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Da "Umanità Nova" n.02 del 21 gennaio 2001

Alta velocità
Un treno carico di... miliardi e devastazioni

È decisamente difficile riuscire a fare un sunto per lo meno storico-logico del progetto T.A.V. a livello nazionale.

Questo breve articolo volendo potrà essere lo spunto iniziale per far entrare la mente nel contesto politico delle iniziative che si sono svolte in passato e che questo mese vedranno tornare in piazza abitanti e lavoratori in particolare della Val Susa. Speriamo di approfondire prossimamente tutti gli argomenti sulle pagine di questo giornale.

I territori "investiti" dal progetto delle nuove linee veloci, e che subiranno da parte dell'azienda TAV una rifisionomizzazione, sono quelli di Napoli, Firenze, Bologna, Roma, Milano, Torino, Genova e Verona. Il progetto prevede la completa riorganizzazione del sistema di trasporto urbano con la trasformazione delle stazioni urbane in centri commerciali, la ricucitura e il recupero delle aree degradate (nemmeno troppo sottintesa vi è una finalità di aggressione dei territori che attualmente sfuggono al controllo economico-politico).

Il cuore del progetto nazionale ha come finalità di massima:

- tre linee principali: la dorsale Milano-Napoli, la traversale Torino-Milano-Venezia, il Terzo Valico (collegamento Milano-pianura padana)

- la riorganizzazione di tutti i nodi urbani

- l'aumento della capacità di tutto il sistema ferroviario

La Tav spa, nata nel '91e proprietà dal '98 delle FS, ha in mano l'intero progetto per la realizzazione delle linee veloci: è infatti l'unica committente e responsabile del progetto, oltreché amministratrice finanziaria unica.

La Tav parte con 100 miliardi di capitale sociale, li porta a 400 nel giugno del '96 grazie all'ingresso di 16 istituti di credito locali; dopo la verifica parlamentare durata dal dicembre '96 al febbraio '97 per mano del ministro Burlando vi è la variazione della mission: da Alta Velocità ad Alta Capacità. L'operazione finanziaria-burla dell'acquisizione di nuovi soci ha termine a fine '97 quando le FS rendono pubblica la scalata con l'acquisto delle quote private (il 57% del capitale totale). Non passa neppure un mese e la banca europea offre un finanziamento "privilegiato" di 700 miliardi alla Tav.

Questi ultimi passaggi sono contemporanei alla stipulazione dei più importanti accordi con gli enti centrali e locali, con le associazioni corporative che tutelano gli espropri per i proprietari. Nello stesso periodo comincia la contestazione in Val Susa.

Nel frattempo numerose "conferenze dei servizi" e "accordi procedimentali": i nomi ricorrenti in tutte le regioni colpite sono ENI; IRI e FIAT o meglio tutti i General Contrattor a loro collegati COCIV, IRICAV, CAVET, CEPAV UNO E ITALFERR.

La cronistoria è limitata a quelli che, secondo noi, sono i nodi cruciali del percorso dell'Alta Velocità in Italia, e che oggi si lega pericolosamente con l'intero Piano Regolatore torinese e, a media scadenza, con le Olimpiadi Torino 2006.

Infatti le Olimpiadi porteranno migliaia di miliardi di finanziamenti speciali, che serviranno alla ristrutturazione della provincia torinese e a coprire i buchi finanziari di tutti i progetti come T.A.V.

Coinvolgiamo così nelle nostre considerazioni TORINO 2006, vetrina mondiale per la città, perché condurrà tempi e modi di molte operazioni finanziarie e edilizie nei nostri territori, a partire dai tratti più importati dell'Alta Velocità che dovranno concludersi entro il via delle gare.

Le costruzioni che copriranno la spina centrale, la metropolitana girata e rivoltata secondo i voleri del Politecnico, portavoce della maggiore finanziatrice privata, la FIAT, la zona degli ex-mercati generali che vedrà nascere una mega-cittadella per le olimpiadi poi gestita dall'Università, l'albergo di 3000 m2 che sorgerà in collina da sempre vincolata contro le costruzioni, la rivoluzione (appaltata a ITALFERR) di Porta Susa che, nel divenire la prima stazione di Torino, sarà spostata verso C.so Bolzano e sarà il passaggio per l'Alta Velocità, la metro e vedrà la costruzione di un albergo di 30 piani sopra i binari quasi all'angolo con C.so Vittorio... ma la lista potrebbe essere infinita.

Pochi i dati, ma abbastanza per intuire cosa gira e girerà intorno questo grande pozzo d'oro che sono i trasporti in Italia; ci sarà pure qualche buono motivo perché i due candidati premier hanno nel loro programma elettorale tra le opere più importanti da concludere l'Alta Velocità!?

A voi tutti l'invito a pensarci e a partecipare alle future iniziative.

Alla prossima puntata.

Gruppo Zone di Conflitto (To)

il testo qui pubblicato è estratto e rielaborato dal documento di approfondimento antiTAV del gruppo



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