21 Gennaio 1998

Associazioni dei disoccupati, le reazioni

LUDOVIC PRIEUR

Lionel Jospin ha approfittato del dibattito parlamentare di ieri per anticipare il suo intervento televisivo previsto invece per questa sera. Il contenuto della sua dichiarazione può rassumersi in tre punti: il rifiuto dell'aumento di 1.500 franchi per tutti i minimi sociali, il tentativo di contrapporre i lavoratori ai disoccupati e la difesa della sua "giusta" politica per combattere le diseguaglianze sociali. Come si poteva facilmente immaginare, le reazioni delle diverse associazioni presenti nella mobilitazione sono state molto dure e critiche sul discorso del Premier ministre.

Dice "Ac!": "Jospin, con la sua dichiarazione, si rifiuta di ascoltare la voce e le rivendicazioni della strada. Non è tollerabile che un governo di sinistra abbia un atteggiamento del genere nei confronti di un movimento sociale così forte e che ha l'appoggio del 70 per cento dei francesi. Dobbiamo intensificare la lotta per costringerlo ad accettare le nostre rivendicazioni".

Il "Mncp" sottolinea la sua grande disillusione dopo il discorso di Jospin e aggiunge: "il Premier ministre ha respinto, senza mezzi termini, le rivendicazioni delle Associazioni di disoccupati e ha anche usato dati che non corripondono a nessuna realtà". Il "Mncp" fa riferimento al caso descritto da Jospin di una coppia con figli che, con un aumento del 70 per cento del reddito minimo di inserimento (Rmi, quello per i disoccupati) guadagnerebbe più di un lavoratore pagato con lo stipendio minimo legale (lo Smic, quello per i lavoratori). Un'affermazione che, nella realtà, non non regge: "non è possibile che una coppia riceva una cifra equivalente a due Rmi, semmai è previsto solo un incremento massimo di settecento franchi sul Rmi".

Quanto ai comitati di disoccupati della Cgt, l'intervento di Jospin è per loro un "Non evento. Non è così che si fermerà il movimento sociale, anzi dobbiamo impegnarci sempre di più per la sua intensificazione e il suo allargamento".

Il "Cdsl" è ancora più incisivo: "adesso è chiaro, si tratta di un vero braccio di ferro fra il governo e noi". Mentre per "Act Up", fedele alle sue formule provocatrici, "quella di Jospin è una dichiarazione di guerra!".

In realtà il tentativo di opporre ai disoccupati i lavoratori che prendono lo stipendio minimo legale ha suscitato molti commenti.

"Provare a metterci contro i lavoratori è un atto ignobile", dice il Csdl. "Questa è la prova che il governo Jospin non ha un atteggiamento diverso da quello di Juppé. E' sempre la stessa tattica, dividere i più poveri, cercare un capro espiatorio; un giorno i sans papiers, gli immigrati; un altro giorno i disoccupati". "I lavoratori che prendono lo Smic sanno benissimo che questa lotta non va contro i loro interessi, anzi l'aumento dei minimi sociali è anche un'arma contro la flessibilità e gli stipendi bassi", dice "AC!".

Per "Droits Devant!", "voler opporre i poveri "buoni", quelli che prendono lo Smic o accettano i contratti di lavoro come i posti per i giovani, ai poveri "cattivi", quelli che vivono con i sussidi, senza essere materialmente produttivi, è fare il gioco del neoliberismo".

L'Apeis centra la sua critica sul contenuto della politica economica di Jospin. "La posizione economicista del governo, che dà priorità agli obblighi imposti dal budget e al rispetto dei criteri di Maastricht, non prende in considerazione la realtà economica e sociale dei sette milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà. In questo paese i soldi ci sono, la Borsa di Parigi ha concluso l'anno con più del 30% di incremento, le imprese non hanno mai realizzato tanti dividendi. Noi vogliamo il successo del governo di sinistra, ma questo poi deve fare una politica di sinistra e quindi ascoltare i movimenti sociali".

Per "Act Up", "con la centralità del lavoro, è Jospin ad avere un discorso ideologico". "Se 70 miliardi di franchi bastano per mettere fine alla marginalizzazione e alla povertà, allora il governo deve trovarli. Ovviamente, non con la pressione fiscale su chi lavora bensì sui profitti del capitale. Il problema non è che mancano soldi ma la ridistribuzione delle ricchezze", aggiunge "Droits Devant!".

Per i disoccupati Cgt, "il governo ha di nuovo dimostrato che sta cercando la sua linea di politica economica. Non ha ancora il corraggio di prendere decisioni significative. Lo aiuteremo con il proseguimento della lotta".

Tutti, concordemente, precisano che il loro movimento non è contro il governo, ma contro la logica neoliberista, e che sono decisi tuttavia a intensificare la loro lotta anche se passa attraverso un sempre più conflittuale rapporto dialettico con il governo. "Nei prossimi giorni saranno lanciate delle nuove azioni" assicura "Ac!". L'"Apeis" è decisa a puntare le sue nuove azioni contro i simboli della ricchezza, "per sottolineare che le ricchezze non mancano in questo paese". "Act Up" e "Cdsl" stanno già organizzando nuove iniziative parigine.