Mario Castellano, 17 anni, incensurato:
assassinato dalle forze dell’ordine
Quanti
morti dovremmo ancora contare, causati dai colpi “accidentali” esplosi dalle
pistole delle forze dell’ordine?
Tante volte, troppe volte, abbiamo visto e sperimentato sulla nostra pelle l’arroganza e la violenza delle cosiddette forze dell’ “ordine”: nei cortei dei disoccupati e dei precari, nelle retate contro gli extracomunitari, fino ai semplici posti di blocco, ai controlli “ordinari”.
Il manganello, la pistola, le manette sono gli unici strumenti di intervento di un stato sempre più latitante e indifferente rispetto ai bisogni della stragrande maggioranza della popolazione.
Il Re è nudo, si sarebbe detto un tempo: le istituzioni infatti non hanno ormai alcun altro strumento per imporre la propria autorità che non sia l’esercizio del monopolio della violenza.
A fronte delle loro stesse prepotenze quotidiane (burocrazia, clientelismo, tangenti, e altre nefandezze simili), della negazione sistematica dei diritti minimi fondamentali (il diritto a un lavoro, a una casa, ad un salario garantito, insomma ad una vita dignitosa), le istituzioni, piuttosto che dare risposte concrete ai bisogni sociali, rafforzano gli apparati repressivi, assumono più polizia, aumentano il controllo militare del territorio, garantendo l’ impunità a coloro i quali “eccedono” nel loro compito di presunti tutori dell’ordine costituito.
Gli uomini in divisa comprendono il carico di “responsabilità” che grava sulle loro spalle, il loro ruolo di unico raccordo tra stato e società (pericolosissimo in quanto appunto ricoperto dagli organi repressivi), e quindi si immedesimano nel criminale ruolo di “sceriffo”.
Ma i criminali in divisa, i grilletti facili, l’ asfissiante militarizzazione dei territori, non risolveranno certamente il problema della criminalità nella nostra città (tutt’al più accentueranno l’insofferenza popolare nei confronti delle forze dell’ordine), così come non risolveranno i problemi storici e strutturali della Napoli capitale della disoccupazione.
Per risolvere criminalità e
problemi sociali, bisogna “puntare” alto, verso i piani alti dei “palazzi”, dove si annidano i veri e
propri criminali, con le loro connivenze e il loro carico di fetenzia.
Il centro sociale Officina 99
si impegnerà per far luce sulle evidenti responsabilità delle forze
dell’ordine nell’omicidio di Mario Castellano, per rompere il muro di
coperture e connivenze così come già avvenne a metà maggio, in occasione
del brutale pestaggio di un senegale da parte dei vigili urbani al Vomero.
Il centro sociale Officina 99, inoltre, esprime la piena solidarietà nei confronti di chi, ieri sera, ha manifestato la propria rabbia contro gli assassini di Mario e con forza chiede le immediate dimissioni del Questore Izzo, che sin dal primo momento si è contraddistinto per insabbiare e coprire le responsabilità degli assassini.
Lo stesso Izzo, nelle poche settimane di lavoro a Napoli, già si è dimostrato del tutto incapace di gestire le emergenze della nostra città e in particolar modo le istanze e le mobilitazioni dei movimenti di lotta di precari e disoccupati : insomma, di capi sceriffo Napoli non ne ha proprio bisogno.