Sulle controriforme scolastiche ed universitarie
Gli studenti e i lavoratori in lotta del II Policlinico si sono posti come obiettivo strategico quello di dare un contributo per combattere ed affossare la dilagante privatizzazione della scuola e dell’università da un lato e della sanità dall’altro.
Lottiamo per un scuola ed un università pubbliche e gratuite, per una scuola ed università che siano servizi sociali calati sui reali bisogni della popolazione.
Siamo per la costruzione di un unico grande movimento studentesco che sia basato sulla democrazia diretta e che faccia perno sull’assemblea generale. Democrazia diretta e centralità dell’assemblea generale degli studenti servono a far sì che gli studenti contino davvero nelle scuole e nelle università e che non gli venga tutto, sempre, calato sulla testa da una ristrettissima minoranza di baroni universitari, di presidi o professori. Democrazia diretta e centralità dell’assemblea generale sono anche una garanzia, se utilizzate nel modo corretto, contro ogni tentativo di strumentalizzare la protesta e di deviarla. Operazione portata avanti in primo luogo dalle filogovernative UDS ed UDU che mirano a cavalcare la protesta studentesca per poi ergersi "a rappresentanti" della lotta e ad accordarsi con il loro amico (e nostro nemico), il diessino, ex-sessantottino pentito, Luigi Berlinguer e con il ministro Zecchino.
Siamo contro l’autonomia didattica e finanziaria della scuola e dell’università, poiché come comincia ad essere chiaro per l’università, questa porta a scuole ed università di seria A e di serie B, ed asserve quest’ultime ai potentati economici e finanziari, nonché alle leggi del mercato, cioè del profitto e della competizione selvaggia.
Siamo quindi contrari anche alla Bozza Martinotti che è in linea con questa tendenza (con il contratto, i crediti, la flessibilità curriculare, i livelli, la competizione tra gli atenei e la loro territorializzazione).
Inoltre chiediamo l’abolizione del numero chiuso, attraverso una battaglia comune con gli studenti medi. Da noi a medicina il numero chiuso è uno dei maggiori ostacoli alla mobilitazione studentesca poiché, insieme al nepotismo, al costo degli studi ed al numero spropositato di esami (55), ha via via negli anni aumentato la selezione di classe e quindi anche affievolito il bisogno di protesta. Siamo per l’abolizione delle tasse universitarie, della tassa tangente della regione Campania e delle fasce di reddito, introdotte tramite l’autonomia stessa, secondo un metodo iniquo, censitario e meritocratico basato su criteri di reddito calcolati secondo l’attuale sistema fiscale nettamente antipopolare e che colpisce i ceti popolari e scagiona i grandi evasori fiscali.
Siamo inoltre per la gratuità dei servizi, delle mense, del materiale didattico e informatico, per l’abolizione del merito nell’assegnazione delle borse di studio, per l’aumento dei posti alloggio per gli studenti fuori sede e per l’abbattimento drastico dei costi.
Siamo contrari alle scuole di specializzazione a pagamento ed a numero chiuso e per la difesa del valore dei titoli di studio.
Condanniamo la odiosa repressione messa in atto contro gli studenti in lotta dal governo del rinnegato e picconatore del comunismo D’Alema, del falso comunista Cossutta e del picconatore della I repubblica, oltrechè capo dei gladiatori e piduista Cossiga
Per quanto riguarda la scuola dobbiamo ammirare e prendere ad esempio gli studenti medi per il grande coraggio e la grande forza che hanno saputo esprimere in questi mesi. Dobbiamo dargli una mano nella comune battaglia in maniera decisa e convinta in nome dell’unità del movimento studentesco.
600 mila studenti in più di 120 città sono scesi in piazza tra il 16 e il 20 Novembre e più di 100 mila il 19 Dicembre a Roma contro la parità scolastica ed il finanziamento alle scuole del Vaticano, dei padroni e dei secessionisti, sia nella forma diretta sia in quelle indiretta del sostegno alle famiglia (ipotesi quest’ultima sulla quale le varie cosche parlamentari sembrano aver trovato un accordo).
Il governo D’alema-Cossutta-Cossiga in continuità con il governo Prodi-D’alema-Bertinotti sta riuscendo su questo punto (e su tanti altri) a scavalcare a destra la stessa DC che in 50 anni non era riuscita o non aveva osato arrivare a tanto. Gli studenti di Palermo il 19 Novembre (giorno in cui si concretizzava la nera convergenza tra governo e opposizione sui 346 miliardi da destinare alle scuole private e cattoliche) dichiaravano: "il Governo oggi ha commesso un crimine, ha ucciso la scuola pubblica!".
E’ bene però chiarire che il livello di mobilitazione degli studenti medi e soprattutto delle sue punte più avanzate li ha portati sì a rifiutare soldi e privilegi ai privati e a rifiutare il cosiddetto "sistema scolastico integrato" (parità), tanto caro a chi vuole riconoscere la funzione pubblica agli istituti privati, ma anche a denunciare come del tutto insufficienti gli stanziamenti alla scuola pubblica, a respingere l’aziendalizzazione e l’autonomia privatistica degli istituti, a chiedere più potere nella scuola per contrastare l’autoritarismo delle gerarchie scolastiche che è tornato ad imperversare dopo la restaurazione post’68, a contestare l’esame di maturità (meritocratico e forcaiolo) che segna una altra grave capriola all’indietro operata dal Governo. Dunque respingono l’intero progetto contro-riformatore di Berlinguer che si fonda oltre che sulla parità e sulla autonomia scolastica anche sulla cosiddetta "riforma dei cicli" che cancella la scuola pubblica uguale per tutti nata nel 1962 e ripropone il doppio binario: formazione professionale per i più poveri, formazione generale per i più ricchi.
Gli obiettivi di tutti i provvedimenti del ministro Berlinguer seguono un filo comune, anche se viaggiano su binari diversi ed a diverse velocità. Essi rispondono all’esigenza di adeguare la formazione scolastica ed universitaria alla competizione selvaggia tra i grandi monopoli che si è venuta a delineare con l’entrata dell’ Italia nell’Europa unita. Le controriforme scolastiche ed universitarie non sono altro che due dei tanti tasselli del processo di smantellamento di quel che resta dello stato sociale (privatiz. di scuola ,università, sanità, etc) e di passaggio alla seconda Repubblica presidenzialista e federalista.
Questo passaggio è già in fase molto avanzata e dovrebbe essere chiaro a tutti che la Costituzione Borghese del ’48 non esiste più se la Corte costituzionale decide che il numero chiuso è legittimo e se l’art.33 viene disinvoltamente calpestato.
Del resto se leggiamo soltanto l’articolo 1…..
Oggi dovremmo rileggerlo così:
"l’Italia è una Repubblica fondata sulla disoccupazione, la precarieta’, la flessibilità, il lavoro nero, il lavoro sfruttato!
Concludendo a nostro avviso, dato che gli studenti rappresentano la maggioranza nelle scuole e nelle università, essi devono pretendere la maggioranza in tutti gli organi che governano la scuola e l’università, altrimenti non c’è democrazia.
Per riappropriarci del nostro futuro è giunta quindi l’ora di alzarci in piedi e di reclamare il governo studentesco delle scuole e delle università, spazzando via gli organi collegiali che sono serviti e servono soltanto ad ingabbiare e svilire le lotte studentesche, contrapponendogli le assemblee generale degli studenti che devono diventare il luogo sovrano dove si discute, si propone e si decide tutto ciò che riguarda la scuola e l’università.
Osiamo pensare, osiamo parlare, osiamo agire!
W il movimento strudentesco
Studenti e lavoratori il lotta contro la privatizzazione
di scuola, università e sanità
II POLICLINICO
NAPOLI
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