Dentro sono questa città … 

ripide colline spalmate
d’una fangosa marmellata
di foglie a novembre ulcere
mescolanza d’ignavia e inganni
consigli rivolti a lucrose
acquiescenze sorrisi squame
a dondolare cantilene
divertite d’idiozie spasmi

ripide colline spalmate
d’una fangosa marmellata
di foglie a novembre ulcere
cortili squarciati palazzi
d’organi inutili spastici
ingorghi bramano pazienze
frastagliate erte venature
morbose radici affondano
in cumuli di nebbie dense
di nauseabondi effluvi buche
sforacchianti fetide condutture

ripide colline spalmate
d’una fangosa marmellata
di foglie a novembre ulcere
sferzate e manrovesci schiaffi
tramontane che stravolgono
impalcature a imbellettare
nascondendo danni sotto spot
a sfoggiare grasse opulenze,
fra il chiacchiericcio di comari –
ampiamente presenti in tutti
i crocicchi di questa città –

dormiente città di pertugia –
un pozzo artesiano ovattato
di quintessenze atte al mercato
bon bon infiocchettati mostra
costante d’artificiosi sé
costumi e maschere che neanche
il carnevale più squallido
ammetterebbe – centrifughe
ipocrisie a dettar legge
strade salvifiche percorse
a notte da immigrati spaccati
nelle mani da rabbia o angoscia –
questuanti al verde – petulanti
donnine in cerca di sorrisi
larghi su apparenze frammiste
a legali consuetudini –
come amaretti di saronno
o valium – sempre pronti – a portata di mano –

ripide colline spalmate
d’una fangosa marmellata
di foglie a novembre - polvere.

 

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