La notte del 22 maggio una bomba esplode nello zaino di Mauricio
Morales nelle vicinanze della scuola di polizia di Santiago. Questa con
tutta probabilità era l'obiettivo dell'azione conclusasi
tragicamente. "Punky Mauri" aveva 27 anni, era un compagno concosciuto
nell'ambiente libertario di Santiago: in modo scherzoso amava definirsi
apirante anarquista.
Sin dal giorno dopo si scatena la repressione contro l'area anarchica e
diversi circoli e case occupate sono perquisite. Nel tentativo di
difesa del centro "Sacco e Vanzetti" vengono arrestate dieci persone
per avere opposto resistenza alla polizia.
A metà giornata la policia de investigación (PDI) irrompe
nella casa e centro di studi sociali "La Idea" sfondando la porta e
facendo sfoggio di tutto il proprio apparato di guerra, compreso un
elicottero.
Costringono faccia al muro gli occupanti; alzano a forza quelli che
sono ancora nelle stanze e li identificano, mentre la casa si riempie
di poliziotti in borghese, molti dei quali con borse nere prelevano
varie cose, mentre altri distruggono le stanze scavando nel pavimento.
Solo dopo un po' i poliziotti fanno voltare i compagni e cominciano a
fare domande riguardo a dei composti chimici che dicono di avere
trovato in posti via via diversi: prima in serigrafia, poi in cucina,
in camera da letto e infine in sala prove.
Gli occupanti ripetono che non sanno di cosa stanno parlando e ripetono
più volte che la casa svolge le sue attività culturali e
sociali pubblicamente e in maniera assembleare, che è
continuamente frequentata da bambini e che di certo non vi si
fabbricano delle bombe! In quanto anarchici sono inoltre ben
consapevoli di essere sotto stretta sorveglianza.
Dopo cinque ore vengono portati in commissariato, costretti a firmare
una dichiarazione e rilasciati. Tre compagni argentini hanno invece
l'obbligo di firma, in quanto stranieri. Dalla casa vengono prelevati
due computer, macchine fotografiche, materiale stampato e, ovviamente,
del denaro.
Nel frattempo la stampa accorre alla casa e trasforma l'irruzione nella
notizia del giorno. Secondo il copione dello show mediatico, le
televisioni e i giornali si scatenano nel dire che Mauricio Morales
aveva abitato nella casa, mentre è risaputo che, come molte
altre persone, partecipava alle attività pubblica del posto.
Pochi giorni dopo, fonti di polizia danno la notizia dell'arresto di
Cristián Carcamo de "La Idea": è accusato di avere
procurato esplosivo per attentati; secondo alcuni media Carcamo aveva
lavorato per una compagnia mineraria e avrebbe precedenti.
"La Tercera", uno dei principali quotidiani del paese, titola: Detienen
a okupa que robo explosivos para hacer bombas desde mina.
Come si noterà, rispetto alla versione iniziale, la polizia e di
seguito la stampa hanno cambiato le carte in tavola: prima nella casa
sarebbero stati trovati elementi chimici, dopo pochi giorni si parla
invece di esplosivo. Si comunica inoltre che ci sarebbero quattro
mandati di cattura da eseguire e una ventina di sospettati.
Appare subito chiaro che l'arresto di Carcamo, in quanto "complice" di Mauricio, è basato su semplici indizi.
Non solo: la questione ha tutta l'aria di essere una montatura senza
nessuna prova specifica. Infatti, ammesso e non concesso che sia
stato effettivamente trovato dell'esplosivo, nulla esclude che, come
già accaduto in passato, e secondo consuetudine della polizia
cilena, questo sia stato introdotto dalla stessa polizia, magari
proprio quando gli occupanti erano costretti faccia al muro.
Ricordiamoci che gli investigadori hanno cambiato più volte
versione: sia riguardo al luogo di ritrovamento delle sostanze, sia
sulla natura di queste: i prodotti chimici nel corso dei giorni si
trasformano in esplosivo, forse proprio per creare un legame con il
contenuto dello zaino di Mauricio, dell'esplosivo appunto.
La montatura a quel punto deve veramente essere troppo palese, tanto che Carcamo viene liberato, pur sotto misure cautelari.
Ciononostante la polizia ha modo di sottolineare alla stampa che stava seguendo Morales da tempo.
Difficile dire se ciò corrisponda a verità. Se
così fosse ne conseguirebbero però due considerazioni: o
la polizia è stata incapace di prevenire l'accaduto, oppure ha
deciso di lasciare agire Morales con l'intenzione di far venire a galla
la sua rete di contatti e di scatenare la repressione contro il
movimento anarchico.
Una situazione tragica e di difficile comprensione, in cui è
necessaria la massima vigilanza: non è inutile sottolineare che
le forze di polizia e l'esercito hanno dalla loro anni di esperienza di
criminalizzazione delle opposizioni e non si fanno di certo scrupoli ad
utilizzare tutte quelle tecniche repressive sperimentate con il regime
di Pinochet.
Dopo il funerale blindato di Mauricio, si temono ulteriori arresti e
una più vasta opera repressiva contro l'opposizione sociale. I
compagni cileni, che sono attivi in molteplici attività di
agitazione sociale, nel campo dell'educazione, sindacale, di difesa
della minoranza mapuche, ben conoscono la ferocia dello stato e
chiamano alla solidarietà internazionale perchè si
moltiplichi la resistenza a questo pesante attacco poliziesco.
A questo riguardo, l'opera di repressione dei movimenti sociali e in
particolare dei militanti mapuche che resistono all'espropriazione dei
propri territori è stata denunciata con un presidio organizzato
la scorsa settimana in occasione della visita di Michelle Bachelet a
Parigi da un gruppo di profughi cileni.
Fonti:
hommodollars.org
http://www.feluchile.blogspot.com/
http://correomilitante.entodaspartes.net/
latercera.com
http://www.dailymotion.com/santiagosur/video/15910523
A. Soto