Date: Sat, 06 Nov 1999 17:44:17 +0100
From: "Collettivo Politico dell'I.U.O. - Napoli" <giap@ecn.org>
Subject: ls: E' arrivata l'università del neoliberismo!
Il 3 novembre il ministro dell'università Zecchino ha firmato il
regolamento attuativo dell'autonomia didattica degli atenei e ieri, 5
novembre, il testo definitivo del regolamento é
stato inviato alla Corte dei Conti per poi essere pubblicato in
Gazzetta
Ufficiale.
Il testo del regolamento é rintracciabile all'indirizzo:
http://www.murst.it/regolame/1999/adqart3.htm
Ci troviamo di fronte all'ultimo, definitivo, provvedimento che segna
il TOTALE E DIRETTO asservimento dell'università alle esigenze
dell'accumulazione capitalistica, alla precarizzazione, alle politiche
neoliberiste e che avrà delle pesanti e dannosissime conseguenze per
gli studenti e per i lavoratori. E' sufficiente leggere il (breve)
testo del regolamento per rendersi conto che E' SICURAMENTE ARRIVATO
IL MOMENTO DI AVVIARE UNA FORTE MOBILITAZIONE.
Collettivo Politico dell'Istituto Universitario Orientale - Napoli
SEGUONO VOLANTINI...
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BLOCCHIAMO L'AUTONOMIA DIDATTICA!
E' in via d'approvazione [orà é già definitivamente approvato] un
regolamento ministeriale che sancisce il passaggio di tutti gli atenei
alla cosiddetta "autonomia didattica". Per gli studenti dell'I.U.O.
(come per quelli degli altri atenei) questo provvedimento, una volta
entrato in vigore, sarà gravido di conseguenze negative, eccone un
breve riassunto:
- Per accedere all'università bisognerà superare una prova
d'ammissione: questo sarà valido per tutte le università, anche per
quelle che non sono a numero chiuso.
- La Laurea attuale scomparirà per far posto ad una violenta
gerarchizzazione dei titoli si studio: saranno istituite una Laurea di
base di tre anni e una Laurea specialistica di ulteriori due anni, a
quest'ultima potrà accedere solo chi supererà un'ulteriore selezione.
Ogni titolo di studio inoltre potrà essere conseguito solo se lo
studente accumulerà il numero di "crediti" corrispondente (60 crediti
all'anno).
Questo significa che la Laurea attuale sarà necessariamente
dequalificata e nei fatti equiparata al livello più basso del nuovo
ordinamento. Gli studenti che nel periodo di transizione opteranno per
il passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento saranno ulteriormente
penalizzati.
- Gli studenti saranno divisi in "part-time" e "full-time" e la
valutazione si baserà sui cosiddetti "crediti formativi". Con il
sistema dei crediti la frequenza dei corsi diventerà nei fatti
obbligatoria, così come la partecipazione a seminari, esercitazioni
pratiche o di laboratorio, attività didattiche a piccoli gruppi,
tutorati, tirocini, ecc.: tutte attività che rilasceranno "crediti" e
che potranno essere a numero chiuso.
Questo significa che il carico di lavoro medio per studente sarà di
almeno 1500 ore di lavoro annue (25 ore x credito) e comporterà una
scandalosa discriminazione tra studenti frequentanti (full-time) e non
frequentanti (part-time). Inoltre, siccome i crediti formativi
potranno essere acquisiti anche attraverso attività certificabili
svolte all'esterno dell'università, chi non dispone di ingenti risorse
economiche o di tempo sarà ulteriormente discriminato perchè potrà
accumulare meno crediti.
- Con l'autonomia, l'università sarà letteralmente svenduta alle
imprese, ed i vari percorsi formativi saranno progressivamente
strutturati ad uso e consumo esclusivo di queste ultime. Assisteremo
(come é già avvenuto negli USA) ad una progressiva eliminazione delle
materie e dei programmi non direttamente funzionali alle esigenze
delle imprese e delle istituzioni che ne rappresentano gli interessi
sul piano locale, nazionale o europeo.
L'università verrà sempre più a dipendere dai finanziamenti delle
imprese le quali imporranno selezioni sempre più drastiche e dinamiche
di accesso sempre più elitarie.
La cosiddetta "AUTONOMIA universitaria" istituisce in realtà una
DIPENDENZA, totale e diretta, dell'università dalle imprese: ciò
comporterà un'ulteriore discriminazione nei confronti delle università
che, come la nostra, sono più piccole e inserite in contesti
produttivi più deboli.
L'obiettivo dell'autonomia NON E' quello di assicurare un lavoro allo
studente laureatosi, ma quello di RESTRINGERE questa già remota
possibilità ad un'esiguissima minoranza: esattamente il contrario di
quanto governo e imprenditori ci vogliono far credere!
fot. in prop. Napoli
26/10/99
Collettivo Politico dell'I.U.O.
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BLOCCHIAMO L'"AUTONOMIA DIDATTICA" DEL MINISTRO ZECCHINO!
Dopo anni di slittamento, l'autonomia didattica degli atenei sta per
entrare definitivamente in vigore. E' in via di approvazione un
regolamento (trasmesso il 6 settembre ai Presidenti dei due rami del
Parlamento) [oramai definitivamente approvato] che sancisce il
passaggio all'autonomia didattica di tutti gli atenei entro diciotto
mesi dalla sua entrata in vigore. Questo regolamento, assieme ai
cosiddetti "decreti d'area" attuativi della "Bozza Martinotti",
conclude il processo di privatizzazione dell'università, avviato con
l'autonomia finanziaria (legge Ruberti del '90).
Nel quadro di una compartimentazione in cinque "macro-aree
disciplinari" si prevede una netta gerarchizzazione dei titoli di
studio: Laurea di base (tre anni), Laurea specialistica (ulteriori due
anni) ed eventuali master, Diploma di specializzazione e Dottorato di
ricerca. Per accedere ad ogni livello gli studenti dovranno superare
una prova di ammissione e per conseguire ciascun titolo di studio
dovranno accumulare il numero di crediti corrispondenti (primo livello
= 180 crediti, secondo livello = 300, master = circa 60). Ciò
significa innanzitutto che la laurea attuale sarà necessariamente una
laurea dequalificata e nei fatti equiparata al livello più basso del
nuovo ordinamento (laurea di base). La valutazione degli studenti si
basa sui crediti formativi. Per credito formativo si intende "la
misura standard del lavoro di apprendimento richiesto nelle attività
formative previste" dalla programmazione didattica. Ad un credito
corrispondono 25 ore di lavoro per studente, la quantità media di
lavoro annuo é fissata in 60 crediti: il che significa che ogni
studente sarà costretto a 1500 ore di lavoro annue. I crediti possono
essere acquisiti attraverso la "frequentazione dei corsi, le prove
d'esame, seminari, esercitazioni pratiche o di laboratorio, attività
didattiche a piccoli gruppi, tutorati, orientamenti, tirocini,
progetti, tesi, attività di studio individuale e di autoapprendimento"
(?!?), il tutto a discrezione delle singole facoltà e dei singoli
atenei.
In questo modo si istituzionalizza la discriminazione tra studenti
frequentanti e non, classificati come "full-time" e "part-time".
Inoltre un numero significativo di crediti può essere acquisito
attraverso attività formative certificabili, svolte all'esterno
dell'università: tirocini presso aziende, stages, masters e corsi di
lingua per chi può permetterseli.
La selezione non passa quindi esclusivamente per il numero chiuso o
come si dice "programmato": chi dispone di ingenti risorse economiche,
e quindi di tempo, può dedicarsi alle numerose attività riconosciute =
e convertibili in crediti e raggiungere così i gradini più alti della
formazione.
Con la cosiddetta laurea a punti viene soddisfatta una rivendicazione
storica del padronato e i titoli di studio così ristrutturati non
faranno che certificare il marchio della "differenziazione
competitiva" fra i vari atenei e le varie facoltà creando studenti di
serie A,B,C e ampliando le discriminazioni per le università del Sud e
per quelle delle zone "depresse". L'autonomia nella pratica
corrisponde alla svendita dell'università ai privati, anche perchè
legandola sempre di più al "territorio" finisce col costringere le
singole università a cercarsi finanziamenti dalle aziende private che
certo non fanno beneficenza ma pretenderanno la formazione di
personale qualificato e programmi didattici funzionali alle loro
esigenze di profitto e competizione: quello che serve é la piena
disponibilità di soggetti pronti - anche attraverso l'aggiornamento
continuo (long life learning) - all'inserimento in un'organizzazione
produttiva sempre più flessibile e parcellizzata, e in un mondo del
lavoro sempre più precario.
E' lampante che attraverso l'autonomia non si migliora l'università
come strombazza il ministro Zecchino ma la si sovverte da destra per
mano di un governo nominalmente di "centro-sinistra" che sta per
arrivare laddove la mobilitazione studentesca impedì di arrivare ai
vari Craxi, Andreotti e Berlusconi. Per questi motivi é necessario e
urgente lavorare per costruire una mobilitazione studentesca che sia
più forte della determinazione neoliberista del governo
antistudentesco di D'Alema!
Napoli, 6 Ottobre 1999
"COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI UNIVERSITARI NAPOLETANI"