Accordo governo-sindacati sulla formazione
FORMAZIONE
I
La qualità del sistema di istruzione
e formazione é una leva
fondamentale per la competitività attuale
e futura e per costruire un modello sociale equilibrato fondato
sull'attuazione del pieno diritto di cittadinanza.
Per questo l'impegno del Governo per il lavoro
e l'occupazione che coinvolge le parti sociali deve basarsi, anche
in conformità agli orientamenti maturati in sede comunitaria,
su interventi strutturali, sostenuti da adeguate risorse, che
perseguano l'efficienza e l'efficacia del sistema di istruzione
e formazione.
L'obiettivo prioritario da perseguire, anche
alla luce dei livelli
di formazione presenti nel nostro paese sia fra i
giovani che fra gli adulti, è da un lato quello di innalzare
complessivamente il livello di scolarità dal punto di vista
quantitativo e qualitativo, dall'altro di creare le condizioni
per assicurare continuità di accesso alla formazione per
tutto l'arco della vita, anche in relazione alle trasformazioni
del contesto competitivo, del mercato del lavoro caratterizzate
da mobilità, da lavori che richiedono adattabilità
e continua capacità di apprendere.
L'assenza nel nostro Paese di un'offerta
sufficientemente
dimensionata e articolata di professionalizzazione
per giovani ed adulti per un verso, la rigidità e impermeabilità
della scuola dall'altro, hanno
determinato una grande dispersione di risorse umane,
una frattura fra
sistema formativo e lavoro che rischia di avere ricadute
negative sul nostro sistema produttivo.
A tal fine, è necessario interconnettere
gli interventi formativi e di ricerca attraverso un forte rinnovamento
anche istituzionale dei sistemi di istruzione e formazione, in
grado di assicurare il coordinamento e il decentramento nel governo
del sistema, la programmazione degli interventi e delle risorse,
l'articolazione e la personalizzazione degli interventi formativi
in relazione alla domanda di cultura e di professionalità
che nasce nel territorio. In questo contesto l'autonomia consentirà
alle istituzioni scolastiche di dialogare efficacemente con tutti
i soggetti interessati, sociali e istituzionali, e di rendere
flessibile e personalizzare il percorso formativo.
Questo implica una ridefinizione organica
dell'impianto
complessivo del sistema di istruzione e formazione,
delle funzioni dei vari soggetti pubblici e privati, statali,
regionali e degli enti locali, in ordine alle responsabilità
di indirizzo, gestione, controllo e certificazione delle attività
di formazione.
La qualificazione dell'offerta di lavoro,
nel senso dell'acquisizione di competenze tecniche e professionali,
chiama in causa l'intero processo formativo. Da questo punto di
vista la connessione tra i temi relativi all'istruzione, alla
formazione professionale, alla ricerca scientifica e tecnologica,
richiede una corretta individuazione delle priorità e la
revisione coordinata degli assetti istituzionali e normativi.
Da tali innovazioni, che affermano il ruolo centrale delle risorse
umane nel processo produttivo, ci si attende un contributo significativo
all'elevamento della qualità dell'offerta di lavoro, delle
capacità competitive del sistema delle imprese ed un incremento
dell'occupazione. In tale prospettiva appare necessario:
- un coordinamento tra le istituzioni preposte
che porti ad unità di strategia gli interventi sulla formazione
relativamente agli obiettivi generali e alla programmazione delle
risorse all'interno di una ridefinizione delle competenze di Stato,
Regioni ed Enti Locali;
- individuare, anche alla luce degli orientamenti
comunitari, gli strumenti per favorire la partecipazione delle
parti sociali, riconoscendone il ruolo determinante quali rappresentanti
rispettivamente di domanda e offerta di lavoro, nel prospettare
esigenze e priorità assicurando coerenza dei processi formativi
con l'obiettivo di innalzare la competitività del sistema
italiano;
- mirare gli interventi sulla base dell'analisi
dei fabbisogni formativi da rilevare concretamente con la partecipazione
strutturata delle parti sociali, anche attraverso la valorizzazione
degli organismi bilaterali;
- attivare un sistema di ricognizione permanente
della quantità/qualità
dell'offerta formativa che ne verifichi la coerenza
con gli effettivi
fabbisogni della domanda di lavoro richiesta dal
sistema produttivo
anche settoriale;
- selezionare, a partire dai suddetti fabbisogni,
le priorità e
conseguentemente intervenire sulle strutture formative
in modo
concertato e mirato;
- ricomporre le politiche pubbliche della ricerca,
valorizzando forme associative e consortili tra i diversi soggetti
e sostenendone lo sviluppo attraverso adeguati incentivi; favorire
il collegamento tra mondo della ricerca e sistema produttivo,
soprattutto a vantaggio delle piccole e medie imprese, e tra ricerca
e formazione anche attraverso la progettazione di poli integrati.
II
Il Governo si impegna a realizzare l'ampliamento
dell'obbligo
scolastico e a garantire il diritto alla formazione.
In tal senso è necessario elevare i tassi di partecipazione
all'istruzione ed alla formazione (obbligo scolastico per 10 anni,
ristrutturato nei cicli ed innovato nei curricula, e diritto alla
formazione fino a 18 anni).
Perché il prolungamento dell'obbligo
scolastico abbia una vera ricaduta sociale, e' necessario che
si fondi su un modello organizzativo flessibile, in cui sia strutturale
la possibilità di interventi di sostegno a percorsi individuali
di apprendimento, e che valorizzi gli apporti che il sistema di
formazione professionale può recare.
E' inoltre indispensabile attivare una progettazione
specifica di
interventi finalizzata a recuperare il divario formativo
tra le varie aree del paese, con particolare attenzione a quelle
di maggiore disagio sociale e al Mezzogiorno, anche attraverso
il coinvolgimento delle autonomie locali, delle forze sociali,
del volontariato.
In particolare dovranno essere previsti progetti
mirati che,
facendo perno anche sulla valorizzazione del "saper
fare", consentano una più forte motivazione all'apprendimento.
Anche in questo modo si
contribuirà ad elevare i tassi di successo
nella fascia dell'obbligo,
rimuovendo le cause degli abbandoni e della dispersione
scolastica, che oggi rappresentano un insopportabile spreco di
risorse umane ed
economiche.
In tale prospettiva occorre:
- realizzare l'autonomia delle istituzioni
scolastiche, supportandola a livello centrale e periferico con
risorse finanziarie ordinarie e perequative riferite alle diverse
situazioni socioeconomiche, equi sistemi di contributo ai costi
da parte dell'utenza, interventi normativi e di assistenza tecnica
e l'istituzione di un sistema nazionale di valutazione;
- promuovere la trasformazione dei centri di
formazione professionale in
agenzie formative;
- riordinare l'assetto complessivo del sistema
scolastico. Rivedere e
riqualificare i programmi scolastici anche attraverso
l'introduzione di
metodologie didattiche idonee ad attivare abilità
e a valorizzare
propensioni in un rapporto costruttivo e dinamico
con il mondo del
lavoro;
- procedere alla revisione della legge 845/78
ed alla disciplina delle
interconnessioni tra i vari canali formativi (alternanza,
rientri,
valutazione e certificazione dei crediti formativi
), anche sulla base degli
orientamenti del Comitato Nazionale di Concertazione
istituito presso il
Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale;
- sviluppare l'istruzione post-secondaria affermando
una dimensione di
alta professionalità tecnica, supportata da
una forte valenza culturale,
come ulteriore offerta rispetto ai diplomi universitari;
- diffondere l'esperienza dello stage, prevedendo
forme di incentivazione
per le imprese che offrano tali opportunità
formative;
- favorire, con la partecipazione delle Università,
delle Regioni e del
sistema scolastico e formativo, un efficace orientamento
dei giovani.
Percorsi formativi post-obbligo
I percorsi formativi successivi all'istruzione
obbligatoria
potranno svilupparsi secondo una pluralità
di opzioni, fra loro collegate in una logica di sistema e raccordati
attraverso la possibilità di passaggio da un'opzione ad
un'altra.
Il segmento post-obbligatorio scolastico,
articolato per
indirizzi, è finalizzato a fornire una formazione
culturale idonea al
proseguimento degli studi a livello universitario
e/o al conseguimento di un diploma pre-professionalizzante.
Sarà previsto:
- l'arricchimento in itinere dei piani di studio
mediante brevi e specifici moduli aggiuntivi di formazione professionale;
- la personalizzazione dei curricula e l'adozione
di nuovi modelli di
organizzazione scolastica e della didattica;
- il raccordo tra scuola e lavoro, da realizzare
anche attraverso la generalizzazione di stage a carattere fortemente
orientativo e formativo.
Il segmento post-obbligatorio non scolastico
costituirà un
sistema flessibile di opportunità a completamento
dell'offerta formativa.
Esso prevederà per le già
accennate possibilità di passaggio la
certificazione ed il riconoscimento di crediti formativi
e si caratterizzerà per:
- una finalizzazione specifica al lavoro attraverso
un forte legame con la realtà produttiva, economica e professionale;
- diverse modalità formative (formazione
a tempo pieno, formazione a tempo parziale, alternanza di formazione
e lavoro) cui fare ricorso a seconda delle esigenze, alla stregua
di quanto avviene in altri paesi europei, valorizzando pienamente
il ruolo dell'orientamento;
- un ripensamento della collocazione e delle
finalità dell'istruzione professionale in un contesto di
valorizzazione della dimensione regionale, nonché dell'apprendistato
e dei contratti di formazione-lavoro;
- percorsi o moduli formativi specifici rivolti
alla creazione di nuova imprenditoria.
Percorsi formativi post-diploma
Va istituito , accanto all'offerta universitaria,
un autonomo
sistema di formazione superiore, non in continuità
rispetto alla scuola
secondaria caratterizzato da :
- collegamento stretto con le dinamiche occupazionali
ed aderenza con le problematiche professionali e aziendali;
- coinvolgimento dei vari soggetti formativi
del mondo della produzione, delle professioni, della ricerca,
etc.;
- massima flessibilità anche attraverso
l'utilizzo di docenti esterni;
- uso delle tecnologie educative e introduzione
di nuove didattiche attive, fondate sul "problem solving"
e sulla formazione in alternanza;
- sistema integrato di certificazione.
Alle Regioni spetta, sulla base di indirizzi
nazionali, la
funzione di programmazione e coordinamento delle
esperienze presenti sul territorio, anche ricorrendo ad accordi
di programma, secondo quanto previsto dalla L.236/93, dagli accordi
tra le parti sociali e dalle intese tra Governo e Regioni.
La gestione delle attività dovrà
vedere la partecipazione di tutti i soggetti presenti sul territorio
(formazione professionale, università, scuola, mondo del
lavoro e delle professioni etc.) nella logica dell'utilizzo ottimale
delle risorse esistenti e della valorizzazione delle esperienze
d'eccellenza.
Apprendistato e contratti di formazione lavoro
Occorre valorizzare il profilo formativo
dell'apprendistato e dei contratti di formazione-lavoro nonché
prevederne un utilizzo più diffuso, modulato e flessibile,
attraverso una riforma che garantisca il
coordinamento di caratteristiche e finalità
dei due istituti, rendendone
esplicita e verificabile la quantità e la
qualità dei contenuti formativi.
Caratteristiche e finalità vanno concordate
e definite nel confronto tra le Parti Sociali, anche con l'apporto
degli Enti Bilaterali. Dovranno essere definite le competenze
pubbliche per la certificazione dell'attività formativa
ai fini dell'utilizzo dei crediti formativi all'interno dell'intero
sistema.
Nell'ambito del confronto specifico sulle
aree di crisi e sul
mercato del lavoro ed a partire dalla valorizzazione
degli assetti legislativi e contrattuali consolidati si prenderà
in esame, anche in riferimento a questi istituti, l'utilizzo e
la tipologia delle incentivazioni necessarie per l'occupazione
aggiuntiva nelle aree depresse del Mezzogiorno.
III
Per elevare la partecipazione all'istruzione
superiore e universitaria, contrastandone il carattere socialmente
selettivo, l'alto tasso di dispersione e la divaricazione tra
le aree territoriali del Paese, il governo si impegna ad attivare
una politica integrata per il diritto alla studio che consenta
di acquisire un tasso di laureati convergente con quelli dei paesi
più industrializzati dell'Unione Europea. A tal fine è
necessario:
- costituire un fondo nazionale per il diritto
allo studio, alimentato dalla finanza pubblica, finalizzato al
sostegno economico individuale degli studenti meritevoli e privi
di reddito, anche con un ruolo di riequilibrio sul territorio.
Il fondo potrà intervenire già dall'ultimo anno
delle scuole superiori. Il finanziamento pubblico potrà
essere integrato con il concorso volontario di altri soggetti,
pubblici e privati (banche, imprese, istituzioni locali).
Ciò deve consentire il graduale incremento,
fino ai livelli della media europea, del numero delle borse di
studio e l'adeguamento dei relativi importi. Per i prestiti d'onore,
il governo si impegna anche ad una revisione dell'attuale normativa,
che nei fatti non ne consente un adeguato utilizzo.
- procedere alla riforma del sistema delle
tasse e dei contributi universitari, al fine di garantire un equilibrio
stabile tra risorse dello Stato e risorse delle famiglie, secondo
criteri di equità e solidarietà. Dovrà essere
definita la quota parte del costo del servizio didattico che deve
far carico alla fiscalità generale e la quota da finanziare
attraverso la contribuzione delle famiglie; una graduazione della
contribuzione stessa in relazione al reddito familiare utilizzando
sperimentati criteri integrati di accertamento del reddito familiare;-
istituire un sistema nazionale di valutazione collegandolo
a una politica di incentivazione e riqualificazione attraverso
le risorse aggiuntive rispetto al fondo di funzionamento. Tra
le azioni da privilegiare saranno incluse: a) l'estensione dei
diplomi di primo livello e la loro integrazione nelle politiche
formative regionali, assicurando il collegamento tra i contenuti
curriculari e il contesto economico-produttivo; b) la divisione
dei mega-atenei; c) i programmi di riordino e miglioramento della
didattica in coerenza con i criteri generali che andranno fissati
in conseguenza dell'approvazione delle norme di iniziativa del
Governo sull'autonomia didattica degli Atenei; d) l'assunzione
di giovani;- determinare, soprattutto attraverso la definizione
dei criteri generali previsti dalla legge predetta, una graduale
riconversione dei profili formativi nel sistema universitario,
nel senso: a) del contenimento della durata del diploma e della
laurea; b) del potenziamento delle occasioni di "ritorno",
di "proseguimento" durante l'attività lavorativa,
di aggiornamento e di specializzazione; c) dell'adozione del sistema
dei crediti; d) di una cura speciale contro la dispersione nel
biennio di ingresso e per la gestione orientata del passaggio
dall'istruzione secondaria a quella superiore; e) dell'apertura
dei dottorati di ricerca al mondo del lavoro, attraverso convenzionamenti
e stage, e del potenziamento di specializzazioni e master direttamente
professionalizzanti.
IV
La formazione continua costituisce la nuova
prospettiva
strategica della formazione e l'affermazione del
diritto del cittadino alla
qualificazione e all'arricchimento della propria
professionalità.
I modi concreti nei quali essa dovrà
essere strutturata sono
definiti in sede regionale sulla base di indirizzi
e procedure nazionali
definiti con le parti sociali.
La possibilità di aggiornare e modificare
conoscenze e abilità
anche professionali deve essere agevolata dall'adozione
di un sistema di crediti formativi, secondo la logica proposta
dai più recenti orientamenti dell'Unione Europea. Il sistema
di istruzione e di formazione, anche di livello universitario,
va collocato in questa prospettiva, e diviene la base su cui innestare
proficuamente interventi di formazione continua e di educazione
degli adulti.
Si tratta di:
- sviluppare la formazione continua con l'attribuzione
graduale ed integrale del contributo dello 0,30% con la partecipazione
delle parti sociali. Le modalità di tale attribuzione saranno
definite dal Governo nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni;
- creare nuove opportunità di aggiornamento,
anche finalizzato alla riconversione produttiva, attraverso la
predisposizione di piani annuali sia a livello di impresa che
di territorio, contrattati tra le parti sociali. Gli interventi
dovranno riguardare i lavoratori dipendenti (operai, impiegati,
quadri e dirigenti), lavoratori autonomi, imprenditori, nonché
soci lavoratori di cooperative.
Per quanto attiene in particolare all'educazione
degli adulti
occorrerà riaffermare il diritto all'istruzione
ed alla formazione anche
attraverso l'ottimizzazione degli istituti contrattuali
vigenti e l'uso di
congedi di formazione e periodi sabatici, attraverso
uno specifico
provvedimento legislativo di sostegno alla contrattazione.
Particolare rilievo, data la situazione del
mercato del lavoro in
particolare nelle aree del Mezzogiorno, assumeranno
gli interventi di
orientamento, rimotivazione e formazione rivolti
a soggetti disoccupati e a coloro che corrono un grave rischio
di esclusione sociale. Questi si
situeranno nel quadro di un più generale riassetto
del sistema che intende promuovere comportamenti "attivi"
dei disoccupati agevolandoli attraverso la riqualificazione dei
servizi dell'impiego e l'organizzazione di piani di lavoro socialmente
utile che prevedano il ricorso ad interventi mirati.
V
La suindicata connessione dei temi relativi
all'istruzione, alla
formazione ed al lavoro esige di individuare nella
Presidenza del Consiglio dei Ministri la sede di coordinamento
delle politiche formative, mediante l'istituzione di un organismo
interistituzionale paritario con la partecipazione dei rappresentanti
del Ministero della Pubblica Istruzione, del Ministero del Lavoro
e della Previdenza Sociale, del Ministero dell'Università
e della Ricerca Scientifica, del Ministero dell'Industria, della
Conferenza dei Presidenti delle Regioni.
Questo livello prevederà una sede
di concertazione con le parti sociali per costruire un collegamento
costante con le dinamiche sociali e del mercato del lavoro.
In tale sede si definirà un sistema
di certificazione quale strumento idoneo a conferire unitarietà
e visibilità ai percorsi formativi di ogni persona lungo
tutto l'arco della vita nonché a promuovere il riconoscimento
dei crediti formativi comunque maturati ed a documentare le competenze
effettivamente acquisite.
Apposite convenzioni e accordi di programma
verranno
stipulati, anche a livello territoriale.
La formazione dei formatori, secondo piani
di intervento
concordati, viene assunta come strumento essenziale
per facilitare la
progressiva integrazione dei sistemi, il miglioramento
qualitativo
dell'offerta formativa ed il recupero delle situazioni
di svantaggio.
VI
L'attuazione delle presenti linee guida avverrà
anche attraverso il reperimento delle necessarie risorse finanziarie
aggiuntive, secondo i tempi e le modalità modulati compatibilmente
con le esigenze di finanza pubblica.
A tal fine vanno utilizzati, per quanto possibile,
gli strumenti di natura regolamentare e gli accordi già
previsti dalle leggi vigenti, provvedendo, per gli altri interventi
indicati in questo documento, con
appositi provvedimenti legislativi.