PARIGI - 04 Gennaio 1998

Occupazioni e trattative: il movimento del '98

CARLA CASALINI -

Dopo le prime tre settimane di lotta, i disoccupati francesi cominciano a vedere qualche risultato. La ministra del Lavoro Martine Aubry ha assicurato che l'Unedic (l'organismo nazionale per l'assicurazione contro la disoccupazione) riceverà 500 milioni di franchi per aiutare il reinserimento dei disoccupati. Presentando il suo "programma di lotta contro la disoccupazione e l'esclusione" la rappresentante del governo Jospin ha dichiarato di aver chiesto ai prefetti di mantenere in vita le unità di "emergenza" e di predisporsi a censire i "casi di maggior urgenza" per convogliare tutti i finanziatori "potenziali" in aiuto dei disoccupati.

Ma sul censimento dei "finanziatori" la polemica è già aperta. Accesa dai rappresentanti degli organismi paritetici sindacali e padronali che versano sussidi per i disoccupati coi contributi di aziende e lavoratori, la polemica è rimbalzata sulle colonne di "Le Monde": i disoccupati non chiedono forse di essere censiti come cittadini che pretendono un reddito, in quanto disoccupati tout court, non aspirano forse a uno "status" sociale sganciato dal lavoro?

E mentre l'Unedic afferma che il problema posto dal movimento di queste settimane è "generale", e ributta la palla al governo perché la questione è ormai "politica", da più parti si fa presente che Jospin, che ha cercato di muoversi piuttosto sull'attivizzare occasioni di lavoro, e sull'aiuto ai giovani e ai neoassunti, oggi si vede scoppiare in faccia l'olio bollente di una condizione sociale degradata che richiede ben altre risposte, e urgenti.

I soliti benpensanti ricordano, al proposito, che la tradizione francese da anni ha privilegiato - più di qualunque altro paese europeo - la via dell'assistenza sociale piuttosto che delle politiche attive: e qui si dividono fra destra e sinistra a seconda che compiangano Jospin per questa terribile eredità "assistenziale" di cui non riuscirà a liberarsi, o che lo aspettino al varco.

Ma il movimento di dicembre mostra caratteri non così facilmente qualificabili e quindi esorcizzabili. Continua in questo inizio '98 con l'occupazione di sedi pubbliche e uffici comunali preposti alla disoccupazione: da ultimo, venerdì sera, il il Centro comunale d'azione sociale di Nanterre, mentre sono ancora presidiate sedi a Bouches-du Rhone, Arras, Poissy, Brive-la Gaillarde, Saint-Die, Fourmies, e il Centro sociale di Parigi. E intanto tratta col governo e con le diverse sedi comunali sui sussidi. E' composto da disoccupati ma anche da lavoratori precari, da giovani che si battono per il diritto alla casa, oltre che al reddito, e alla formazione. C'è un punto di unificazione sociale cui allude questo movimento. La Cgt, i sindacati non confederali, ma anche una parte della Cfdt lo ha capito, ha deciso di stare con loro. E Gayssot, il ministro dei trasporti (comunista) ha fissato un buono di 50 franchi per l'acquisto di biglietti o di tessere per i trasporti urbani (1.400 franchi l'anno) per i disoccupati dell'Ile-de-France, per cominciare.