ASSEMBLEA NAZIONALE DI NAPOLI, 29/30 NOVEMBRE 1997

Documento finale sulla rete nazionale per la libera circolazione e la cittadinanza mondiale



Nella discussione tenutasi nell’assemblea di Napoli svoltasi il 29 e 30 novembre, è emersa nuovamente l’esigenza di sviluppare un coordinamento nazionale per la libera circolazione e la cittadinanza mondiale, contro il neoliberismo.

Dobbiamo valorizzare gli interventi territoriali per costruire visibilità e progetto a opzioni politiche antagoniste a quelle del capitale, al ricatto militare e sociale che specula sulla condizione dei migranti per aumentare lo sfruttamento. La repressione armata di immigrati e rifugiati coordinata con gli accordi di Schengen si inserisce coerentemente in un compatto blocco di politiche europee sulla restrizione del diritto d'asilo, la criminalizzazione dei migranti e la stretta subordinazione dei diritti elementari alla funzionalità del profitto. Tale strategia punta a controllare un settore della classe che, dentro la ristrutturazione produttiva, esprime probabilmente la modernizzazione capitalistica (per la disponibilità forzata alla precarietà, mobilità e alla flessibilità). Tuttavia le migrazioni hanno storicamente prodotto capacità di insubordinazione e destabilizzazione verso l'ordine sociale classista (vedi il processo migratorio interno che portò tra gli anni '50 e '70 diversi milioni di persone dal sud al nord Italia). In questo quadro non ci interessa proporre fughe organizzativistiche o costruire soggetti virtuali, ma esortare ad una assunzione di responsabilità politica tutte le realtà che lavorano concretamente nei territori, adottando una lettura di classe dei processi, che individuino i limiti del puro solidarismo e si propongano come stimolo all'autorganizzazione degli stessi immigrati per promuoverne il necessario conflitto sociale. Il protagonismo degli immigrati nelle lotte proletarie per i diritti negati è l'unico strumento per rompere la clandestinità sociale e politica che spesso accompagna quella giuridica ed amministrativa. E' emersa inoltre la necessità, in una prospettiva di lavoro politico coordinato, di dotarsi degli indispensabili strumenti. Dare materialità ad un percorso, tutto da costruire, che abbia la capacità di radicarsi nel corpo migrante, riconoscendone la specificità sia come forza lavoro precaria particolarmente esposta al ricatto, sia per differenze culturali. Dare finalmente visibilità ad un'opzione di lavoro politico, ad un soggetto capace di rappresentarsi autonomamente sulla scena nazionale ed internazionale.

Quanto a strumenti accenniamo:

  1. foglio nazionale di comunicazione in grado di colmare il deficit di informazione sulle legislazioni migratorie, sulle mobilitazioni territoriali, che abbia la capacità di dare voce a campagne nazionali.
  2. staff legale nazionale in cui confluisca l'esperienza e le capacità già operanti ma disarticolate: struttura di assistenza e allo stesso tempo strumento di possibile intervento sul lavoro nero.
Crediamo fin da ora necessario pensare alla costruzione di momenti di lotta territoriali e nazionali per la libera circolazione che sappiano impattare le politiche migratorie e la loro feroce applicazione in zone particolarmente "calde" come la Puglia e la Calabria.

Crediamo opportuno iniziare a sedimentare un livello di comunicazione e coordinamento tra le esperienze di lotta dei migranti presenti nell'area mediterranea, tra le situazioni di lotta presenti nei paesi di origine e nei paesi d'accoglienza, soprattutto attraverso la costruzione di azioni di lotta coordinate, come avvenuto durante la prima espulsione dei sans papiers (allorquando l'aereoporto di Dakar e la compagnia aerea che si era prestata per il trasporto coatto subirono gravi danni a seguito dei tumulti che accolsero gli aerei).

Facciamo nostra la scadenza per la libera circolazione e la cittadinanza mondiale proposta al 2° incontro intercontinentale in Spagna in concomitanza con la marcia del "Foro internazionale dei migranti" che si concluderà il 12 dicembre a New York. Al di là della forma che territorialmente sapremo e potremo costruire, pensiamo sia importante sottolineare il nesso che esiste tra la strage che fu (piazza Fontana) e la strage che quotidianamente si perpetua nel mar mediterraneo ai danni dei migranti.

Strutture presenti all'assemblea nazionale:

Centro sociale MURAZZI (Torino) - Centro sociale ASKATASUNA (Torino) - Centro sociale GARIBALDI (Milano) - Centro sociale CITTA' VEKKIA (Taranto) - Centro sociale OFFICINA 99 (Napoli) - Centro sociale DORDONI (Cremona) - Centro sociale ASILO POLITICO (Salerno) - Centro di comunicazione antagonista (Acerra) - Centro di comunicazione antagonista (Cremona) - Centro di comunicazione autonomo (Parma) - Centro di documentazione "Senza Pazienza" (Torino) - Centro di documentazione "F. Lo Russo" (Bologna) - Centro di documentazione "Krupskaja" (Bologna) - Laboratorio occupato S.K.A. (Napoli) - Laboratorio antagonista sociale Castelli Romani (Roma) - Collettivo antagonista universitario (Torino) - Collettivo politico antagonista universitario (Roma) - Autorganizzati/e della Sapienza (Roma) - Collettivo R.Luxemburg (Aversa) - Collettivo Che Guevara (Bologna) - Collettivo Senza Frontiere (Parma) - Ambulatorio popolare di via dei Transiti (Milano) - Assemblea cittadina per l'Autonomia di classe (Roma) - Coordinamento realtà antagoniste pugliesi - Coordinamento nazionale COBAS - Assemblea nazionale per l'Autonomia di classe - Coordinamento nazionale contro la repressione a sostegno di Mumia Abu Jamal


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