unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.28 del 5 agosto 2001

Vetriolo

Sono andato a Genova, sapendo che non sarebbe stato un viaggio di piacere ma, possibilmente una guerra annunciata.

Sulla nave che da Palermo porta a Genova, ho incontrato i reparti mobili della polizia di stato, di Palermo e Catania. Volti tesi finta allegria, consapevolezza, che ancora una volta sarebbero stati loro i carnefici, di giochi politici decisi da altri, sulla nostra e la loro pelle.

Qualcuno di loro mi riconosce e, mi viene a parlare con molto imbarazzo e poca voglia di sdrammatizzare l'evento, io indifferente mi lascio scivolare le loro parole "amichevoli", che preannunciavano i tristi scenari genovesi.

Sbarcato a Genova, vedo una città deserta, popolata da una moltitudine di servi volontari in divisa.

Una città vuota sta a significare una sconfitta per il movimento. Si è preferita la logica della spettacolarizzazione e quella dei contenuti.

Le continue provocazioni degli apparati repressivi e mass-mediatici, sono stati il preludio a quello che sarebbe successo il 20 e il 21. Chi voleva portare la radicalità dei contenuti è stato schiacciato dalla logica dell'egemonia e dal terrorismo dello stato. Coloro che all'interno del GSF, del Network per i diritti globali, delle tute bianche e Rifondazine Comunista, parlano di violenza di alcuni settori della piazza, prima di parlare dovrebbero lavarsi la bocca con il vetriolo; costoro, artefici dell'opposizione spettacolo e della violenza di piazza concertata e concessa dalle istituzioni hanno mandato allo sbaraglio diverse migliaia di loro compagne e compagni. Memori della lezione di Napoli, pensavano forse che a Genova potevano continuare i loro giochi di egemonia.

Tutto questo non c'è stato perché il potere criminale globale, aveva deciso che a Genova avrebbe stroncato una volta e per tutte il movimento antiglobalizzazione. Carlo Giuliani e i tanti massacrati stanno a dimostrare che la globalizzazione non ammette critica alcuna.

Le giornate di Genova devono servire da insegnamento nel superare la logica delle scadenze, della "presa del palazzo d'Inverno" e, far capire che il cambiamento può avvenire solamente a partire dal radicamento nelle realtà locali, senza essere carne da macello per nessun professionista del terrorismo di stato o dell'antagonismo nostrano: chi vuole capire capisca.

V.I.T.R.I.O.L.U.M.

Palermo 28/07/2001



Contenuti UNa storia in edicola archivio comunicati a-links


Redazione: fat@inrete.it Web: uenne@ecn.org