Di nuovo decine di migliaia di persone in corteo in tutte le principali città francesi. La Cgt e le associazioni dei disoccupati hanno organizzato manifestazioni a doppio binario: in appoggio alle legge sulle 35 ore, che ieri l'Assemblea ha cominciato a discutere, e in sostegno alle rivendicazioni dei disoccupati, che rimangono ancora tutte attuali, malgrado le modeste concessioni strappate a Lionel Jospin. Gli ultimi sondaggi confermano che le mancate risposte ai disoccupati hanno irrimediabilmente minato la popolarità del primo ministro: secondo l'istituto Csa, Jospin perde 5 punti, solo il 44% degli intervistati lo approva; meno 8% tra gli operai, meno 13% tra i disoccupati, meno 10% tra i lavoratori dipendenti del settore privato, i più esposti ai rischi di disoccupazione.
La mobilitazione dei disoccupati, a cui ieri (come già il 17 gennaio) sono venuti in appoggio gruppi di lavoratori occupati (anche se sempre in forma modesta), continua. Il movimento assume però forme drammatiche. Ieri, alla conclusione della manifestazione di Marsiglia, dove hanno partecipato nella calma circa 5mila persone, ci sono stati incidenti. Un gruppo di una cinquantina di persone si è difatti recato alla Prefettura delle Bouches du Rhone per chiedere che i "premi di emergenza", cioè il miliardo di franchi stanziato dal governo per venire in aiuto alle situazioni di maggiore difficoltà, venissero versati con più celerità. Ma il tentativo di entrare in prefettura si è trasformato in uno scontro con i Crs. Bilancio: due feriti tra i manifestanti, uno tra gli agenti. In Francia, sono già state presentate 75.600 domande per ricevere il "premio d'emergenza".
A Parigi, al corteo che si è concluso vicino al ministero del lavoro, hanno partecipato anche numerosi rappresentanti del Pcf, dei Verdi e della Cgt. Le rivendicazioni degli "chomeurs" rimangono le stesse: rialzo dei minimi sociali e istituzione di un Rmi (Reddito minimo) per i giovani sotto i 25 anni. Cortei consistenti hanno attraversato, oltre a Parigi e Marsiglia, Lione, Lilla, Grenoble, Nantes, Quimper, Brest, Lorient, Vannes, Pontigny, Rennes, Limoges, Bordeaux, Tolosa. A Parigi, hanno sfilato anche i dipendenti del ministero dei lavori pubblici e i ferrovieri, in sciopero per due giorni.
La Cgt è in prima linea nelle manifestazioni, anche se questo sindacato non approva completamente il testo di legge di Martine Aubry. La Cgt vorrebbe una legge più decisa, con maggiori garanzie sui salari. Per la Cgt l'obiettivo è combattere il padronato, "che vuole il fallimento delle 35 ore" ed evitare, con la mobilitazione, che la riduzione d'orario venga pagata in termini di flessibilità e di riduzione del potere d'acquisto. Hanno partecipato ai cortei di ieri anche alcune federazioni della Cfdt, unico sindacato a dare "un giudizio globalmente positivo" sul testo di Aubry. Per la Cfdt l'importante è che la legge induca "una dinamica di negoziazione" tra le parti. Force ouvriere invece "solleva numerose riserve" sulla legge. Secondo Fo, la legge dà troppa corda alle imprese, concede troppi aiuti e non impone nessun obbligo al padronato.