoma.

Ci sono le donne quadro, ma anche le imprenditrici, le commercianti e le libere professioniste, insieme alle tante consulenti del terziario più o meno avanzato. E la loro caratteristica è quella di aver individuato "regole del gioco" soddisfacenti: dalla tipologia dell'organizzazione in cui impiegarsi (un'azienda medio-piccola o la propria, magari nei servizi alle persone e non solo alla produzione), al rapporto di lavoro (con preferenza per quello autonomo), al tipo di apporto professionale (specializzato, di nicchia).

L'ultimo segmento è quello dell'omologazione vincente, che comprende le donne-manager pubbliche o private (solo lo 0,1% del totale), generalmente integrate perfettamente con i valori organizzativi prevalenti (disponibilità illimitata a cedere il proprio tempo all'azienda, identificazione totale, unidimensionalità status/ruolo anche all'esterno del luogo di lavoro), che scelgono di omologarsi ad essi.

Questa diversificazione dei percorsi professionali delle donne rende evidente la necessità di attivare, anche a scuola, iniziative a vari livelli per:

L'educazione separata è stato, da sempre, il principale fattore di difficoltà nell'inserimento della donna ai livelli di qualificazione più elevata ed alle professioni più interessanti. Se oggi in Italia la disoccupazione femminile è più del doppio, in percentuale, di quella dei maschi, ciò è dovuto anche all'inadeguatezza delle scelte professionali femminili rispetto all'offerta di lavoro.

 

3 - Tassi di disoccupazione

Negli ultimi anni in Italia il problema della mancanza di lavoro si è aggravato decisamente: solo nell'anno 1992 i disoccupati e le persone in cerca di prima occupazione crescono moltissimo, sia fra gli uomini (+9,8%), che fra le donne (+9,3%).

Il numero dei disoccupati e delle persone in cerca di prima occupazione è cresciuto in percentuale più rilevante nel Nord, in particolare tra le donne (+18,4%). Al Sud il volume dei disoccupati, essendo già molto elevato (il 60% dei disoccupati e delle persone in cerca di prima occupazione si trovano nel Mezzogiorno), cresce in misura più contenuta rispetto al Centro/Nord.

Tra il 1991 ed il 1992 si registra inoltre un consistente aumento del volume totale dell'inoccupazione (+5,5%) di cui fanno parte sia i disoccupati e le persone in cerca di prima occupazione, che tutti gli altri che dichiarano di essere alla ricerca di un lavoro. Tale aumento riguarda in particolare sia i giovani di età compresa tra i 25 e i 29 anni (+7,7%), sia le persone di 30-49 anni (+9,7%).

I tassi di inoccupazione della popolazione italiana crescono nella stessa misura tanto per gli uomini (+0,6%), quanto per le donne (+ 0,5%).

I disoccupati in senso stretto, cioè coloro che hanno perso un lavoro, tra il 1991 ed il 1992 sono aumentati in misura elevata (+17,2%), soprattutto fra i lavoratori di 30-49 anni (+29,2%), ma anche fra i giovani di 25-29 anni (+13,4%).

Il calo più significativo si è verificato nei settori agricolo e industriale, in cui l'emorragia dei posti di lavoro è stata più rilevante; i servizi mantengono una sostanziale stabilità.

 

4 - Tassi di disoccupazione per livello di istruzione della popolazione attiva

Nel Mezzogiorno, anche se negli ultimi 10-15 anni la crescita dei livelli di istruzione è stata notevole, poiché l'estendersi della scolarizzazione di massa ha fatto avvicinare tali livelli alla media nazionale, i tassi di disoccupazione giovanile rimangono elevatissimi mentre, al contempo, si conferma la tradizionale penuria di risorse umane qualificate.

Se è vero che i livelli di scolarizzazione sono cresciuti enormemente, è anche vero che, analizzando in particolare la fascia di età dei giovani, notiamo l'esistenza di un preoccupante dualismo nella loro distribuzione tra i vari livelli di istruzione.

Nel Sud è eccessivo il peso della componente poco scolarizzata: un terzo delle forze di lavoro è privo di titoli di studio od ha conseguito unicamente la licenza elementare, un altro terzo ha adempiuto solo alla scuola dell'obbligo, meno di un quarto ha un diploma di scuola media superiore e solo il 6% dispone di una laurea, prevalentemente in discipline umanistiche e giuridiche.

Il grave deficit formativo non riguarda solo la popolazione più anziana, ma coinvolge in maniera preoccupante anche le leve giovanili: nel Sud i tassi di abbandono nella fascia dell'obbligo, nonostante un abbassamento recente rispetto ai livelli raggiunti dal fenomeno negli anni precedenti, permangono su punte superiori più di tre volte a quelli registrati nel centro nord.

La persistenza di un settore così vasto poco scolarizzato è il presupposto per l'esistenza di un sommerso fondato su manodopera impegnata in lavori precari, soprattutto manuali e nel settore dei servizi privati, un sommerso tanto ampio quanto privo di reali potenzialità di crescita professionale, un mercato del lavoro debole e marginale. D'altra parte la rilevante presenza di laureati in discipline letterarie e giuridiche - superiore alla media nazionale - è alla base del fenomeno della disoccupazione intellettuale, che al sud è abbastanza rilevante.

Il tasso di disoccupazione (elevato per tutti) e la percentuale di occupati precari sul totale della forza lavoro occupata si accresce con l'abbassarsi del titolo di studio.

 

5 - Tassi di partecipazione all'istruzione per tipo di scuola

Dall'analisi dei flussi di scolarizzazione nel sistema scolastico italiano, nonostante la forte espansione degli ultimi anni, si manifesta una debolezza nei raccordi:

L’analisi evidenzia con chiarezza il tasso di mortalità scolastica lungo tutto il percorso scolastico, dalle classi elementari all'università. Soffermiamo l'attenzione sui passaggi che interessano maggiormente le proposte del programma: su un totale di 1.000 iscritti alla classe prima elementare, sono 654 coloro che raggiungono il diploma di maturità, e nel passaggio dalla scuola media al primo anno di università va perduto un ulteriore 28% degli studenti, però risultano infine solo 127 coloro che completano l'iter formativo fino alla laurea (12,7% del totale), pari al 27% del totale degli iscritti all'università. A questo dato se ne affianca un altro: il tasso di regolarità negli studi universitari è molto basso, con un indice dell'87,4% di laureati fuori corso da oltre tre anni.

Uno dei dati più appariscenti che si impone all'attenzione è che al discreto livello di prosecuzione degli studi fino al conseguimento del diploma di scuola media superiore non corrisponde un altrettanto rilevante passaggio dalla scuola media superiore all'istruzione universitaria, soprattutto si ha un vero e proprio tracollo tra il numero degli immatricolati al primo anno dell'università e la percentuale dei laureati effettivi al termine del corso di studi.

Se la mortalità scolastica è un problema che investe la scuola italiana di ogni ordine e grado, a livello di istruzione universitaria il tasso è elevatissimo. Se questo può essere imputato ad una rigidità e cristallizzazione delle offerte universitarie a fronte di una crescente richiesta di accesso ai corsi universitari dopo la maturità (solo nel 1992/93 le immatricolazioni sono state 355.481, pari ad una crescita del 4%), a cui non ha fatto riscontro un adeguato aumento né del numero delle facoltà universitarie né tantomeno del numero dei docenti; le ragioni principali dell'abbandono dei corsi e della rinuncia alla laurea sembrano dover essere imputate alla eccessiva lunghezza degli studi e all'incertezza degli sbocchi lavorativi, corollario di una formazione poco congrua. Secondo i dati elaborati dal CENSIS la maggior parte degli studenti che abbandonano i corsi universitari si rivolge ad attività definite "non formative".

Il tasso di produttività del sistema universitario è dunque piuttosto basso, e diminuisce ulteriormente nel periodo successivo al 1991.

Da questi dati emerge l'utilità di sviluppare un sistema di scolarizzazione postdiploma più agile e finalizzato all'acquisizione di professionalità immediatamente spendibili nel mercato del lavoro. Ciò vale tanto più se si considera che, in dati assoluti, nel sistema formativo italiano le scuole ad indirizzo tecnico e professionale rappresentano la stragrande maggioranza, per cui si può ragionevolmente ritenere che gli studenti provenienti da questi indirizzi cerchino nell'università il conseguimento di un livello finito di professionalizzazione, adeguato a raggiungere i livelli di preparazione pretesi dal mercato del lavoro e dalle stesse associazioni professionali e, non trovandolo, o quantomeno ritenendo lo sforzo richiesto per il conseguimento di una laurea inadeguato allo scopo, abbandonino gli studi.

Si è ritenuto opportuno indirizzare gli sforzi e le risorse nell'istituire nuove iniziative finalizzate a facilitare il passaggio dall'istruzione superiore al mondo del lavoro attraverso corsi specializzati postdiploma che rispondano alla necessità di adattare la formazione dei giovani all'evoluzione dei sistemi produttivi e delle professioni, per un coerente e costante sviluppo delle risorse umane e produttive, soprattutto nelle zone del Paese in cui la crescita economica risulta rallentata.

A queste esigenze risponde la misura 5 che prevede una forte collaborazione tra sistema scolastico nazionale, formazione regionale e imprese.

 

6 - Tassi di ripetenze, abbandono e di passaggio all'istruzione superiore

Il fenomeno della dispersione scolastica abbraccia tutti quegli aspetti che sono in relazione con la riuscita scolastica dello studente, nelle varie fasi di studio dell'obbligo e post-obbligo. I principali indicatori scolastici cui si ricorre usualmente per descrivere la dispersione si riferiscono ai seguenti fenomeni:

Sebbene le stime siano allarmanti, sul fenomeno non si dispone di rilevamenti certi; i dati elementari di base, però, non sempre sono completi e/o affidabili per una serie di difficoltà nella gestione delle informazioni che consenta di evitare gli errori di rilevazione, specie in un campo così complesso. Dai dati raccolti dal CENSIS sul fenomeno della dispersione risulta che gli indici più alti spettano al sud, soprattutto per la fascia dell'obbligo; infatti, passando agli ordini superiori di scuola, i tassi di abbandono e ripetenza nelle tre aree geografiche del paese tendono ad avvicinarsi.

Inoltre a quest'alta fascia di abbandoni si affianca, sempre al sud, un'altissima percentuale di ripetenze che nell'obbligo è più alta di quella registrata nella secondaria superiore, il che non accade in nessun'altra zona del Paese. Il CENSIS, a fronte di questo dato, pone in evidenza il legame che intercorre fra condizione socio-culturale della famiglia e dispersione scolastica, mostrando come il 68% dei genitori di drop-out non raggiunga il titolo di scuola media. Dal canto suo la scuola raramente ha predisposto quegli interventi di sostegno e di recupero che potessero svolgere un'azione compensativa rispetto al contributo insufficiente che viene all'alunno dal contesto familiare o ambientale.

Anche la diagnosi degli insegnanti indica nelle carenze linguistiche dell'alunno un'altra causa di dispersione che, invece di essere imputata all'alunno, dovrebbe essere affrontata dagli insegnanti stessi con opportune azioni didattiche finalizzate al riequilibrio socioculturale degli allievi.

Il processo di profonda innovazione organizzativa e curricolare del sistema dell'istruzione professionale si innesta su una realtà caratterizzata dalla presenza di forti squilibri territoriali e da processi di marginalizzazione formativa. Il rischio è di veder iterati e, peggio, consolidati quei fenomeni che nel 27° rapporto CENSIS sono definiti di:

La geografia provinciale dello squilibrio fornisce con buona approssimazione una mappa del disagio educativo da cui emerge una condizione di estrema debolezza strutturale del sistema. La concentrazione di realtà provinciali marginalizzate in alcune aree del Mezzogiorno rende quantomeno problematico l'impatto dell'autonomia. Come rileva il CENSIS è forte il rischio che gli squilibri esistenti sul piano dell'edilizia scolastica, delle dotazioni di risorse umane e infrastrutturali agiscano da fattori patogeni sullo sviluppo dell'autonomia con l'effetto di accentuare la forbice tra aree della 'normalità' ed aree dello 'svantaggio'. (27° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, p.131). Di dimensioni più circoscritte ma qualitativamente non meno gravi appare il grado di disagio in termini di accessibilità e fruibilità dell'offerta scolastica da parte di categorie strutturalmente svantaggiate, ovvero gli studenti stranieri e gli utenti portatori di handicap.

 

7 - Rapporto studenti-docenti

La distribuzione attuale dei docenti, per quanto sensibilmente differenziata nelle diverse aree del paese, non appare calibrata rispetto ai reali bisogni, né sembra far emergere particolari vantaggi per quelle aree ove il rischio educativo si presenta presumibilmente come più elevato: dal 27° Rapporto CENSIS emerge, difatti, che se le province che godono di un rapporto più favorevole non necessariamente costituiscono le aree di maggior agio sociale, certamente quelle con il rapporto meno vantaggioso si collocano tutte in una posizione che confina o appartiene alla marginalità socio-economica.

In presenza di tale condizione, il prolungamento dell'obbligo scolastico non potrà prescindere da interventi compensativi degli squilibri esistenti; l'aumento della scolarità, che interesserà prevalentemente quelle aree, localizzate per lo più nel Mezzogiorno, e che già oggi presentano bassi tassi di scolarità e condizioni di rischio educativo, per non tradursi sic et simpliciter in un aumento della dispersione scolastica, richiederà interventi mirati per prevenire le condizioni di svantaggio, anche attraverso iniziative di formazione dei docenti.

A sostegno dei processi innovativi, negli ultimi anni l'Istruzione professionale ha investito grandi risorse nella formazione e nell'aggiornamento del personale docente e direttivo degli istituti professionali, sperimentando un modello di aggiornamento in presenza e in autoformazione agile, flessibile ed economico, che è stato via via perfezionato ed affinato per rispondere con efficacia sia ai bisogni formativi espressi dai docenti che alle esigenze di aggiornare capillarmente il personale della scuola circa le caratteristiche pedagogico-didattico-organizzative dei nuovi curricoli. In cinque anni sono stati coinvolti ca. 70.000 docenti e presidi. Durante il monitoraggio sono stati raccolti, non sempre sistematicamente, alcuni dati sulle difficoltà principali che i docenti incontrano nell'attuazione dei nuovi curricoli; dall'indagine risulta che nelle scuole ancora non è pienamente sviluppata una cultura della programmazione e della valutazione degli interventi formativi, e che le misure per combattere contro la dispersione scolastica e il riequilibrio socioculturale delle fasce deboli dell'utenza sono ancora largamente insufficienti (misure 2,6,7).

 

8 - Quantificazione degli obiettivi fissati per il periodo di programmazione 1994/1999

Il programma plurifondo si pone degli obiettivi complessivi poiché gli effetti attesi dalla stessa Misura FESR, oltre alle risultanze quantitative derivanti dalla effettiva fornitura di supporti tecnologici adeguati agli Istituti del Mezzogiorno, concorre a migliorare l'insieme dell'efficacia della produzione dell'istruzione nel settore dell'Istruzione Professionale.

I parametri fondamentali che si intendono utilizzare per monitorare l'efficacia del programma sono:

  1. il tasso di dispersione nei corsi di qualifica;
  2. il tasso di permanenza nei percorsi scolastici;
  3. il tasso di dispersione nei corsi post-qualifica;
  4. l'incremento della scolarizzazione nell'intero percorso formativo quinquennale.

Si riporta di seguito la quantificazione dei miglioramenti che si intendono raggiungere tramite l'attuazione del programma plurifondo. Si tratta di obiettivi ambiziosi di non facile realizzazione ma su cui si intende muovere con determinazione e impegno.

A - Il tasso di dispersione nei corsi di qualifica attualmente è attestato sul 42,19%; ci si propone di abbassarlo in particolare nelle scuole investite dalla misura 9 al 26%.

B - Il tasso di permanenza nei percorsi scolastici, che attiene agli studenti iscritti alla classe terza sugli studenti iscritti alla classe quarta onde conseguire il diploma di maturità professionale, è attualmente del 81,30%; ci si propone di portarlo al 90%.

C - Il tasso di dispersione nei corsi post-qualifica è attualmente di circa il 31,12%; l'obiettivo è di raggiungere il 15%.

D - Il tasso di permanenza nell'intero percorso formativo quinquennale è attualmente di 40,75%; si ritiene poterlo incrementare fino al 65%.

ANNO

1994

1999

A- Tasso di dispersione nei corsi di qualifica

42.19%

26%

B- Tasso di permanenza nei percorsi scolastici

81.30%

90%

C- Tasso di dispersione nei corsi post-qualifica

31.12%

15%

D- Tasso di permanenza nell'intero percorso formativo quinquennale

40.75%

65%.

 

Si indicano inoltre di seguito gli altri obiettivi specifici e le altre quantificazioni che vengono poste come traguardo alla fine della realizzazione del programma plurifondo. Per comodità di raffronto si elencano articolate secondo le misure con cui hanno un più diretto ed immediato riferimento.

Misura 1 - Integrazione nel mercato del lavoro e promozione di nuovi specifici ruoli professionali

Misura 2 - Formazione dei formatori negli Istituti professionali di stato tramite pacchetti multimediali in autoformazione

Come già indicato nell'analisi delle misure, ulteriore obiettivo raggiungibile, dopo il termine dell'attuazione del programma sarà l'utilizzazione dei pacchetti formativi in autoformazione (a totale carico del Ministero Pubblica Istruzione - Direzione Generale dell'Istruzione Professionale) in tutti gli istituti professionali. La percentuale indicata è destinata a crescere;

Misura 3 - Formazione dei formatori degli istituti professionali di stato tramite pacchetti multimediali in autoformazione disseminabili sulla promozione della parità uomo-donna.

Misura 4 - Interventi di educazione per adulti privi di qualificazione professionale riconosciuta e con difficoltà di inserimento dovute a cause storiche, sociali, etniche, ambientali

Misura 5 - Corsi di specializzazione post-diploma per diplomati degli istituti professionali, tecnici e di altri istituti di scuola secondaria superiore

Misura 6 - Formazione dei formatori degli istituti professionali di stato sulla cultura della valutazione tramite l'analisi dell'efficacia delle misure 1, 2, 3, 4, 5, 8, 9.

Misura 7 - Formazione dei formatori degli istituti professionali di stato sull'attuazione in itinere del programma operativo, per l'innalzamento dei livelli qualitativi di realizzazione nei singoli istituti.

Attualmente risulta difficile quantificare i risultati attesi, in assenza di dati specifici sull'organizzazione esistente negli istituti professionali per il monitoraggio e la valutazione delle azioni formative realizzate. Dall'esperienza emerge comunque che nella stragrande maggioranza delle scuole manca del tutto o è decisamente inadeguato il sistema di rilevazione e di controllo degli esiti dei processi formativi: per lo più esiste solo un'anagrafe scolastica in cui vengono registrati i dati relativi agli alunni che frequentano la scuola ed i risultati scolastici conseguiti nel curricolo, con un approccio più di tipo burocratico amministrativo che didattico. E' proprio con la realizzazione delle misure 6 e 7 che si intende costituire stabilmente in ogni istituto, nell'ambito delle nuove opportunità offerte dall'autonomia didattica e gestionale, sancita dalla L. 24.12.1994 n. 537, un centro attrezzato, dotato di strumenti tecnologici ed operativi specifici (pacchetti multimediali), per la progettazione, il controllo (del processo e dei risultati) e la valutazione dei progetti formativi programmati anche in collaborazione con altri soggetti (enti locali, imprese, enti di formazione regionale, ecc.), a partire dalle iniziative realizzate con il contributo del FESR e del FSE.

La realizzazione di pacchetti multimediali predisposti per la formazione a distanza o per l'autoformazione consentirà di diffondere presso tutti gli istituti professionali che attuano le misure l'uso di questi strumenti, dando ai formatori la possibilità di individuare tempestivamente le cause che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi fissati e di introdurre i necessari correttivi.

Il periodico controllo di qualità e il monitoraggio delle iniziative in corso, affidato al CENSIS, permetterà agli istituti di valutare l'efficacia della loro gestione dei processi formativi attivati.

La creazione di tali strutture consentirà, tra l'altro, anche alla Direzione Generale dell'Istruzione Professionale e agli organi comunitari di accedere a tutti i dati e le informazioni necessarie per una valutazione ex post dei livelli di efficienza e di efficacia delle azioni realizzate, tra cui il tasso di placement raggiunto dagli studenti dei corsi professionali, che con le modalità di rilevazione in uso attualmente nelle scuole è impossibile quantificare.

Misura 8 - Formazione dei formatori degli istituti professionali di stato tramite pacchetti multimediali in autoformazione disseminabili sull'integrazione nel mercato del lavoro dei giovani portatori di handicap e socio svantaggiati

 

 

INTERCONNESSIONE CON LE ATTIVITÀ FINANZIATE DALLE REGIONI DEL MEZZOGIORNO E POSSIBILITÀ DI INSERIMENTO DELLE AZIONI NEI PIANI ANNUALI REGIONALI.

Sono stati presi contatti con tutte le Regioni coinvolte, in occasione dell'attuazione del pregresso programma utilizzazione residui. Alcune, come la Sardegna, la Sicilia, la Calabria e la Basilicata, avevano già da tempo siglato una intesa complessiva che comprende anche la collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione circa iniziative cofinanziate dalla U.E. da gestire in maniera integrata. La Campania ha siglato un accordo in tal senso proprio dopo gli ultimi incontri e trattative si stanno conducendo in porto con la Regione Puglia ed il Molise.

Di seguito si elencano tutte le Regioni italiane del Mezzogiorno con cui è stata siglata una convenzione che interessa l'attuazione dei programmi comunitari.

  1. Basilicata (9.5.1989)
  2. Calabria (17.12.1989)
  3. Sardegna (22.3.1994)
  4. Sicilia (1.4.1993)
  5. Campania (13.6.1994)

Circa la tipologia delle iniziative che si propongono nei territori delle diverse regioni, si sottolinea come le Regioni risultino perfettamente informate della imminenza della realizzazione di nuove esperienze delle misure 1 e 5, poiché per esse la Direzione ritiene opportuno, se non necessario, un riconoscimento per l'emanazione dell'attestato finale ed è quindi necessario che le attività possano essere inserite nei piani annuali regionali; si assicura che ove possibile, previa informazione generale, le Regioni saranno coinvolte anche nell'attuazione delle altre misure, nella prospettiva di una sempre più stretta integrazione degli interventi.

 

 

RILEVAZIONE DEL TASSO DI PLACEMENT

Attualmente gli istituti secondari non sono attrezzati per la rilevazione sistematica del tasso di placement dei loro studenti.

Tale carenza è stata rilevata dai competenti organi comunitari ed ha condotto la Direzione Generale a costruire un modello strutturale ed organizzativo da proporre agli istituti, oltre le esigenze poste dal monitoraggio dei programmi comunitari.

Con l'art. 4 della L. 24.12.1993 n. 537 a tutti gli istituti secondari superiori, quindi anche agli istituti professionali, è stata riconosciuta l'autonomia organizzativa, nell'ambito della quale si possono istituire unità organizzative che si occupano della valutazione dei risultati dell'attività dell'istituto. In questo ambito si additerà la possibilità, per tutti gli istituti professionali, di costituire un ufficio che si occupi di rilevare il tasso di placement a 6 ed a 12 mesi a decorrere dalla fine dei corsi.

In un primo tempo si darà istruzione per l'inserimento nell'anagrafe scolastica di una banca dati storica sul placement storico e per il rilevamento della dispersione scolastica.

 

 

ESTENSIONE DELL'AZIONE A NUOVE ATTIVITÀ PREVISTE DAL REGOLAMENTO 2084/93 DEL 20/7/1993 (link 5) (Orientamento e consiglio, sia durante il periodo formativo che nei dodici mesi successivi).

L'occasione dell'organizzazione di un ufficio appena delineata nel punto precedente, sarà utile anche per strutturare funzioni di orientamento e counseling sia durante il periodo formativo che nei 12 mesi successivi.

Il Ministero della Pubblica Istruzione, nei sei anni del programma, studierà la possibilità di avviare una sperimentazione per approfondire gli interventi delle scuole in materia. Saranno utilizzate, in particolare, le risorse messe a disposizione dalla misura 9. Fin dall'anno scolastico 1994/95 si cercherà di sperimentare in alcune scuole coinvolte nella misura 1 "adattamento" un primo approccio operativo allo svolgimento di funzioni di orientamento e counseling.

Nel programma F.S.E. la dimensione dell'orientamento è già presente tra gli obiettivi e le modalità di numerose misure. Non é stato previsto un apposito intervento sull'orientamento poiché si ritiene necessario che una tale funzione, onde evitare sprechi di risorse, non assuma caratteristiche meramente informative o predicatorie ma si colleghi strettamente alle concrete realizzazioni.

Per ottenere un tale stretto legame è necessario un periodo di primo rodaggio delle attività "principali". Ci si riserva quindi nel corso dell'attuazione del programma operativo ed in sede di riprogrammazione annuale, ove ne sussistano le risorse, di progettare e proporre un apposito intervento, od un intervento integrato con altre misure, che raggiunga un impegno finanziario crescente, tale che nell'ultimo anno il budget riferibile in diversa maniera all'orientamento arrivi a circa il 15%.

 

 

PREVISIONE DELLE ATTIVITÀ SUDDIVISE PER REGIONE (gli importi sono in migliaia di lire)

N.

STP1

N.

STP2

N.

STP3

ABRUZZO

56

2.689.103.610

5

605.625.000

1

117.300.000

BASILICATA

337

16.182.641.366

5

605.625.000

2

234.600.000

CALABRIA

1.022

49.076.140.878

15

1.816.875.000

3

351.900.000

CAMPANIA

1.588

76.255.295.219

15

1.816.875.000

4

469.200.000

MOLISE

140

6.722.759.024

5

605.625.000

PUGLIA

1.430

68.668.181.463

15

1.816.875.000

3

351.900.000

SARDEGNA

345

16.566.799.024

10

1.211.250.000

3

351.900.000

SICILIA

1.232

59.160.279.415

10

1.211.250.000

4

469.200.000

6.150

295.321.200.000

80

9.690.000.000

20

2.346.000.000

N.

STP4

N.

STP5

N.

STP6

ABRUZZO

4

141.447.093

55

4.656.666.667

2

242.250.000

BASILICATA

8

282.894.185

45

3.810.000.000

2

242.250.000

CALABRIA

20

707.235.463

124

10.498.666.667

3

363.375.000

CAMPANIA

34

1.202.300.288

188

15.917.333.333

4

484.500.000

MOLISE

3

106.085.319

26

2.201.333.333

2

242.250.000

PUGLIA

30

1.060.853.195

198

16.764.000.000

5

605.625.000

SARDEGNA

20

707.235.463

68

5.757.333.333

2

242.250.000

SICILIA

30

1.060.853.195

196

16.594.666.667

4

484.500.000

149

5.268.904.200

900

76.200.000.000

24

2.907.000.000

N.

STP7

N.

STP8

N.

STP9

ABRUZZO

37

1.847.396.419

BASILICATA

58

2.895.918.711

CALABRIA

8

956.533.333

154

7.689.163.474

CAMPANIA

5

597.833.333

252

12.582.267.502

MOLISE

24

1.198.311.191

PUGLIA

2

239.133.333

257

12.831.915.667

SARDEGNA

103

5.142.752.193

SICILIA

232

11.583.674.843

1

683.850.000

15

1.793.500.000

1.117

55.771.400.000

N.

STP12

N.

STP13

N.

STP14

ABRUZZO

BASILICATA

3

281.520.000

2

234.600.000

CALABRIA

5

469.200.000

2

234.600.000

CAMPANIA

10

938.400.000

3

351.900.000

25

1.800.000.000

MOLISE

2

187.680.000

2

234.600.000

PUGLIA

10

938.400.000

2

234.600.000

SARDEGNA

10

938.400.000

2

234.600.000

SICILIA

10

938.400.000

2

234.600.000

25

1.800.000.000

50

4.692.000.000

15

1.759.500.000

50

3.600.000.000

 

Le cifre della tabella sopra indicata sono, ovviamente, indicative e rappresentano una plausibile distribuzione regionale che non deve peraltro ritenersi tassativa in fase di attuazione. Si sottolinea infatti che non sono stati ancora individuati definitivamente gli istituti assegnatari delle iniziative che, peraltro, in ragione della loro autonomia debbono comunque deliberare in merito all'adesione alle misure e possono, in via di ipotesi, anche rinunciare all'attuazione della misura che sarebbe in tal caso assegnata ad altro istituto. La previsione è stata elaborata tenendo presente la percentuale di assegnazione alle diverse regioni delle cifre della misura "utilizzo residui" (P.O. 936105 I1), di cui alla tabella successiva, nella considerazione che dato il permanere della dislocazione degli Istituti Professionali nei diversi territori, a programmi identici o similari dovrebbero corrispondere percentuali identiche di suddivisione delle risorse finanziarie.

 

N.

STP1

N.

STP2

N.

STP3

N.

STP4

ABRUZZO

84

5.431.608

BASILICATA

106

6.854.172

2

450.000

CALABRIA

324

20.950.488

6

1.350.000

4

900.000

CAMPANIA

505

32.654.310

6

1.350.000

1

225.000

2

450.000

MOLISE

38

2.457.156

PUGLIA

462

29.873.844

1

225.000

3

675.000

1

225.000

SARDEGNA

104

6.724.848

1

225.000

SICILIA

396

25.606.152

2.019

130.552.578

16

3.600.000

4

900.000

7

1.575.000

N.

STP5

N.

STP6

N.

ADATTA

ABRUZZO

26

2.730.000

1

144.750

29

1.499.880

BASILICATA

21

2.205.000

45

2.327.400

CALABRIA

58

6.090.000

1

144.750

117

6.051.240

CAMPANIA

88

9.240.000

1

324.750

193

9.981.960

MOLISE

12

1.260.000

16

827.500

PUGLIA

93

9.765.000

2

289.500

196

10.137.120

SARDEGNA

32

3.360.000

78

4.034.160

SICILIA

92

9.660.000

1

144.750

177

9.154.440

422

44.310.000

6

1.048.500

851

44.013.720