-----Messaggio originale-----
Da: PROVOTARIAT S°I°I° <provos@disinfo.net>
Data: venerdì 3 dicembre 1999 16.27
Oggetto: Politica / Biciclette Bianche // Proposta per una cultura del traffico alternativo

Visto che parliamo di diffusione dei saperi io vorrei parlare di un progetto
molto concreto che stiamo discutendo fra di noi (nella Provotariat
S°I°I°).
L'ecologismo sta diventando sempre di più un tema centrale anche
all'interno del movimento antagonista. Putroppo non è facile trovare un
modo per collegare l'ecologismo con la vita di tutti i giorni (anche se le
occasioni sono molte e ghiotte: il consumo critico; l'autogestione e
l'autoproduzione; l'informazione sulle modalità di produzione; etc).
In Italia è chiaro che manca completamente una cultura del trasporto
alternativo alle automobili. Le caratteristiche ambientali d'altro canto
non sembrano essere una scusante. In paesi con situazioni climatiche
ben più rigide delle nostre (Germania, Danimarca e soprattutto Olanda)
la bicicletta è vista come un mezzo valido sia per il trasporto quotidiano
che per il turismo.

Le amministrazioni pubbliche non sembrano molto sensibili alla
questione. Basti pensare che in tutta Italia ci sono appena 1300 km di
pista ciclabile: quelli della sola città di Copenhagen! (entro Febbraio il
kilometraggio dovrebbe raddoppiarsi: stiamo a vedere). Le giunte del
polo non hanno trovato niente di meglio da fare che smantellare lepiste
ciclabili già esistenti: ad Arezzo, per esempio, il sindaco ha sostituito
delle piste ciclabili di recente costruzione con dei bei parcheggi per le
auto.
Quindi, compagni, ci tocca organizzarci dal basso. Se di qualcosa che
manca se ne sente il bisogno è giusto che ci sia, no? Stiamo parlando
della cultura del trasporto non inquinante, non di mettersi a scavare
piste ciclabili, eh!

Ormai l'attenzione dei ragazzi è focalizzata sui motorini e sulle auto; non
sarebbe riportarla sulle biciclette. Saranno forse più faticose, ma non
inquinano. E, per chi sta attento a queste cose, sono un mezzo che non
scende a compromessi: niente tasse di circolazione, assicurazioni,
bollicontrobolli, niente soldi alle multinazionali del petrolio. La bicicletta
rifiuta la logica "il tempo è denaro" e riporta l'individuo a tempi non
assoggettati.

Sarebbe un esperimento interessante ed una grande dimostrazione di
consapevolezza politica ed economica se nei Centri Sociali, Laboratori
Popolari e quant'altro si inziassero a tenere corsi di recupero,
manutenzione e restauro delle biclette abbandonate e dismesse.
In tutte le città ci sono zone note per la quantità di biciclette
abbandonate. Spesso sono:
le stazioni ferroviarie
i capolinea degli autobus, tram, metropolitana
le zone note per lo spaccio di roba
i sert e i punti distribuzione di metadone.

I provos olandesi negli annira il 1965 ed il 1967 ingaggiaron ouna
battaglia senza quartiere contro l'amministrazione della città.
Richiamandosi più o meno esplicitamente alla tradizione anarchica,
dadaista e situazionista misero in atto una vera e propria guerriglia
culturalen nonviolenta contro i capisaldi della cultura borghese. Il
simbolo dei Provos era una bicicletta bianca. Il piano delle bicicltte
bianche apparso su Provokratie n.5 stabilva che i cittadini, dal basso,
iniziassero a dipingere le biciclette di bianco ed a lasciarle a disposizione
degli altri. 30 anni fa Amsterdam era nelle stesse condizioni delle nostre
città adesso. Oggi è la città al mondo con la maggiore estenzione di piste
ciclabili.

Invitiamo i compagni a creare nelle realtà autogestite che ne abbiano la
possibilità delle riserve di biciclette bianche (o rosse, o a pois, basta
mettersi d'accordo per creare un simbolo unico e riconoscibile) da
lasciare a disposizione di chiunque. I laboratori potrebbero insegnare la
riparazione e la manutenzione delle biciclete abbandonate.
E' comprensibile la diffidenza nei confronti di un progetto come questo.
Probabilmente molte biciclette andrebbero perse. Ma se anche tutte
scomparissero (se una bicicletta bianca viene legata impropriamente è
assolutamente legittimo far saltare il catenaccio, no?) la cultura del
trasporto alternativo i sarebbe comunque diffusa orizzontalmente, e le
conoscenze necessarie perriprodurlo sarebbero a disposizione di tutti.

In alternativa alla bicicletta bianca libera, si potrebbero trovare delle
chiusure le cui chiavi sono a disposizione di una moltitudine di persone;
un nooleggio aggratiss.

Perfavore rigirate questo messaggio, affiggetelo nelle bacheche e
leggetelo durante le riunioni.
Grazie

(presto sul nostro indirizzo sarà disponibile una nutrita serie di links per
il ciclismo consapevole con percorsi ed info dettagliate. Stay tuned

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La bicicletta bianca è sempre aperta. La bicicletta bianca è il primo mezzo di trasporto collettivo gratuito. La bicicletta bianca
è una provocazione contro la proprietà privata capitalista perchè
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