COORDINAMENTO NAZIONALE TELEFONO VIOLA
In
Italia, da oltre tre anni, è stata avviata un'iniziativa pressoché
unica al mondo: un servizio telefonico pubblico d'ascolto e d'assistenza
rivolto alla cittadinanza, denominato Telefono Viola.
Tale servizio è offerto da volontari di diverse età e di
differenti interessi: studenti, ricercatori, operatori del settore sociale
e sanitario, con l'appoggio di alcuni medici, psicologi, avvocati. Tutti,
comunque, sensibili alle questioni poste dalle tematiche inerenti la psichiatria
e il disagio psichico e sociale spesso all'origine di molte difficili situazioni
in tale ambito. Gli operatori del Telefono Viola lavorano in modo assolutamente
volontario e al di fuori di qualunque modalità precostituita di
sapere o di competenza professionale, mantenendosi tuttavia sempre attentissimi
all'aspetto dei diritti civili.
Il servizio si pone essenzialmente come forma di tutela da qualsiasi tipo
di abuso, inteso anche come cattivo uso, posto in essere dalla psichiatria,
da operatori sanitari e sociali di qualunque livello e ruolo, e anche da
singoli individui, familiari, conoscenti, vicini, che intraprendano azioni
coattive e limitative della liberti e della dignità di altri richiamandosi,
per cultura o per pregiudizio, ai principi coercitivi della pratica psichiatrica.
Siamo convinti, con Thomas
Szasz, che, nell'esistenza di ciascuno, niente possa giustificare l'annichilimento
e la coercizione dell'individuo, a maggior ragione se queste azioni vengono
applicate come cura.
La psichiatria, attraverso trattamenti talvolta intesi come salvifici,
altra volte francamente ed esplicitamente coattivi, ha finito con lo svolgere,
attraverso i secoli, una funzione anche e soprattutto di controllo sociale.
L' utente della psichiatria è una persona che, sovente, è
stata sacrificata per l'equilibrio della famiglia, del luogo di lavoro,
del contesto culturale della comunità in cui vive e opera. Il prezzo
di questo sacrificio non è stato rappresentato, come creduto dai
più, dalla malattia mentale in sè ma, piuttosto, dalla cura
stessa.
Generalmente, chi si trova ricoverato in manicomio,
o in istituiti sostitutivi, come sta avvenendo in molte parti del mondo,
o nei manicomi
criminali, definiti oggi, in Italia, Ospedali Psichiatrico Giudiziari,
non ha infranto la legge, ma viene rinchiuso perché considerato
affetto da una cosiddetta malattia mentale grave, e soprattutto i suoi
comportamenti sono giudicati inammissibili dalla morale corrente, dal pregiudizio
e dal cosiddetto senso comune.
A ben poco serve attaccare il manicomio e l'istituzione psichiatrica, scrive Giorgio Antonucci, se non si porta un attacco radicale allo stesso giudizio psichiatrico che ne è alla base, mostrandone l'insussistenza scientifica. Finchè non sarà abolito il giudizio psichiatrico come tale, la realtà della segregazione continuerà a manifestarsi dentro e fuori le pareti dei manicomi e di qualunque altra istituzione segregativa, anche nelle parole e nelle scelte della gente.
Noi crediamo che vada dunque salvaguardato e promosso il senso di responsabilità di ciascuno, nei riguardi delle proprie azioni, dunque di se stesso, e nei confronti dell'altro, e che le pratiche psichiatriche attuali, soprattutto attraverso la somministrazione massiccia e spesso incondizionata di psicofarmaci, vadano, viceversa, in una direzione assolutamente opposta.
L'iniziativa di Telefono Viola si esplica attraverso l'ascolto telefonico
e il ricevimento nelle sue sedi di chiunque desideri parlare del suo disagio
e dei suoi problemi o testimoniare di casi, che lo riguardino direttamente
o di cui sia venuto a conoscenza, inerenti abusi che risultino conseguenza
diretta o indiretta delle pratiche psichiatriche.
Essa offre, secondo le modalità del counseling anglosassone,
informazioni utili sui diritti della persona nei confronti dell'autorità
e dell'istituzione sanitaria, sull'azione e sugli effetti collaterali degli
psicofarmaci, tratti dai Repertori Farmaceutici ufficiali, e sull'utilizzo
più ragionato di questi e di qualunque altra forma di terapia psichiatrica.
Si propone inoltre di raccogliere denunce di abusi riguardanti in modo
particolare casi di Trattamento
Sanitario Obbligatorio, di elettroshock,
di facili prescrizioni di terapie psicofarmacologiche
e di attribuzione giuridica a cittadini della condizione d'incapacità
d'intendere e di volere e d'interdizione, ritenendole vere e proprie forme
moderne di morte civile. Si propone, più in generale, di promuovere
la cultura della tolleranza e del rispetto dei diritti individuali fondamentali,
di mettere in discussione i pregiudizi, in particolare quelli sulla presunta
diversità dell'altro, e di opporsi a qualunque pratica che faciliti
la coercizione della volontà e sia contraria alla dignità
della persona.
Oggi il Telefono Viola, in Italia, è presente a Roma, Milano,
Bologna,
Genova,
Napoli, Catania, Formia.
e dal marzo '97 anche a Bari
A Tradate (VA) è attivo un gruppo di iniziativa non-psichiatrica.
Ciascun Telefono funziona associativamente in modo autonomo, con una propria
sede, un proprio statuto, un proprio logo, proprie fonti di finanziamento,
che attualmente sono costituite prevalentemente da autofinanziamento,
e con modi peculiari di rapportarsi alle Istituzioni locali di ciascuna
città.