(ANSA) 14:52 TERREMOTO '80, MANCINO CONTESTATO; DURANTE VISITA IN IRPINIA

AVELLINO - Contestazioni a S.Angelo dei Lombardi (Avellino) verso il presidente del Senato, Mancino, intervenuto per il ventennale del terremoto in Irpinia. Cinquanta giovani dei centri sociali, con il sacerdote don Vitaliano della Sala (non nuovo a proteste del genere) hanno criticato quello che definiscono 'un affare di stato'. L'arcivescovo Nunnari ha stigmatizzato il comportamento del sacerdote. Mancino: 'la ricostruzione e' sotto gli occhi di tutti'.

____________________________________________________________________________________________

Il mattino, Venerdì 24 Novembre 2000

LA PROTESTA: «NO ALL’ALBERGO NELL’EDIFICIO RISTRUTTURATO»
Via Foria: sfrattati e centri sociali occupano un palazzo del Comune

«L’edificio del Comune ristrutturato con i fondi del dopo-terremoto non può essere fittato come albergo in una città dove incombono 2.400 sfratti a danno di disoccupati, lavoratori precari, pensionati e disabili». Così, ieri pomeriggio, gli occupanti di un palazzo del Comune in via Foria (di fronte all’Orto Botanico) hanno spiegato i motivi della loro iniziativa. La manifestazione è stata inscenata subito dopo il corteo che si è svolto in città per ricordare i venti anni dal terremoto. A occupare l’edificio, il Comitato antisfratto auto-organizzato, di cui fanno parte militanti dello Ska-Officina 99, di Rifondazione comunista, disoccupati del Movimento di lotta per il lavoro, coordinamento di lotta Lsu, Slai-Cobas, Rdb, Cobas. «Il palazzo - spiegano gli occupanti in un una nota - è stato recentemente ristrutturato dal Comune per destinarlo al fitto di privati che dovranno gestire un albergo di seconda categoria. È una vicenda emblematica della politica dela casa a Napoli. Il 60 per cento del patrimonio edilizio del centro storico è di proprietà pubblica o della Chiesa ed è lasciato in gran parte disabitato e cadente. Nonostante ciò, il Comune ristruttura un suo fabbricato e lo dà in gestione a privati per farne un albergo. Chiediamo un tavolo di trattativa a sindaco e prefetto per chiedere il blocco degli sfratti fino a quando non ci saranno alloggi sostitutivi per le famiglie sfrattate». Nel tracciare il bilancio delle manifestazioni di ieri a Napoli e in altre città campane, gli organizzatori hanno annunciato che «è il primo passo della costruzione dell’accoglienza ai mpadroni del mondo che si vedranno a metà marzo 2001 a Napoli per il Global Forum dell’Ocse».

____________________________________________________________________________________________________________________

Repubblica, Venerdì 24 Novembre 2000

Sisma, Mancino in Irpinia contestato da un sacerdote
Nel ventennale del terremoto. Il prete sospeso a divinis

LIONI (e.b.)- "La ricostruzione è sotto gli occhi di tutti, non la vede solo chi non vuole. E il giudizio complessivo non può che essere positivo, anche se qua e là restano ombre da diradare". Il presidente del Senato Nicola Mancino era ieri in Irpinia per la cerimonia di commemorazione delle vittime del terremoto dell'80. Ha partecipato al consiglio comunale aperto a Sant'Angelo dei Lombardi, poi alla inaugurazione del "parco della memoria" a Lioni. La visita è stata accompagnata da una manifestazione dei Centri sociali, guidata da don Vitaliano della Sala, parrocco di Sant'Arcangelo a Scala, che ha esposto uno striscione con la scritta "Terremoto infinito". Mancino sull'episodio è lapidario: "Manifestazione di irresponsabili". E il vescovo di Sant'Angelo dei Lombardi, presente a quelli che definisce "schiamazzi" ha sospeso a divinis dalla sua diocesi il sacerdote.
Presidente, a vent'anni al sisma lei ritiene dunque che il bilancio irpino sia soddisfacente? "La ricostruzione abitativa è praticamente ultimata, e i Comuni sono rinati: ciò che mi ha colpito è la vivacità che si riscontra anche a livello delle giovani generazioni. L'autonomia è stata un elemento fondamentale nelle leggi per il dopo-terremoto. Tutto è stato affidato ai sindaci, che nel complesso hanno saputo rispondere alle aspettative. Forse si poteva fare di più, ma non si può negare che si siano poste le basi perché il futuro sia migliore del passato". Ma ci sono stati degli scandali. "Irpinia-gate si è trasformato in uno slogan, che tende a coprire anche quel che di buon c'è stato".

_____________________________________________________________________________________________________________________

corriere della sera, 24 novembre 2000

Cerimonia di commemorazione con protesta a vent’anni dal terremoto: don Vitaliano Della Sala era assieme a giovani dei centri sociali

Contesta Mancino sull’Irpinia: sacerdote sospeso
La gente del posto si è scagliata verbalmente contro i manifestanti
 
 

DAL NOSTRO INVIATO
AVELLINO - Doveva essere una cerimonia venata di emozioni e rimpianti.
Ma una cinquantina di ragazzi dei centri sociali, insieme al sacerdote Vitaliano Della Sala, hanno deciso di ricordare i vent’anni del terremoto in Irpinia contestando duramente il presidente del Senato, Nicola Mancino, intervenuto al consiglio comunale straordinario di Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei paesi più colpiti dal sisma. Il parroco di S. Angelo a Scala, un altro paesino dell’Avellinese, s’è arrampicato sul tetto d’una casa in costruzione, proprio di fronte al municipio, e ha issato uno striscione con su scritto: «Terremoto infinito, un affare di Stato», con la lettera «s» sostituita dal simbolo del dollaro.
Non è la prima volta che don Vitaliano compare alla ribalta di clamorose manifestazioni politiche, suscitando il malumore delle gerarchie ecclesiastiche. Malumore che ieri, dopo la protesta contro Mancino, ha assunto il sapore d’una condanna inappellabile. Il sacerdote, infatti, è stato sospeso «a divinis» da monsignor Salvatore Nunnari, arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi. Il parroco, dunque, non potrà svolgere attività pastorale e amministrare i sacramenti nel territorio della diocesi che comprende anche i comuni di Conza, Nusco e Bisaccia. Un analogo provvedimento potrebbe essere preso nelle prossime ore da monsignor Tarciso Nazzaro, abate di Montevergine, responsabile della diocesi di don Vitaliano.
«Un manipolo di facinorosi guidati, purtroppo, da un prete - è scritto nel comunicato della Curia -, intervenendo violentemente nel dibattito democratico e schiamazzando, ha apostrofato i presenti chiamandoli ladri e assassini. Al perentorio invito rivolto dall’arcivescovo al sacerdote, questi non solo non ha ubbidito, ma si è permesso anche di offenderlo. Lo stesso sacerdote, dopo, ha nuovamente partecipato alla gazzarra inscenata a Lioni».
Don Vitaliano, però, non si arrende. «Impugnerò questo provvedimento, perché la sospensione "a divinis" va adottata non sulla base del mio impegno sociale - afferma -, ma su dichiarazioni contrarie alla fede o alla morale. E io, sinceramente, penso di non aver mai fatto tali dichiarazioni. Come cittadino, sono libero di esprimere le mie opinioni e immaginavo che lo stesso avrei potuto fare come cristiano e come prete. Invece non è così. Certo, ho contestato Mancino, ma non credo che questo sia un problema della Chiesa».
Il presidente del Senato, affiancato dai cittadini che gridavano «buffoni, buffoni» ai contestatori, ha liquidato la faccenda con una battuta: «Ognuno si esprime come meglio o come peggio sa». E ha aggiunto: «La ricostruzione è sotto gli occhi di tutti, solo chi non vuol vederla si rifugia nel passato. Complessivamente, il giudizio non può che essere positivo. Qua e là restano ombre da diradare: ma dire di non aver mai visto la luce è pretestuoso».
 

_______________________________________________________________________________________________________________

Il mattino, Venerdì 24 Novembre 2000

«Fai l’istrione, ti sospendo»
Monsignor Nunnari punisce Don Vitaliano Della Sala

NORBERTO VITALE
Ha atteso poche ore, il tempo di consultare i suoi esperti di diritto canonico, poi ha assunto la decisione senza attendere un secondo di più: don Vitaliano Della Sala non potrà amministrare i sacramenti nè svolgere attività pastorale nel territorio della diocesi di S. Angelo dei Lombardi.
Monsignor Salvatore Nunnari, l’arcivescovo che ieri mattina si è sentito chiamare, insieme ai sindaci riuniti con il presidente del Senato Nicola Mancino, ”ladro” e ”assassino”, aveva affrontato a viso aperto il parroco di S. Angelo a Scala che, insieme ad un gruppetto di giovanissimi venuti dei centri sociali di Napoli e Benevento, aveva fatto irruzione nella sala dove aveva appena preso la parola Mancino. «Vitaliano, esci fuori, vergognati!» ha gridato Nunnari. Per tutta risposta, don Vitaliano ha rivolto al vescovo frasi ingiuriose e pesanti.
Monsignor Nunnari, ma così non rischia di passare per chi censura e persegue il dissenso?
«La Chiesa è madre e attende sempre la conversione dei suoi figli. Però c’è un momento, e credo che sia arrivato il momento, di dire: o dentro o fuori. L’istrionismo e il cattivo esempio del signor Della Sala non rientrano nella vocazione sacerdotale e nella missione della Chiesa».
Ma Monsignore, la diocesi di Montevergine da cui il parroco di S. Angelo a Scala dipende, si è guardata bene dall’intervenire in questi anni?
«L’Abate ha molta pazienza. Se fossi io il suo vescovo, l’avrei chiamato, ammonito, sospeso e poi ridotto allo stato laicale».
Vuol dire che i preti non possono criticare la ricostruzione post-terremoto?
«Intanto i sacerdoti non fanno gli istrioni, educano al dialogo e si spendono per rafforzare la comunità, non per dividerla e avvelenarla usando la criminalizzazione come metodo. Della Sala dovrebbe educare i giovani al dialogo. Da tempo è un esempio costante di maleducazione e scostumatezza».
Ma sulla ricostruzione, il giudizio non è mai stato unanime?
«Ci sono state anche le ombre ma irrompere in una assemblea e chiamare ladri e assassini chi sta ricordando le vittime e chi non ha mai taciuto di fronte a sprechi e ritardi, ce ne passa. Un prete è sempre un educatore, anche quando contesta. Mi sono spiegato?».
Sì, ma lei sospendendo ” a divinis ” don Vitaliano da una diocesi di cui il sacerdote non fa parte, lancia di proposito un segnale molto forte sia alla gerarchia ecclesiastica che alla comunità dei fedeli.
«Guardi che per me la vicenda di ieri mattina è circoscritta ad un volgare schiamazzo animato dal solito Vitaliano. Mi rendo conto che la decisione che ho adottato è destinata ad alimentare polemiche di cui nessuno sente il bisogno. Ma, come sta scritto nel Vangelo, bisogna trovare coraggio e responsabilità per dire si-si, no-no».
Quale coraggio, Monsignor Nunnari, e quale responsabilità occorrono per misurarsi con un terremoto di venti anni fa?
«Intanto non bisogna confondere, mettere insieme ciò che è accaduto in Campania e quello che ha riguardato l’Alta Irpinia. Le ombre ci sono, anche da noi, i miei predecessori ed io stesso le abbiamo denunciate, abbiamo chiesto che venissero diradate. Ma una cosa è certa: nella nostra ricostruzione, non ci sono stati arricchimenti illeciti, politici corrotti e intrusioni della criminalità. Le case, le chiese, i centri storici sono stati ricostruiti. Adesso si deve dare impulso ai processi per lo sviluppo e l’occupazione».
Condanna don Vitaliano e assolve la classe politica?
«No. Dico che l’Irpinia deve continuare ogni giorno a guadagnarsi il rispetto messo in discussione da anni di accuse e coinvolgimenti scandalistici. La gente irpina ha volori forti, non può essere offesa e criminalizzata come fa il signor Della Sala».
E i politici?
«Se la classe dirigente ha un demerito, è quello di essersi arroccata. In Alta Irpinia abbiamo grandi maestri dela politica, ma dietro di loro si intravede poco e nulla».
Nella sua lettera pastorale ha spronato i giovani a sognare il futuro per poterlo realizzare. Ma i sogni dei giovani, nel Sud, da anni muoiono all’alba.
«Credo che il futuro è già dentro di noi. Dobbiamo riprendere e sollecitare la passione sopita delle nostra gioventù. I ragazzi possono costruire la nuova società civile impegnandosi nelle istituzioni, dalla famiglia alla scuola, dal volontariato allo sport. Per essere portatori di una voce e non portaborse».
 

________________________________________________________________________________________________________________________
Il mattino, Venerdì 24 Novembre 2000

Terremoto, una scossa di polemiche

DALL’INVIATO A SANT’ANGELO DEI LOMBARDI
NICOLA BATTISTA
Silenzioso come un gatto, don Vitaliano entra nel salone del consiglio comunale riunito in seduta straordinaria e si apposta accanto a una scolaresca. Gli occhi accesi, la barba da pope di campagna nerissima e minacciosa, le mani strette nella giacca a vento. È il ventennale del terremoto, un’occasione troppo ghiotta. Il parroco barricadero è pronto a combinarne un’altra delle sue, ad inscenare una di quelle clamorose proteste che ne hanno fatto un «prete da prima pagina». Il bersaglio è davanti a lui, in campo aperto: il presidente del Senato sta tenendo il suo discorso. Per il colpo di teatro, basta attendere solo il momento giusto, e quando Nicola Mancino parla di «errori che si sarebbero potuti evitare con una maggiore solidarietà», la voce alterata di don Vitaliano Della Sala risuona nella sala con lo stesso effetto di una bomba accecante.
«Perché non parli dei soldi che avete rubato con la ricostruzione?», urla il sacerdote ribelle. In un attimo spuntano dieci o dodici giovani dei centri sociali che tentano di aprire uno striscione e «sparano» altre ingiurie contro Mancino. Dopo alcuni secondi di sconcerto, i poliziotti e i carabinieri si lanciano contro i ragazzi. Don Vitaliano viene bloccato. Il questore Gallotti si avvicina rapidamente al sacerdote, invitandolo ad andar via. Confusione, spintoni, altre grida. «Aiuto, mi stanno malmenando», strilla Don Vitaliano. Monsignor Nunnari, visibilmente alterato, intima al prete di smetterla: «Vitaliano guardami, sono il vescovo. Vitaliano esci dal salone. Vitaliano ubbidisci al vescovo».
Dopo un minuto circa di bagarre, i contestatori vengono allontanati, mentre alcuni bambini piangono e qualcuno grida: «Buffoni, ritornate nei vostri paesi». Quando torna la calma, Nunnari prende la parola: «Mi vergogno per quanto è successo, chiedo scusa a tutti. È scandaloso che un uomo di chiesa si comporti così. Mi rivolgerò al Vaticano perché prenda gli opportuni provvedimenti». Quindi, sempre più infuriato, il vescovo s’allontana.
Davanti al castello restaurato, che ha ospitato la cerimonia di commemorazione, il questore e don Vitaliano discutono a lungo. Gallotti vuole evitare che la contestazione si ripeta poco più tardi a Lioni, in occasione dell’inaugurazione del «Parco della memoria», dedicato alle vittime del terremoto. Ma tutto sarà inutile. Appena il sindaco di Lioni, Rosetta D’Amelio, si avvicina al classico nastro, i giovani dei centri sociali urlano a squarciagola: «Assassini, vergognatevi, la gente vive ancora nei prefabbricati» e riescono a srotolare il loro striscione. Si può leggere, ma solo per qualche secondo: «Terremoto infinito, affare di Stato». Poi intervengono le forze dell’ordine e, questa volta, vanno per le spicce. I ragazzi e don Vitaliano vengono trascinati via, vola pure qualche schiaffo. Nel parapiglia, si nota anche la fascia tricolore di un sindaco. Il coro di «buffoni, buffoni» è molto più forte rispetto a Sant’Angelo. Un’anziana ha le lacrime agli occhi: «Non è giusto che succedano queste cose». Imbarazzo e disagio tra le numerose autorità presenti. Nunnari è terreo e per nulla disposto a porgere l’altra guancia. La sua rabbia sfocerà in una proposta di sospensione a divinis di don Vitaliano nel territorio della diocesi di Sant’Angelo.
Il prete replicherà a muso duro: «Impugnerò questo provvedimento perché la sospensione a divinis va adottata non sulla base del mio impegno sociale, ma su dichiarazioni contrarie alla fede o alla morale ed io sinceramente penso di non aver mai fatto tali dichiarazioni».
Mancino cerca di glissare sulla contestazione, ma poi sibila: «Ognuno si esprime come meglio o peggio sa». «Il bilancio della ricostruzione - aggiunge il presidente del Senato - è largamente positivo ed è sotto gli occhi di tutti. Sul piano dello sviluppo si poteva fare di più, ma le basi sono state poste». «I sindaci irpini - dice ancora Mancino, replicando indirettamente anche all’intervista rilasciata dall’ex presidente della Repubblica e della commissione parlamentare d’inchiesta Oscar Luigi Scalfaro - hanno operato nella massima trasparenza. Parlare ancora di Irpiniagate è assurdo».
Il presidente dell giunta regionale Antonio Bassolino arriva a Lioni quando le acque si sono calmate. Nessun discorso, solo una breve dichiarazione: «La ricostruzione è fatta di luci ed ombre. A Lioni è stato compiuto un ottimo lavoro. Far finta, però, che non ci siano stati gli sprechi e le cose negative sarebbe un grave errore. Adesso bisogna completare l’opera, dando una vera casa a chi vive ancora nei prefabbricati pesanti. Sarà decisivo il ruolo della Regione che potrà sfruttare la grande chance dei fondi europei».
 

___________________________________________________________________________________________________________________

Il mattino, Venerdì 24 Novembre 2000

Terremoto, veleni sul «ventennale»
Più polemiche che riflessioni. Don Vitaliano «ruba» la scena e si fa sospendere
L’aveva annunciato, l’ha fatto. Sulle celebrazioni a Sant’Angelo dei Lombardi per il «ventennale» del sisma, «piomba» Don Vitaliano Della Sala, parroco di Sant’Angelo a Scala. Il sacerdote ha fatto irruzione nella sala del consiglio comunale di Sant’Angelo, accompagnato da alcuni giovani dei centri sociali. Ha interrotto il discorso del presidente del Senato, Nicola Mancino, pronunciando una frase assai dura, parlando di «ladri», ed ha tentato di esporre uno striscione su cui era scritto «Terremoto infinito, affare di Stato». É intervenuta la Polizia, che ha allontanato Don Vitaliano. Monsignor Nunnari, vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi, ha reagito contro il sacerdote, chiedendo scusa ai presenti a nome della Chiesa. Ed ha poi rincarato la dose, annunciando la sospensione «a divinis» per il prete «barricadero». Un provvedimento che impedirà a Don Vitaliano di celebrare i sacramenti nella diocesi altirpina (il sacerdote ha annunciato di volersi appellare). Durissimo il Vescovo Nunnari: «Questo sacerdote fa l’istrione, ed io prendo provvedimenti. Ora mi auguro che faccia lo stesso il mio collega», riferendosi evidentemente all’Abate di Montevergine, che ha competenza territoriale su Don Vitaliano. Intanto, nel pomeriggio, la manifestazione di Lioni, dove in mattinata era approdato anche il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, mentre a Conza della Campania veniva inaugurato il nuovo Centro Sismico e - nel cratere - ha girato una delegazione di Rifondazione. A Lioni si sono incontrati, in un’atmosfera di commozione, volontari e sopravvissuti al sisma. Ad Avellino (dove oggi approdano Cofferati, Monsignor Nervo e don Elvio Damoli), ieri sera, sono state ricordate le vittime del terremoto, con l’apposizione di una corona d’alloro in piazza 23 novembre. E in serata è stata celebrata una Santa Messa nel Duomo di Avellino.
 

_______________________________________________________________________________________________________

Repubblica 24/11/2000

Sospeso dal vescovo
don Vitaliano il ribelle
Il parroco ha contestato il presidente del Senato

Si sono presentati davanti al castello di Sant’Angelo dei Lombardi, dove i sindaci dei paesi vicini e il Comune erano riuniti per un consiglio aperto alla presenza del presidente del Senato Nicola Mancino. Sono saliti sul tetto di una casa e hanno allargato uno striscione: "Terremoto infinito, un affare di Stato". Una cinquantina di giovani, in gran parte beneventani, in gran parte dei Centri sociali, guidati da don Vitaliano della Sala, il parroco di Sant’Arcangelo a Scala, zona di Mercogliano, provincia di Avellino.
Poi, quando il presidente del Senato ha cominciato a parlare, don Vitaliano e una decina dei suoi sono entrati nella sala e hanno cominciato a gridare, allargando un altro striscione: «Invece di venir qui a fare chiacchiere, pensate ai soldi che avete permesso di rubare». Sono stati allontanati, mentre il vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi, tra gli invitati, gridava al prete disobbediente: «Fuori di qui, Vitaliano: sei un istrione». E il presidente Mancino, ostentando grande tranquillità, diceva: «Ognuno si esprime come sa». Ma non era finita. Nella tarda mattinata, don Vitaliano e il manipolo di giovani era a Lioni, dove si svolgeva la cerimonia organizzata dal Comune e da Legambiente a ricordo della spinta di solidarietà cui dette origine il terremoto. Nuovo striscione, nuove grida. Altro tafferuglio. Un ragazzo dei Centri sociali che sostiene di essere stato ferito.
La giornata si è conclusa male per don Vitaliano, che la gente ha respinto urlandogli «Buffone». Che i sindaci bocciano senza mezzi termini, se è vero che da Sant'Angelo, Teora, Torella, Caposele e Nusco è una sola voce: «E’ stata una manifestazione propagandistica e incivile organizzata per alimentare la stagione dei veleni e della criminalizzazione delle comunità già vittime del terremoto». E che infine il vescovo di Sant’Angelo, Salvatore Nunnari, ha sospeso a divinis dal territorio della sua diocesi: «Il signor Vitaliano dice dovrebbe educare i giovani al dialogo e non alla scostumatezza».
(eleonora bertolotto)