Lo sgombero a colpi d'ascia della chiesa di S.Bernard, la selezione in base al colore della pelle fra neri e bianchi per portare i primi nel centro di ritenzione di Vincennes, la caccia ai clandestini che dura da molti anni non sarebbero assimilabili al razzismo. No, sarebbe una gestione "sana" dei flussi migratori secondo il bisogno di manodopera da sfruttare per le imprese francesi ed europee.
Le parole fasciste di Le Pen - che non hanno niente di nuovo per i militanti antifascisti - sullineguaglianza delle razze capita a fagiolo per permettere alla classe politica di ridare lustro al proprio blasone a poco prezzo. Però, come dimenticare "il rumore e gli odori" di J.Chirac? La soglia di tolleranza di Mitterrand? La condivisione dei valori fra C. Pasqua e il Front National? Senza dimenticare i discorsi integrazionistici il cui tenore è quello di negare ogni specificità culturale alle comunità che siano maghrebine, africane, basche, bretoni, occitane, ... che vivono su questo territorio.
Il pericolo non è solo che Le Pen sia al potere, ma che le sue idee ci siano già!!!
Le leggi discriminatorie votate da 20 anni sono delle leggi razziste calibrate in funzione del paese di origine dei migranti. Si sono mai viste persone di razza "bianca" a cui è stato impedito di entrare? È mai successo che dei turisti non potessero venire a spendere i propri soldi? Tuttavia nello stesso tempo, si vieta ai genitori ed alle famiglie del Maghreb, dellAfrica di visitare i propri parenti che vivono qui.
A questo sviluppo separato, fra unEuropa-fortezza che vuole proteggersi delle migrazioni del Sud e dellEst, qui in Francia si aggiunge un vero e proprio apartheid.
La disoccupazione, la povertà, le emarginazioni, si rafforzano proprio quando le ricchezze prodotte non sono mai state tanto numerose. La destra quanto la Sinistra, seguaci del sistema liberista e capitalistico continuano a proclamare le stesse ricette: sacrifici per i disoccupati, precari, impiegati, anche il RMI è rimesso in causa da alcuni esponenti della maggioranza di Destra; regali per le multinazionali e le imprese. Il legame fra disoccupazione e immigrazione articolato dalla classe politica che si traduce per loro nel "bisogno di fermare limmigrazione perché cè disoccupazione" ha avuto come effetto di rafforzare le idee preconcette (il razzismo) e di designare come responsabili le comunità straniere che subiscono, come tutti gli altri, condizioni di vita sempre peggiori.
Affermare la spartizione delle ricchezze significa lottare perché ogni residente di qualsiasi nazionalità possa accedere alla soddisfazione dei bisogni fondamentali: salute, educazione, casa, trasporti, tempo libero. La gratuità dei servizi pubblici è una risposta perché ciascuno possa vivere dignitosamente.
Lavorare meno e sviluppare attività socialmente utili, garantire un reddito consistente con o senza lavoro, è una lotta che raggiunge la lotta dei Sans-papiers. È la miseria e lemarginazione che dobbiamo combattere, non gli immigrati !!!