18 Gennaio 1998

La Francia al lavoro

Grandi cortei anche in altre città francesi. Solo a Marsiglia pochi hanno scelto la protesta. E il movimento pensa a nuove iniziative in vista della discussione parlamentare sulle 35 ore

ANNA MARIA MERLO - PARIGI

ANCORA DECINE DI MIGLIAIA di persone in piazza in tutta la Francia ieri. Grande manifestazione a Parigi, con circa 20mila persone. Hanno protestato, tra l'altro, Grenoble, Perpignan, Clermont Ferrand, Lilla, Nantes, Montpellier. Delusione solo a Marsiglia dove il finanziamento d'emergenza di un assegno di 2000 franchi (600mila lire circa) per i disoccupati in maggiore difficoltà ha indebolito la partecipazione (più che dimezzata rispetto a martedì scorso). Anche le occupazioni continuano: ieri 15 luoghi simbolici, tra cui il comune di Cahors e Normale Sup a Parigi, erano sotto il controllo del movimento dei disoccupati

Jospin aumenta i minimi?

Alla manifestazione parigina, oltre ad alcune personalità note (come il sociologo Pierre Bourdieu e monsignor Gaillot), hanno partecipato anche dei rappresentanti del Pcf e dei Verdi. Jospin comincia a cedere qualcosa. Il miliardo non è bastato. Il primo ministro, così, in un primo tempo ha fatto capire che i minimi sociali potrebbero subire degli aumenti, ma solo nel '99, perché ormai la finanziaria di quest'anno è stata varata. Sotto la pressione delle manifestazioni, però, i servizi di Matignon, hanno correto un po' il tiro e affermato che probabilmente i sussidi più bassi potrebbero essere già aumentati dalla prossima primavera, con l'approvazione delle legge di lotta contro l'emarginazione. Ma le cifre del governo sono ancora molto distanti dalle richieste dei disoccupati: 1500 franchi (450mila lire circa) in più per tutti coloro che sono obbligati a vivere di sussidi e possibilità di ricevere l'Rmi (Reddito minimo di inserimento) dai 18 anni (oggi è a 25).

Il conflitto, che entra nella sua sesta settimana (è iniziato in sordina l'11 dicembre a Marsiglia), non accenna a finire. Secondo il sociologo Pierre Bourdieu, un movimento simile "non ha mai avuto luogo nella storia, perché in genere i disoccupati sono depressi, privati di tutto. L'azione di tutte le associazioni è stata estremamente importante. Un'azione finalmente ragionevole". "Lottiamo tutti assieme contro la disoccupazione e l'esclusione" diceva uno dei principali striscioni del corteo parigino di ieri. Erano presenti in forza i disoccupati, le loro associazioni, la Cgt, l'ala dissidente della Cfdt, anche una timida delegazione dissidente di Force ouvriere, ma il grosso dei lavoratori occupati non si è mobilitato. Anche se i sondaggi rivelano che l'opinione pubblica è sempre più favorevole al movimento: il 70% dei francesi sostiene i disoccupati per l'istituto Csa, in crescita del 7% rispetto a due settimane fa.

"Chi semina miseria, raccoglie rabbia" diceva uno slogan. E poi le affermazioni e le richieste che rivelano tutta la durezza della vita da disoccupati: "denunciate la miseria, la galera di vita, assumete"; "non siamo dei mendicanti"; "ritroviamo la dignità nella lotta"; "esistenza/resistenza"; "alt al ricatto: assunzione o maternità"; "tassate il mondo finanziario"; "no alla dittatura dei mercati, per la dignità umana". Fino ad arrivare a disoccupati che sfilavano con una maschera bianca, per significare la perdita di identità, o dei ragazzi con un passamontagna rosso che scherzavano pesantemente: "vogliamo un lavoro di merda, pagato una minuzia. Dividiamoci la schiavitù". E fino all'estremo del tragico grido di Act up: "sussidio per gli adulti handicappati, 3000 franchi per crepare". Dopo tutto ciò sentire un gruppo gridare con gioia: "rivoluzione, è la sola soluzione" dava un po' di utopia e allegria in un corteo grave. Anche i sindacalisti del "gruppo dei dieci" si sono sforzati di rallegrare il clima, con una canzone tipo vecchia Francia su "Martine Aubry, avanti", che incita la ministra del lavoro a fare qualche sforzo a favore dei disoccupati. Nel corteo parigino erano presenti rappresentanti dei sans papiers e delle "marce europee dei disoccupati" che prima del vertice comunitario sul lavoro di Lussemburgo avevano attraversato l'Europa. C'era anche uno striscione in tedesco e qualche scritta in spagnolo. Tutte le manifestazioni si sono svolte nella calma, salvo alcuni scontri a Parigi davanti alla Ecole nationale Superiore e in place d'Italie.

Il movimento dei disoccupati prepara già nuove iniziative. Una "giornata nazionale di lotta" è prevista per il 27 gennaio, quando inizierà la discussione parlamentare sulla legge delle 35 ore. Il governo - e i due partiti della coalizione che appoggiano il movimento, Pcf e Verdi, con la Cgt e l'ala dissidente della Cfdt - sperano di canalizzare la protesta contro il padronato, ostile alla riduzione di orario. Nei prossimi giorni, le azioni del movimento dovrebbero rivolgersi contro obiettivi "padronali".