Umanità Nova, n.23 del 14 giugno 2009, anno 89

Il movimento sotto attacco


La notte del 22 maggio una bomba esplode nello zaino di Mauricio Morales nelle vicinanze della scuola di polizia di Santiago. Questa con tutta probabilità era l'obiettivo dell'azione conclusasi tragicamente. "Punky Mauri" aveva 27 anni, era un compagno concosciuto nell'ambiente libertario di Santiago: in modo scherzoso amava definirsi apirante anarquista.  
Sin dal giorno dopo si scatena la repressione contro l'area anarchica e diversi circoli e case occupate sono perquisite. Nel tentativo di difesa del centro "Sacco e Vanzetti" vengono arrestate dieci persone per avere opposto resistenza alla polizia.
A metà giornata la policia de investigación (PDI) irrompe nella casa e centro di studi sociali "La Idea" sfondando la porta e facendo sfoggio di tutto il proprio apparato di guerra, compreso un elicottero.
Costringono faccia al muro gli occupanti; alzano a forza quelli che sono ancora nelle stanze e li identificano, mentre la casa si riempie di poliziotti in borghese, molti dei quali con borse nere prelevano varie cose, mentre altri distruggono le stanze scavando nel pavimento.
Solo dopo un po' i poliziotti fanno voltare i compagni e cominciano a fare domande riguardo a dei composti chimici che dicono di avere trovato in posti via via diversi: prima in serigrafia, poi in cucina, in camera da letto e infine in sala prove.
Gli occupanti ripetono che non sanno di cosa stanno parlando e ripetono più volte che la casa svolge le sue attività culturali e sociali pubblicamente e in maniera assembleare, che è continuamente frequentata da bambini e che di certo non vi si fabbricano delle bombe! In quanto anarchici sono inoltre ben consapevoli di essere sotto stretta sorveglianza.
Dopo cinque ore vengono portati in commissariato, costretti a firmare una dichiarazione e rilasciati. Tre compagni argentini hanno invece l'obbligo di firma, in quanto stranieri. Dalla casa vengono prelevati due computer, macchine fotografiche, materiale stampato e, ovviamente, del denaro.
Nel frattempo la stampa accorre alla casa e trasforma l'irruzione nella notizia del giorno. Secondo il copione dello show mediatico, le televisioni e i giornali si scatenano nel dire che Mauricio Morales aveva abitato nella casa, mentre è risaputo che, come molte altre persone, partecipava alle attività pubblica del posto.
Pochi giorni dopo, fonti di polizia danno la notizia dell'arresto di Cristián Carcamo de "La Idea": è accusato di avere procurato esplosivo per attentati; secondo alcuni media Carcamo aveva lavorato per una compagnia mineraria e avrebbe precedenti.
"La Tercera", uno dei principali quotidiani del paese, titola: Detienen a okupa que robo explosivos para hacer bombas desde mina.
Come si noterà, rispetto alla versione iniziale, la polizia e di seguito la stampa hanno cambiato le carte in tavola: prima nella casa sarebbero stati trovati elementi chimici, dopo pochi giorni si parla invece di esplosivo. Si comunica inoltre che ci sarebbero quattro mandati di cattura da eseguire e una ventina di sospettati.
Appare subito chiaro che l'arresto di Carcamo, in quanto "complice" di Mauricio, è basato su semplici indizi.
Non solo: la questione ha tutta l'aria di essere una montatura senza nessuna prova specifica.  Infatti, ammesso e non concesso che sia stato effettivamente trovato dell'esplosivo, nulla esclude che, come già accaduto in passato, e secondo consuetudine della polizia cilena, questo sia stato introdotto dalla stessa polizia, magari proprio quando gli occupanti erano costretti faccia al muro.
Ricordiamoci che gli investigadori hanno cambiato più volte versione: sia riguardo al luogo di ritrovamento delle sostanze, sia sulla natura di queste: i prodotti chimici nel corso dei giorni si trasformano in esplosivo, forse proprio per creare un legame con il contenuto dello zaino di Mauricio, dell'esplosivo appunto.  
La montatura a quel punto deve veramente essere troppo palese, tanto che Carcamo viene liberato, pur sotto misure cautelari.
Ciononostante la polizia ha modo di sottolineare alla stampa che stava seguendo Morales da tempo.
Difficile dire se ciò corrisponda a verità. Se così fosse ne conseguirebbero però due considerazioni: o la polizia è stata incapace di prevenire l'accaduto, oppure ha deciso di lasciare agire Morales con l'intenzione di far venire a galla la sua rete di contatti e di scatenare la repressione contro il movimento anarchico.  
Una situazione tragica e di difficile comprensione, in cui è necessaria la massima vigilanza: non è inutile sottolineare che le forze di polizia e l'esercito hanno dalla loro anni di esperienza di criminalizzazione delle opposizioni e non si fanno di certo scrupoli ad utilizzare tutte quelle tecniche repressive sperimentate con il regime di Pinochet.
Dopo il funerale blindato di Mauricio, si temono ulteriori arresti e una più vasta opera repressiva contro l'opposizione sociale. I compagni cileni, che sono attivi in molteplici attività di agitazione sociale, nel campo dell'educazione, sindacale, di difesa della minoranza mapuche, ben conoscono la ferocia dello stato e chiamano alla solidarietà internazionale perchè si moltiplichi la resistenza a questo pesante attacco poliziesco.
A questo riguardo, l'opera di repressione dei movimenti sociali e in particolare dei militanti mapuche che resistono all'espropriazione dei propri territori è stata denunciata con un presidio organizzato la scorsa settimana in occasione della visita di Michelle Bachelet a Parigi da un gruppo di profughi cileni.

Fonti:
hommodollars.org
http://www.feluchile.blogspot.com/
http://correomilitante.entodaspartes.net/
latercera.com
http://www.dailymotion.com/santiagosur/video/15910523

A. Soto

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