Palestina Articolo 18 e diritti Argentina Link Home e-mail

CONTRO IL G8

APPELLO DEL NETWORK PER I DIRITTI GLOBALI

A Genova dal 20 al 22 luglio si riunirà il G8. I capi di stato e di governo degli 8 paesi più' industrializzati del mondo si troveranno nel capoluogo ligure per imporre le loro decisioni sulle teste di un'umanità' che, secondo i loro progetti, dovrebbe subire con passività', rassegnazione o, persino con gioiosa accettazione, i diktat dei potenti in nome del profitto e dell'accumulazione capitalistica.

Dietro la mistificatoria propaganda che vorrebbe finita ogni ideologia e soprattutto ogni possibilista' di alternativa al sistema sociale presente, si nasconde in realtà' una delle epoche ideologiche piu' totalitarie che siano mai esistite: il capitalismo, nella sua estensione quasi mondiale, si presenta come il migliore ed unico mondo possibile.

Un mondo che costringe alla fame interi continenti, dove le guerre diventano "umanitarie", dove anche nei paesi cosiddetti avanzati centinaia di milioni di persone vivono un?esistenza sempre più' precaria, dove si internano nei lager migranti colpevoli solo di essere tali, dove si devasta l'ambiente e si avvelena cio' che quotidianamente mangiamo.

Ma se così' e', la semplice denuncia e il lamento non bastano. I movimenti e le lotte che quotidianamente si oppongono ai tiranni della terra e che vedono in piazza milioni di uomini e di donne dimostrano con forza che un altro mondo è possibile.

Anche noi andremo a dirlo a Genova a partire da questi tre terreni di lotta che ci vedono impegnati nei nostri territori:

il lavoro, per il diritto al reddito lavoro/non lavoro, contro le vecchie e nuove forme di sfruttamento, la flessibilità' imposta e la precarizzazione;

l'immigrazione, per la libertà di circolazione e la parificazione dei diritti per tutti/e

l'ambiente, contro la devastazione e l'inquinamento dei territori, dell'acqua, dell'aria e degli alimenti, contro i brevetti delle forme di vita e le manipolazioni genetiche a beneficio delle multinazionali.

A questi terreni di lotta va aggiunto il contrasto alla guerra, che dopo il Golfo e l'aggressione NATO ai Balcani e' divenuta lo strumento abituale del Capitalismo nella risoluzione delle controversie internazionali. L'avvento di Bush sta già' scatenando nel mondo proteste le più' diffuse, per via del riarmo convenzionale e stellare, per la neo-guerra fredda alla Cina, l'impulso dato alla devastazione dell'ecosistema con il ritorno al nucleare, al carbone e a tecnologie le più' inquinanti. La sua presenza dominante al G8, sta imponendo la militarizzazione di Genova e la probabile chiusura delle frontiere nel tentativo di impedire la contestazione di massa.

Per questo crediamo possibile e necessario costruire una grande mobilitazione a partire dalla realizzazione di una rete di tutte le realtà' antagoniste e autorganizzate, con tutte le diverse espressioni di un movimento nazionale e internazionale che ha nell'anticapitalismo il proprio minimo comune denominatore.

Per la costruzione dal basso di una reale e radicale alternativa allo stato di cose presente, rifiutando la subalternita' all'illusoria alternanza fra differenti forme, di destra o di "sinistra", di gestione dello stesso sistema sociale.

Spetta a noi fare in modo che la mobilitazione contro il G8, dal punto di vista antagonista e delle lotte, sia legata a un filo rosso di continuità con le grosse manifestazioni che, da Seattle a Praga, da Nizza a Quebec City, hanno riempito di inquietanti fantasmi i fino ad allora relativamente tranquilli incontri dei signori del globo. In particolare, in Italia, la mobilitazione di Napoli contro il terzo Global Forum ha rappresentato un momento importante per il movimento contro la globalizzazione capitalistica; ha saputo, attraverso una capillare preparazione e il radicamento in una situazione sociale di conflittualità' diffusa, portare in piazza 40.000 persone, riuscendo a coniugare la costruzione di un appuntamento di massa, la radicalità dei contenuti e l?incisività' delle forme di lotta. Da Palermo a Napoli, disoccupati e precari autorganizzati del "Sud Ribelle" parteciperanno con forza alle mobilitazioni genovesi contro il G8 e, insieme ai senza lavoro di tutta Europa, rivendicheranno di fronte ai padroni del mondo il diritto al reddito o al salario garantito.

Dopo il marzo napoletano, in vista del G8, e' quindi importante rafforzare un livello di dibattito permanente e di coordinamento tra le varie realtà.

Come centro sociale "La skoletta", abbiamo aderito al Network, poiché' ne condividiamo sia l'analisi politica sia lo spirito unitario sotteso al progetto di aggregazione delle diverse realtà' antagoniste presenti a livello nazionale.

Riteniamo inoltre che le contraddizioni messe in luce nel documento siano ravvisabili, specificamente, anche nel nostro territorio. Infatti, un serio approfondimento delle stesse problematiche concernenti il lavoro, l'immigrazione e l'ambiente mostrano nella realtà' umbra come la globalizzazione non sia così' lontana dalla nostra quotidianità', ma abbia concrete e preoccupanti implicazioni.

ADESIONE DELLA SKOLETTA

Anche in Umbria la precarizzazione del mondo del lavoro si manifesta nella mancanza di tutela a cui sono soggetti i lavoratori interinali, in balia delle sempre più' numerose agenzie di lavoro temporaneo presenti soprattutto nella città' di Perugia. Un altro canale di sfruttamento dei lavoratori e' sicuramente quello costituito dalle cooperative, nelle quali, seppure siano organizzate in modo diverso l'una dall'altra, si possono comunque rilevare varie forme di sfruttamento all'insegna della flessibilità' e dei bassi salari. Una grande importanza assume, purtroppo, nella nostra regione il problema dell'elevato numero di incidenti sul lavoro, che vede l'Umbria ai primi posti nel bollettino di guerra nazionale.

Direttamente coinvolti nello sfruttamento della manodopera sono, in Umbria come nel resto d'Italia, i lavoratori immigrati, costretti ai pesanti lavori in edilizia o in agricoltura (si pensi soprattutto agli stagionali impiegati nella raccolta di tabacco nell'Alta valtiberina), o, come sta accadendo sempre più' frequentemente, sfruttati nell'ambito dell'assistenza agli anziani mediante orari di lavoro insostenibili e paghe da fame. Non e' certo irrilevante, inoltre, il problema del lavoro sommerso che vede nell'immigrato il lavoratore ideale in quanto ancor più' ricattabile rispetto al proletario italiano.

Per non parlare poi dello sfruttamento della merce umana che e' costretta a prostituirsi agli angoli della nostra città': un vantaggio di scelta di varietà' etnica per i clienti perugini ed economico per le grandi multinazionali della criminalità'. Tra l'altro, i benpensanti di questa borghese città piangono lacrime di coccodrillo sapendo che sono schiave costrette alla prostituzione, ma in realtà' l?unica cosa che a loro interessa e' che siano invisibili, lontane dalle loro case.

In Umbria, "Cuore Verde d'Italia", la contraddizione ambientale si presenta con una doppia faccia: infatti se da un lato vengono approvati progetti di biodiversitr e tutela ambientale (valorizzazione dei prodotti tipici, agricoltura biologica e diversa gestione dei rifiuti), dall'altro il grosso delle attività agricolo-zootecniche (tabacco, mais, porcilaie fortemente inquinanti e rischiose per la salute dei lavoratori) non sono minimamente messe in discussione per non intaccare gli interessi dei potentati locali. La gestione delle acque del lago Trasimeno utilizzate per coltivazioni ad alti imput energetici e nei molteplici servizi turistici, le centrali di Pietrafitta e Bastardo, e l'inquinamento elettromagnetico delle antenne di Monte Malbe, Colle Strada e Ponte San Giovanni sono solo degli esempi di come in realtà, per massimizzare i profitti, il capitalismo non si ferma davanti a nulla e non può bastare una "legislazione verde" (anti elettrosmog, anti ogm ecc.) a garantire la salute per tutti e tutte.


 

UNIAMO LE NOSTRE FORZE PER UN?OPPOSIZIONE ANTICAPITALISTA

CONTRO LA GLOBALIZZAZIONE

E CONTRO I PADRONI DELLA TERRA

CHE DECIDONO IL NOSTRO DESTINO

TUTTI A GENOVA A

DIFENDERE DIRETTAMENTE I NOSTRI DIRITTI