THROUGH THE LONG TRACK italian vers   english vers
       

        Autore: francesca iovino

      Attraverso il lungo solco.
      Non un esterno, né un interno. O meglio il fuori e il dentro si mescolano e si alternano: ora guardo l’impalcatura di un edificio, in un intrigo di pali; ora sono in un corridoio poco illuminato che diventa strada e piazza, cortina di case e somma di solchi e linee. Un percorso stretto, chiuso tra pareti di tubi e di lamiera, muro continuo per immagini tagliate e frammentate che tracciano prospettive urbane. Un mescolarsi di suoni e di immagini che  rimandano a luoghi urbani possibili. Come un intorno disegnato su una mappa che interseca un palazzo e ne lascia visibile soltanto uno spigolo, mentre si allunga tangente alla strada oltre i lampioni, proseguendo ancora, attraverso direzioni accidentali. In un alternarsi, o meglio in un compenetrarsi tra un ambiente esterno e un percorso chiuso, come se il gioco fosse un rincorrersi di scatole cinesi composte alla rinfusa.
      Un percorrere la città secondo un itinerario rizomatico che si sviluppa attraversando una strada o passando sotto un portico, nel solco di un perimetro frazionato - porzione circoscritta di nucleo urbano. Un potenziale frammento, codificato entro confini obbligati, imposto allo spazio non per sovrapposizione, ma secondo processi di appropriazione e mutazione, verso lo svelamento di una possibile diversa identità del luogo stesso.

      Una visualizzazione straniante di un'area di città. Un’immagine solidificata in un ambiente definito che produce una trasfigurazione dei limiti e dei sistemi compositivi dell'ambiente. Una città nella città, costruzione di suoni e immagini, muri e sporgenze, orientamenti e direzioni prospettiche che stabiliscono differenti logiche di interpretazione, manipolazione e "colonizzazione" dello spazio urbano.

       

      Through the long track
      Not an outside, nor an inside. Or better the outside and the inside are mixed and alternated. Now I look at a building's scaffolding, in a poles' plot; now I'm in a not very lighted passage that become street and square, houses' courtain and sum of lines and tracks. A narrow path, closed among pipes and sheets' walls, continous wall for cut and broken images which trace out urban perspectives. A mixing of sounds and images that send back to possible urban places. As a circle drawn on a map which intersects a flat and lets visible a corner only. While it lengthens tangent to the road beyond the street-lamps, still going on through accidental directions. In an alternation, or better interpenetration between an outside environment and a closed path, as if  the game has been a running after of higgledy-piggledy composed chinese boxes.

      A going along the city according to a rhizomatic itinerary that is developed through a road or by passing under a portico, inside the track of a fragmented perimeter - circumscribed portion of urban nucleo. A potential bit, coded within obliged borders, imposed to the space not by superimposition, but according to processes of  appropriation and mutation. Towards the revealing of a possible different identity of the same place. An estrangement display of a city's area. A solidified image in a defined environment which produces a transfiguration of the borders and the systems composing the ambiance. A town inside a town, building of sounds and images, walls and projections, orientations and directions which establish different logics of interpretation, manipulation and "colonialization" of the urban space.

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    SCIATTOproduzie:valerio bindi cecilia de biase francesca iovino
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