INTERVISTA A MARCO SERENA 

Marco: eravamo a fare un sit in pacifista contro la violenza della polizia, 
e prima di arrestarci ci hanno circondati dalla polizia in tenuta 
antisommossa, hanno allontanato tutti i giornalisti e noi non abbiamo 
opposto alcuna resistenza attiva solo resistenza passiva. ci siamo 
agganciati a terra per non essere trascinati e siamo stati manganellati per 
essere allontanati uno dall altro e siamo stati tirati chi per il collo chi 
per i capelli. siamo stati messi a terra circondati dai poliziotti che ci 
tenevano con gli stivali sul collo. e sulle mani picchiandoci con i 
manganelli. ci hanno sbattuti in un furgone , ci hanno perquisiti ci hanno 
tolto i passaporti e siamo stati messi nel cellulare . abbiamo viaggiato per 
un paio d’ore mentre facevano rilevamenti sui nostri passaporti . siamo 
stati portati alla stazione di Praga 4 ci hanno messi spalle al muro e ci 
hanno ammanettato; e ci hanno lasciati all' aperto senza nessun tipo di 
spiegazione, faceva freddissimo , siamo stati interrogati dalla polizia di 
Praga 4, sono stati chiesti personalmente dei soldi per uscire. e chi ha 
pagato non e’ stato rilasciato. alle 4 :30 siamo stati richiamati e ci e’ 
venuta a prendere la polizia straniera che si occupa degli immigrati, siamo 
stati picchiati ancora e trasportati in un centro di polizia straniera, ci 
hanno spogliati e perquisiti , ci sono state donne perquisite dagli uomini e 
dopo ci sono state prese le impronte digitali. non ci e’ stata data alcuna 
informazione ne’ ci e’ stato fornito un interprete. dopo sono stato messo in 
una cella di 1m per 2 con venti persone e siamo stati costretti a rimanere 
in piedi perchè non c’era posto per sederci.. siamo rimasti li per alcune 
ore. dopo e’ arrivato un interprete d’inglese per chiederci alcune 
informazioni e alcune confessioni. chi come me si e’ rifiutato e’ stato 
ammanettato e picchiato ancora. ogni attesa ci veniva fatta fare di faccia 
al muro. c’e’ stato un ragazzo svedese picchiato piu’ volte perche ‘ ebreo a 
cui e’ stato rotto il setto nasale . siamo stati messi su un pullman della 
polizia sempre in manette e siamo stati trasportati in un posto a 200 km da 
Praga chiamato Karlovy vary sulle montagne al confine con la Germania in un 
centro di detenzione per immigrati clandestini. un centro sostenuto 
finanziariamente dalla Germania dove venivano tenuti gli immigrati non 
desiderati. in questo centro sono detenute persone del vietnam, ucraina, da 
mesi non possono chiamare le famiglie ne’ consultare medici. in questo 
centro siamo stati tenuti per 2 gg, abbiamo fatto lo sciopero della fame e 
quando uno di noi ha avvisato che volevamo fare lo sciopero della fame da 
allora non ci e’ stato piu’ permesso vedere il medico. le cure mediche non 
sono state prestate. c’era un ragazzo slovacco con me con un braccio rotto e 
l’ha portato penzolante fino al rilascio. non ci e’ stato mai permesso di 
telefonare ne’ di vedere un legale. nel tragitto chi si addormentava veniva 
picchiato e costretto a rimanere in piedi.
ci e’ stato scritto un numero sul braccio appena arrivati, hanno fatto 
controlli per vedere se avevamo malattie infettive, .
la sera del 29 sono stato portato via dalle guardie che mi hanno fatto 
incontrare con il console italiano che mi ha detto che sarei stato liberato 
in poche ore. mi ha fatto un prestito perche ero senza soldi ( prestito che 
ora devo restituire), e dopo alcune ore siamo stati messi su un furgone , 
accompagnati alla stazione di Birsner in una situazione tesa perche avevamo 
24 ora per lasciare la repubblica ceca e nel caso fossimo stati ripresi 
dalla polizia saremmo tornati nel centro. siamo tornati in 30 persone tra 
cui italiani a Praga, abbiamo avuto assistenza al centro dell IMPEG .
con l’altro ragazzo di Cecina ( Samuele Petroli) siamo ripartiti per Vienna.

Giornalista: l’incontro con il console ceco come e’ andato?
Marco: il Console ceco si è detto sorpreso delle violenze subite in carcere 
gli abbiamo consegnato una richiesta del “comitato cittadino per gli 
arrestati di Praga2000” di liberazione immediata sia dei detenuti politici 
di Praga 2000 e di garanzie per i cechi di cui non si ha piu’ notizia.
abbiamo consegnato questa richiesta che il console si e’ impegnato a faxare 
al ministero degli esteri ceco.
ho chiesto personalmente al console ceco di tradurmi dei fogli che mi hanno 
dato in ceco.
ci e’ stato chiesto più volte di firmare dei documenti scritti in ceco senza 
traduzione e abbiamo avuto ripercussioni per non averlo fatto.