Voluptas

La terra comincia a muoversi
sotto i miei occhi entusiasti il suo ventre
allarga in un caldo fremito
attraversata da nuvole basse
di pietre arrotate – polvere
erba piovana aggrediscono stanche
l’assurda durezza d’attimi
illanguiditi da venti eloquenti.

 Sommersa da odori splendida
come un respiro profondo s’abbassa
e subito s’alza morbida
ombra al mio viso ustionato carezza
suadente di vino caustico.  

Il suo ombelico si squarcia e in un attimo
ostenta l’immenso baratro
sovranità assoluta del pensiero
che abbietta il mio corpo spastico.  

Socchiusi gli occhi, alle labbra s’accosta
un rombo assordante un sibilo
solleticante peluria mi sfotte
il naso una pietra turgida
che come pesca o velluto malsana
m’infetta d’umori e plastico
balsamo fresco di brina. S’arvolta
in coccole terapeutiche
una losanga che vortica e scuote
i gangli del mio esistere.  

Un turbinio di colori e profumi
di liquidi suoni e intima
brace di brividi e spasmi estenuanti
m’invade la carne ed evoca
un retroflesso tesoro racchiuso
in uno scrigno pulsante e madido.  

Neànide in lenta metamorfosi
m’ubriaco del fiore. Terra vivida.  

 

  capitolo I