Comitato Unitario di Base aderente all'Unione Sindacale Italiana Federazione Brianza

                                           Azienda San Paolo 

da: il Paolaccio Ospedaliero: Inquisizione di Regime

PRODUTTIVA, LE FORME DI PRESSIONE ESERCITATE SU SINDACATO E LAVORATORI, IL CULTO DELL'IMMAGINE AZIENDALE, PARLANO, ANCORA UNA VOLTA, DI UN TERRORE DELLA VERITÀ. LA DECA­DENZA D'IMMAGINE, ETICA E ORGANIZZATIVA CHE ATTANAGLIA IL S. PAOLO, SUGGERISCE ALL'USI DI CHIEDERE LE DIMISSIONI DELLA DIREZIONE.

A breve distanza dalla farsa disciplinare imbastita contro Gianfranco P., rappresentante per la sicurez­za e delegato RSU - USI che difese l'agibilità sinda­cale denunciando insieme ad altri la stupidità economica e la pericolosità del cosiddetto "ristorante", as­sistiamo ad un ulteriore tentativo di criminalizzazio­ne delle persone più scomode di questo ospedale.

 Ennesimo procedimento disciplinare quindi, questa volta a carico di Pino P., rappresentante sindacale nazionale USI e membro della RSU S. Paolo, reo di aver raccontato agli Organi di Informazione, ma    soprattutto all'Autorità Giudiziaria, gli effetti della pericolosità di alcune scelte dell'Amministrazione.

 Ora, per via del noto grave incidente a rischio biologico che ha coinvolto l'intera ostetricia e la connessa patologia ri­produttiva,  a  qualcuno brucia terribilmente l'aver constatato la fondatezza delle denuncie avanzate dall'Unione Sindacale Ita­liana.   La   sordità dell'amministrazione   ai consigli e alle preoccupa­zioni espresse dall'usi perfino con un esposto alla Procura, ha così dato luogo ad un incidente da ma­nuale, un incidente che si poteva evitare benissimo. Come hanno riportato i giornali una paziente tipo della Patologia Riproduttiva, cioè una paziente infettiva, ha inondato di sangue in data 16 agosto tutto ciò che poteva essere inondato: reparto ostetrico personale compreso!

 L'aver smantellato un re­parto ad hoc costato a suo tempo quasi un miliardo di lire dei contribuenti dove queste pazienti potevano essere degnamente e riser­vatamente curate, è stata perciò l'ulteriore conferma dell'irrazionalità che sembra guida­re chi dovrebbe programmare le nostre attività sanitarie.

Un'amministrazione che non è in grado di rimpiazzare i presidi utili per non far pungere il personale con gli aghi utilizzati presso le nostre dialisi (c'è scappato pure l'incidente), mentre investe i residui soldi rimasti nell'acquisto di mobili e poltrone di pelle ad uso dirigenziale, dovrebbe per lo meno impara­re a disciplinare se stessa. Se ciò non è possibi­le, dal momento che preferisce colpire i rap­presentanti storici del nostro sindacalismo - e insieme a loro molti altri lavoratori - non rimane che un'unica soluzione:

andare via. È ora di far sapere che l'immagine dell'amministrazione  si distrugge da sola senza bisogno di alcuna de­nuncia! Sedicenti risto­ranti, impresa infermieri­stica, proliferare di ap­palti, chiusure di reparti utili all'utenza ma poco "remunerativi" camuffa­te con strani accorpa-menti di letti, caterve di macchinari rimasti inutilizzati da più di un anno,

liste d'attesa da matusalemme affiancate da presta­zioni istantanee a pagamento, reparti che invocano inutilmente sfigmomanometri e tanto altro ancora costituiscono un quadro d'insieme che non si can­cella con l'ennesima bravata disciplinare.

L'unione Sindacale Italiana prendendo atto dei segni di una evidente decadenza invita perciò Franco Sala ad assumersi le proprie responsabilità e a dimettersi dalla direzione dell'Ospedale San Paolo.

Con riferimento alla Vostra lettera di protesta del 3.9.02, contro il comunicato inviato alla stampa dall'usi S. Paolo, osservo quanto segue.

1. Nell'occasione in questione ho sempre operato nella mia qualità di segretario nazionale dell'usi Sanità e non co­me dipendente dell'Azienda ospedaliera.

2. Prendo atto del contenuto della lettera 30.8.2002 e mi stupisco di tanta ipocrisia,                              i

3. Infatti, come è ben noto, dall'1.4.02 all'1.10.02 non sono presente in Ospedale poiché in part-time verticale e ciò per dedicarmi ai miei impegni di segretario nazionale dell'usi Sanità.

4. Conscguentemente le notizie che ho confermato agli organi di stampa che mi hanno interpellato non le ho ap­prese direttamente, ma mi sono state riferite dal personale del reparto. L'attendibilità delle fonti è confermata dalla circostanza che i particolari della vicenda, e più specificatamente quelli relativi al gravissimo infortunio sul lavoro che più mi interessano quale sindacalista, si sono rivelati corrispondenti al vero e mai sono stati smentiti.

5. Nella mia qualità di rappresentante sindacale, mi sono limitato a denunciare pubblicamente ed agli organi com­petenti l'accadimento di un infortunio sul lavoro di notevole gravita che ben poteva essere evitato. Nessun allar­mismo è stato da me alimentato, essendomi limitato solo a tutelare nel modo più opportuno i diritti di tutti i la­voratori e non solamente del singolo lavoratore che ha subito l'infortunio.

6. Ho sufficiente esperienza di sindacalista e di uomo per comprendere come, sul posto di lavoro, vengano operate pressioni di varia natura che consigliano ai dipendenti di sottoscrivere "in massa" una lettera predisposta da altri su fatti sui quali, nei corridoi ed in privato, gli stessi parlano in altro modo.

7. Sta di fatto che in questa occasione nessuno ha avuto il coraggio fino ad oggi di parlare dei rischi corsi nella vi­cenda in questione dalle altre pazienti e dai loro bimbi, che hanno i medesimi diritti delle pazienti infettive e cioè di essere adeguatamente assistiti, curati ed informati; nessuno ha poi voluto denunciare il fatto che il personale sanitario, pur consapevole dei rischi biologici che normalmente corre nell'espletamento delle proprie mansioni, non deve necessariamente essere messo nelle condizioni di incorrere in infortuni biologici altrimenti evitabili.

8. Se è poi "sciagurata" l'iniziativa di un sindacalista di denunciare pubblicamente l'accadimento di un infortunio sul lavoro, come deve essere definito il comportamento di chi persiste nel voler tenere aperta una sezione infettiva in un reparto di maternità? Se è "sciagurato" il comportamento di USI Sanità, come può essere definita la con­dotta di chi non fa nulla per evitare infortuni sul lavoro in una sezione che è diventata ad altissimo rischio biolo­gico (due infortuni in meno di un anno)?

9. Non accetto in alcun modo di partecipare al clima di "complicità" tra personale e pazienti infettive - come sugge­rito nella lettera di protesta -, ritenendo mio costume di sindacalista ed ancor prima di uomo quello di improntare la mia attività sindacale e la mia vita a principi di serietà, responsabilità e trasparenza, senza mai scadere - co­me alcuni vorrebbero, magari interpretando pretestuosamente la violazione della privacy - in comportamenti o-mertosi e conniventi che non proteggono ne i pazienti ne i lavoratori, ma solo gli interessi, quantomeno politici e di prestigio personale, di chi ritiene che l'ospedale ed il servizio sanitario debbano essere una "cosa nostra".
                                                       

USI Sanità
 il segretario nazionale
 Giuseppe Petita

Sito a cura della
Redazione Multimediale del CUB-USI 

 

 

Comitato Unitario di Base aderente all'Unione Sindacale Italiana Federazione Brianza

Dura repressione contro i delegati dell'USI Sanita'all'Ospedale San Paolo

 

Nel ricorso ex art.28 L.300/70, per condotta antisindacale contro l'Ospedale San
Paolo, il Giudice (dott.Santosuosso) ha formulato la seguente proposta
conciliativa.
L'azienda rinuncia all'esercizio dell'azione disciplinare e si impegna a regolamentare la materia della privacy nel protocollo delle relazioni sindacali con le rappresentanti sindacali. Le parti chiedono termine per valutare la proposta. Prossima udienza, Mercoledi 13 Novembre ore 9.00 in Pretura del Lavoro.

usi san paolo.

Dopo la disciplina e la sanzione di 4 ore inflitta al delegato RSU ed RLS
gianfranco p., per aver contestato l'apertura di un ristorante alla
carta(non a norma secondo le normative della 626), all'interno della sala
mensa dipendenti, ora e' la volta di un altro delegato pino p. e membro
della segreteria nazionale dell'USI Sanita', per aver reso alla stampa un
comunicato sull-infortunio biologico occorso ad una dipendente nella tanto
contestata apertura della sezione infettiva all-interno del reparto di
maternita'.
Il giorno 16 c.m. era previsto lo svolgimento del procedimento disciplinare,
ma l'USI sanita' ha promosso una denuncia alla Pretura del lavoro per
condotta antisindacale contra la Direzione Generale dell'Ospedale San Paolo
L'udienza e' fissata per Martedi 22 ottobre ore 12,45 presso la pretura del
Lavoro, p.Santosuosso.
Gradita partecipazione e stime di solidarieta'
Usi san paolo

 

Sito a cura della
Redazione Multimediale del CUB-USI