11 Gennaio 1998

Francia, la forza contro i senzalavoro

Pianti e urla in tv: "Non dimenticheremo". In piazza per solidarietà anche gli operai

I gendarmi sgombrano gli uffici occupati, il Paese sgomento

PARIGI
Tullio Giannotti

"Niente da perdere, tutto da guadagnare: la mobilitazione dei disoccupati continua". Questo il grido di battaglia di Ac!, uno dei cobas dei senzalavoro francesi, delusi venerdì dall'offerta di 1 miliardo di franchi avanzata dal primo ministro Jospin e fatti sgomberare - senza violenze ma con metodi spicci - dai locali delle Assedic, quelli dove ogni mese vanno a ritirare il magro sussidio di disoccupazione.
"Credere di aver ristabilito la pace sociale - dice Ac! - con una conferenza stampa, 266 franchi (80 mila lire, ndr) per ogni disoccupato ufficiale, e qualche manganellata, vuol dire rischiare molto...". Minacce forse velleitarie, quelle degli "chomeurs" in rivolta, ma che colpiscono in profondità i francesi proprio per l'impotenza che trasuda dalle immagini di donne e uomini sbattuti in strada, qualcuno in lacrime, qualcun altro rosso in volto per la rabbia. Fuori da ogni Assedic, le scene si rassomigliavano tutte, così come gli slogan: "Jospin, non dimenticheremo", "Chi semina miseria, raccoglie rabbia", "Non molleremo".
Il ricorso alla forza da parte del governo socialista, che appena 24 ore prima - accanto ai 300 miliardi straordinari - aveva sancito di fatto il riconoscimento dei cobas come partner sociali, ha suscitato un coro di indignazioni e proteste, anche da settori di quella "gauche plurielle" al governo che sembra un puzzle sempre meno omogeneo. Hanno alzato la voce i comunisti (che sono al governo con Jospin), la Cgt, che è il loro sindacato, i verdi, anche loro nella maggioranza. I cobas, oltre ad invitare gli aderenti alla mobilitazione e a nuove forme di lotta, hanno per la prima volta dall'inizio del movimento, l'11 dicembre scorso, chiesto apertamente ai lavoratori di unirsi ai senzalavoro. Senza nemmeno bisogno di ascoltare la richiesta di aiuto, i lavoratori sono scesi in piazza numerosi, accanto ai disoccupati, a Bordeaux e a Montpellier, ma anche a Nizza, a Chatellerault, a Guingamp, a Rennes e a Tours.
In pratica nulla si sa delle prossime mosse dei cobas, che ora stanno macchinosamente consultando "la base", ma certo è che le occupazioni delle Assedic saranno sostituite da altre forme di lotta. Ovunque sono state convocate assemblee generali, mentre fervono i preparativi e cresce la tensione per le manifestazioni già in programma per martedì prossimo. "Prima vittoria per i disoccupati", è il titolo dell'editoriale di "Le Monde", che celebra il fatto che i cobas siano ormai "interlocutori riconosciuti dai pubblici poteri". In pochi, per la verità, si sono associati a questo rilievo, in molti hanno invece protestato, anche se la Cgt cerca di non rompere il fragile ponte che ancora collega il satellite cobas al pianeta dei sindacati ufficiali. Louis Viannet, segretario generale della Cgt, ha ravvisato "molti elementi positivi" nelle proposte di Jospin, laddove la sua stessa base - ieri - ha "fermamente condannato" l'invio dei gendarmi per sgomberare le Assedic con "le forze della repressione". Anche alcuni socialisti si sono dissociati dall'azione intrapresa dal governo contro i disoccupati. "Ci cacciano via, ma non ci cancelleranno", "ecco il vero volto dei socialisti, la carota poi il bastone": le voci dei disoccupati si accavallano ai microfoni di radio e tv. Metà di loro ha rinunciato a farsi curare malattie varie, nel 1996, per mancanza di denaro.