A mons. Salvatore Nunnari
Eccellenza,
ho appreso dai giornali di essere
stato sospeso a divinis nella sua diocesi e ho anche letto le
dichiarazioni da lei rilasciate alla stampa a proposito degli
episodi di ieri mattina che mi hanno riguardato.
Ci sono stati, in passato, dei
colloqui diretti tra me e lei (e all'epoca avevano un carattere
disteso e cordiale), le ho anche già scritto altre volte
motivandole le ragioni delle mie scelte pastorali, del mio modo
di vivere il ministero sacerdotale. Il provvedimento che, secondo
la stampa, lei mi ha comminato, mi pare che intenda porre fine ad
ogni genere di confronto e dialogo tra lei e me.
Peccato, perché si sarebbe, ad
esempio, potuto parlare di amianto, quello in libera uscita dai
prefabbricati fatiscenti e ancora abitati oppure demoliti senza
che venga osservata alcuna precauzione.
Peccato, perché mi piacerebbe
tanto sapere di che cosa mi dovrei vergognare. Sono forse
colpevole di avere girato l'Irpinia per rendermi conto di persona
di quanti non hanno ancora una casa e vivono in cancerogene
baracche? Sono forse imputabile di cattivo gusto per aver
ricordato cose che è meglio dimenticare, guastando la festa di
rito?
Devo essere condannato per aver
cercato di smascherare l'impostura nascosta dietro una ipocrita
commemorazione di vittime e un farisaico ringraziamento di
volontari, dietro una cerimonia utile essenzialmente a eludere,
ancora una volta, le responsabilità?
Forse che io mi sia comportato da
imperdonabile maleducato perché ho osato appropriarmi del mio
diritto di cittadino alla parola?
Mi dovrei vergognare di prestare
la mia immagine e la mia voce a chi non ha nessuna possibilità
di essere ascoltato?
Mi dovrei vergognare di avere
prestato il mio fianco agli insulti e la mia faccia agli sputi?
Quei fischi, quelle battute fin troppo prevedibili perché
provengono non dai cittadini ma da clack di fedelissimi. Quegli
insulti che mi sono venuti anche da lei.
Non potrei vergognarmi delle mie
azioni senza tradire Gesù Cristo.
A questo punto, purtroppo, l'unica
cosa che credo opportuno esprimere è il mio sgomento di fronte
al fatto che una pena del genere mi sia stata comminata, se così
stanno veramente le cose, per "reati politici". E'
evidentemente diventato molto grave dissentire dalla maggioranza
politica di centro sinistra che governa in Italia, osare di
sfidarla con un gesto di protesta, tanto grave da scomodare
direttamente un Vescovo.
don Vitaliano Della Sala
Sant'Angelo a Scala, 24
novembre 2000