"Ac!" ovvero "Agire contro la disoccupazione", una delle quattro associazioni protagoniste delle mobilitazioni di questi giorni, è stata l'anima politica e organizzativa delle marce dei precari partite all'indomani del movimento contro il Cip ("Contratto d'inserimento professionale", cioè il salario d'ingresso ridotto del 25% per giovani disoccupati) nel marzo 1994. Proprio su questa originale forma di lotta si sono modellate le marce europee che hanno preceduto la manifestazione di Amsterdam, in occasione del Vertice governativo nello scorso giugno. E, al tempo stesso, quelle carovane di giovani "intermittenti" e di senza lavoro "di lunga durata", attraversando piccole e grandi città della Francia, hanno gettato i semi dell'attuale movimento, nelle cui rivendicazioni non è difficile riconoscere anche l'accumulo di quei temi che hanno segnato il dibattito teorico e la piattaforma delle marce europee.
Gli obiettivi di un "reddito decente per tutte e tutti" e di una decisa "riduzione del tempo di lavoro", anche attraverso strumenti legislativi che vengano adottati, quanto più simultaneamente possibile, dal maggior numero di parlamenti nazionali, sono stati entrambi - con sfumature ed accenti diversi - al centro del dibattito della Rete. Di qui anche la decisione di approfondire, alla luce degli eventi francesi, i contenuti delle lotte in un'Assise europea da tenere a Bruxelles il 18 aprile prossimo. Per l'intera giornata, ad otto mesi da quei "treni per Amsterdam" che hanno mostrato all'attenzione mediatica (oltre che poliziesca!) di un intero continente l'emersione di un nuovo soggetto politico-sociale plurale in Europa, si sono confrontate intorno ad un tavolo le differenti storie che danno vita a questa Rete. Oltre ai pluricitati francesi (insieme ad "Ac!", i sindacati indipendenti "Sud" e la minoranza "Tous ensemble" della Cfdt), a fianco di maturi sindacalisti delle Comisiones Obreras catalane impegnati nella costruzione della mesa civica per i diritti sociali era presenta una folta delegazione italiana: gli "autorganizzati" del Sincobas, i Giovani comunisti, i Centri sociali Corto circuito di Roma e quelli del Nordeste, l'Associazione Ya Basta. Che hanno convenuto sul fatto che la più efficace forma di solidarietà con i disoccupati sgomberati dalle Assedic d'Oltralpe sia "fare come in Francia", cioè sviluppare ovunque iniziative di lotta concrete e radicate nel proprio territorio sulla precarizzazione e l'esclusione sociale, rivendicando reddito, beni e servizi in grado di garantire a ciascuno un'esistenza degna di questo nome.
E' stato così deciso di caratterizzare proprio su questi punti la giornata del Primo Maggio, collegando le manifestazioni di almeno quattro grandi città europee su maxischermo via Internet. I corpi dei "marciatori" più le nuove tecnologie della comunicazione insieme, per rendere visibile l'altra Europa delle lotte di precari e disoccupati.
Il coordinamento della Rete delle Marce europee esprime tutta la sua solidarietà alla lotta condotta in Francia dai disoccupati e dalle loro associazioni da diverse settimane. Lotte alla quale partecipano attivamente le associazioni e i sindacati francesi di questa Rete. Le delegazioni di Finlandia, Spagna, Italia, Svizzera, Belgio, Gran Bretagna, Svezia, Lussemburgo, Germani testimoniano dell'eco e della simpatia incontrata dappertutto in Europa da questo movimento... Questa lotta legittima e i suoi primi successi aprono al movimento contro la disoccupazione in tutta Europa delle prospettive incoraggiamenti. Le rivendicazioni sono comuni, al di là delle frontiere, per un reddito decente come per la riduzione del tempo di lavoro, realmente creatrice d'impiego, senza flessibilità e senso unico né riduzioni salariali; e contrappongono una logica di ridistribuzione delle ricchezze alla logica neoliberale messa in atto nella costruzione europea. Ci schieriamo decisamente contro le misure poliziesche... Le differenti delegazioni europee faranno di tutto per esprimere solidarietà con il movimento francese e perché si sviluppino in Europa lotte contro la disoccupazione, la precarietà e l'esclusione. E organizzeranno una prima mobilitazione europea sabato 17 gennaio".