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Da "Umanità Nova" n. 36 del 22/11/98

Io, l'invasore

Purtroppo sono stato scoperto! Mi stavo preparando, ho preso tutte le precauzioni possibili: fare attenzione al telefono, non parlarne in automobile (ormai diventate come i telefoni), frasi convenzionali, accordi presi nel buio di una stanza, cambiare continuamente gli orari di rientro ed uscita da casa e tutte le altre che potessi immaginare. Non è servito a nulla.

Non è stato, ovviamente, merito dei servizi segreti, che, tranne mettere qualche bomba, in Italia non hanno mai concluso un granché. Neanche dei Carabinieri, ottimi protagonisti di barzellette, della Guardia di Finanza (avrei messo tutto a tacere con la consueta mazzetta), della Polizia, della Guardia Forestale o dei Vigili Urbani.

È stato un vescovo, Monsignor Maggiolini di Como, che ha capito tutto e per evitare possibili ritorsioni, l'ha subito dichiarato ai giornali: "Gli immigrati ci invaderanno facendo più bambini e diffondendo l'intolleranza religiosa".

Io e la mia compagna, cittadina jugoslava, avevamo studiato tutto con la massima cura. Avremmo invaso l'Italia. Non ci avevano preoccupato per nulla i richiami del Papa per fare più figli, il Papa (come del resto Bossi), si sa, ha il solito difetto di chi parla tanto di sesso: in genere ne fa poco (come insegnano fin dalle elementari).

Non si può neanche screditare dicendo che come motivazioni non sono nuove, in tempi recenti sono state usate dai nazionalisti azeri contro la popolazione di maggioranza armena (80%) del Nagorno-Karabach, che per questo hanno scatenato una guerra, da Milosevic, in Serbia, per ribadire lo storico diritto che ha sul Kossovo a maggioranza albanese (90%), dai lealisti protestanti contro gli unionisti cattolici in Irlanda del nord, dai naziskin tedeschi contro gli immigrati curdi.

Non si può screditare perché l'ha capito veramente, infatti ha anche minacciato: "Dobbiamo ricevere gli altri con la nostra fisionomia cristiana". Evocando inquisizioni, torture, roghi ed esecuzioni.

Né si può dire che su questo i vescovi non devono intervenire: la legge italiana prevede che per la concessione della cittadinanza ad uno straniero, si chieda anche il parere ad un prete (anche se uno è sposato, magari in Comune, o risiede in Italia da più di 10 anni).

Non si può trattare. L'ha specificato lui stesso: "Basta gargarismi sul dialogo".

No, è inutile piangersi addosso. Come sempre, quando le cose vanno male, se uno non si vuol far prendere dalla depressione deve vedere gli aspetti positivi.

Il primo aspetto positivo è che gli altri vescovi non gli hanno dato troppo ascolto. Erano troppo impegnati a preoccuparsi della possibile riduzione del numero delle persone che scelgono la chiesa nei contributi dell'otto per mille, visto che qualche anima pia che glieli versava avrebbe potuto chiedersi dove aveva preso i due miliardi di "fondi personali" il Cardinal Giordano per farli prestare ad usura dal fratello. E poi questa storia di Giordano aveva resuscitato l'altra inchiesta su di lui, quella per il cambiamento di destinazione d'uso di 200 chiese della sua diocesi, affittate come bische, palestre ed altro, da cui si era difeso invocando l'extraterritorialità dei beni ecclesiastici e la possibile violazione del concordato anche allora.

L'altro aspetto positivo è che i giornali non gli hanno dato eccessivo risalto, non hanno capito il nostro piano, non ancora.

Fine degli aspetti positivi. Non assumete quegli atteggiamenti pietistici con le solite frasi consolatorie della miseria tipo "È meglio un uovo oggi di una gallina domani", beh, andatelo a chiedere a un gallo!

Francesco Fricche



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