Assente lontano distratto. In urlo
converte un sussurro – un’accusa infamante,
falso! –, pronunciato da chi opera
il vero con bisturi infetti, imperito

chirurgo – d’ore trascorse su muri
d’occasione a con delle mani l’ombre tenui
tracciare piumaggi d’ali incapaci
a reggere il bacio d’una stella egotista

d’accidie inedie ignavia. Molto più in là,
c’è ciò che si dice amore – mistificanza
autoreferenziale, lurido tugurio

d’affanni, squallido orpello da zombie.
Posso sperare serenità, o calma attesa
d’un inizio, lontano da me – solo così!

 

“Non punteggiare la tua parabola …
non esiste … non sarà … detta!”