Farsi candidi come volpi e astuti come colombe. Confondere
le piste, le identità. Avvelenare i pozzi.
F.Fortini
A Perugia, la politica si è identificata tout-court con l'economia, vale a dire
con il profitto, e conseguentemente ha conferito significato, agli spazi e ai
tempi sociali, solo in relazione al valore che assumono o possono assumere nei
processi di creazione-accumulazione di ricchezza privata.
L'amministrazione comunale ha assunto un ruolo di mero supporto dell'impresa
(sia essa culturale, vedi università, o commerciale vedi centro storico o ipermercati)
e orienta l'ambito della riproduzione sociale (istruzione, sanità, servizi ecologici,
abitazione, comunicazione, ecc.) direttamente in funzione della razionalità
economica e di mercato.
Altro che città della pace, multiculturale e multirazziale, qui si distrugge,
svuotandola di significato dall'interno, l'idea stessa di città come luogo d'incontro,
di mescolamento positivo di diversità e culture; si favorisce la frammentazione-separazione
dei cittadini per microcomunità omogenee in base a reddito, situazione abitativa,
linee etniche ecc.
L'ottimizzazione e la circolazione di merci, denaro e turisti, rappresenta oggi
l'unico criterio di definizione dell'assetto estetico e strutturale della città.
Perugia sotto questo punto di vista si pone all'avanguardia, in Italia: non
è un caso che, già a partire dagli anni 80, la mobilità verso la città è costretta
a snodarsi in percorsi obbligati tra centri commerciali, centri direzionali,
parcheggi a pagamento, per poi infine raggiungere l'acropoli, ormai ridotta
ad essere un unica grande scintillante vetrina. La gestione puramente mercantilistica
del centro storico, che ieri ha promosso lo svuotamento del cuore della città
dai suoi residenti tradizionali per far posto agli studenti che pagavano affitti
da rapina, oggi promuove la deportazione di studenti, immigrati, lavoratori,
verso i quartieri periferici in espansione, per lasciare spazio a utenze che
possano permettersi di comprare case a quattro milioni al mq. Gli stessi soggetti
sociali che ieri hanno lucrato sulla desertificazione sociale del centro storico,
oggi puntano l'indice accusatore contro gli immigrati, i tossicodipendenti,
le prostitute e i clandestini sociali d'ogni condizione, che lo inquinano.
Viene imposta l'equazione: consumo disciplinato = legalità = diritto d'accesso
al centro storico.
I quartieri in quanto comunità omogenee perdono significato: i legami comunitari
di base, i livelli di socializzazione perdono senso e si frantumano di fronte
a nuovi soggetti, l'agire dei quali è caratterizzato da un elevato grado di
mobilità abitativa e lavorativa all'interno della città. Infatti il vero motore
dell'attività cittadina, ben nascosto dalla patina luccicante delle vetrine,
è il lavoro precario e sotto-pagato.
A livello locale le amministrazione cosiddette progressiste, possono essere
annoverate tra le più solerti esecutrici di questo programma. La maggioranza
di governo (ivi compresi i rappresentanti istituzionali di www.rifondazione.com:
che giudichiamo dal ruolo oggettivo che svolgono nella giunta e nel consiglio
comunale e non certo dalla coscienza che di quel ruolo si sono fatti essi stessi)
ha accettato aprioristicamente di subordinarsi agli interessi economici che
dominano la città1.
Con la giunta Maddoli (primo sindaco dell' ulivo) si abbandona definitivamente
l'idea di una "città pianificata" a tutto tondo (vedi amministrazioni PCI-PSI)
per adottare il paradigma di "città flessibile", si ha cioè il passaggio a una
politica amministrativa che interviene solo in ambiti sociali e strutturali
che sono considerati strategici per il profitto, dove si abbandonano tutte le
altre sfere e livelli di realtà urbana "al gioco spontaneo delle forze di mercato".
In questo contesto tutti gli interventi sociali, che ancora rappresentano il
fiore all'occhiello per una certa sinistra, finisco per essere delle inutili
cattedrali nel deserto e la repressione e il controllo di qualsiasi forma di
conflittualità sociale-visibile diviene di importanza essenziale.
Perugia come "macchinaperfaresoldi " non può fare a meno né della sua piccola
rivoluzione ideologico-culturale, intesa come processo di depoliticizzazione
e perdita di senso di ogni relazione sociale non mercificata, né dell'operato
puntuale, discreto e chirurgico di magistratura e polizia.
Difatti tutte le esperienze di occupazione di aree dismesse, si sono concluse
con sgomberi denunce e repressione.
Queste esperienze hanno rappresentato vie di fuga dal controllo psico-poliziesco,
ma anche momenti di autonomia creativa, produttiva, positiva per molti "rom
urbani".
La dimensione collettiva assunta da determinati bisogni di questi settori sociali
ha creato fratture non irrilevanti negli equilibri di potere consolidati, il
rompere la facciata simulacro di una città d'arte, cultura e bla bla bla, è
stato anche il tentativo e un momento di intervento sulla qualità complessiva
dello sviluppo sociale che si stava delineando. L'occupazione come pratica e
dimensione di lotta sul territorio, nel momento in cui gli enti locali lavoravano
a una complessa operazione di marketing, non poteva essere tollerata a lungo.
Mancata la possibilità di riassorbire il fenomeno centro sociale all'interno
di categorie sociologiche si è passati a inquadrarlo in quelle "delinquenziali"
.
......Perugia..... e il movimento?
Con lo sgombero dei cs 2 il movimento perugino ha subito una grossa
sconfitta, praticamente si è come volatilizzato, atomizzato, per almeno un paio
d'anni.
C'è stato chi ha scelto di tornare a formare un collettivo politico e chi s'è
rintanato nel proprio privato, chi ha portato avanti, non più animato da una
tensione collettiva, i propri progetti, chi s'è perso sotto qualche sostanza,
e chi come noi di adp ha scelto di percorrere altre strade. Abbiamo tentato,
coinvolgendo altri soggetti, un'altra occupazione nel maggio 98 conclusa malamente
prima ancora che iniziasse a causa della nostra disorganizzazione, di una mancata
chiarezza sugli obbiettivi che ci prefiggevamo e sugli strumenti necessari e
a causa della psico-repressione sempre pronta a intervenire.
La mancata occupazione ha portato all'esigenza di cambiare il modo di pensare
l'intervento politico sul territorio - ci chiedevamo se aveva senso riproporre
l'occupazione meccanicamente, come un loop, volevamo svincolarci dalla spirale
occupazione-sgombero.
Pensavamo che fosse necessario prima creare un immaginario, creare agitazioni
a partire da "eventi virtuali"; cercando nuove strade che rendessero possibili
interventi virulenti, che generassero mutazioni imprevedibili e irreprensibili
in questa società dello Spettacolo-Merce,
"...furtivamente introdotti nei magazzini di quest'immensa fabbrica di coscienze
- la cultura moderna - noi artisti dell'hackeraggio letterario rubiamo parole,
arraffiamo frasi e concetti, smembriamo e riconnettiamo senza un piano, se non
quello, appunto, di non possedere una direttiva; ci lasciamo guidare dal gusto,
a dire il vero, dal nostro stomaco e dal tipo di fame che ci assale.
Come cubisti letterari alteriamo la disposizione e la connessione consueta di
discorsi e parole. Usiamo impropriamente e senza cautele, discorsi e frammenti
di discorsi, decontestualiziamo per produrre slittamenti di senso, multiformi
e policrome possibilità di significato, a noi stessi, sconosciute...."(attacchi
di panico n°2,1998)
producendo azioni diversificate per metodologia, tipologia, dislocazione; giornali
murali - ogni muro è un media potente - flyer - bombardamento di strade, pub,
locali più o meno fumosi, con volantini, articoli, comunicazioni, poesie, controinformazione,
organizzazione di eventi, rave, performance dibattiti, mostre, feste - un foglio
di strada, Attacchi di Panico, un frullatore di stili, di testi, di opere, di
immagini e parole.
aggredire non solo i messaggi, ma anche i veicoli
non solo i contenuti, ma anche le forme
Scegliere la strada come luogo di diffusione di AdP, ci ha messo in relazione
con soggetti differenti - attraverso collaborazioni che hanno portato, prima
a Saldi, poi a Ventre3, - con i quali auspichiamo sia possibile creare,
in un terreno di connessioni e sconnessioni aperto a una pratica di costanti
tensioni, un'infrastruttura di sostegno, dotata degli strumenti necessari a
lavorare e agire efficacemente in un contesto informatizzato e tecnologicamente
innovativo, capace di attivare la costruzione di un laboratorio della comunicazione,
sociale e autogestito, promuovendo e favorendo l'incontro fra estetiche, linguaggi
e culture.
Questa la sfida che intendiamo portare alla città di Perugia .
note:
1
E' diventata dominante la tendenza a trasformare la "potestà amministrativa" , il diritto di disposizione di aree pubbliche in un puro valore economico, si costituiscono "società miste" (pubblico+PRIVATO), che sotto l'alibi di una necessaria riqualificazione del territorio e delle aree urbane "degradate" , a fronte dei crescenti deficit degli enti locali, cedono ai privati l'uso profittevole di intere quote di ricchezza collettiva: un esempio tra i tanti è la riqualificazione di una zona centralissima del centro storico, come i locali di via oberdan, proprietà comunale, oggi ristrutturati e dati in concessione per i prossimi 15 anni a un consorzio di imprese private, titolare di diritto di prelazione nel caso di vendita dei locali loro assegnati.
2
agosto 97:sgombero csoa ex-cim e capitan harlock,
settembre 97 occupazione kondominioccupato
gennaio 98:sgombero kondominioccupato
3
due rassegne (saldi nell'aprile2000 e ventre nel settembre 2000)all'interno delle quali hanno trovato spazio per esprimersi diversi gruppi e soggettività che producono comunicazione, arte, musica e spettacolo.
contributo di adp per infoxoa n°012