Dal 20 Dicembre 1996 quattro donne (sans papiers) hanno iniziato un sciopero della fame al fine di ottenere la loro regolarizzazione. Si tratta di tre donne maghrebine ed una del Camerun.
Queste donne che fanno parte del Collettivo dei sans papiers di Colombes (comune di 80.000 abitanti nella periferia nord-ovest di Parigi, appartenente amministrativamente alla Provincia 92, quella gestita da Pasqua, ex-ministro degli Interni ed autore delle leggi repressive sullimmigrazione nel '92-93) sono quindi da quasi un mese distese su delle brandine allinterno del locale occupato dal Collettivo provinciale di sans papiers. Questo locale che appartiene al Comune e che era in disuso da anni, è stato occupato a settembre scorso. Usato dal Collettivo come luogo di incontro per tutti i sans papiers della Provincia ma anche per tutti coloro, individui od associazioni, che partecipano alla lotta in favore dei sans papiers, questo locale è diventato un servizio di assistenza giuridica che si muove sue due campi principali: la costituzione di dossiers di regolarizzazione e la difesa giuridica dei sans papiers.
Perchè lo sciopero della fame?
Dopo aver provato tutti gli iter possibili per ottenere la loro regolarizzazione e di fronte ad una chiusura totale da parte della questura ad affrontare questi casi, le quattro donne hanno scelto questo tipo di azione per provare ad aprire finalmente un dialogo con le istituzioni.
Tutte e quattro hanno figli nati in Francia e tre di loro sono entrate sul territorio francese con un permesso di soggiorno. Durante lestate calda di S.Bernard, il primo ministro Juppé aveva promesso che tutti i casi con figli nati in Francia sarebbero stati regolarizzati... Le sue questure sembrano avere ricevuto ordini diversi visto che centinaia di casi come quelli di Colombes si verificano sul tutto il territorio francese.
Di fronte alla mobilitazione locale, alla copertura mediatica che finalmente si è organizzata e soprattutto, sembrerebbe, di fronte alla paura di una conclusione tragica di questa azione, la questura ha iniziato a dare qualche segno di apertura. Due donne (Karima e Nadia) hanno ricevuto un permesso di soggiorno di tre mesi. Non si sa perchè solo tre mesi visto che, se è riconosciuta la nascita dei loro figli, dovrebbero aver almeno un permesso di soggiorno per un anno. Unaltra (Lamia) si è vista autorizzata a stare sul territorio francese provvisoriamente ma senza il permesso di lavorare. Lamia ha subito annunciato che si rifiutava di accettare questa proposta e che voleva il permesso di soggiorno. In fine Jeanne non si è vista proporre nulla. La decisione delle quattro donne è stata subito presa: lo sciopero della fame prosegue fino a quando tutte e quattro non avranno ricevuto il permesso di soggiorno.
Il Collettivo provinciale dei sans papiers e le diverse associazioni ovviamente sostengono questa lotta ma anche denunciano lattitudine generale della questura. Sui diversi dossiers di regolarizzazione presentati appaiono chiaramente delle discriminazioni. Il permesso di soggiorno è concesso ai genitori di figli francesi e non ai genitori di figli nati in Francia. Per gli stranieri sposati con un/una Francese e per gli stranieri che sono sul territorio francese da più di 15 anni, dopo diversi iter si riesce ad ottenere il permesso. Per tutti gli altri, e particolarmente per quelli che si sono visti rifiutare lasilo politico, la questura è decisa a non cedere.
Anche la lentezza delle procedure è un strumento utilizzato dalla questura. Sulle 170 domande di regolarizzazione rilasciate dal Collettivo provinciale dei sans papiers a settembre scorso nessuno ha ancora ricevuto risposta.